Seversky P-35
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Seversky P-35A | |
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![]() P-35A in volo |
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Descrizione | |
Ruolo | Caccia |
Equipaggio | 1 |
Primo volo | 1935 |
Entrata in servizio | 1938 |
Costruttore | Seversky |
Esemplari costruiti | 267 |
Dimensioni | |
Lunghezza | 10,97 m |
Apertura alare | 11,50 m |
Altezza | 2,77 m |
Superficie alare | 20,44 m² |
Pesi | |
A vuoto | 1.957 kg |
Massimo al decollo | 2.855 kg |
Propulsione | |
Motore | Radiale Pratt & Whitney R-1830 |
Potenza | 950 CV |
Prestazioni | |
Velocità massima | 452 km/h a 3.000 metri |
Autonomia | 1.850 km |
Tangenza | 9.325 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 2x da 7,62 mm 2x da 12,7 mm |
Bombe | fino a 160 kg |
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Progetto:Aviazione |
Il Seversky P-35 fu il primo tentativo statunitense di avere un nuovo ed efficace aereo da caccia moderno, secondo gli standard degli anni Trenta. Le innovazioni introdotte furono la struttura completamente metallica, il carrello retrattile e l'abitacolo chiuso; si ritrovò in competizione con il Curtiss P-36 Hawk che, pur essendo meno avanzato, sostanzialmente lo superò nell'affermarsi come caccia standard dell'epoca.
Indice |
[modifica] Gli inizi
Alexander Gregoriev de Seversky era uno dei tanti emigranti russi giunti negli USA dopo la Rivoluzione Russa: prima era stato il terzo asso dell'aviazione di quel Paese, con 13 vittorie ufficiali. Le sue idee e competenze tecniche nel settore dell'aviazione lo misero in condizione di fondare nel 1931, assieme ad altri soci, la Seversky e di progettare una macchina interessante, l'idrovolante SEV-3 triposto e per uso civile. Dopo uno sviluppo esteso di questa macchina, passato attraverso l'addestratore biposto SEV-2 (BT-8 per l'USAAC), che era il primo della sua categoria metallico e ad ala bassa, se ne ricavò un caccia terrestre e monoposto. Come SEV-1X si comportò bene nelle valutazioni condotte dall'USAAC nel 1935, ma problemi al motore ne impedirono lo sviluppo in tutto il suo potenziale. Dapprima a carrello fisso, venne modificato per renderlo retrattile e migliorarne la velocità. Dopo innumerevoli tribolazioni e indugi, alla fine il SEV-7 (migliorato rispetto al precedente con un motore meno potente) venne dichiarato il vincitore del concorso, anche se il suo futuro non era ancora sicuro nonostante le premesse.
[modifica] Breve descrizione tecnica
La macchina introduceva simultaneamente la struttura metallica, l'ala monoplana in posizione bassa, il carrello retrattile e l'abitacolo chiuso. Era molto moderna e si dice che Roberto Longhi venne ispirato da questo aereo per progettare il suo Reggiane Re.2000. I due aerei avevano anche altre caratteristiche in comune, come il pericolo di cadere in incontrollabili viti (specialmente da alta quota), il modesto armamento e la grande autonomia: con 757 litri di carburante distribuiti tra fusoliera ed ali, poteva percorrere ben 1.850 km, il doppio di quasi tutti gli altri modelli analoghi dell'epoca. Il problema però risiedeva nel fatto che era troppo stabile e inerte per aver successo in combattimento aereo, anche se probabilmente questo era vero solo con il pieno carico di carburante. Le armi erano alloggiate nel muso ed in genere erano due mitragliatrici Browning, una di calibro 12,7 e l'altra 7,7mm .
[modifica] Impiego ed export
La modernità dell'aeroplano e la scarsa dimestichezza delle necessità insite nella produzione industriale su larga scala impedirono alla Seversky la produzione di un numero sufficiente di macchine in tempi ragionevoli. Se si considera che l'USAAC si era certamente convinta che 77 caccia erano comunque troppo pochi, non deve stupire che passò anche al secondo classificato, il Model 77 della ben più solida ditta Curtiss, un ordine per ben 210 macchine, ordine assai prontamente esaudito.
Per dare l'idea della differenza rispetto ai dati teorici, la quota di tangenza di 9.400 metri era in realtà irraggiungibile, il caccia, in quella situazione, tendeva allo stallo e alla vite. Anche la velocità era inferiore alle specifiche che richiedevano circa 483 km/h. In positivo, si riporta che i piloti lo lanciavano spesso in picchiate che, sulla carta, non avrebbero dovuto superare i 607 km/h ma che in pratica raggiungevano i 740 km/h.
L'aereo venne destinato all'esportazione e vari clienti si fecero sentire per ottenere queste macchine, tra cui la Svezia e il Giappone che ne ebbero alcuni esemplari.
Le macchine Svedesi, designate EP-106, erano munite di un motore migliorato che consentiva, con i suoi 1.050 CV, di raggiungere 502 km/h invece dei 452-467. Le armi erano state incrementate con due mitragliatrici calibro 13 mm nel muso e due leggere nelle ali, il doppio rispetto al precedente. Inizialmente vennero richiesti 15 esemplari, poi altri 120 insieme ad altri 50 esemplari biposto da addestramento; vennero però consegnate solo 60 macchine perché poi iniziò l'embargo delle consegne a paesi diversi dalla Gran Bretagna.
Un'altra nazione che lo ricevette era il Giappone, con appena 20 macchine ordinate: vennero giudicate assai inferiori rispetto ai modelli giapponesi, di cui erano molto più pesanti e meno manovrabili, e non ebbero alcuna influenza nel partecipare agli eventi.
In Italia si è sempre dubitato che il Re.2000 fosse un derivato diretto del P-35, persino una copia. Il fatto è che certamente non lo era, ma altrettanto è vero che la somiglianza esiste. Pare che in effetti sia stata fatta una rielaborazione del disegno originario con tecniche e profili più moderni, ma resta poco chiaro se questo sia stato uno sviluppo totalmente autonomo oppure abbia avuto il tacito appoggio della ditta americana.
La scelta di Seversky di vendere quei pochi esemplari ai giapponesi, all'epoca già malvisti, lo fece considerare come un emarginato agli occhi delle forze armate statunitensi; nel 1939 il consiglio d'amministrazione decise di rimpiazzarlo con l'ingegnere Kartveli, altro immigrato russo che lavorava fin dall'inizio con la ditta che successivamente cambiò nome in Republic. Seversky continuò la sua carriera come consulente e scrittore.
Una sessantina di esemplari vennero inviati nelle Filippine per rinforzare le difese presenti: vennero quasi tutti distrutti in pochi giorni anche se reclamarono quattro vittorie sugli A6M Zero giapponesi, che effettivamente andarono perduti. Degli aeroplani che vennero inviati al fronte poco prima della guerra, solo 8 riuscirono a sopravvivere dopo i primi 4 giorni di guerra.
Alcuni esemplari vennero inviati all'aviazione del Guatemala, mentre quelli svedesi restarono in servizio (insieme ai Re.2000) fino al 1944 come difensori della neutralità di tale nazione.
Kartveli, succeduto a Seversky nel condurre gli affari della ditta, porterà l'esperienza maturata nelle macchine sviluppate successivamente, come il Republic P-47 Thunderbolt, ed oltre, fin nel mondo dei jets delle due generazioni successive.
[modifica] Versioni
- SEV-2XP - prototipo di un caccia biposto.
- SEV-1XP - protopito di un caccia monoposto.
- SEV-7 - prototipo di un caccia monoposto dotato di motore radiale Pratt & Whitney R-1830-9 Twin Wasp. Fu successivamente rinominato AP-1.
- P-35 - prima versione di produzione dotata del motore Pratt & Whitney R-1830-9 da 850 CV.
- P-35A - versione approntata per la Svezia, dotata di motori radiali Pratt & Whitney R-1830-45 da 1.065 CV e migliore armamento.
- RP-35A - alcuni P-35A, superstiti, vennero così redisegnati durante la guerra dopo la loro radiazione dalla prima linea (R=restricted, non impiegabile in prima linea)
- 2PA - versione biposto dotata di mitragliatrice posteriore.
- AT-12 Guardsman - addestratore biposto avanzato.
- A8V-1 "Dick" (il nomignolo era assegnato dall'intelligence alleata, come per tutti gli aerei giapponesi)- identico al 2PA usato dalla Marina Imperiale Giapponese.
- EP-1 - versione da esportazione del P-35.
- EP-106 - caccia monoposto per la Svezia.
- J 9 - versione svedese del P-35A.
- B 6 - versione svedese del 2PA.
- P.Z.L. P.50 "Jastrząb" - caccia polacco basato sul disegno del P-35.