Riforma spirituale medioevale
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Il Medioevo fu un'epoca di forti contrasti storici, politici e culturali-spirituali: uno dei maggiori fu quello tra vita secolare (votata al successo nel mondo e nella società) e vita spirituale (votata alla santificazione, al rifiuto del valore delle cose e alla dedizione a Dio).
Nel Medioevo ebbe luogo, infatti, una poderosa riflessione religiosa, che può essere definita come Riforma spirituale medioevale e rappresenta un patrimonio di enorme importanza nel formarsi della cultura occidentale moderna, nella nascita del suo patrimonio artistico, nel suo assetto sociale, e nella struttura degli stati nazionali e dei governi. Accanto alla riflessione teologica che possiamo definire "accademica", trovano un posto rilevante diverse correnti di riflessione alternative all'ortodossia.
Movimenti di rinnovamento spirituale. Tra eresia e santità I movimenti di rinnovamento spirituale attraversano la storia stessa d'Europa e si configurano a buon diritto come precursori della Riforma Protestante e come terreno di origine per le riflessioni della successiva Riforma cattolica (o controriforma).
I risultati della loro evoluzione e riflessione influenzarono le diverse chiese e posero le fondamenta della Riforma Protestante. Non va inoltre dimenticato che una parte considerevole del contributo di riflessione e azione-contemplazione spirituale venne portata avanti da donne di estrazioni sociali e aree geografiche diverse, in secoli che il nostro immaginario tratteggia come esclusivo dominio dell'uomo.
Nei climi politici incerti dei vari stati alcuni movimenti vennero definiti eretici, altri santi e riformatori e spesso, con l'alternarsi di eventi politici e storici diversi, entrambe le cose. Che un movimento fosse chiamato eretico piuttosto che riformatore fu in molti casi dovuto al contesto storico e alla possibilità, da parte del movimento stesso, di portare pentimento, concordia e pacificazione nella società, piuttosto che rivoluzione e sovversione all'autorità.
Va inoltre detto che alcuni movimenti ebbero pensatori e teologi che articolarono un impianto intellettuale articolato e profondo, altri erano votati maggiormente a un rinnovamento da declinarsi nella semplice umiltà del lavoro quotidiano, altri ancora erano movimenti dall'ideologia non chiara e di tendenze abbastanza anarchiche e rivoluzionarie. Questa notevole disparità di caratteristiche fu probabilmente motivo di ulteriore confusione nel valutare la portata della loro influenza come benefica o malefica e le conseguenti repressioni o concessioni che la Chiesa del tempo ritenne di dover adottare nei loro confronti.
La distinzione tra eresia e rinnovamento fu, insomma, spesso influenzata decisivamente dall'impatto sociale che questo o quel movimento ebbe o che si ritenne avrebbe avuto. E, naturalmente, dall'appoggio che poté trovare presso le autorità religiose in primis, civili in secundis. In tal senso é facile immaginare come i movimenti che espressero critiche aspre verso l'autorità religiosa e papale (come i Begardi e i Fraticelli) incontrarono scarsa fortuna e andarono incontro a violente persecuzioni, repressioni e torture. Uguale rifiuto patirono i movimenti che predicarono o indussero profonde modifiche del tessuto sociale (come i Fratelli del Libero Spirito).
Ciò premesso, possiamo tratteggiare alcuni movimenti di rinascita spirituale che fondarono alcuni dei capisaldi della fede cristiana d'Europa e che furono precorritori e fondatori dell'impianto ideologico tanto della Riforma Protestante, quanto delle forme di devozione e di preghiera del Cattolicesimo dell'età moderna, quanto, infine, di valori etici che oggi appartengono più alla riflessione laica, che a quella religiosa teologica.
[modifica] I principi guida
I movimenti di rinnovamento spirituale furono diversi tra loro per genesi, evoluzione e contesto storico e sociale. Tuttavia possiamo tratteggiare i principi guida che espressero e quali aree concettuali successive influenzarono. Tra questi i più ricorrenti e importanti sono:
- Ritorno alle origini della prima Chiesa. La comunità dei credenti e la chiesa stessa devono tornare alla semplicità e fede delle prime comunità cristiane, caratterizzate da costumi sobri, sana povertà, condivisione dei beni. Questo influenzò la Chiesa Cattolica nella nascita ed evoluzione di ordini religiosi come i Francescani, la Riforma Protestante nei suoi principi e emerse con chiarezza nelle chiese riformate di tipo Anabattista ed Evangelico.
- Ruolo centrale e cardine della figura di Cristo e del Suo sacrificio in croce. Il ruolo del Cristo come vittima espiatrice dei peccati portò verso riflessioni di rifiuto dei sacramenti, o di alcuni di essi, percepiti come resi inutili da questo sacrificio-sacramento supremo.
- Prevalenza della Parola di Dio rispetto alla interpretazione di essa da parte della Chiesa, e stretta attinenza della vita cristiana agli insegnamenti del Vangelo.
- Valore salvifico del Vangelo, che supera ogni altro mezzo di avvicinamento a Dio, o ne è il fondamento insostituibile.
- Necessità, da parte del credente, di leggere, comprendere, studiare le Sacre Scritture. Questo influenzò le Chiese Protestanti votandole all'insegnamento e all'alfabetizzazione delle masse. E questo fattore contribuì in alcuni contesti storici ad una maggiore evoluzione delle società coinvolte.
- Rapporto più diretto tra Dio e il Credente, con un'intermediazione da parte della Chiesa minore o quasi nulla.
- Rifiuto dell'esteriorità e, in certa misura, della coralità da grandi masse dei gesti religiosi a favore di una spiritualità interiore, sobria, umile, nutrita di un rapporto diretto (o più diretto) del singolo con Dio.
- Importanza fondamentale dello Spirito Santo come fonte privilegiata di ispirazione, illuminazione e guida.
- Critica verso la Chiesa come struttura di strapotere dimentica della sua missione spirituale. Critica, conseguente, al Nicolaismo, l'abuso di potere ecclesiastico, allo sfarzo e alle sue conseguenze sociali come la vendita delle indulgenze e delle reliquie.
- Liberazione del credente oppresso dal peccato tramite il rinnovamento spirituale e per grazia della possibilità di salvezza-liberazione portata dalla Grazia divina. Va notato che l'oppressione del credente non fu intesa solo come tormento derivante dal peccato proprio o altrui, ma anche come vera e propria vessazione politica del più forte sul più debole. Questo fattore non va trascurato poiché si riscontra come elemento concettuale portante delle numerose rivolte contadine che infiammarono il cuore dell'Europa, e che modificarono, in alcuni casi, il panorama sociale e politico di alcune realtà.
[modifica] Secolo XII-XIV: Beghine e Begardi
Il fenomeno delle Beghine fu uno dei primi, di cui si abbia memoria storica, in cui le donne furono dirette promotrici di un importante movimento religioso giunto sino ai giorni nostri.
Nasce nella Mitteleuropa del XII secolo dove le donne, spesso vedove di guerra o di malattia, non potendo per le circostanze avverse formarsi una famiglia propria. cominciarono a formare tra loro delle comunità, unendo le loro case e facendo vita in comune spesso sotto la guida spirituale di un sacerdote. I conventi femminili all'epoca non erano frequenti e poche erano le donne povere o di classe media che ne venivano accettate, poiché l'interesse del conventi era più rivolto alle figlie di famiglie ricche e potenti.
Le Beghine, dunque, formarono un modello di vita comune a parte: non erano suore, non rinunciavano alle loro proprietà, non pronunciavano i classici voti ufficiali di povertà, castità e obbedienza, potevano tornare alla vita laica quando volevano. Molte, tuttavia, facevano voto privato di castità.
Le comunità si chiamarono Beghinaggi e si evolvettero all'aiuto delle donne sole o dei malati, reggendosi sul lavoro dei suoi membri, che non chiedevano la carità. Una comunità poteva arrivare a contare migliaia di elementi, che vivevano alla maniera che oggi definiamo di "suora laica". I beghinaggi ebbero una storia lunga che arriva sino a noi: tutt'oggi resistono 11 comunità in Belgio e 2 in Olanda.
Le figure più note e influenti furono la mistica Maria di Oignies e l'eretica Marguerite La Porète, che trovò la morte sul rogo. Quest'ultima, in particolare, fu autrice di un'opera mistica di cui la Chiesa ordinò la distruzione: il Miroir des simples âmes, o Specchio delle Anime Semplici. L'opera sopravvisse in un numero elevato di esemplari ed giunse fino ai giorni nostri influenzando numerose pensatori, teologi o semplici anime in cammino.
Il movimento delle Beghine ebbe un certo appoggio informale dalla Santa Sede, che a più riprese lodò la scelta femminile di vivere una vita comune, semplice e dedita alla preghiera ed alla carità. Il Papato, tuttavia, non investì il movimento di una vera e propria approvazione ufficiale: i Beghinaggi, infatti, non si evolvettero in conventi o in ordini religiosi, dunque non ebbero Priori o Regole che ne definissero le caratteristiche e cui l'approvazione della Santa Sede potesse riferirsi. Ciò contribuì a mantenere le caratteristiche inusuali del movimento, ma nei periodi storici più difficili e confusi costò a numerose Beghine l'accusa di eresia e le relative condanne: le stesse che colpirono la loro controparte maschile, i Begardi.
I Begardi erano predicatori erranti, figura comune nel periodo, che vivevano in povertà spostandosi di villaggio in villaggio denunciando gli abusi del clero, il Nicolaismo, e predicando un ritorno alle origini del Vangelo e delle prime comunità cristiane, povere e semplici.
A differenza delle Beghine, i Begardi attaccavano apertamente il clero denunciandone gli abusi, la vanità e lo strapotere che lo allontanava dalla sua missione spirituale. Ciò costò loro repressioni violente, che man mano che i movimenti di rinnovamento spirituale mostravano la loro azione centrifuga rispetto al Soglio Pontificio, aumentarono di numero e si inasprirono coinvolgendo anche le Beghine per indiretta conseguenza. Il culmine arrivò nel 1300 nel quadro dei numerosi scontri che i movimenti spirituali ebbero con il Papa Giovanni XXII.
[modifica] Secolo XIII-XIV: Francescani Spirituali e Fraticelli
Il movimento dei Francescani Spirituali (detti anche Zeloti o Zelanti) ebbe origine alla morte di San Francesco in contrapposizione con l'ala meno integralista dei Conventuali.
Gli Spirituali vollero mantenere un'aderenza stretta al testamento e all'esempio di San Francesco per vivere in semplice povertà e rinunciando ad ogni privilegio. Inoltre aderivano alle teorie di Gioacchino da Fiore, che poneva l'accento sull'avvento di un'era in cui avrebbe regnato lo Spirito Santo, che avrebbe palesato il senso reale delle scritture al di là dell'interpretazione letterale. Quell'epoca avrebbe veduto il nascere di una chiesa priva di gerarchia. Le teorie di Gioacchino da Fiore, dichiarate eretiche dopo la sua morte, ebbero una diffusione quasi inarrestabile e influenzarono quasi tutti i movimenti spirituali del Medioevo.
Come le Beghine e i Begardi i Francescani Spirituali furono aspramente perseguitati da Papa Giovanni XXII che, nella prima metà del 1300, incaricò della repressione di entrambi il temuto inquisitore Bernardo Gui. L'ordine trovò alterne fortune sotto notabili e re che cercarono di mitigare l'opposizione papale, ma le esecuzioni non si arrestarono.
I più noti Spirituali furono Pietro di Giovanni (Pierre Jean) Olivi in Francia, Raymond Gaufredi, Guy de Mirepoix, Bartolomeo Sicardi e Ubertino da Casale. L'ordine generò i Michelisti di Michele da Cesena e i cosiddetti Fratelli della Vita Povera, detti con disprezzo Fraticelli: le già citate persecuzioni non risparmiarono né i primi, né i secondi.
Gli Osservanti, fedeli al Papato, sopportarono pazientemente le ostilità sino al 1517, quando Leone X li dichiarò il Vero Ordine di San Francesco. Alla fine del 1800 confluirono nell'ordine dei Frati Minori.
[modifica] Secolo XII-XIV: Fratelli del Libero Spirito
I Fratelli del Libero Spirito nacquero nel 1100 nella Francia Settentrionale, nei Paesi Bassi, in Boemia e in Italia. Professavano la presenza della Spirito Santo che li pervadeva, rendendoli puri e "incapaci di peccare" secondo il detto di San Paolo: Tutto è puro per i puri (Lettera a Tito 1,15). In tal senso si ritenevano svincolati dall'autorità ecclesiastica e, secondo i loro detrattori, anche da molte norme di comportamento morale: in particolare vennero più volte accusati di lussuria, licenziosità e atti contrari al matrimonio. Anch'essi, come altri, furono influenzati dalle teorie di Gioacchino da Fiore, ma una vera e propria teorizzazione dell'ideologia o mancò o non ci è pervenuta. Il movimento vide gruppi spaiati di persone di estrazioni diverse (uomini, donne, bambini) vivere in una sorta di comunità che venne accusata di consistere, fondamentalmente, in un gruppo di ribelli licenziosi e in perenne lotta contro le autorità. Considerato tra i più eversivi e caotici, fu represso duramente e definitivamente condannato da Papa Clemente V (1305-1314) nella bolla Dilectus Domini del 1311. Dal movimento derivò quello detto della Libera Intelligenza.
[modifica] Secolo XVI: Libera Intelligenza o Uomini di Intelligenza
Il movimento ebbe maggior articolazione dottrinale rispetto a quello dei Fratelli del Libero Spirito e trasse larga parte delle sue teorie da quelle di Gioacchino da Fiore, di Amaury di Béne e Davide di Dinant. La Libera Intelligenza sembra essere stata fondata nel 1350 da una donna, Bloemardinne di Bruxelles, che affermò che già in vita si poteva raggiungere uno stato di Grazia Divina tanto assoluto da essere puri al di sopra delle cose e delle azioni, in linea con il pensiero di San Paolo che emerge nella Lettera a Tito 1,15 (Tutto é puro per i puri). La dottrina venne chiamata dell' Amore Serafico e venne da molti detrattori definita di amore libero e immorale.
Il movimento rifiutava i sacramenti poiché riteneva che il sacrificio di Cristo sulla Croce li rendesse superflui. In tal senso rifiutavano la Confessione (e conseguentemente il valore dell'assoluzione) e ritenendo che Dio fosse presente in ogni cosa secondo le teorie panteistiche di Béene e Dinant, e che non avesse quindi senso sostenere la Sua presenza nell'Ostia.
Gli uomini di Intelligenza ritenevano di essere pervasi di Spirito Santo, che li rendeva capaci di interpretare le Sacre Scritture meglio della Chiesa ufficiale e di risorgere come esseri spirituali. Alcuni aderenti predicavano, inoltre, la totale comunione dei beni: le cronache del tempo riportano che il movimento si macchiò, in tal senso, di abusi poiché le donne erano considerate incluse nella comunione e si dice non potessero rifiutarsi di unirsi in atti sessuali considerati come preghiere. Come altri movimenti del tempo venne perseguitato e represso. Quest'ala, che potremmo definire "comunionaria", si unì successivamente ai Taboriti, frangia estremista e rivoluzionaria degli Hussiti.
[modifica] Secolo XIV- epoca moderna: I Fratelli della Vita Comune e la Devotio Moderna
I Fratelli della Vita Comune furono una comunità fondata dall'Olandese Geert De Groote nella seconda metà del 1300. Figlio d'un ricco mercante e di eccellente cultura, ebbe un'esperienza di conversione nel 1374 e dopo questa prese uno stile di vita ascetico. Dopo un periodo di sette anni di assoluta solitudine cominciò a predicare il pentimento e l'espiazione di villaggio in villaggio, proclamando la bellezza dell'Amore Divino e puntando il dito contro il lassismo del clero e dei suoi costumi. I cittadini che ebbero modo di sentire i suoi sermoni sentirono fortemente il potere trascinante delle sue parole e molte furono le conversioni. Successivamente, un gruppo si unì a lui per aiutarlo nel lavoro e formò così il primigenio nucleo dei Fratelli.
Nonostante le accuse di eresia mossegli dal clero, il movimento si diffuse e trovò l'approvazione della Santa Sede. Al bivio storico tra eresia e rinascita spirituale si trovò dunque sulla seconda strada. Groote morì nel 1384 e gli successe Florence Radewyns che fondò il monastero di Windesheim. Questo divenne il centro della nuova associazione.
Come già il movimento delle Beghine e dei Begardi, i Fratelli della Vita Comune non prendevano voti e conducevano una vita semplice che si manteneva grazie al loro lavoro. Il loro scopo era quello di coltivare la propria vita interiore, in tal senso si dedicavano alla preghiera e allo studio e insegnamento delle scritture, del Latino e della letteratura.
In questo il movimento presentò una differenza fondamentale rispetto ad altri, e assunse subito una connotazione fortemente intellettuale, votandosi però alla diffusione della cultura e del sapere piuttosto che al perpetuarlo all'interno di conventi chiusi.
Groote credeva che la combinazione di religione, onesto lavoro e insegnamento/apprendimento fossero una via sicura per la salvezza e l'evoluzione spirituale: tutti dovevano essere messi in grado leggere e comprendere la Bibbia, che lui stesso prese a tradurre in lingua corrente (detta lingua volgare o del volgo, del popolo). Fondò il suo modello di vita su una fede interiore umile, sommessa e piena d'amore per Dio e per la Sua opera. Puntò inoltre il dito sulla tendenza a credere che la salvezza stesse nelle opere più che nella retta intenzione di seguire Dio e imitarlo. Le opere, al pari delle cose, non hanno anima e nulla possono insegnare all'anima, che accresce sé stessa solo alla luce dell'insegnamento di Cristo. Questo punto influenzò fortemente il clima a immediato ridosso della Riforma Protestante, che pose infatti l'accento sulla salvezza tramite la Grazia Divina e non tramite le Opere.
Il movimento produsse, tra le altre, un'opera destinata ad avere una enorme influenza sul panorama spirituale europeo e che ancora oggi è considerata una guida fondamentale: L'[[Imitazione di Cristo]]. Sulla sua paternità si è discusso e si discute tuttora. Per secoli venne attribuito a Tommaso da Kempis, ma si tende a ritenere che sia il prodotto di una riflessione del primo gruppo dei Fratelli, ancora sotto la guida diretta di Groote.
L' Imitazione di Cristo invoca l'abbandono di sé stessi, del proprio volere, passioni e vizi. Viene minimizzata l'importanza delle forme esteriori di religiosità a favore di una ricerca interiore fatta di silenzio, contemplazione, umile amore di Dio. La via tratteggiata é una via essenziale e semplice, ma pratica, che può venire applicata con uguale successo da laici e religiosi per mettere al servizio della crescita spirituale le proprie caratteristiche interiori, piuttosto che impoverirla concentrandosi su gesti esteriori che non possono essere realmente propri e personali.
Nel contesto culturalmente impoverito dell'Olanda del tempo il movimento si dedicò alla diffusione di opere che sarebbero andate perse, alla produzione di altre nuove e all'insegnamento ai propri discepoli e ai laici, spesso figli di borghesi che si sarebbero contentati di leggere e scrivere con qualche difficoltà. Di esso fecero infatti parte uomini come Tommaso da Kempis, Dierick Maertens, Gabriel Biel e il Papa Adriano VI. La poetica del tempo e grandi autori come Erasmo da Rotterdam e lo stesso Lutero trassero origini del loro pensiero da quello di Groote, che fondò ciò che venne definita come Devotio Moderna, ovvero un modo attuale nuovo di intendere una vita orientata a Dio.
Dal movimento si originarono due tendenze differenti. La prima, più ortodossa, ebbe anche un ordine religioso: i Fratelli della Vita Comune e la loro controparte femminile, le Sorelle della Vita Comune. Entrambi portarono avanti la loro rivoluzione spirituale ed ebbero pari importanza, fondando numerosi conventi.
La seconda, portò avanti la riflessione sulla Dottrina Eucaristica, ovvero sulla presenza o meno di Cristo nella comunione che alcuni spiritualizzavano o trasponevano come simbolica. L'Imitazione di Cristo e questa diversa concezione eucaristica influenzarono Erasmo, che nei suoi scritti diffuse la Devotio Moderna al (per l'epoca) grande pubblico.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Chi desiderasse farsi un'idea del clima che tali movimenti generarono in seno alla Chiesa e alla società del tempo in cui si svilupparono i contrasti con essa, può leggere il noto romanzo di Umberto Eco "Il Nome della Rosa".