Nota musicale
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La nota musicale è il segno con cui si rappresentano i suoni usati nella musica ed è il fondamento base su cui essa si articola. Le note rappresentano le lettere dell'alfabeto musicale. Quando sono scritte sul pentagramma, sono rappresentate da pallini o cerchietti ovali; quando sono espresse musicalmente sono dei suoni emessi da strumenti o dalla voce umana.
Indice |
[modifica] Nomi delle note
Due note, di cui una ha frequenza doppia rispetto all'altra, sembrano molto simili e di conseguenza sono comunemente chiamate con lo stesso nome. L'intervallo determinato da queste note è detto ottava. Pertanto, per identificare una nota in modo univoco si deve indicare anche l'ottava di appartenenza.
Le note musicali della scala diatonica sono sette:
In realtà, se consideriamo tutte e 12 le note della scala cromatica ci sono altre 5 note che si ottengono abbassando o alzando di un semitono le 7 note diatoniche mediante bemolle ( ) e diesis (
).
Nome | prima | seconda | terza | quarta | quinta | sesta | settima | |||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Naturali | Do | Re | Mi | Fa | Sol | La | Si | |||||
Diesis | Do♯ | Re♯ | Fa♯ | Sol♯ | La♯ | |||||||
Bemolle | Re♭ | Mi♭ | Sol♭ | La♭ | Si♭ | |||||||
Varianti | Ut | - | - | - | So | - | Ti | |||||
Anglosassoni | C | D | E | F | G | A | B | |||||
Diesis (testo) | Cis | Dis | Fis | Gis | Ais | |||||||
Bemolle (testo) | Des | Es | Ges | As | Bes | |||||||
Tedesche | C | D | E | F | G | A | B | H |
[modifica] Storia
Gli antichi non conoscevano una notazione musicale propriamente detta, limitandosi a indicare i suoni della scala diatonica con le prime lettere dell'alfabeto.
Nel Medioevo, a causa della crescente difficoltà nel memorizzare melodie sempre più lunghe ed articolate, nacque l'esigenza di "notare" sopra il testo da cantare alcuni segni (detti neumi) che aiutassero i cantori a ricordare la direzione (ascendente o discendente) della linea melodica. Da questi embrionali aiuti mnemonici nacque a poco a poco la moderna notazione, le cui tappe storiche fondamentali sono l'introduzione del tetragramma (attribuita a Guido d'Arezzo durante la sua permanenza presso l'Abbazia di Pomposa), e la scrittura delle durate, (inventata da Francone da Colonia) ottenuta proporzionalmente, cioè non indicando la durata effettiva della nota, ma la durata di essa in proporzione alle altre dello stesso brano.
Oggi le note hanno l'aspetto di un cerchietto vuoto o pieno, su cui si innesta un gambo (piccola asticella segnata sotto o sopra la nota) e le eventuali code, utilizzate per segnare i valori più piccoli (cioè le durate più brevi).
Gli attuali nomi delle note in uso nei paesi latini risalgono al XII secolo e la definizione del loro criterio e del loro nome è attribuita a Guido d'Arezzo; corrispondono alle sillabe iniziali dei primi sei versetti dell'inno Ut queant laxis:
![]() «Ut queant laxis
Resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum Solve polluti Labii reatum, Sancte Iohannes» |
![]() «Affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o santo Giovanni, dalle loro labbra indegne»
|
Nel XVI secolo la settima nota riceve il suo nome definitivo (Si, dalle iniziali di Sancte Iohannes) e nel XVII secolo in Italia la nota Ut viene sostituita con il nome attuale Do, da una proposta del musicologo Giovanni Battista Doni: formalmente la sillaba venne considerata difficile da pronunciare e sostituita da quella iniziale di Dominus, il Signore, ma probabilmente non ci si sbaglia a pensare che il cognome del musicologo abbia giocato una parte importante. In Francia questa modifica non venne fatta, e ancora oggi si usa il nome "ut" per la prima nota.
[modifica] Notazioni alternative
[modifica] La notazione letterale
Anticamente si usava una notazione di origine greca che utilizzava le lettere dell'alfabeto. Tale notazione è ancora in uso nei paesi di lingua inglese:
A = La · B = Si · C = Do · D = Re · E = Mi · F = Fa · G = Sol
La notazione letterale è tuttora in uso anche nei paesi di lingua tedesca, con un'unica differenza: la nota Si viene indicata con la lettera H (mentre B corrisponde al Si bemolle).
[modifica] La notazione sopra gli articoli delle dita delle mani
All'arcidiacono della cattedrale di Forlì Ugolino da Orvieto (XV secolo) è attribuito un sistema di notazione definito: "delle note sopra gli articoli delle dita delle mani", di cui egli, "glorioso musico" e "uomo famoso assai", sarebbe appunto l'inventore.
[modifica] Le note sul pentagramma
Ecco come appaiono le sette note musicali sul pentagramma, nella scala diatonica di Do in chiave di violino. Le note possono indicare anche la durata, vedasi Durata di una nota musicale.
[modifica] Frequenza delle note
In linea di principio, la musica può essere composta da note di frequenza arbitraria. Per ragioni storiche e psicoacustiche, si è consolidato l'uso di dodici note per ottava, specialmente nella musica occidentale. Queste note a frequenza fissa sono in relazione matematica fra loro, e sono calcolate a partire da una nota fondamentale la cui frequenza è stabilita per convenzione. Recentemente si è stabilito che il La3, rappresentato in chiave di violino nel secondo spazio del pentagramma, corrisponda a una frequenza acustica di 440 Hz.
Ogni nota è separata dal La3 da un numero intero di semitoni. E ogni 12 semitoni si ha un raddoppio di frequenza. Quindi, la frequenza di una nota che dista n semitoni dalla fondamentale è data dalla formula:
Per esempio, troviamo la frequeza del Do immediatamente sopra al La3 (Do4). Per ottenere il Do4 devo aggiungere tre semitoni:
- La —1→ La♯ —2→ Si —3→ Do
Il segno di n è importante; per esempio, il Fa immediatamente sotto il La3 è il Fa3. Devo quindi sottrarre 4 semitoni:
- La —1→ La
—2→ Sol —3→ Sol
—4→ Fa
Quindi:
Infine, si vede che ogni dodici semitoni si ha una frequenza doppia, ovvero un intervallo di un ottava.
[modifica] Voci correlate
Note musicali | ||
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Do | Re | Mi | Fa | Sol | La | Si | (Ut) | ![]() |