Partito Comunista Cinese
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Il Partito Comunista Cinese (PCC) (semplificato 中国共产党 , tradizionale 中國共產黨 ), nato nel 1921, non a seguito di una scissione, come i Partiti Comunisti europei, ma per diretto influsso della Rivoluzione d'ottobre, è stato ed è uno dei grandi protagonisti della storia e della politica cinese. Nel 1949, a seguito della sconfitta del Guomindang (partito nazionalista) di Chiang Kai-shek nella guerra civile è diventato il partito unico di governo della Repubblica Popolare Cinese. Nei suoi settant'anni di storia il PCC ha cambiato spesso il suo indirizzo politico e la sua struttura organizzativa, per adattarsi ai mutamenti di condizioni che lo hanno visto trasformarsi da partito dell'intellighenzia progressista e del proletariato urbano alleato con il Guomindang all'inizio degli anni venti, piccolo gruppo di militanti e guerriglieri duramente perseguitati negli anni trenta, organizzatore di un massiccio movimento di resistenza e di guerriglia durante la seconda guerra mondiale, vincitore della guerra civile contro il partito nazionalista del kuomintang negli anni quaranta e infine forza di governo a capo di un sistema politico autoritario dal 1949 a oggi. Dopo il 1989 ha abbandonato l'ideologia marxista ortodossa per il 'socialismo cinese', ideologia che asserisce di conciliare il comunismo con l'economia di mercato.
Il Partito comunista cinese conta circa 66 milioni di membri che lo rendono il più grande partito politico del mondo.[1]
Indice |
[modifica] Dirigenti del partito
Presidenti del Comitato centrale:
- Chen Duxiu (1921-1927)
- Mao Zedong (1929-1976)
- Hua Guofeng (1976-1981)
- Hu Yaobang (1981-1982)
La carica di Presidente è stata abolita nel 1982 e i poteri riservati al Presidente sono passati al Segretario Generale.
Segretari Generali:
- Deng Xiaoping (1956-1966)
- Hu Yaobang (1980-1987)
- Zhao Ziyang (1987-1989)
- Jiang Zemin (1989-2002)
- Hu Jintao (dal 2002)
[modifica] Le origini: il Movimento del 4 Maggio 1919
Il PCC nasce in uno dei momenti più difficili per la Cina, messa in ginocchio dall'imperialismo occidentale e giapponese e minacciata dalla disgregazione politica e dal potere di vari "signori della guerra". Proprio nella protesta che si sviluppò contro l'imperialismo giapponese possiamo vedere la nascita di quei fermenti politici che avrebbero portato alla sua costituzione.
Nel 1915 il Giappone aveva infatti presentato le sue “21 domande” alla Cina, che rompevano definitivamente con la politica dell’open door e miravano a trasformare la Cina in una colonia di fatto. Il 4 maggio 1919, dopo che il Trattato di Versailles aveva stabilito che gli ex-diritti tedeschi passassero ai giapponesi, manifestazioni scoppiarono in tutte le principali città della Cina. Questo Movimento del 4 Maggio 1919 si spinse molto oltre i precedenti movimenti anti-imperialisti e si sviluppò su una linea indipendente dall’elaborazione politica che negli stessi anni veniva condotta da Sun Yat-sen.
Tra i principali animatori delle proteste c’era il giornalista Chen Duxiu, che nel 1915 aveva fondato il Periodico “Gioventù Nuova”. Sulla sua onda all’interno delle Università si affermava un movimento di rinnovamento culturale che predicava l’eguaglianza, promuoveva l’istruzione di massa, aggrediva la morale confuciana su cui aveva poggiato per millenni l'organizzazione sociale della Cina, il culto della gerarchia, dell’autorità e della famiglia. Intellettuali e nuovo proletariato urbano trovarono il loro punto di riferimento non tanto nella democrazia europea e americana e nella modernizzazione giapponese, che erano state la fonte d’ispirazione di Sun Yat-sen, quanto piuttosto nella Rivoluzione d’Ottobre scoppiata in Russia nel 1917. Subito dopo le dimostrazioni del 4 Maggio cominciarono a comparire in Cina circoli operai, associazioni per lo studio del marxismo, leghe sindacali. A Pechino Li Dazhao pubblicava “La voce del Lavoro”, nello Hunan Mao Zedong fondava una Lega socialista della gioventù, a Shanghai circolava un periodico intitolato ”Il comunista”. A differenza che in occidente il movimento comunista cinese non nacque da una scissione e dalla frattura con una precedente tradizione socialdemocratica ma direttamente sotto l’influsso dell’Unione Sovietica.
[modifica] Nascita e alleanza con Sun Yat-sen
Nel 1921, con la collaborazione del Comintern, il PCC venne fondato a Shanghai e Chen Duxiu nominato segretario. La posizione dell’Internazionale comunista per quanto riguarda i paesi colonizzati, che fu fatta propria dai cinesi, chiedeva ai nascenti partiti comunisti di cercare l’alleanza con la borghesia nazionale per affrontare la lotta per l’indipendenza. La rivoluzione comunista, si pensava, doveva essere preceduta da una rivoluzione democratico-borghese, che avrebbe spazzato via ogni residuo di feudalesimo e gettato le basi di un’economia moderna.
Inevitabilmente questa posizione portò alla ricerca di un accordo con Sun Yat-sen che nel 1917 a Canton aveva organizzato un proprio governo e rimesso in piedi il suo partito, Guomindang. L’autorità centrale infatti andava scomparendo dopo la morte di Yuan Shikai, il primo presidente della Repubblica di Cina che aveva cercato con un colpo di mano di farsi proclamare imperatore ma aveva fallito. Le stesse potenze straniere si trovarono in difficoltà: come imporre la propria volontà a un governo che non esiste più? La Cina cadeva a poco a poco nelle mani di banditi e signori della guerra. Tanto i comunisti che Sun Yat-sen volevano porre fine a questo stato di cose.
Nel gennaio 1923 Sun Yat-sen si decise a incontrare il delegato sovietico Ioffe e ne scaturì la dichiarazione Sun-Yoffe: i sovietici ammettevano l’impossibilità di istaurare per il momento un governo comunista in Cina e si impegnavano a dare tutto il loro appoggio alla realizzazione dell’indipendenza e dell’unità nazionale del paese. Poco dopo il Manifesto programmatico del Congresso del Guomindang, affermava tre indirizzi politici: alleanza con l’Unione Sovietica, cooperazione con i comunisti e aiuto ai contadini e agli operai.
[modifica] Note e riferimenti
- ↑ How China is ruled, «BBC News». Riportato il 15 ottobre 2006.
[modifica] Voci correlate (in ordine gerarchico)
- Presidente del Partito Comunista Cinese
- Segretario Generale del Partito Comunista Cinese
- Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese
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- Politburo del Partito Comunista Cinese
- Segretariato Generale del Partito Comunista Cinese
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