Raffaele Piccoli
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Raffaele Piccoli (Castagna 1819 - Catanzaro 27 agosto 1880) fu un patriota e un rivoluzionario italiano.
Nacque a Castagna, una piccola località della Sila Piccola appartenente attualmente al comune di Carlopoli, in provincia di Catanzaro, ma al tempo della sua nascita frazione del comune di Soveria Mannelli, provincia della Calabria Citeriore. Di famiglia artigiana (il padre, Bernardo, era calzolaio), dopo gli studi nel seminario di Scigliano ed essere stato ordinato diacono, si avvicinò al Mazzinianesimo. Nel 1848 partecipò con i volontari di Stocco all'insurrezione dell'Angitola, in Calabria. Dopo il fallimento dei moti calabresi, si recò a Roma e partecipò alla difesa della Repubblica Romana. Si recò succesivamente a Napoli dove fu arrestato, nel 1849, processato assieme a Luigi Settembrini e Carlo Poerio, condannato a 30 anni di ferri per cospirazione e relegato all'ergastolo di Santo Stefano. Liberato grazie al colpo di mano di Raffaele Settembrini, il figlio di Luigi, che riuscì a dirottare nel Regno Unito la nave che deportava i prigionieri politici napoletani in Argentina, riparò in Piemonte. Nel 1860 si imbarcò da Quarto con i mille. Dopo l'Unità, diversamente da molti suoi compagni di lotta, non si integrò nel nuovo regno, rimanendo coerentemente repubblicano. Nel 1870 tentò una ingenua insurrezione repubblicana nella cittadina calabrese di Filadelfia, assieme a Ricciotti Garibaldi. L'insurrezione non ebbe successo, gli venne revocata la pensione dei mille, unica fonte di sopravvivenza, e andò esule a Malta. Tornato in patria, ormai in miseria, si uccise in un albergo di Catanzaro.