Televisione digitale terrestre
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Il digitale terrestre (anche noto con l'acronimo DTT, dall'inglese Digital Terrestrial Television) è una tecnologia che permette di ricevere sul televisore di casa trasmissioni televisive del livello qualitativo e prestazionale della TV satellitare, senza però dover ricorrere all'installazione dell'antenna parabolica, ma, quasi sempre, utilizzando l'impianto ricevente preesistente, affiancato da un decoder.
In Europa è implementato impiegando gli standard definiti dal consorzio DVB, racchiusi sotto la denominazione DVB-T (Digital Video Broadcasting -Terrestrial).
La Televisione digitale Terrestre ad Alta definizione e la multimedialità interattiva:
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[modifica] Contesto
Oggi esistono diversi mezzi per irradiare un segnale televisivo. Le trasmissioni possono avvenire via radio, cavo, o radio via satellite, ed essere digitali o analogiche. Come digitale terrestre s'intende la trasmissione di segnali digitali via etere, generalmente usati per trasmettere audio e video.
Già dagli anni '70 negli Stati Uniti ed in Inghilterra dal 1998 iniziarono le prime prove con le trasmissioni televisive digitali terrestri con alterne fortune.
Secondo recenti normative a livello europeo, gli stati dell'Unione dovranno attrezzarsi per convertire l'intera rete di trasmissione televisiva nazionale in tecnologia DTT nei prossimi anni, secondo tempi decisi autonomamente dalle autorità dei vari Paesi.
[modifica] Transizione da analogico a digitale nel mondo
La trasmissione di tv digitale terrestre è stata pianificata in molti Paesi al fine di sostituire l'esistente tecnica di trasmissione analogica con quella digitale. La seguente tabella mostra il lancio del DTT in diversi Paesi:
Paese | Lancio ufficiale | Inizio del passaggio | Passaggio al digitale completato | Tecnica adottata |
---|---|---|---|---|
Regno Unito | 15 Novembre 1998 | Pianificato 2008 | Pianificato 2012 | DVB-T |
Irlanda | 1998 | N/A | Pianificato 2012 | DVB-T |
Svezia | Aprile, 1999 | 19 Settembre 2005 | 21 Novembre 2007 | DVB-T |
Spagna | Maggio 2000 | 2008 (Canali locali) | 3 Aprile 2010 (Altri canali; 2009 in Catalogna) | DVB-T |
Australia | 1 Gennaio 2001 | Pianificato 2010 | DVB-T | |
Finlandia | 27 Agosto 2001 | 31 Agosto 2007 | DVB-T | |
Svizzera | Inizio 2001 | Marzo 2002 | Ottobre 2009 | DVB-T |
Sud Corea | 2001 | Pianificato 2011 | ATSC | |
Germania | Novembre 2002 | Agosto 2003 | Pianificato 2008 | DVB-T |
Faroe Islands | 2002/2003 | Dicembre 2002 | DVB-T | |
Belgio | 2002/2003 | DVB-T | ||
Olanda | 2003 | 11 Dicembre 2006 | DVB-T | |
Giappone | 1 Dicembre 2003 | Pianificato 24 Luglio 2011 | ISDB-T | |
ITALIA | 1 Gennaio 2004 | TBC by government | DVB-T con mhp | |
Albania | Agosto 2005 | DVB-T | ||
Francia | 31 Marzo 2005 | Marzo 2008 | 30 Novembre 2011 | DVB-T |
Croazia | 2005 | 2010 | DVB-T | |
Grecia | 16 Gennaio 2006 | DVB-T | ||
Turchia | Febbraio 2006 (in sperimentazione) | DVB-T | ||
Danimarca | 31 Marzo 2006 | 1 Novembre 2009 | DVB-T | |
Sud Africa | Marzo 2006 | PIanificato 2009 | DVB-T | |
Lussemburgo | Aprile 2006 | 1 Settembre 2006 | 1 Settembre 2006 | DVB-T |
Filippine | Ottobre 2006 (in sperimentazione)/ 2007 | PIanificato 2010 | Pianificato 2015 | Test con DVB-T |
Malesia | Settembre 2006 (in sperimentazione) | 2015 | Test con DVB-T | |
Portogallo | Settembre 2006 (in sperimentazione) | 2010? | 2012? | DVB-T |
Hong Kong | 2007 | 2012 | Test con DVB-T | |
Norvegia | Autunno 2007 | 2008? | Fine 2009 | DVB-T |
Nuova Zelanda | 2007 | Da 2012 a 2016 | Test con DVB-T | |
Stati Uniti | 17 Febbraio 2009 | ATSC | ||
Canada | ATSC | |||
Messico | ATSC | |||
Austria | 26 Ottobre 2006 | Marzo 2007 | DVB-T con MHP |
In Italia si sta provvedendo al estendere il digitale terrestre con delle sperimentazioni pilota. Dal 1 marzo nella zona di Cagliari tre televizioni nazionali (Rai 2, Rete 4 e La7) sono trasmesse escusivamente sul digitale terrestre. Questo passaggio è stato fatto per testare sulla popolazione l'accoglienza del digitale terrestre.[1]
[modifica] Confronto con l'attuale tecnologia analogica
Con il sistema analogico riceviamo un segnale trasmesso attraverso l’etere da un trasmettitore che raggiunge l'antenna sul tetto. Quest'onda elettromagnetica rappresenta più o meno fedelmente l'onda elettrica in uscita dalla telecamera che riprende la scena trasmessa, la quale viene riprodotta sullo schermo televisivo secondo la tecnica propria dell'apparecchio (che può essere del tipo a tubo catodico (CRT), a cristalli liquidi (LCD) oppure "al plasma"). Con il sistema digitale, invece, si trasmette sempre un'onda elettromagnetica che però non è copia dell'onda elettrica generata dalla telecamera ma un flusso di bit, un flusso di dati binari, cioè in grado di assumere soltanto due valori. La trasformazione dell'onda elettrica in uscita dalla telecamera in flusso di dati digitali da trasmettere attraverso un'onda elettromagnetica è fatta dai circuiti di conversione analogico/digitale (A/D) che si trovano oggi direttamente dentro le telecamere, garantendo così un segnale digitale sin dai primi circuiti da attraversare. Nel flusso dei dati trasmessi, oltre alle immagini in movimento e ai suoni, possono essere incorporati dati che rappresentano qualcos'altro: lettere, programmi software, immagini fisse, comandi, più o meno come accade da tempo con il Televideo. In particolare, il sistema digitale terrestre approvato in Italia prevede l'uso della trasmissione dei dati aggiuntivi per la distribuzione di programmi software scritti secondo lo standard Multimedia Home Platform. Attraverso l'interprete dei dati MHP incorporato in molti ricevitori è possibile usufruire dei servizi offerti dalle applicazioni. Il ricevitore occorrente per usufruire del servizio è detto "decoder" (o set top box) ed è composto da una parte sintonizzatrice identica a quella in uso con la televisione analogica ma anche di una sezione che converte il segnale digitale ricevuto dai circuiti di sintonia in segnale analogico da inviare al televisore, oltre ad altre circuitazioni come quella che gestisce le carte di accesso condizionato necessarie per la visione dei programmi a pagamento.
[modifica] I vantaggi
[modifica] Qualità dell'immagine
Il principale vantaggio della tecnologia di trasmissione digitale del segnale è la qualità. Il secondo vantaggio è l'indifferenza ai disturbi in ricezione. Il flusso dei dati digitali che rappresentano il programma prima della trasmissione viene compresso per ridurre la banda passante necessaria secondo un algoritmo detto MPEG-2 la cui definizione è dovuta soprattutto ad un ricercatore italiano, Prof. Leonardo Chiariglione, attualmente professore presso l'università di Daejeon in Corea del Sud. Il flusso digitale del segnale, pur garantendo la qualità della trasmissione, non può migliorare la qualità del quadro video fornito in ingresso ai convertitori A/D. Il programma televisivo rappresentato segue sempre lo standard PAL, lo stesso della televisione analogica che però può essere fruito al massimo delle sue possibilità: le linee che compongono il quadro passano dalle circa quattrocento delle migliori trasmissioni analogiche alle quasi 600 previste dallo standard PAL e sfruttabili dai comuni televisori. Collegando per la visione un moderno televisore LCD che potrebbe visualizzare più linee orizzontali, per es. 768 linee, la risoluzione del quadro non migliora, viene semplicemente adattata aggiungendo le linee che mancano. Il sistema digitale terrestre, come tutti i sistemi digitali, è però facilmente migliorabile: utilizzando la stessa infrastruttura sarà possibile trasmettere dati che rappresentano non più un quadro televisivo di tipo PAL ma anche quadri con risoluzioni più elevate, fino ad arrivare alla risoluzione di 1080 linee verticali che rappresentano oggi la cosiddetta "alta definizione" piena, oppure le 720 linee dell'alta definizione ridotta.
[modifica] Aumento del numero di canali disponibili
Un secondo vantaggio del digitale terrestre riguarda la risoluzione del problema del sovraffollamento delle bande di frequenza terrestri, le quali sono limitate in Italia a circa 55 nazionali riservate alle trasmissioni tv.
Il digitale terrestre permette di moltiplicare, a parità di frequenze radio disponibili, il numero dei programmi televisivi trasmessi. Su ogni canale televisivo viene trasmesso un flusso di dati che trasporta nello stesso momento con la tecnica del multiplex un certo numero di programmi televisivi diversi. Non esiste un numero fisso di programmi televisivi che si possono trasmettere perché questo è funzione della larghezza di banda occupata da ciascun programma, tenendo presente che la larghezza di banda massima a disposizione per singolo canale è circa 24 Mbit/sec. In un canale si possono così trasmettere quattro programmi da 6 Mbit/sec l'uno, oppure dodici programmi da 2 Mbit/sec ciascuno, ovviamente con una minore qualità delle immagini. È ovviamente possibile trasmettere anche un solo programma da 24 Mbit/sec ad alta qualità, per esempio con una definizione maggiore. Attualmente l'ipotesi è solamente teorica, perché la trasmissione, per essere realmente fruibile, avrebbe bisogno anche di un ricevitore in grado di fornire in uscita un segnale ad alta definizione, e anche il display (televisore o monitor) dovrebbe essere ad alta definizione.
[modifica] Interattività
La trasmissione digitale consentirà di interagire con la televisione; ciò consiste nella possibilità di dialogare attraverso il decoder, munito di modem, con l'emittente. Mentre con le trasmissioni analogiche gli impianti funzionano da semplici ricevitori, con le trasmissioni digitali è possibile interagire con l'emittente attraverso un decoder che adotta lo standard compatibile con il digitale terrestre, detto MHP. Si potrà partecipare a programmi televisivi a quiz, rispondere a domande e sondaggi, interrogare il portale su alcuni servizi come quelli del proprio comune, eseguire operazioni bancarie, eccetera.
Alcuni sostengono che questo porterà vantaggi non solo per gli utenti, ma ancor di più per le aziende televisive e per quelle pubblicitarie perché, vista l'esperienza inglese con la televisione digitale, essa sarà gratuita e gli unici guadagni verranno da questo settore.
Si deve considerare che per poter interagire con un canale digitale ci si deve connettere via modem v.90, ISDN, ADSL o usando le reti cellulari GPRS/UMTS, e probabilmente pagare una tariffa d'utilizzo aggiuntiva. Ciò è necessario perché le antenne sono solamente riceventi. In teoria le si potrebbe trasformare da riceventi in ricetrasmittenti, ma ciò sarebbe molto più complicato.
Per l'utilizzo delle funzioni interattive c'è stato un accordo tra le case di produzione su indicazione del governo che ha stabilito che ogni decoder debba avere 4 tasti posti sul telecomando, di quattro colori diversi (come succede già in alcuni modelli per semplificare l'uso del Televideo), in modo da semplificare all'utente il servizio.
[modifica] Meno stazioni di trasmissione
Un altro beneficio collegato al digitale terrestre è legato alla trasmissione del segnale: serve molta meno potenza, circa un decimo di quella necessaria per l'analogico ed è prevista una riduzione del numero di stazioni trasmittenti sul territorio, una per provincia. Nonostante il rischio legato all’elettrosmog non sia stato dimostrato essere effettivamente pericoloso si tratta comunque di una positiva novità del sistema digitale. Va inoltre evidenziata la possibilita' di trasmettere in isofrequenza, tecnica che non era possibile implementare nelle trasmissioni televisive analogiche. Questa evoluzione tecnologica permette di inviare lo stesso segnale sulla medesima frequenza contemporaneamente da piu' siti trasmittenti. Sebbene al momento in Italia pare non sia stata ancora adottata su vasta scala per via dell'impossibilita' di trovare uno stesso canale libero su un ampio territorio (ad esempio una regione), sarebbe auspicabile un futuro utilizzo in tal senso sia per liberare canali che per un'ottica di tv/radio mobile. Infatti se ad esempio a livello di regione venisse utilizzata una stessa frequenza, ci si potrebbe spostare senza necessita' di risintonizzazione e inoltre ci sarebbe la possibilita' di fornire il servizio anche alle zone montane peggio servite utilizzando appunto piccoli trasmettitori isofrequenza.
[modifica] Svantaggi
[modifica] Costi aggiuntivi
Gli svantaggi del digitale terrestre sono legati al costo di acquisto di nuovi apparecchi atti alla sua ricezione. È possibile acquistare televisori con decoder incorporato o affiancare al televisore che già si possiede un decoder. Tuttavia è raro che le televisioni con tuner digitale terrestre incorporato permettano l'accesso agli eventi pay e all'interattività (piattaforma mhp). Ad oggi gli unici televisori che supportano l'mhp e la pay tv sono quelli Humax; mentre televisori dotati di slot per cam al momento non risolvono il problema in quanto non esistono attualmente cam compatibili. Pertanto al momento per vedere eventi pay le soluzioni sono o l'acquisto di un decoder mhp o l'acquisto di un televisore Humax con decoder mhp integrato. In realtà si può sperare che in un futuro prossimo i televisori utilizzino sintonizzatori con segnale digitale terrestre e non più analogico, in questo modo ci sarebbe una naturale sostituzione degli apparecchi senza grossi impatti economici sui consumatori.
[modifica] Ricezione
Attualmente la copertura del digitale terrestre non è completa in Italia e molte zone sono soggette a temporanei black out.
A differenza del segnale analogico che ha una degradazione graduale (vale a dire, c'è una transizione continua tra la ricezione perfetta e l'impossibilità di vedere una qualunque immagine), il segnale digitale è un sistema quasi "on-off". Questo significa che sopra una certa soglia di rapporto segnale/rumore il segnale viene visualizzato perfettamente, con il software che riesce a ricostruirlo grazie alla ridondanza dei dati inviati via etere. Al ridursi del rapporto segnale/rumore il numero di errori di decodifica (Bit Error Rate o BER) cresce fino al punto in cui la correzione dell'errore diviene impossibile, con un passaggio repentino a una non fruibilità assoluta del segnale. In questa situazione, appaiono spesso disturbi tipici della codifica MPEG, quali "quadrettoni colorati" in luogo dell'immagine video e fischi e altri rumori anomali in luogo del normale audio.
La disposizione ministeriale che prevede solamente una stazione di trasmissione per provincia potrebbe creare problemi nelle zone montuose. I ripetitori installati sono attualmente una piccola frazione della copertura necessaria.
[modifica] Standard utilizzati
- Standard di trasmissione DVB-T in Europa
- Standard di trasmissione ATSC in America del Nord
- Codifica MPEG-2
[modifica] Note
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Libro bianco sulla Televisione Digitale Terrestre a cura dell'AGCOM
- Testo del Disegno di legge per la disciplina del settore televisivo nella fase di transizione alla tecnologia digitale
- Tutto sulla Televisione Digitale Terrestre: normativa , news, forum, evoluzione storica
Parte del contributo iniziale per questo articolo è tratto da questa pagina del sito Televisione Digitale Terrestre, col consenso dell'autore.