Ruhollah Khomeyni
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'āyatollāh Ruhollāh Mosavi Khomeyni (18 maggio 1902 - 3 giugno 1989) è stato il capo religioso e politico dell'Iran dal 1979 al 1989. Il suo governo fu di stampo religioso islamico e impose - secondo il giudizio storico di visione occidentale - uno stretto moralismo di linea fondamentalista. Il regime da lui instaurato inaugurò una linea di potere teocratico in Iran che persiste tuttora.
Indice |
[modifica] Biografia
Nato nel 1902 da una famiglia di miserrime condizioni, Khomeyni rimase orfano di entrambi i genitori nel 1906, quando in Persia era in corso la guerra civile. Ancora giovanissimo fece parte del partito religioso islamico, una unione di stretti osservanti dell'Islam - più conosciuta come movimento dei tālebān (pl. di tāleb, ossia studente di scuole religiose) - che voleva imporre un governo improntato a rigidi costumi.
Quando Reza Pahlavi (1877 - 1944) divenne scià nel 1925, questa associazione venne messa fuorilegge e Khomeyni fu costretto alla clandestinità. Organizzò insieme ad altri diverse congiure, peraltro fallite, contro lo stesso scià.
Quando Reza Pahlavi fu deposto, nel 1941, gli successe come scià il figlio Mohammad Reza Pahlavi (1919 - 1980), all'epoca appena ventiduenne. Khomeyni vide diminuire l'ostracismo nei suoi confronti e fu reintegrato nella scala gerarchica religiosa, divenendo un ayatollah. Nel 1953 Mohammad Reza Pahlavi assunse i poteri assoluti e riprese l'opera di laicizzazione del paese e di contrasto dell'elemento religioso avviata dal padre.
Khomeyni fu uno dei principali oppositori a questa politica e organizzò nel 1963 una nuova congiura contro lo scià: congiura che fallì in pieno costringendo l'ayatollah all'esilio, dapprima a Bursa, in Turchia, quindi in Iraq e poi in Francia.
[modifica] La presa del potere
Mentre in Iran l'opposizione allo scià cresceva, anche a causa della dura repressione governativa (tra il 1970 e il 1978 si calcola siano state incarcerate 100.000 persone, torturate 10.000 e uccise tra le 4.000 e le 5.000, anche se alcune stime parlano di 7.500), Khomeyni dall'estero fomentò la rivolta in attesa dell'occasione di dar vita a una rivoluzione.
Il 7 gennaio 1978 la rivolta popolare esplose contro Mohammad Reza Pahlavi. Sebbene si fosse mostrato possibilista verso una trattativa, lo scià il 16 gennaio 1979 fu costretto a fuggire dall'Iran mentre Khomeyni, tornato il 1 febbraio da un esilio che durava quasi da sedici anni e che l'aveva portato a Najaf, in Iraq e a Parigi, poteva instaurare una "repubblica islamica" in Iran, diventandone la guida spirituale anche in virtù della sua riconosciuta qualifica di marja' al-taqlid (esempio buono e giusto da imitare da parte dei dotti mulla e, di fatto, totale autocrate del paese).
Iniziò a questo punto una vera repressione contro i collaboratori del deposto scià: migliaia di essi furono arrestati e fucilati dopo processi sommari; altri furono mandati in esilio o imprigionati e i rimanenti fuggirono dal paese. In pochi mesi si considera siano state fucilate circa 5.000 persone e mandate in esilio altre 10.000; Khomeyni inoltre vide di buon occhio l'azione dei pasdārān che, penetrati nell'Ambasciata statunitense a Tehran, avevano preso 54 ostaggi, minacciati di morte qualora gli Stati Uniti - accusati di proteggere Mohammad Reza Pahlavi - non gli avessero consegnato l'ex scià. Gli USA non si piegarono alla trattativa e tentarono un blitz militare aereo autorizzato dal Presidente Jimmy Carter ma alla fine gli ostaggi furono liberati, anche se da allora gli Stati Uniti divennero, per il regime di Khomeyni, "il grande satana del mondo".
[modifica] Guida della Rivoluzione a vita
Nel 1979 Khomeyni indisse le elezioni, riservandosi tutti i poteri con la carica di "Guida della Rivoluzione". Fra le prime leggi - di forte stampo moralista - vi furono l'abolizione del divorzio e la proibizione dell'aborto. Inoltre istituì, sulla scorta della sharī‘a la pena di morte per l'adulterio, come pure per la bestemmia.
Impose alle donne la copertura costante del volto con un velo, pur concedendo loro una certa indipendenza rispetto a quanto avvenuto in tempi precedenti. Le donne poterono uscire di casa senza il permesso del padre o del marito, ebbero diritto all'istruzione come gli uomini (attualmente in Iran le donne sono spesso più acculturate degli uomini), venne incoraggiato il loro lavoro e, malgrado all'inizio avesse l'opposizione del "clero" islamico, rimase loro il diritto di voto, che venne abbassato a 15 anni. Secondo molti, tuttavia, con il regime di Khomeyni le donne continuarono ad avere molti meno diritti rispetto all'uomo, con una accentuazione del dovere di obbedienza al marito. Considerato l'isolamento avuto dal mondo, Khomeyni già nel 1981 mitigò questo rigido moralismo anche per poter conservare rapporti diplomatici con altri paesi. L'Iran comunque rifiutò ogni rapporto commerciale o politico con gli Stati Uniti.
Nel 1988 lo scrittore Salman Rushdie scrisse un testo fantastico ma chiaramente allusivo nei confronti di Maometto (i "Versetti satanici", "The Satanic Verses" in lingua inglese). La pubblicazione di tale scritto provocò una fatwa di Khomeyni che decretò la perseguibilità del suo autore, reo di bestemmia. Un privato cittadino offrì una taglia, benevolmente tollerata dal regime khomeynista, per l'uccisione dello scrittore. Questi riuscì a salvarsi rifugiandosi in Gran Bretagna ma un suo traduttore fu ucciso da emissari del regime iraniano e un altro fu ferito in Italia per lo stesso motivo. La "condanna" fu poi sospesa in seguito alla notizia di una vaga ritrattazione dello scrittore, smentita decisamente dallo scrittore stesso.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Ruhollah Khomeyni
Predecessore: | Guida Suprema dell'Iran | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
- | 1979 - 1989 | Ali Khamenei |