Teoria di Hamilton-Jacobi
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Il metodo di Hamilton-Jacobi riconduce alla risoluzione delle equazioni di Hamilton ricercando un'opportuna funzione generatrice che generi una trasformazione canonica, in modo che nelle nuove coordinate, la nuova hamiltoniana sia nulla.
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Per approfondire, vedi la voce Trasformazioni canoniche. |
La teoria di Hamilton-Jacobi deriva direttamente dal principio di Hamilton ampliato, principio che riproponiamo:
dove I' è l'azione ampliata che ci dice come un qualsiasi moto che si svolge tra le stesse configurazione estreme in modo che δqi(t1) = δqi(t2) = 0 rende stazionaria l'azione ampliata, cioè assume un valore massimo o minimo. In pratica definiti gli estremi delle coordinate q agli istanti t1,t2, si possono ricavare le equazioni canoniche di Hamilton da questa azione.
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Per approfondire, vedi la voce Principio variazionale di Hamilton. |
Dunque questa azione risulta determinata dalla coppia: qi(t1),qi(t2), la cui soluzione è la cosiddetta funzione caratteristica di Hamilton:
La soluzione di questo integrale (dove si è cambiata la variabile di integrazione) è quindi sottoposta alla conoscenza del moto, cioè bisognerebbe già conoscere il moto per risolvere questo integrale.
Indice |
[modifica] Equazioni di Hamilton-Jacobi
Pensiamo a risolvere l'integrale considerando uno spostamento virtuale delle coordinate δq per una variazione virtuale del tempo δt che corrisponde ad una variazione dell'integrale:
Questa variazione deve essere nulla affinché l'azione sia stazionaria. Sappiamo che S è una funzione di (qi(t1),t1),(qi(t2),t2) e quindi la sua variazione è anche uguale a:
Possiamo uguagliare termine a termine in via del tutto generale tra due istanti di tempo t,t0, ottenendo le equazioni di Hamilton-Jacobi (3):
In generale l'equazione di Hamilton-Jacobi, dipendente dal tempo, associata all'Hamiltoniana H(q,p,t) è:
dove S è la funzione principale di hamilton incognita (vedi sezione successiva).
[modifica] Metodo di Hamilton-Jacobi
Cerchiamo una particolare trasformazione canonica delle variabili (q,Q) alle variabili (p,P), che consideri la funzione principale di Hamilton come funzione generatrice della trasformazione, tra due istanti di tempo (t0,t), otterremo le equazioni di trasformazione:
In pratica l'evoluzione del moto discende da una particolare trasformazione canonica di cui la funzione pricipale di Hamilton è la funzione generatrice della trasformazione. La nuova Hamiltoniana diventa allora:
Ma questa nuova hamiltoniana deve essere nulla perché è proprio il principio ampliato di Hamilton che soddisfa le equazioni di Hamilton-Jacobi, da queste ricaviamo le equazioni di Hamilton:
dove ai,bi sono costanti. L'equazione:
è detta equazione di Hamilton-Jacobi, molto simile all'equazione della nuova hamiltoniana nelle trasformazioni canoniche. Questo per dire che la risoluzione della funzione principale di Hamilton è d'aiuto nella risoluzione del problema, se scegliamo S come funzione generatrice di una trasformazione canonica dalle vecchie coordinate e del tempo alle nuove coordinate, mantenendo la nuova hamiltoniana nulla, la soluzione dell'integrale sopra diventa banale poiché le equazioni del moto sarebbero altrettanto nulle cioè otterremo le 5).
[modifica] Funzione caratteristica di Hamilton
La soluzione della funzione principale di Hamilton ci fornisce una soluzione del moto scegliendola come funzione generatrice di una trasformazione canonica, imponendo che la nuova hamiltoniana sia nulla. Ma la vera utilità del metodo di Hamilton-Jacobi diventa palese se l'Hamiltoniana non dipende esplicitamente dal tempo. In questo caso possiamo sempre dividere l'equazione di hamilton-Jacobi in due parti:
la prima parte in cui si ha sola dipendenza delle q e la seconda in cui c'è solo dipendenza dal tempo. La soluzione allora è della forma:
dove avremo . La W(qi,ci,t) è chiamata funzione caratteristica di Hamilton. La derivata parziale:
è uguale alla costante H che è proprio l'Hamiltoniana. Cioè possiamo scegliere che la nuova hamiltoniana invece che nulla sia costante, ma la costante è proprio H stessa: in tal caso le equazioni del moto diventano:
le cui soluzioni invece sono nulle come nel caso 5):
dove di,ei sono le condizioni iniziali.
[modifica] Conclusioni
La teoria di Hamilton-Jacobi in definitiva si avvale di una qualche trasformazione canonica e segue il procedimento:
- Nel primo caso, quando H(q,p,t) si risolve la 6) e si cercano le trasformazioni alle nuove coordinate Qi,Pi imponendo che la nuova hamiltoniana sia K = 0. In questo caso la funzione generatrice corrisponde proprio alla funzione principale di Hamilton S(q,P,t) che soddisfa l'equazione di Hamilton-Jacobi
. Le equazioni del moto diventano banalmente
e
cioè otteniamo le n costanti 5).
- Nel secondo caso, quando H(q,p) non dipende esplicitamente dal tempo, si cercano le trasformazioni alle nuove coordinate Qi,Pi imponendo che la nuova hamiltoniana sia K = H(Pi) = c1. In questo caso la funzione generatrice corrisponde proprio alla funzione caratteristica di Hamilton W(q,P) che soddisfa l'equazione di Hamilton-Jacobi
. Le equazioni del moto diventano banalmente
e
cioè otteniamo le (n-1) costanti 10).