Celti
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La parola celti deriva dal greco keltoi, termine che appare per la prima volta negli scritti del geografo greco Ecateo di Mileto intorno al 500 a.C. In latino diventerà Celtae. I romani li indicavano anche col nome di galli, come testimonia Cesare nel famoso incipit del De bello gallico.
![]() «Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur»
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![]() «La Gallia è, nel suo complesso, divisa in tre parti: la prima la abitano i Belgi, l'altra gli Aquitani, la terza quelli che nella loro lingua prendono il nome di Celti, nella nostra, di Galli.»
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Nell'antichità il nome veniva usato per indicare un gruppo di popoli o tribù contraddistinti da tratti culturali e linguistici comuni.
In archeologia i celti sono identificati con la cultura di La Tène, che si sviluppò intorno al 520 a.C. dalla precedente cultura di Hallstatt.
Oggi, il termine "celtico" è spesso usato per descrivere lingue e culture che si riconducono a popolazioni celtiche in Irlanda, Scozia, Galles, Cornovaglia, isola di Man e Bretagna.
Indice |
[modifica] Origini
In Europa centrale, luogo d'origine della cultura celtica di La-Tène, si può osservare una continuità nell' evoluzione culturale sin dai tempi dei campi d'urne (ca. dal 1200 a.C.). All'inizio dell' VIII sec. A.C. si afferma la cultura di Hallstatt, una civiltà che mostra già le prime caratteristiche culturali che poi saranno proprie della cultura celtica classica. Il nome deriva da un importante sito archeologico austriaco distante una cinquantina di chilometri da Salisburgo. La cultura di Hallstatt, dominata da una classe di guerrieri ma con base agricola, era inserita in una rete commerciale piuttosto ampia che coinvolgeva Greci, Sciti ed Etruschi. È da questa civiltà dell'Europa centrale che intorno al 500 a.C. si sviluppa, senza soluzione di continuità, la cultura celtica propriamente detta, nota in ambito archeologico come cultura di La-Tène, citata dagli autori greci del V sec. A.C. (Ecateo di Mileto ed Erodoto di Alicarnasso).
[modifica] Storia
Gruppo variegato di popolazioni conosciuto anche con i nomi di Galli, Galati, Gaeli. Nel loro periodo di apogeo (seconda metà del IV secolo a.C. e prima metà del III secolo a.C.) le popolazioni celtiche si spinsero fino ad occupare buona parte del continente europeo, dalla Spagna alla Boemia, spingendosi fino in Anatolia. Questa inarrestabile avanzata fu favorita principalmente dalla superiorità tecnica delle armi in possesso della agguerrita aristocrazia guerriera che guidò questi popoli durante le migrazioni. Con l'avvento dell' Impero romano, i celti continentali adottarono la cultura dei conquistatori (fondendo le due), mentre lo sviluppo del cristianesimo celtico in Irlanda e Britannia portò a un'iniziale rinascita medioevale dell'arte celtica fra il 400 e il 1200 dopo Cristo.
Oggi rimangono tracce della loro presenza in tutta Europa, dalla Galizia iberica alla Galizia sub-carpatica, dal Galles alle varie Gallie, dall´Irlanda alla Galazia, nell´attuale Turchia.
[modifica] I celti in Italia
Dall'inizio del IV secolo a.C. orde di celti attraversarono a più riprese le Alpi istallandosi in zone del territorio italiano, compiendo saccheggi e distruggendo molte delle città etrusche più a nord. Nel nord-Italia molte antiche popolazioni locali del ceppo ligure (per esempio i Taurini) si fusero coi celti. Furono infine sottomessi dai romani durante le guerre puniche.
Delle tribù dei celti scesi in Italia abbiamo :
- Secondo Tito Livio all'inizio del IV secolo a.C. un'orda di celti guidata dal capo Belloveso, otrepassò le alpi e occupò il territorio di Milano che prese il nome di Insubria dal nome del territorio di partenza in Gallia. L'orda era composta da celti provenienti dalle tribù degli Arverni, Aulerci, Ambarri, Biturgi, Carnuti, Edui e Senoni. A parte i Senoni che avanzarono a sud, il resto dell'orda prese il nome di Galli Insubri.
- Gesati furono mercenari celti provenienti dalla regione del Rodano, che combatterono a fianco degli Insubri. Furono sconfitti dai romani a Talamone nel 225 a.C. e nel 222 a.C. il loro re Viridomaro fu ucciso in duello dal console Marco Claudio Marcello che consacrò a Giove Feretrio la spolia opima.
- I Galli Anari erano stanziati nel territorio dell'Oltrepò Pavese e forse nel Piacentino, si allearono ai romani nel 223 a.C.
- I Carni si stabilirono in Carnia.
- I Graioceli nella zona del Moncenisio, e nelle Valli di Lanzo. Dal loro nome deriva il nome della Alpi Graie.
- I Salassi abitavano in val d'Aosta e nel Canavese.
- I Taurini a Torino.
- Gli Insubri tra Milano e Cremona.
- Gli Orobi tra Como e Bergamo.
- I Galli Cenomani intorno a Brescia .
- I Boi in Emilia.
- i Lingoni attorno a Ferrara.
- i Senoni si erano stabiliti nel Monferrato da dove partivano in spedizioni di saccheggio dirette a Ravenna, Siena, Talamone, Chiusi, Arezzo ; e col capo Brenno si spinsero fino a Roma.
[modifica] Società e religione
Al centro della società celtica vi era la famiglia, il clan, volendo usare un termine scozzese. Esso comprendeva non solo la famiglia come la intendiamo noi, ma anche antenati, discendenti e parenti acquisiti, andando a comprendere anche varie decine di persone. Più clan formavano una tuath (tribù), a capo della quale era posto un rix (re). Si può tuttavia affermare con una certa sicurezza che all'apice della piramide sociale ci fossero i druidi.
[modifica] I druidi
Questa casta "sacerdotale", tanto famosa quanto sconosciuta, ha contribuito a creare nel tempo molti miti (Impossibile non citare quello di Merlino, personaggio chiave del leggendario ciclo arturiano.).
Il termine druido ha le sue origini nella radice indoeuropea wid, "conoscenza", e nella parola deru, "quercia". Questo dato fornisce già un'ottima spiegazione dell'importanza della quercia, e più in generale della natura, nella complessa spiritualità celtica. Sfortunatamente le fonti dirette sono inesistenti, quindi quasi tutto ciò che sappiamo proviene da opere di scrittori classici come Plinio o Cesare.
Essi riferiscono di individui che
Questo ci offre quindi un'idea del carattere elitario della sapienza all'interno della società celtica. Essi ricoprivano molti ruoli: si occupavano dei culti, provvedendo ai sacrifici ed agli altri rituali, erano giudici nelle questioni legali, incaricati dell'istruzione dei giovani e dell'addestramento dei nuovi druidi. Esso durava circa vent'anni, e comprendeva insegnamenti di astronomia (di cui possedevano una padronanza tale da stupire Cesare), scienze, nozioni sulla natura ed era dedicato in buona parte all'acquisizione mnemonica dei dati.
[modifica] Lingue celtiche
Ancora oggi vengono parlate lingue di origine celtica, suddivise in goideliche (il gaelico irlandese, il gaelico scozzese e il mannese) e brittoniche (gallese, bretone e cornico).
[modifica] Genetica: i Celti e l'aplogruppo R1b
Nonostante i risultati delle ultime ricerche genetiche siano ancora provvisorie si diffonde sempre più tra gli studiosi la tesi inizialmente propugnata da pochi storici di una origine autoctona e perciò non indo-europea delle popolazione celtiche.
Il responsabile della diffusione di questa tesi è l' aplogruppo R1b del cromosoma Y; gli aplogruppi possono essere immaginati come i grandi rami dell'albero genealogico della componente maschile della specie Homo Sapiens. Questi rami-aplogruppi mostrano come si sono sviluppate le popolazioni e ne definiscono perciò anche l'ambito geografico di sviluppo.
Nel continente europeo sono diffusi 4 aplogruppi: E, J, I e R che è quello che più ci interessa analizzare e che si divide in due sottogruppi, o aplotipi, R1b nelle popolazioni sud-occidentali e R1a in quelle dell'Europa orientali.
L'aplogruppo R1b, nella sua mutazione M343, compare in Europa già 30000 anni fa con i Cro-Magnon, del genere Homo Sapiens e diretti progenitori degli attuali europei, ma si attesta verosimilmente solo dopo l'ultima era glaciale.
Oggi l'aplotipo R1b contraddistingue le moderne popolazioni celtiche atlantiche. L'aplotipo R1b caratterizzato dai marcatori SNP e STR è presente soprattutto in Spagna, prevalentemente tra i baschi, Galles e Irlanda. Il collegamento tra popolazioni della Spagna e delle isole britanniche non deve sorprendere in quanto queste regioni furono popolate a partire dal mesolitico (8000 - 5000 a.C.) proprio da migrazioni provenienti dalla penisola iberica. Nel resto d'Europa l'aplotipo celtico R1b è presente in maniera degradante da ovest verso est dove praticamente scompare per lasciare il posto all'aplotipo R1a a partire da un confine naturale che va dalle alpi orientali al mar baltico.
Da segnalare anche una massiccia presenza dell'aplotipo R1b anche nell'Italia del nord, non è ancora chiaro però se la sua presenza sia dovuta alle migrazioni iniziali del paleolitico provenienti da una regione imprecisata dell'Asia occidentale o ad eventi più recenti legati all'ultima glaciazione (tra i 15000 e i 10000 anni fa), durante la quale i contatti tra popolazioni iberiche e quelle italiche erano consentiti e facilitati dal congelamento di ampi tratti del mediterraneo settentrionale che formavano in questo modo ponti naturali facilmente percorribili. Ad ogni modo, poiché l'ultima glaciazione rese inabitabili le regioni settentrionali e centrali dell'Europa, è ovvio che l'apparizione aplogruppo R1b in Italia preceda quella nelle isole britanniche.
Da queste poche ma decisive evidenze si deduce facilmente che l'aplotipo R1b presente nelle moderne popolazioni celtiche e già presente nelle popolazioni del mesolitico non può essere stato introdotto da migrazioni di popoli indoeuropei in epoca più recente, attestando così l'originalità e l'europeicità dei celti di ogni epoca.
[modifica] Bibliografia
- "Analisi di due linee evolutive del cromosoma Y in Eurasia occidentale", Fabio Di Giacomo, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, 2005
- "The Longue Durée of Genetic Ancestry: Multiple Genetic Marker Systems and Celtic Origins on the Atlantic Facade of Europe", Brian McEvoy, Martin Richards, Peter Forster and Daniel G. Bradley1 in "The American Journal of Human Genetics", ottobre 2004
- "The Blood of the Isles", Brian Sykes, Bantam Press, 2006, ISBN 978-05930565236
- "The Origins of the British: a Genetic Detective Story", Stephen Oppenheimer, Constable and Robinson, 2006, ISBN 978-1845291587
- "Y Chromosome Evidence For Anglo-Saxon Mass Migration" - M. Weale in "Society For Molecular Biology And Evolution", 2002
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
- Approfondimento
- Studi sui Celti
- Bibrax Sito di riferimento sulla civiltà celtica e sulle sue moderne propagini
- Confederazione delle associazioni culturali celtiche italiane
- Il Calderone di Ceridwen - cultura celtica e paganesimo
- Il Celti tra storia e leggenda - articolo divulgativo sulla storia dei Celti
- Le monete preromane dell'Italia settentrionale