Rogo di Primavalle
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«Il 17 aprile 1973 arrivai con una troupe poco dopo l'allarme, dato alle quattro del mattino. Vidi il corpo carbonizzato del figlio maggiore di Mattei, Virgilio, ricurvo sulla ringhiera del balcone come un'orrenda coperta nera. Alle sue spalle c'era il cadavere del fratellino Stefano, otto anni, bruciato anche lui. Il resto della famiglia s'era salvato, a prezzo di ferite gravi, gettandosi dal terzo piano»
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(Bruno Vespa nel suo libro "Rai, la grande guerra" rievoca l'orrendo spettacolo del Rogo di Primavalle)
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Con la locuzione "Rogo di Primavalle" si indica un tragico evento delittuoso di natura politica, accaduto nel quartiere di Primavalle a Roma nel 1973, che causò la morte di due giovani di 8 e 22 anni, figli di un attivista del Movimento Sociale Italiano.
Indice |
[modifica] Il fatto
Nella notte del 16 aprile 1973, alcuni aderenti all'organizzazione extraparlamentare di sinistra Potere Operaio, versarono del liquido infiammabile, (forse della benzina, forse del diserbante), sulla porta della casa del segretario della sezione di Primavalle del Movimento Sociale Italiano, Mario Mattei. Divampò un incendio che distrusse rapidamente l'intero appartamento. Mentre gli altri familiari riuscirono a porsi in salvo, due dei figli del Mattei, Virgilio di 22 anni e Stefano di 8 anni, morirono carbonizzati. Gli attentatori lasciarono sul selciato una rivendicazione della loro azione.
[modifica] Le indagini
Le indagini seguirono piste collegate all'extraparlamentarismo di sinistra, in particolare vennero indagati esponenti di movimenti collegati a Potere Operaio, che ribatté parlando di "montatura poliziesca".
Il 18 aprile 1973 fu arrestato Achille Lollo come presunto responsabile; avrebbe scontato 2 anni di carcere preventivo.
[modifica] I tentativi di depistaggio
Furono fatti numerosi tentativi di depistaggio. Fu redatto un opuscolo denominato Controinchiesta, in cui la colpa fu attribuita a una faida interna tra esponenti di destra.
[modifica] La condanna
In primo grado gli imputati furono assolti dalle accuse di incendio doloso e omicidio colposo per insufficienza di prove. In secondo grado, Achille Lollo, Marino Clavo, Manlio Grillo, furono condannati a 18 anni di carcere per omicidio preterintenzionale.
Il Lollo, rilasciato in attesa di processo, riparò in un paese del Sud-America con il quale riteneva l'Italia non avesse trattati di estradizione, che invece vi erano, ma in realtà poté restarvi poiché per la legge brasiliana il reato era prescritto. Un altro imputato, Manlio Grillo, si rifugiò invece in Nicaragua grazie alla complicità, di cui aveva goduto anche il Lollo, di Oreste Scalzone. Il terzo imputato, Marino Clavo tuttora non risulta rintracciabile.
[modifica] La pena estinta
La pena è stata dichiarata estinta dalla Corte di Appello di Roma per intervenuta prescrizione, su istanza dell’avvocato Francesco Romeo, difensore di Marino Clavo.
[modifica] Interviste
Ci sono state varie interviste:
[modifica] Intervista di Achille Lollo
Nella intervista (( il corriere della sera 10 febbraio 2005 )) nel 2005 per la prima volta ammette la sua colpevolezza e la colpevolezza degli altri due condannati assieme a lui. Tuttavia aggiunge molti particolari. Il maggior elemento di novità è l'affermazione che a partecipare all'attentato furono in sei, i tre condananti più altri tre di cui fa i nomi. Ammette aiuti dalla organizzazione per fuggire. Lollo tuttora vive in Brasile dove si è dichiarato rifugiato politico (status non riconosciuto dalle autorità locali).
[modifica] Intervista di Manlio Grillo
Manlio Grillo per la prima volta ammette in una intervista (( la Repubblica 17 febbbraio 2005 )) i fatti, nella modalità indicata nella sentenza di condanna, senza modifiche. Ammette aiuti dalla organizzazione per fuggire. In una intervista rilasciata nell'ottobre del 2006, ammette che la cellula terrorista di cui faceva parte era legata alla Brigate Rosse.
[modifica] Intervista di Franco Piperno
Franco Piperno, all'epoca dei fatti Segretario nazionale di Potere Operaio, in una intervista (( la Repubblica 13 febbraio 2005 )), conferma che il vertice di Potere Operaio fu informato di tutto dopo i fatti.
[modifica] Intervista di Oreste Scalzone
Oreste Scalzone a quel tempo dirigente di Potere Operaio, ha rilasciato sul caso una intervista (( RaiNews24 12 febbraio 2005 )). Egli dichiara che aiutò due colpevoli a fuggire.
[modifica] Intervista di Lanfranco Pace
Lanfranco Pace, a quel tempo dirigente di Potere Operaio a Roma, ha risposto a domande in una intervista.
[modifica] Dichiarazione di Valerio Morucci
Valerio Morucci in un suo libro ha descritto come il vertice di Potere Operaio ebbe conoscenza precisa del fatto. Si legge (in "Ritratto di un terrorista da giovane", di Morucci, 1999) di un presunto "interrogatorio" che il Morucci stesso (in seguito brigatista) avrebbe tenuto pistola alla mano onde "esortare" uno dei supposti colpevoli a farsi avanti ed ottenendo un'ammissione di responsabilità da parte di Marino Clavo.
[modifica] La riapertura delle indagini
La vicenda è tornata alla ribalta poiché la Procura di Roma ha recentemente riaperto il caso avendo assunto nozione di nuovi dettagli (appresi da dichiarazioni degli imputati) che consentirebbero di richiedere la revisione del processo ipotizzandosi ora un reato di strage, per il quale non è prevista la prescrizione.
Paolo Gaeta, Diana Perrone e Elisabetta Lecco sono stati iscritti dalla procura di Roma nel registro degli indagati per strage. Tale reato non è prescritto.
Nel 2005 la famiglia Mattei ha sporto denuncia indicando quali mandanti dell'attentato Lanfranco Pace, Valerio Morucci e Franco Piperno. Fra le dichiarazioni che questi rilasciarono, emergono elementi che fanno sembrare molto probabile che essi sapessero molto e che il depistaggio sia stato voluto.
[modifica] Voci correlate
- Potere Operaio
- Movimento Sociale Italiano
- Anni di piombo
- Lista delle principali organizzazioni armate di sinistra
- Cronologia delle vittime italiane del terrorismo nel secondo dopoguerra
[modifica] Link Esteri
[[1]] sulle interviste
[modifica] Bibliografia
- 1974 - AA.VV. - "Primavalle - Incendio a porte chiuse", Ed. Salvelli
- 1999 - Valerio Morucci - "Ritratto di un terrorista da giovane", EAN 9788838444623
- "Corriere della Sera" del 4 febbraio 2005
- 2006 - Luca Telese - "Cuori Neri.Dal rogo di Primavalle alla morte di Ramelli" ISBN 8820036150