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Repubblica Centrafricana - Wikipedia

Repubblica Centrafricana

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Progetto stati Repubblica Centrafricana
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Repubblica Centrafricana - Bandiera
Repubblica Centrafricana - Stemma
(dettaglio)
Motto: Unità, Dignità, Lavoro

Informazioni
Nome completo: Repubblica Centrafricana
Nome ufficiale: Republique Centrafricaine
Lingua ufficiale: francese
Capitale: Bangui  (560.000 ab. / 1994)
Politica
Governo: Repubblica
Capo di stato: François Bozizé
Capo di governo: Élie Doté
Indipendenza: Dalla Francia, 13 agosto 1960
Ingresso all'ONU: 20 settembre 1960
Area
Totale: 622.984 km²  (42°)
% delle acque: 0 %
Popolazione
Totale (2003): 3.683.538 ab.  (124°)
Densità: 5,8 ab./km²  
Geografia
Continente: Africa
Fuso orario: UTC +1
Economia
Valuta: Franco CFA
PIL (PPA)  (2005): 4.629 milioni di $  (153°)
PIL procapite (PPA)  (2005): 1.128 $  (169°)
HDI  (2004): 0,353 (basso)  (172°)
Energia:
Varie
TLD: .cf
Prefisso tel.: +236
Sigla autom.: RCA
Inno nazionale: La Renaissance
Festa nazionale:

La Repubblica Centrafricana (Ködörösêse tî Bêafrîka) è uno Stato dell'Africa Centrale. In passato fu una colonia francese con il nome di Ubangi-Shari, prese il suo nome attuale all'atto dell'indipendenza, nel 1960. Dopo tre tumultuosi decenni di malgoverno — principalmente da parte di governi militari — e la transizione di un governo civile nel 1993, nel 2002 è ripiombata nel caos di una guerra civile che non ha ancora visto una soluzione duratura. La capitale è Bangui. La repubblica confina con il Chad, il Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, la Repubblica del Congo e il Camerun.

Indice

[modifica] Geografia

Per approfondire, vedi la voce Geografia della Repubblica Centrafricana.

Il territorio della Repubblica Centrafricana è costituito da un altopiano sul quale si innalzano isolati gruppi montuosi a nord-est e a nord-ovest. L'altopiano separa il bacino idrografico del Lago Ciad, a nord, da quello del fiume Congo, a sud. I corsi d'acqua sono numerosi e nei periodi delle pioggie aumentano la loro portata fino a causare inondazioni. La piovosità aumenta da nord a sud, determinando il passaggio dalla savana alla foresta pluviale.

[modifica] Storia

La regione occupata dalla Repubblica Centrafricana è stata abitata fin da tempi antichissimi: vari ritrovamenti testimoniano l'esistenza di antiche civiltà anteriori alla nascita dell'Impero Egizio. Nella zona, si sono sovrapposti, nei secoli, vari regni e imperi, incluso l'Impero di Kanem-Bornu, il Regno di Ouaddai, il Regno di Baguirmi, e gruppi Fur stanziatisi nella regione attorno al Lago Ciad e lungo l'Alto Nilo. Più tardi, vari sultanati rivendicarono la regione dell'attuale Repubblica Centrafricana, utilizzando l'intera regione del Oubangui come una grande riserva di schiavi, dalla quale il gli schiavi erano trasportati e venduti nel Nord Africa attraverso il Sahara, soprattutto al mercato de Il Cairo. La migrazione di popolazioni nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, portò nuove etnie nell'area, inclusi gli Zande, Banda, e Baya-Mandjia.

Nel 1875 il sultano del Sudan Rabih az-Zubayr, governò l'Alto-Oubangui, che includeva l'attuale Repubblica Centrafricana. Gli Europei, Francesi, e Belgi, arrivarono nell'area nel 1885. I Francesi consolidarono le loro rivendicazioni "legali" nell'area mediante una convenzione del 1887 con lo Stato Libero del Congo, il quale garantì alla Francia il possesso della rive destra del Fiume Oubangui. Due anni più tardi, i Francesi stabilirono un avamposto a Bangui, e nel 1894, l'Oubangui-Chari divenne un territorio Francese. I Francesi consolidarono controllo dell'area solo nel 1903, dopo aver sconfitto le forze di Rabih nella battaglia di Kousséri, e stabilito un'amministrazione coloniale in tutto il territorio. Nel 1906, il territorio del Oubangui-Chari fu unificato con la colonia del Ciad; nel 1910 divenne uno dei quattro territori della Federazione dell'Africa Equatoriale Francese (A.E.F). Ben presto il governo francese, iniziò lo sfruttamento sistematico del territorio cedendone, praticamente, la gestione a compagnie private, in cambio di una notevole percentuale sui profitti. Per questo, i successivi trent'anni furono segnati da rivolte su piccola scala contro il dominio delle compagnie e lo sviluppo di un'economia basata sulle piantagioni di cotone e le miniere di diamanti, dove la popolazione veniva spesso obbligata a lavorare senza alcun tipo di garanzia e retribuzione. I momenti di ribellione, furono, tuttavia, sempre repressi nel sangue e non ebbero praticamente effetti. Nell'Agosto del 1940, il territorio rispose, con il resto della A.E.F., alla chiamata del Generale Charles de Gaulle a combattere per la Francia Libera. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l'isituzione dell'Unione Francese nel 1946 si ebbe la prima di una serie di riforme che portarono finalmente alla completa indipendenza di tutti i territori Francesi nell'Africa occidentale e equatoriale. Nel 1946, tutti gli abitanti della A.E.F. si videro garantita la cittadinanza Francese e il permesso di istituire assemblee locali. La nascita dell'assemblea nella Rapubblica Centrafricana fu fortemente voluta da Barthélemy Boganda, un prete Cattolico leader del Mouvement d'Evolution Sociale de l'Afrique Noire (praticamente il primo partito politico del paese), che fu conosciuto anche per le sue dichiarazioni sincere nelle assemblee Francesi nel bisogno di un'emancipazione per l'Africa. Nel 1956 la legislazione Francese eliminò alcune diseguaglianze e provvide alla creazione di alcuni organi per l'auto governo in ogni territorio dell'A.E.F.. Il referendum costituzionale Francese del Settembre 1956 portò all'approvazione della nuova Costituzione, che entrò in vigore nel 1958, portando la dissoluzione l'A.E.F. e la nascita della Comunità Francese. L'1 dicembre del 1958 l'Assemblea dichiarò, infatti, la nascita della Repubblica Centrafricana all'interno della Comunità e con Boganda come capo del governo. Il governo di Boganda durò fino alla sua morte avvenuta in un misterioso incidente aereo nel Marzo 1959. Suo cugino, David Dacko, lo rimpiazzò e condusse la Repubblica Centrafricana alla completa indipendenza con la dichiarazione del 13 agosto 1960. Dopo un violento scontro di potere col rivale Abel Goumba, risoltosi con l'arresto di quest'ultimo, David Dacko impose un regime monopartitico nel 1962 e governò il Paese fino al 1965, con mano pesante e mettendone in ginocchio l'economia. Il 31 Dicembre 1965, il regime di Dacko venne rovesciato da un colpo di stato condotto dal colonnello Jean-Bédel Bokassa, che sospese subito la costituzione e sciolse il parlamento. Il nuovo uomo forte non portò miglioramenti alla situazione del paese, anzi si produsse in una politica fortemente repressiva e autocelebrativa che lo portarono ad autodichiararsi presidente a vita nel 1972 e imperatore del risorto Impero Centrafricano nel 1976 col nome di Bokassa I. Aiutato economicamente dalla Francia che mirava a mantenere saldi i suoi interessi economici nella regione (le riserve di caccia grossa ai confini col Sudan e le miniere di Uranio a Bakouma), Bokassa portò il paese sull'orlo del disastro economico, a causa dello sperpero di denaro, speso in progetti in gran parte miranti ad aumentare il proprio prestigio personale. Solo per l'incoronazione ad imperatore avvenuta il 4 Dicembre 1976, e snobbata da quasi tutto il mondo, Bokassa spese quasi 20 milioni di dollari. La fine di Bokassa arrivò nel 1979, quando i francesi, approfittando di un suo viaggio in Libia, restaurarono la presidenza Dacko, con un altro colpo di stato. A sua volta, Dacko venne esautorato da un ennesimo colpo di stato dal Generale André Kolingba il 1 Settembre del 1981. Kolingba sospese tutte le garanzie costituzionali e diede vita ad una giunta militare che governò il paese col pugno di ferro fino al 1985. Nel 1986 Kolingba introdusse una nuova costituzione, approvata con un referendum plebiscitario nello stesso anno, fondò un nuovo partito ( Rassemblement Démocratique Centrafricain - RDC) di cui divenne leader e indisse elezioni parlamentari nel 1987 e municipali nel 1988. Tuttavia, la credibilità di queste elezioni venne minata dall'esclusione dei due maggiori partiti di opposizione (guidati da Abel Goumba e da Ange-Félix Patassé), ai quali venne vietata la partecipazione alle consultazioni elettorali. Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1990, un forte movimento democratico prese vita, portando alla richiesta di convocazione di una Conferenza Nazionale, fatta da 253 eminenti personalità del paese firmatari di una lettera aperta nel Maggio del 1990. La richiesta venne rifutata da Kolingba che fece, anzi, imprigionare parecchi dissidenti. Pressioni internazionali dagli USA, cautamente, dalla Francia e da un gruppo di rappresentanti di paesi e compagnie operanti localmente denominata GIBAFOR (composta da Francia, USA, Germania, Giappone, UE, Banca Mondiale e ONU), spinsero finalmente Kolingba ad accettare, nel principio, la convocazione di nuove libere elezioni nell'ottobre 1992, sotto il controllo dell'Agenzia dell'ONU preposta allo scopo. Tuttavia, con la scusa di presunte irregolarità, Kolingba sospese il risultato delle elezioni e con questo pretesto riprese in mano il potere. Le pressioni del GIBAFOR, comunque, si fecero molto intense e lo portarono, infine ad accettare la nascita di un Consiglio Nazionale Politico Provvisorio della Repubblica (onseil National Politique Provisoire de la République - CNPPR) e di una Commissione Elettorale Mista che includeva rappresentanti di tutte le formazioni politiche. Le elezioni si tennero, infine, nel 1993, sempre sotto controllo della comunità internazionale, e vide Ange-Félix Patassé primeggiare nella prima tornata delle presidenziali davanti ad Abel Goumba, David Dacko e lo stesso Kolingba. Al secondo turno, Patassé vinse col 52,5% contro il 45,6% dello sfidante Goumba. La vittoria del partito di Patassé, il Movimento per la Liberazione del Popolo Centrafricano (Mouvement pour la Libération du Peuple Centrafricain - MLPC), non gli portò, tuttavia, la maggioranza assoluta e Patassé dovette cercare una coalizione per dar vita al governo. Patassé iniziò ben presto un'intensa opera di epurazione negli apparati statali centrafricani. Degradò ed espulse Kolingba dall'esercito, incriminò buona parte dei vecchi ministri, licenziò parecchi funzionari ministeriali di etnia Yakoma (fedele a Kolingba) e ancor più funzionari statali che ricoprivano incarichi importanti e lucrosi. Epurazioni colpirono pure la Guardia Presidenziale dove 200 militari vennero rispediti a casa o passati nelle file dell'esercito. Il partito di Kolingba, denunciò, per questo, la politica di Patassé come razzista nei confornti degli Yakoma. La nuova Costituzione approvata il 28 Dicembre 1994 e promulgata il 14 Gennaio 1995, non servì a garantire le libertà politiche e civili. Tra il 1996 e il 1997, tre diverse rivolte popolari portarono alla luce la crescente diffidenza nei confronti del governo di Patassé, durante le quali il paese visse momenti di violenza e forti tensioni interetniche. Il 25 Gennaio 1997, gli accordi di pace firmati a Bangui, portarono al dispiegamento di una forza di interposizione composta da forze militari di paesi africani, denominata Missione Interafricana di Sorveglianza degli Accordi di Bangui (Mission Interafricaine de Surveillance des Accords de Bangui - MISAB). Mediatore di tutta l'operazione fu l'ex Presidente del vicno Mali, Amadou Touré, che permise l'ingresso di ex-rivoltosi dentro il governo. La missione MISAB venne poi rilevata da una missione di pace ONU denominata Missione ONU nella RCA (Mission des Nations Unies en en Republique Centrafricaine - MINURCA) Le elezioni parlamentari del 1998, videro una forte espansione del partito dell'ex presidente Kolingba (RDC) che vinse 20 dei 109 seggi. Tuttavia, nel 1999, nonostante il forte malcontento delle popolazioni urbane avverse alla conduzione clienterale e corrotta del suo precedente governo, Patassé vinse ancora una volta le presidenziali, diventando presidente per un secondo mandato. Un infruttuoso colpo di stato venne tentato il 28 Maggio 2001, quando ribelli occuparono le principali strutture strategiche della capitale. Il capo di stato maggiore Abel Abrou ed il Generale N'Djadder Bedaya furono assassinati, ma Patassé ebbe partita vinta sulle truppe ribelli, grazie all'aiuto di truppe guidate dal congolese Jean-Pierre Bemba e provenienti dalla vicina Repubblica Democratica del Congo e di truppe libiche. Al termine dei combattimenti, le truppe fedeli a Patassé si resero responsabili di una feroce campagna di vendetta che si risolse in una serie generalizzata di violenze contro la popolazione, con case bruciate, torture ed assassinii di vari oppositori. Il paese divenne, così, una sorta di terra di nessuno, in quanto l'esercito era ormai sgretolato e le truppe straniere come quelle ribelli, facevano il bello e il cattivo tempo, razziando e rapinando la popolazione civile. Patassé costrinse, poi, il generale François Bozizé a riparare in Ciad, in quanto sospettato di tramare un altro colpo di stato ai suoi danni. Il generale portò nel paese parecchie truppe fedeli e il 25 Ottobre 2002, sferrò un attacco improvviso contro Patassé che, in quel momento, si trovava all'estero. Le truppe libiche e i mercenari di Bemba non riuscirono ad arginare l'attacco e Bozizé prese il controllo del paese nelle sue mani esautorando Patassé. Bozizé sospese la costituzione e nominò un nuovo gabinetto di governo in cui figuravano parecchi membri dei partiti di opposizione. Abel Goumba, chiamato Mr. Clean per la sua aura di incorruttibilità, venne nominato vice-presidente, dando così un'immagine credibile al nuovo governo. Bozizé convocò, quindi, un Consiglio Nazionale di Transizione su una larga base rappresentativa che doveva portare alla scrittura di una nuova costituzione e annunciò che si sarebbe ritirato e candidato per regolari elezioni una volta approvata questa nuova costituzione. Una conferenza di riconciliazione si tenne dal 15 settembre al 27 Ottobre 2003 e Bozizé vinse le elezioni del Maggio 2005, ritenute valide dalla comunità internazionale, battendo Patassé.

[modifica] Economia

Dopo l'indipendenza (1960), il paese ha sperimentato diverse forme di governo, che lo hanno lasciato in una condizione economica e sociale di arretratezza. Circa l'80% della popolazione attiva si dedica all'agricoltura, che produce cereali e manioca per l'autoconsumo, cotone e caffè per l'esportazione. Nel sottosuolo vi sono riserve di diamanti, uranio, oro e ferro. L'industria è poco sviluppata.

[modifica] Popolazione

La popolazione si divide in vari gruppi etnici, riconducibili ai ceppi bantu e sudanese. Anche se il francese è la lingua ufficiale, tutti parlano il sango, che era usato già nei tempi antichi nelle trattative commerciali tra le diverse tribù. Le regioni occidentali sono molto più popolate di quelle orientali. La popolazione vive in prevalenza in villaggi, ma negli ultimi anni il tasso di urbanizzazione ha superato il 40%.

[modifica] Religione

Animisti (34%), Protestanti (26%), cattolici (25%), musulmani (15%).

[modifica] Collegamenti esterni

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