Utente:Sannita/Benevento
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[modifica] 11 settembre 2001 - La controversia di Praga
Questa voce è una sezione derivata della voce dedicata agli attentati dell'11 settembre 2001, a cui si rimanda per una completa informazione storica riguardo l'evento.
Più in particolare, questa voce approfondisce - senza alcuna pretesa di completezza - alcuni aspetti del dibattito storiografico attualmente in corso negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Soprattutto, non intende presentare alcuna interpretazione univoca dell'intera vicenda o di singoli avvenimenti ad essa correlati.
Per "controversia di Praga" (in inglese, "Prague connection") si intende il presunto viaggio che Mohamed Atta, il leader del commando terroristico degli attentati dell'11 settembre 2001, avrebbe compiuto nell'aprile del 2001 a Praga per incontrarsi con il Console iracheno (e presunto agente dei servizi segreti di quel Paese) Ahmed Khalil Ibrahim Samir al-Ani.
L'incontro, considerato la prova dei legami fra al-Qaida ed il regime di Saddam Hussein, è stato successivamente smentito da alcuni funzionari cechi e ritenuto improbabile anche dalla Commissione sull'11 settembre.
Indice |
[modifica] La prima "controversia"
Un primo mistero che lega Atta a Praga risale al 30 maggio 2000, ovvero pochi giorni prima che il (futuro) dirottatore egiziano si recasse nella capitale ceca per imbarcarsi su un volo diretto negli Stati Uniti.
Si è a lungo ipotizzato infatti che Atta si fosse recato a Praga una prima volta a bordo di un volo proveniente da Bonn il 30 maggio 2000, ma che fosse stato rimpatriato immediatamente perchè privo di visto. Atta si sarebbe poi nuovamente recato a Praga via autobus nella notte fra il 1° e il 2 giugno, questa volta provvisto del visto necessario all'espatrio. L'editorialista conservatore del National Review, Andrew McCarthy, scrive a tal proposito:[1]
Il 29 agosto 2004, il Chicago Tribune rivela che sul volo Bonn-Praga del 30 maggio 2000 non vi era Mohamed Atta, ma un suo quasi omonimo: l'uomo d'affari pachistano Mohammed Atta (il cui nome si compita con due "m", anziché una sola). Era l'Atta pachistano a non avere i documenti in regola e dunque ad essere stato rimpatriato.[2] Il futuro dirottatore Mohamed Atta - i cui documenti erano in ordine - arriva invece a Praga il 2 giugno, per partire il giorno dopo alla volta di Newark.[3]
La notizia viene confermata definitivamente il 3 settembre 2004 dall'ex-capo dei servizi segreti cechi Jiří Ruzek, sulle colonne del quotidiano ceco Mlada fronta Dnes.[4] La confusione creatasi sui due differenti Atta "ha avuto serie conseguenze", secondo il reporter ceco Brian Kenety, "perchè ha spianato il terreno per affermazioni infondate da parte delle autorità ceche" riguardo il presunto incontro segreto a Praga fra Atta ed al-Ani.[5] L'opinione di Kenety non offre tuttavia alcun riscontro concreto di un collegamento fra i due episodi.
[modifica] La "Prague connection"
La fonte del presunto incontro fra Mohamed Atta ed Ahmed Samir al-Ani dell'aprile del 2001 è un non meglio identificato informatore reclutato presso l'Ambasciata irachena a Praga, dopo la diserzione nel 1998 dell'ex-console Jabir Salim.[6] Brian Whitmore del Boston Globe descrive invece la fonte come:[3]
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«[...] un informatore proveniente dalla comunità araba di Praga che ha visto la foto di Atta al telegiornale dopo gli attentati dell'11 settembre e che ha successivamente affermato ai suoi contatti che lo ha visto incontrarsi con al-Ani. Alcuni ufficiali hanno però definito la fonte come inaffidabile.»
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Nel marzo 1999, Salim viene sostituito da Ahmed Samir al-Ani nella carica di console. Proprio al-Ani sarebbe stato visto dall'anonimo informatore salire, il 9 aprile 2001, su una macchina assieme ad un'altra persona, presumibilmente di nazionalità araba. Dopo l'11 settembre 2001, l'informatore avrebbe riconosciuto in Atta l'uomo che avrebbe incontrato al-Ani in quell'auto. L'informazione viene immediatamente passata all'FBI come "non valutata".[7]
Il 13 ottobre 2001, la notizia diventa di pubblico dominio a causa di una fuga di notizie. I primi a darne notizia sono i quotidiani cechi, subito ripresi dalla Associated Press:[8]
Il 20 ottobre 2001, il New York Times pubblica le prime smentite ufficiali da parte dei funzionari cechi riguardo il presunto incontro.[9] Il 26 ottobre, il Ministro dell'Interno ceco Stanislav Gross conferma invece, in una conferenza stampa appositamente convocata, che Atta ed al-Ani si sono incontrati a Praga qualche mese prima. Il giorno dopo, il New York Times ritratta quanto scritto una settimana prima,[10] anche se i suoi reporter continueranno a portare avanti l'inchiesta, conducendo ulteriori interviste con altri funzionari cechi.[11]
Per oltre un anno, continueranno a susseguirsi notizie di smentite "private" da parte dei quotidiani statunitensi e di conferme "pubbliche" da parte ceca. Addirittura, verso la fine di dicembre 2002, il rappresentante della Repubblica Ceca presso le Nazioni Unite Hynek Kmonicek ha affermato che "l'incontro ha avuto luogo", mentre un alto ufficiale ceco - rimasto anonimo - ha sostenuto che le ipotesi di smentita "sono solo il risultato di fughe di notizie pilotate" da parte di "ufficiali intenzionati a convincere il Presidente George W. Bush a non entrare in un nuovo conflitto contro l'Iraq".[12]
Il 15 marzo 2002, l'editorialista del Washington Post David Ignatius scrive:[13]
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«Anche i cechi, che inizialmente mostrato i rapporti sull'incontro fra Atta ed al-Ani, si sono gradualmente tirati indietro. Il Ministro dell'Interno ceco, Stanislav Gross, ha detto lo scorso ottobre che i due si sono incontrati nell'aprile del 2001. Questa versione è stata leggermente alterata dal Primo Ministro ceco Miloš Zeman, quando ha detto alla CNN in novembre che "Atta ha contattato un agente iracheno, non per preparare l'attentato alle Twin Towers, ma per prepararne uno contro la sede di Radio Free Europe" a Praga. A dicembre, infine, il Presidente della Repubblica Ceca Václav Havel ha ulteriormente ritrattato, affermando che c'era solo "il 70 per cento" di possibilità che Atta si fosse incontrato con al-Ani.»
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Perfino il presidente Havel, secondo una ricostruzione del New York Times, si sarebbe mosso "per respingere il rapporto una volta e per tutte" attraverso una telefonata alla Casa Bianca.[14] Sempre secondo il quotidiano newyorchese:[11]
Ladislav Spacek, portavoce del Presidente ceco Havel, ha però smentito questa ricostruzione bollandola come "un'invenzione",[15] ammettendo però anche che "il Presidente Havel è certo che non esistono prove di un incontro fra Atta e un diplomatico iracheno". Peter S. Green, redattore del New York Times, ha affermato infatti che:[16]
Nel luglio del 2002, il capo del controspionaggio ceco Frantisek Bublan smentisce pubblicamente e definitivamente l'ipotesi di un incontro fra Atta ed al-Ani, affermando che tali indiscrezioni "non sono state verificate, nè provate". Bublan addirittura avrebbe ipotizzato che l'intera faccenda sia stata solo "uno stratagemma di alcuni politici statunitensi, in cerca di giustificazioni per una nuova azione militare contro il leader iracheno Saddam Hussein".[17]
In seguito alla smentita ufficiale Petr Necas, leader del Partito Democratico Civico, ha definito l'intera questione "un fallimento dell'intelligence ceca", chiedendo una inchiesta ufficiale in materia.[3] Nel maggio del 2004, il quotidiano ceco Pravo ha ipotizzato che la notizia dell'incontro fra Atta ed al-Ani fosse stata fatta filtrare dal controverso capo dell'Iraqi National Congress, Ahmed Chalabi.[18]
[modifica] Le inchieste
Sul presunto incontro, sono state condotte varie inchieste sia negli Stati Uniti che in Repubblica Ceca. Le conclusioni delle varie inchieste concordano tutte sull'alta improbabilità che tale incontro si sia effettivamente tenuto.
[modifica] Le conclusioni della CIA
Pochi giorni dopo l'11 settembre, il Vice-Presidente Dick Cheney chiede al Direttore della CIA, George Tenet, di investigare sull'ipotesi di incontro fra Atta ed un agente segreto iracheno. Il Direttore delle Operazioni Jim Pavitt venne incaricato di seguire il caso.
Il 21 settembre 2001, Tenet fa rapporto al Presidente degli Stati Uniti affermando che "il nostro ufficio di Praga è scettico sull'eventualità. Semplicemente i conti non tornano". Tenet afferma inoltre che tutte le prove che la CIA è stata in grado di trovare, compresi gli estratti delle carte di credito e i tabulati telefonici, rendono estremamente difficili l'eventualità che tale incontro si sia effettivamente tenuto.[19]
L'editorialista Robert Novak scrive:[20]
[modifica] Le conclusioni dell'FBI
In una intervista al giornalista del Washington Post Walter Pincus, un alto funzionario (rimasto anonimo) dell'Amministrazione Bush ha affermato che l'FBI non ha trovato "alcuna prova di un possibile viaggio di Atta da o verso gli Stati Uniti nel periodo in cui si suppone sia stato a Praga".[21]
Riguardo gli indizi, il direttore dell'FBI Robert S. Mueller III ha dichiarato a margine di un incontro a San Francisco nell'aprile del 2001 che:[21]
Le tracce rinvenute durante le indagini mostrerebbero infine che Atta, nel periodo in questione, si trovava in Florida.[21]
[modifica] Le conclusioni della Polizia ceca
Il Capo della Polizia ceca Jiří Kolář ha affermato che "non esiste alcun documento che dimostri la presenza di Atta a Praga" nel 2001, mentre risulta che vi si sia recato due volte nel 2000.[22]
[modifica] Le conclusioni della Commissione sull'11 settembre
[modifica] Le conclusioni del Senato
[modifica] Ulteriori sviluppi della vicenda
[modifica] Il finto memorandum
[modifica] La cattura di Ahmed Samir al-Ani
[modifica] La posizione del Vice-Presidente Cheney
[modifica] Note
- ↑ Cfr. (EN) Andrew McCarthy, Iraq & al Qaeda, National Review, 17 giugno 2004.
- ↑ Cfr. (EN) John Crewdson, A tale of 2 Attas: Mistaken identity muddied 9-11 probe, Chicago Tribune, 29 agosto 2004.
- ↑ 3,0 3,1 3,2 Cfr. (EN) Brian Whitmore, A 9/11 legacy: confusion over a name Czechs find error in tracking Atta, The Boston Globe, 19 settembre 2004.
- ↑ Cfr. (EN) 9/11 Review - Mohamed Atta, 911 Review.org.
- ↑ Cfr. (EN) Brian Kenety, A tale of two 'Attas': how spurious Czech intelligence muddied the 9/11 probe, Radio Praha, 3 settembre 2004.
- ↑ Salim avrebbe rivelato durante gli interrogatori di essere stato incaricato dal Mukhabarat (i servizi segreti iracheni) di pianificare un attentato contro la sede praghese di Radio Free Europe/Radio Liberty. Questa rivelazione avrebbe dunque spinto il controspionaggio ceco a reclutare nuovi informatori presso l'Ambasciata. Cfr. (EN) Edward Jay Epstein, Atta in Prague?, Opinion Journal, 22 novembre 2005.
- ↑ Cfr. (EN) Edward Jay Epstein, Atta in Prague?, Opinion Journal, 22 novembre 2005.
- ↑ Cfr. (EN) Charges filed against 3 men from Detroit, Associated Press / The Michigan Daily, 19 settembre 2001.
- ↑ Cfr. (EN) John Tagliabue, No evidence suspect met Iraqi in Prague, The New York Times, 20 ottobre 2001.
- ↑ Cfr. (EN) Patrick E. Tyler, John Tagliabue, Czechs confirm Iraqi agent met with terror ringleader, The New York Times, 27 ottobre 2001.
- ↑ 11,0 11,1 Cfr. (EN) James Risen, Prague clears Iraq of last connection to al Qaeda, The New York Times, 21 ottobre 2002.
- ↑ Cfr. (EN) Frank Griffiths, UN envoy confirms terrorist meeting, The Prague Post, 25 dicembre 2002.
- ↑ Cfr. (EN) David Ignatius, Dubious Iraqi link, The Washington Post, 15 marzo 2002.
- ↑ Cfr. (EN) David Rennie, Havel rebuts report linking Iraq to Sept 11, The Telegraph, 22 ottobre 2002.
- ↑ Cfr. (EN) Czech Presidential spokesman rejects 'NY Times' report as 'fabrication', Radio Free Europe/Radio Liberty Newsline, 22 ottobre 2002.
- ↑ Cfr. (EN) Peter S. Green, Havel denies telephoning U.S. on Iraq meeting, New York Times, 23 ottobre 2002.
- ↑ Cfr. (EN) Kate Swoger, Intelligence chief casts doubt on Atta meeting, Prague Post, 15 luglio 2002.
- ↑ Cfr. (EN) Jane Mayer, The manipulator, The New Yorker, 29 aprile 2004.
- ↑ Cfr. Ron Suskind, The one percent doctrine, Simon and Schuster, New York, 2006, ISBN 0743271092, pag. 23.
- ↑ Cfr. (EN) Robert D. Novak, No meeting in Prague, TownHall.com, 13 maggio 2002.
- ↑ 21,0 21,1 21,2 Cfr. (EN) Walter Pincus, No link between hijacker, Iraq found, U.S. says, The Washington Post, 1° maggio 2002.
- ↑ Cfr. (EN) Peter Green, Iraq link to Sept. 11 attack and anthrax is ruled out, The Telegraph, 18 dicembre 2001. Riguardo l'affermazione sulle due visite di Atta a Praga nel 2000, cfr. infra, paragrafo 1.1 "La prima «controversia»".