Videogioco arcade
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L'espressione videogioco arcade (letteralmente "videogioco da portico") si riferisce, in generale, a un videogioco che si gioca in una apposita postazione pubblica a gettoni o a monete, dotata di monitor, joystick, pulsanti, trackball o altro.
Questo tipo di macchina, in un certo senso discendente del flipper, si trova comunemente nei bar o in altri luoghi pubblici analoghi; le sale giochi spesso raccolgono solo, o soprattutto, videogiochi arcade. Le macchine vengono chiamate anche con il termine coin-op, abbreviativo di coin operated, in italiano "macchina a gettoni", sebbene il termine si possa riferire anche a giochi non necessariamente video, come i flipper.
Storicamente, gli arcade rappresentarono la prima generazione di videogiochi, e il primo contatto del pubblico con questa nuova forma di intrattenimento. Fra gli anni '70 e gli '80 vennero distribuiti in tutto il mondo arcade di enorme successo come Space Invaders, Defender, Asteroids, Tetris e Pac Man. Nonostante l'enorme evoluzione del settore, quei giochi pionieristici vengono ancora oggi considerati dei classici e riproposti, con un certo gusto vintage, su nuove piattaforme. Nel frattempo, l'importanza economica dei videogiochi nei luoghi pubblici è considerevolmente scemata a favore dei videogiochi per personal computer o per console. Per questo motivo, l'espressione videogioco arcade viene spesso usata per riferirsi alla generazione degli arcade "classici", oppure anche per indicare il tipo di gameplay "arcade", cioè rapido ed immediato, senza troppe pretese di realismo (per fare un esempio, i giochi della serie Gran Turismo sono delle simulazioni di guida, mentre quelli della serie Need for Speed sono dei giochi di guida arcade).
[modifica] Origini
La storia dei giochi arcade inizia nel 1962, anno in cui A.S. Douglas ottenne un master all'Università di Cambridge. L'università disponeva di un computer EDSAC e Douglas, che intendeva scrivere la propria tesi sull'interazione uomo-computer, lo usò per sviluppare un gioco grafico, il Tic-Tac-Toe (Tris).
Nel 1958 Willy Higinbotham creò una forma rudimentale di tennis elettronico usando un oscilloscopio come schermo; il suo esperimento non venne neppure brevettato per cui non ci fu alcun seguito. Liberati dal vincolo delle schede perforate, i programmatori furono capaci di esplorare alcuni primi aspetti di interattività con la macchina. Alcuni studenti del MIT, tra cui Steve Russell, verso il 1962 riuscirono a realizzare un gioco vero e proprio, che consisteva in una battaglia spaziale (Spacewar), una versione base di quello che diventerà il famosissimo arcade Asteroids, installato su un elaboratore DEC PDP-1, dal costo di 120.000 dollari. Questo gioco, contrariamente a quanto era accaduto nel caso di Willy Higinbotham, fu studiato e migliorato da molti studenti ed ebbe un ruolo fondamentale nell'apprendimento delle basi per progettare un videogioco. Lo stesso Nolan Bushnell, studente all'Università dello Utah, ne trasse profitto. Nel 1966 Ralph Baer, ingegnere capo della Sanders Associates, iniziò a a lavorare su quello che definiva "un progetto per un utilizzo alternativo degli apparecchi televisivi". Contro il parere dei suoi superiori, convinti che fosse soltanto di una perdita di tempo, Baer mise in piedi una piccola ma agguerrita squadra di tecnici per realizzare sul televisore innovative funzionalità di gioco interattivo. Nacque così il primo prototipo di videogioco destinato al mercato domestico, ma le difficoltà sono maggiori del previsto e il progetto non decollerà prima del 1971. Nel 1983 tutte le industrie produttrici di videogiochi arcade vennero investite da una violenta crisi.
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