Colonna (famiglia)
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Nonostante la storia della famiglia Colonna sia lunga 900 anni, esiste pochissimo materiale originale che parli di loro, perché questa casata fa parte di quella aristocrazia che non ha mai voluto apparire: niente vita mondana, niente foto, solo riservatezza. Alcuni storici la definiscono "famiglia principesca italiana" e sottolineano il ruolo di questa casata nella storia di Roma e in quella della Chiesa; furono spesso in lotta con i Pontefici e con le altre famiglie nobili romane come i Caetani e gli Orsini.
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[modifica] Le origini
Secondo una tradizione non verificata, il loro nome deriverebbe dalla colonna Traiana, presso la quale i Colonna avrebbero avuto la loro dimora avita. In realtà, il loro nome deriva da un loro possedimento: il castello della "Colonna", situato sui Colli Albani, che la famiglia possedeva fin dall'XI secolo. Sempre secondo fonti non verificate, sembra che le loro origini deriverebbero dai Conti di Tuscolo e, quindi, da Alberico I, duca di Spoleto (X Secolo). La prima cosa sicura è che, alla metà del XIII secolo, la famiglia possedeva a Roma il Mausoleo di Augusto ed il monte Citorio, mentre fuori Roma possedeva vari Borghi: Palestrina, Zagarolo, Capranica, Pietraporzia. Un certo Petrus de Columna è il primo dei Colonna di cui si ha conoscenza storica; questi visse alla fine dell'XI secolo e fu prima nemico e poi alleato di Papa Onorio II. Da quest'epoca, la famiglia iniziò a crescere in potenza, soprattutto, perché alcuni dei suoi membri divennero cardinali: fra essi Giovanni, cardinale di Santa Prisca nel 1193 e cardinale vescovo di Sabina nel 1205, protettore di Francesco d'Assisi. Un altro Giovanni fu cardinale di Santa Prassede dal 1212 e, proprio con quest'ultimo, che favoriva i ghibellini, iniziarono le ostilità contro gli Orsini, ferventi guelfi. Le lotte continuarono con Ottone Colonna, senatore di Roma (1279-1280) e con il figlio di costui, Pietro, anch'egli creato cardinale nel 1288 da Niccolò IV. Un terzo Giovanni, nipote del cardinale di Santa Prassede, studiò a Parigi, fu domenicano, arcivescovo di Messina (1255) e vicario di Roma (1262); accompagnò come legato l'esercito di Luigi IX in Egitto, dove, catturato dai Saraceni, fu da loro liberato per il suo coraggio.
[modifica] Bonifacio VIII ed i Colonna
L'episodio attraverso il quale i Colonna salirono alla ribalta fu dovuto ai due cardinali Giacomo e Pietro (zio e nipote), i quali, allacciate relazioni con Filippo il Bello, re di Francia, ruppero i rapporti con Papa Bonifacio VIII Caetani, che li condannò in concistoro insieme a Stefano Colonna il Vecchio e a Sciarra; i seguaci della famiglia risposero dichiarando illegittima l'elezione di Bonifacio VIII, ottenuta mediante la rinuncia, estorta, a Celestino V e dichiararono decaduto il Papa. A questo episodio seguì un durissimo assedio a Palestrina, che fu presa e rasa al suolo. Rifugiatisi in Francia, i membri più importanti della famiglia, con l'aiuto di Filippo il Bello, organizzarono una spedizione che portò all'oltraggio ed alla cattura del Papa nel Palazzo di Anagni (7 settembre 1303). Il vecchio Papa liberato dal popolo di Anagni, scomunicò il Re, ma morì pochi giorni dopo a Roma; era l'11 novembre 1303. Con l'elezione di Clemente V, i Colonna furono reintegrati nei loro diritti e possessi, ma la loro contesa con gli Orsini si accentuò. Fra le due famiglie si alternarono periodi di scontri e periodi di pacificazione, anche se non mancarono tentativi di pacificazione suggellati da vincoli matrimoniali fra i membri delle due famiglie. Nel periodo in cui Stefano il Vecchio era senatore di Roma (1339), la famiglia divenne la vera padrona della città. In questo periodo Cola di Rienzo, con l'appoggio del Papa, nel 1344, tornò a Roma. In poco tempo si guadagnò il favore popolare ed organizzò (maggio 1347) una congiura antinobiliare, durante la quale molti dei Colonna furono trucidati presso Porta San Lorenzo (20 novembre 1347).
[modifica] Papa Martino V - Ramo Gallicano
Con Martino V (Oddone Colonna), Papa dal 1417 al 1431, che succedette a Gregorio XIII, il potere temporale del papato ebbe un nuovo periodo di splendore. Pur avendo partecipato al Concilio di Pisa (1409) ed a quello di Costanza (1414-1418), appoggiando tesi conciliaristiche fra la Chiesa di Avignone e quella di Roma, dopo il suo rientro a Roma (1420), Martino V lavorò per la riedificazione spirituale e morale dell'autorità pontificia, rifiutando l'applicazione dei decreti conciliari che ledevano l'autorità papale. Dopo varie trattative, riuscì a sanare il grande scisma, ottenendo la rinuncia dell'Antipapa Clemente VIII (1429). Contrastò le tendenze autonomiste della nazione francese e si dimostrò tollerante verso gli ebrei, mitigando le misure vessatorie introdotte contro di loro dal suo predecessore. Protesse e favorì largamente gli esponenti della sua famiglia che acquisirono molti feudi in Italia meridionale (Amalfi, Salerno) e nel Lazio (Ardea, Nettuno, Astura, Frascati, Rocca di Papa, Capranica e Paliano), dando inizio a quella pratica che va sotto il nome di Nepotismo. Morì a Roma nel 1431; gli succedette Eugenio IV.
[modifica] Altri Colonna illustri
Da ricordare Lorenzo Onofrio Colonna, Conte di Amalfi e fratello di Martino V, che sposò Sveva Caetani, discendente di quella famiglia Caetani già nemica dei Colonna, e da cui nacquero Prospero e Antonio, Cardinale il primo nel 1430 e Principe di Salerno e nemico di Papa Eugenio IV e degli Orsini, il secondo. Nel ‘400, la dinastia dei Colonna annoverò altri cardinali ed uomini d'arme, subendo spesso sconfitte ad opera degli Orsini che arrivarono perfino a distruggere Palazzo Colonna. Nel XVI secolo, si distinse Marcantonio Colonna, figlio di Fabrizio, Duca di Paliano, nominato nel 1570 Capitano generale della flotta pontificia contro i Turchi. L'anno seguente, Marcantonio, nominato Luogotenente nella Lega cristiana, contribuì a formare una nuova armata navale contro i Turchi, distinguendosi per valore ed intelligenza nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571). Nel 1577, divenne viceré di Filippo II di Spagna in Sicilia, carica nella quale si distinse e che tenne fino alla morte, nel 1584. Altro personaggio da ricordare è Vittoria Colonna (1490-1547), celebre poetessa, sposa nel 1509 di Ferdinando d'Avalos, con cui visse nel Castello aragonese di Ischia fino alla morte del marito nel 1525. Un ultimo violento conflitto, dopo la metà del XVI secolo, oppose Paolo IV Carafa ai Colonna, che vennero scomunicati e privati dei loro domini, in parte recuperati successivamente. Alcuni feudi (Zagarolo, Colonna) passarono ai Ludovisi, altri (Palestrina) ai Barberini. Va però ricordato che i Colonna, da oltre un secolo, avevano acquisito nuovi interessi nel Napoletano dove ricoprivano con frequenza, le cariche di Viceré o di Gran Connestabile, legandosi così alla Spagna; dal XVII secolo in poi cessarono le lotte con gli Orsini ed i Papi, i quali confermarono alla famiglia il titolo di "Principe assistente al soglio pontificio". Altra informazione importante è che la famiglia Colonna era suddivisa in vari rami. Il ramo dei Paliano Genazzano, esistente dal XV secolo di cui fecero parte: Marcantonio II di Paliano, Viceré in Sicilia (1535-1584), con cui la carica di Gran connestabile del Regno di Napoli divenne ereditaria; Prospero Colonna, ammiraglio della flotta pontificia a Tunisi (1573) ed altri esponenti che si fecero valere nelle armi (Marcantonio V), nelle scienze (Fabio Colonna) ed altri come principi della Chiesa. Dal ramo Paliano derivò il ramo di Stigliano (1700) di cui possiamo ricordare personaggi che si avvicinano ai giorni nostri come Fabrizio Colonna (1848-1923), Vicepresidente della Camera dei deputati e Senatore dal 1889, Prospero Colonna (1858-1937), anch'egli senatore e sindaco di Roma, il figlio di quest'ultimo Piero Colonna (1891-1939), Governatore di Roma nel 1936. Fra i figli di Fabrizio: Ascanio Colonna (1883-1971) fu ministro a Stoccolma e ambasciatore d'Italia a Washington, mentre un altro diplomatico è Guido Colonna, già vicesegretario generale della NATO ed ambasciatore d'Italia a Oslo. Nel ramo di Zagarolo che si estinse nel 1661, troviamo altri nomi illustri: Marcantonio, cardinale (1523-1597), Ascanio, cardinale (1555-1608), Pompeo che difese Malta contro i Turchi e combatté a Lepanto, Marzio, figlio di Pompeo, generale di Papa Clemente VIII, che ebbe parte nella vicenda di Beatrice Cenci (1599). Il ramo Palestrina continuò nonostante la vendita del feudo ai Barberini (1630), poiché Urbano VIII trasferì a Carbognano il titolo principesco. Nel ramo troviamo: Francesco Colonna (m.1636) che combatté a fianco di Alessandro Farnese nelle Fiandre; Giulio Cesare Colonna, principe di Carbognano, che sposò Cornelia Barberini, ultima discendente della famiglia. Da allora il ramo Palestrina si chiamò Barberini-Colonna di Sciarra, estinguendosi nella linea maschile con Urbano Colonna, tenente pilota caduto in combattimento nei cieli di Malta nel 1942. Occorre anche considerare il ramo siciliano dei Colonna-Romano, suddiviso nei rami di Duca di Cesarò, Marchese di Fiumedinisi, Barone di San Calogero Godrano, Barone di Iancascio e Realturco, e di Principe di Lascari, Duca di Reitano, Barone del Biscotto, Barone di Francavilla Oliveto. Il ramo dei Colonna Duchi di Cesarò rientra tra i pari del Regno di Sicilia.
[modifica] Voci correlate
- Vittoria Colonna, amica di Michelangelo
- Sciarra Colonna
- Marcantonio Colonna (1535 - 1584)
- Cardinal Marcantonio Colonna (1724 - 1793)
- Prospero Colonna
- Palazzo Colonna
- papa Paolo IV
[modifica] Bibliografia
- Anthony Majanlahti, Guida completa alle grandi famiglie di Roma, Milano 2005
[modifica] Collegamenti esterni
- storia della famiglia
- genealogia della famiglia Colonna
- (EN) genealogia recente della famiglia Colonna
- Sito della Galleria Colonna
- Genealogia della famiglia Colonna
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