Storia del lavoro a maglia
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L'inizio del lavoro a maglia non ha una datazione certa per la difficoltà di distinguere se le notizie pervenute riguardassero il lavoro eseguito ai ferri oppure quello a telaio.
Certo è che questo argomento, recentemente rivalutato da studi approfonditi, ci offre notizie sicure e documentate solo quando ci si ferma al II o III secolo dopo Cristo perché prima la storia si confonde troppo spesso con la leggenda.
Sono state però trovate sculture che risalgono al IV secolo a.C. che hanno fatto ipotizzare che il lavoro a maglia fosse ormai entrato nella vita quotidiana, come dimostra una statua greca, che si trova ad Atene, nel Museo del Partenone, Kore n. 670, che sembra indossare un maglione come quello dei nostri tempi.
Pur non avendo documenti specifici al riguardo, ad una osservazione attenta, si può notare che l'artista ha riprodotto con lo scalpello la lavorazione del punto a coste - 3 maglie diritte alternate a tre rovesci oppure un'alternanza di 7 diritti e tre rovesci - nelle vesti senza cuciture che venivano indossate durante le cerimonie sacre.
Da tener presente che il numero tre e il numero sette erano considerati numeri dal potere magico.
[modifica] I primi reperti
Solo nell'epoca cristiana è possibile esaminare il primo reperto di lavoro a maglia, analizzandone la struttura e i colori.
È probabile che manufatti più antichi non abbiano resistito all'usura del tempo o, più semplicemente, siano stati riciclati più volte, visto che uno dei pregi maggiori del lavoro a maglia è proprio quello di poter essere disfatto e impiegato per altri utilizzi.
Il reperto venne alla luce in Siria tra le rovine di Dura-Europas e presenta una tecnica molto simile a quella usata quando si lavora con il ferro circolare oppure con i due ferri tenuti liberamente (e non uno sotto l'ascella destra) tra le mani.
Si può ipotizzare che le maglie siano state create da un solo ferro, uncinato sulla punta, come l'uncinetto tunisino, strumento tipico di lavorazione manuale, più semplice e più antico del lavoro a telaio, che era molto diffuso nell'area mediterranea. L'aver trovato molti reperti soprattutto nell'area medio-orientale fa propendere gli studiosi per una origine indoeuropea del lavoro a maglia, ciò è suggerito anche dal termine sanscrito "nahyat" (lavoro a maglia ma anche rete all'uncinetto) da cui deriva il termine anglosassone "ketten" fino ad arrivare al termine in inglese moderno "knitting".
Sono stati trovati anche reperti in Perù quasi contemporaneamente al primo reperto siriano, ma è senza dubbio la tradizione mediterranea quella che si è diffusa per tutta Europa.
In Egitto, a Bahnasa, sono stati trovati numerosi capi lavorati a maglia che si fanno risalire al IV e al V secolo.
[modifica] L'origine dei punti irlandesi
La città di Bahnasa era in quel periodo abitata dai Cristiani Copti che erano scampati all'invasione degli Arabi e avevano trovato rifugio presso i monasteri delle coste e delle isole irlandesi, come testimoniano i simboli copti e altri disegni tipici del periodo egiziano innestatisi sulla tradizione locale, fondendosi con i motivi celtici della regione.
In queste zone la maglia perse la vivacità dei colori ma acquistò il rilievo nella straordinaria varietà di punti che, eseguiti con la grossa lana non ritorta e non tinta delle isole Aran, riprodussero i più importanti disegni simbolici.
I punti, tutti simbolici e beneauguranti, venivano creati generalmente su un fondo a rasato rovescio sui quali spuntavano i boccioli dell'albero della vita, il movimento dell'acqua della sorgente della salvezza con motivi di maglie diritte, il diamante dell'abbondanza in forma di losanghe a grana di riso, le linee a zig-zag del matrimonio.
Quando il segreto di questi punti uscì dalle celle dei monaci e furono insegnati ai pescatori, essi divennero altrettanti simboli delle famiglie locali e ogni clan, aveva il suo riferimento in una serie di punti.
Quando due gruppi, attraverso il matrimonio, si imparentavano, la nuova famiglia ereditava i punti dei due clan di provenienza e in questo modo i punti Aran si diffusero nelle famiglie irlandesi.
In questa regione ad eseguire i maglioni erano gli stessi pescatori, mentre alle mogli veniva delegato solo il compito di filare la lana.
[modifica] La varietà dei punti nel resto dell'Europa
I punti importati dalle coste mediterranee nel diffondersi nel resto dell'Europa persero la staticità dei simboli e dei colori e si moltiplicarono, dando vita ad incredibili risultati. Essi riprendevano la realtà e gli elementi dei luoghi vissuti (fiori, stelle, alberi) nei punti a rilievo e nei punti traforati.
A diffondere questi punti per tutta l'Europa furono i mercanti che percorrevano le rotte carovaniere.
[modifica] Il filato
Il filato utilizzato era quello della lana, ma durante l'epoca romana e anche per tutto il medioevo si usò il filo di ferro per realizzare le maglie delle armature dei soldati, che tuttavia non veniva lavorato ai ferri, ma piuttosto il metallo trafilato veniva lavorato in anelli singoli che venivano intrecciati prima di essere chiusi.
Quando, in epoca più avanzata, venne importata la seta dall'Oriente, questa divenne il tipo di filato preferito dai papi e dai re.
Vennero realizzati capi molto preziosi arricchiti spesso da fili d'oro che si univano al filato di seta.
[modifica] Curiosità
Quando Papa Innocenzo IV venne sepolto nel 1254, indossava dei guanti a disegni multicolori lavorati in seta e in filo d'oro, importati dalla Spagna (che ebbe una delle più importanti scuole per il lavoro a maglia, che raggiunse il cui massimo splendore nel XVI secolo ed era famosa soprattutto per la lavorazione dei guanti in seta e fili d'oro).
Quando Enrico II di Francia nel 1533 sposò Caterina de' Medici, indossava calze di seta fatte a mano.
Enrico VIII d'Inghilterra sembra preferisse le calze di seta italiane, lavorate con quattro ferri senza cuciture.
[modifica] Testimonianze di lavori a maglia attraverso i dipinti
Certamente un capo che veniva indossato da un membro della casa reale veniva imitato ed infatti possiamo ammirare nei quadri di Hans Holbein il Giovane e di altri pittori della sua scuola, che ritraggono nel corso degli anni la famiglia dei Tudor, un medesimo e molto semplice motivo di berretto, lavorato a maglia rasata con diminuzioni regolari che rimasero di moda per un secolo.
Il quadro che più fedelmente è testimone dell'apprezzamento del lavoro ai ferri da parte dei pittori è la pala dell'altare di Buxehude in Germania, nota come "La visita degli Angeli", dipinta da Mastro Bertram nel 1400, nel quale viene rappresentato un momento di vita familiare all'interno della casa di Nazaret.
Nel dipinto si può osservare la Madonna intenta a sferruzzare una piccola tunica "inconsutile", cioè senza cuciture, per Gesù Bambino rifinendo la scollatura col sistema circolare a quattro ferri, sistema ancora sconosciuto in quei tempi in Germania, ma osservato dall'artista durante un viaggio in Italia.
[modifica] La tecnica del lavoro in tondo
La tecnica del lavoro in tondo, oltre che in Italia, era conosciuta anche nelle lande della Francia del Sud dove i pastori lavoravano usando addirittura cinque ferri e nelle isole britanniche Guernsey e Isola di Fair dove i maglioni sono lavorati in un solo pezzo, senza cuciture.
[modifica] I punti delle isole britanniche Guernsey
Molto simili ai punti dei maglioni delle isole Aran, sono quelli dei maglioni Guernsey con la differenza che sono eseguiti, invece che con lana grossa, con lana sottile di colore scuro e basati sulla diversa combinazione dei diritti e dei rovesci dove l'effetto del rilievo è appena accennato.
Man mano che si procede nel lavoro i punti sono disposti dal basso verso l'alto in modo da ricostruire, in forma simbolica, le tappe della vita dell'uomo, dall'albero della vita alla corona della gloria.
Lo stile detto Guernsey è legato ad un momento non lieto della storia della monarchia inglese e precisamente alla decapitazione di re Carlo I.
La tunica che Carlo I indossava al momento dell'esecuzione capitale avvenuta nel 1649 era lavorata in maglia di seta color blu reale ed era stata commissionata in Italia secondo lo stile e i punti Guernsey.
[modifica] I punti delle isole Shetland
I motivi dei maglioni delle isole Shetland, lavorati nei colori naturali delle terre, dal panna al marrone scuro, sono maggiormente stilizzati e accostati ai motivi significativi delle terre scandinave come la stella di ghiaccio e la felce e possono essere realizzati in due versioni: una colorata e più vicina ai motivi delle altre isole e un'altra traforata più caratteristica di queste isole.
[modifica] La culla del lavoro a maglia: la Gran Bretagna
Anche se il lavoro a maglia non ebbe origine in Gran Bretagna, qui esso fu sempre tenuto in grande considerazione ed ebbe un fortissimo sviluppo.
Quando il reverendo Guglielmo Lee, inglese, inventò la prima macchina per maglieria, la regina Elisabetta I impedì che sotto il suo regno venisse utilizzata e l'inventore dovette emigrare in Francia.
[modifica] La corporazione dei magliai
La regina aveva infatti a cuore la sorte degli artigiani magliai che in quel periodo si erano organizzati in corporazioni con un preciso statuto.
Per diventare magliaio bisognava seguire un corso di apprendistato della durata di tre anni e nei tre anni che seguivano bisognava produrre delle prove che attestassero l'abilità personale. Era infatti obbligatorio saper eseguire un grande tappeto a più disegni e colori, un paio di calze, un berretto, una tunica o un maglione dimostrando di aver appreso bene tutte le tecniche.
Le corporazioni erano riservate solamente agli uomini ma anche le donne lavoravano a maglia alternandolo con il lavoro domestico e quello nei campi.
In un museo del Galles sono conservati degli attrezzi a forma di coltelli incurvati che venivano infilati nella cintura e servivano a reggere il ferro destro che veniva inserito in un tassello all'estremità superiore.
[modifica] Joseph-Marie Jacquard
Ma il progresso incalzava e il fratello del reverendo Lee ripropose con maggior successo l'uso della macchina per maglieria e già alla fine del 1600 si possono annoverare numerose macchine per maglieria nella zona di Nottingham che si estenderanno presto per tutta l'Inghilterra.
Alcuni francesi, inviati appositamente a Nottingham per carpire il segreto della nuova macchina riuscirono a ricostruire perfettamente il modello e, verso la fine del 1700, Joseph-Marie Jacquard riuscì a perfezionarla inserendo la possibilità di utilizzare più colori contemporaneamente.
Jacquard divenne famoso, tanto che il nome Jacquard è passato ad indicare non solo il suo modello di macchina, ma anche i punti a più colori lavorati a mano.
[modifica] I secoli del bianco assoluto
Nel 1700 e nel 1800 si continuò a lavorare ai ferri ma i colori vennero abbandonati.
Divenne di moda il colore bianco e soprattutto i filati di cotone e di lino che ben si prestavano per realizzare corredi per neonato, sciarpe leggere e traforate, bordure e magliette.
In Francia nasce la cuffietta di cotone bianco che diventa parte fondamentale del costume contadino e si realizzano berretti di ogni varietà.
Vengono utilizzati i punti traforati e leggeri simili a veri e propri merletti.
Si lavora ai ferri non tanto per professione ma per il piacere di realizzare con le proprie mani qualcosa di bello. Quest'epoca quindi viene ricordata perché è solo ora che il lavoro ai ferri diventa anche un "hobby".
[modifica] Le perline colorate
Nel Settecento a Vienna nasce la moda di infilare delle perline colorate nel cotone bianco lavorandole sempre sul diritto del lavoro in modo da formare dei disegni simili a piccoli arazzi.
Ciò comportava una certa difficoltà e precisione nell'inserimento delle perline che dovevano essere infilate ad una ad una prima di iniziare il lavoro perché i colori dovevano tener conto della disposizione finale del disegno.
[modifica] Le prime riviste di maglia
In Inghilterra nascono nell'Ottocento le prime riviste di maglia che saranno presto imitate in tutta Europa.
Anche in Italia compaiono le prime rubriche di maglia sul "Corriere delle dame" e in altri giornali soprattutto rivolti al pubblico femminile.
[modifica] La prima collezione
A Parigi negli anni Venti viene presentata dalla famosa sarta Elsa Schiaparelli una collezione di modelli trompe-l'oeil tutti realizzati ai ferri che ebbe un grande successo.
[modifica] Alla fine della seconda guerra mondiale
Alla fine della seconda guerra mondiale il lavoro a maglia si diffonde per il mondo conoscendo veri momenti di gloria e soprattutto nell'ambiente sportivo va di moda lo stile inglese dei maglioni delle isole che verranno indossati dalla stessa regina e dai suoi familiari.
Le fotografie della famiglia reale in maglione verranno pubblicate su tutti i giornali creando presto una diffusa imitazione.
[modifica] Il Novecento e il "boom" della maglia
L'industria della maglieria è ormai pienamente avviata e diffusa, e nasceranno nuove tecniche, come l'avvio tubolare, molto usato in Italia.
Negli anni Sessanta si assiste ad un vero "boom" della maglieria a mano e le riviste, sempre più numerose, riportano le spiegazioni dei punti e dei modelli.
Alla fine degli anni Sessanta e per il successivo decennio il lavoro a maglia riscoprì il ritorno alle origini.
Erano quelli gli anni in cui si discuteva di cultura popolare e lo stile folk entrava prepotentemente nell'abbigliamento.
Quando gli uomini politici cominciarono a discutere dei fatti sudamericani iniziarono a nascere modelli che imitavano il poncho e sui gilet apparivano i motivi peruviani dei lama e degli omini stilizzati.
Quando nasce la moda del "fai da te" le principianti scelgono le lane grosse, i punti facili per eseguire modelli diritti, evitando aumenti e diminuzioni e preferendo modelli ampi e comodi.
Nel 1990 la maglia subisce la riscoperta di punti difficili e spesso reinventati per creare qualcosa di particolarmente ricercato e bello.
Oggi la maglia è più che mai di moda e le tecniche usate, impensate solo pochi anni fa, sono tantissime e le incredibili combinazioni tra il vecchio e il nuovo rendono la ricerca inesauribile.