Pedofilia
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Il termine pedofilia deriva dal greco pais (fanciullo/a) e filos (amante). Indica l'attrazione sessuale da parte di persone adulte verso i bambini; di diverso significato, ma correlato, il termine pederastia. Nell'accezione più comune, il termine si discosta dal significato prettamente sintattico, termine corretto sarebbe infatti pedomania e viene usato per indicare chi abusa sessualmente di un bambino.
Si calcola che il 90% di quanti commettano un atto di abuso verso i bambini, abbia subito un'analoga violenza nell'infanzia. Un dato di questo genere rende difficile legiferare in materia: da un lato evidenzia la gravità del danno subito dal bambino (e quindi della colpa del reo), dall'altro lascia intuire la difficoltà di stabilire capacità di intendere e di volere del reo in quanto è possibile che sia affetto da turbe psichiche (o raptus improvvisi) a causa di violenze subite nell'infanzia.
Affermare che nel 90% viene commessa la violenza non è giuridicamente sufficiente a stabilire un nesso causa-effetto fra la violenza subita nell'infanzia e quella commessa, tale da discolpare il reato, ma lascia pensare che si tratti quasi di una sorta di automatismo.
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[modifica] Pedofilia e psicologia
Sigmund Freud si accorse in numerose sedute di psicanalisi che i ricordi che il metodo dell'associazione libera faceva riafforare a coscienza nei suoi pazienti, non erano plausibilmente veri. Spesso si trattava di fantasie erotiche infantili mai realmente vissute che erano un prodotto dell'inconscio, come i sogni. Freud spiegò queste fantasie coll'esistenza di una sessualità infantile e di istinti che l'educazione insegna presto al bambino a reprimere.
La rimozione esercitata su questi istinti consente loro di affiorare a coscienza solo con lo sforzo dell'associazione libera, non nelle occasioni quotidiane. La loro presenza crea un desiderio che in qualche modo deve essere appagato.
Se si esercita una rimozione, si ha un sintomo nevrotico come può essere una fantasia che potrebbe non emergere mai a coscienza, pur esistendo nella mente a insaputa del soggetto.
Di norma, il desiderio si manifesterà nel sogno dove la rimozione si attenua; se però è particolarmente forte e resistente alla rimozione, darà luogo anche a sogni ad "occhi aperti". Freud giustificò la sessualità infantile come un istinto forte in grado di dare luogo a sogni "ad occhi aperti", a fantasie che il paziente ricorda con nitidezza (più di fatti vissuti) e che insiste di aver vissuto; precisò anche che non si tratta di un desiderio sessuale o, peggio, incestuoso del bambino nei confronti dei genitori, ma di un vago desiderio di piacere che non ha ancora trovato un preciso oggetto sul quale concentrarsi.
La forza di questa sessualità infantile deriverebbe proprio dal fatto che il bambino non conosce ancora le occasioni di piacere che la vita potrà dargli e il suo istinto-forza vitale non è ancora frammentato su una molteplicità di oggetti materiali (come nell'adulto), rimane soltanto una tendenza al piacere. D'altra parte il super-io del bambino non è ancora abbastanza forte da controllare ogni suo istinto, da essere "padrone di sé". Perciò, è "normale" riscontrare sintomi nevrotici in bambini sani; il rafforzamento della personalità avviene più tardi con la rimozione del complesso di Edipo (o di Elettra) e la reazione seguente che è la comparsa del pudore (intorno ai 14 anni).
Le accuse di pedofilia talora rivolte da bambini minorenni nei confronti dei genitori potrebbero rientrare in "sogni ad occhi aperti", fantasie dovute a un istinto infantile vago e forte e ad una personalità ancora naturalmente debole. La tesi di Sigmund Freud e della figlia Anna (che parlò più esplicitamente di queste fantasie infantili) è stata a volte portata come prova nei tribunali per smentire accuse di pedofilia.
Freud affermò che i traumi infantili in generale sono inguaribili e lasciano ferite che non rimarginano più.
Negli USA ha destato polemiche la decisione di alcuni stati di rendere pubblica la fedina penale dei pedofili e di quanti si sono macchiati di reati a sfondo sessuale. Il dibattito cerca di bilanciare il diritto alla privacy dei criminali e delle loro famiglie con la sicurezza degli altri minori.
[modifica] Il rapporto fra legge statale e diritto canonico
Numerosi sacerdoti del clero cattolico e protestante, in America e in Europa, sono condannati per abusi sessuali su minori. Il diritto canonico prevede una normativa apposita che teoricamente dovrebbe essere segreta (Crimen Sollicitationis); la parte di codice canonico interessata non è pubblicata insieme al resto delle leggi della Chiesa.
È previsto l'insediamento nella diocesi interessata di un tribunale ad hoc presieduto dal vescovo e composto di soli sacerdoti esperti di diritto canonico (non di avvocati rotali laici). Le sedute sono a porte chiuse e gli atti del processo secretati. Quando s'insedia il tribunale, da Roma arriva la normativa che per questo motivo è reperibile senza gravi difficoltà.
Il secondo grado "di appello" è presso l'ex-Santo Uffizio a Roma. Nel caso di confessione o provata colpevolezza, è previsto il trasferimento del sacerdote/prelato ad altra parrocchia o, nei casi più conclamati, ad altra mansione non sacerdotale, che equivale a una sospensione a divinis, evitata formalmente.
Il principio che informa la legislazione è l'indipendenza del diritto canonico da quello penale degli Stati in cui è compiuto il reato: il tribunale non ha il diritto e normalmente non chiede al colpevole di denunciarsi (costituirsi) e subire anche un processo da parte dello Stato.
Gli Stati laici riconoscono in base allo stesso principio l'autonomia del diritto canonico come la legittimità del segreto confessionale e non sottopongono a processo quanti (sacerdoti e vescovi) erano a conoscenza di pedofilia o altri reati penali e non li hanno denunciati.
Analogamente chi ha commesso l'atto di pedofilia, non subirà ulteriori sanzioni per aver subito un processo canonico, senza essersi costituito presso l'autorità statale. Né lo Stato pretende provvedimenti nei confronti del reo da parte dell'autorità ecclesiastica nel caso in cui abbiamo confermato in via definitiva (con sentenza di Cassazione) l'esistenza del reato e della colpa.
Per la dottrina la pedofilia è un peccato mortale, che tuttavia può essere perdonato con il sacramento della confessione, senza l'obbligo di istruire un tribunale ecclesiastico. Ciò rende scarsa l'informazione all'interno delle stesse diocesi e difficile il controllo da parte degli alti prelati su simili situazioni.
La legge italiana punisce la pedofilia con il carcere a regime duro secondo il regime previsto dall'art.41/bis. Ormai da 10 anni, viene periodicamente riproposto il tema della castrazione chimica, un trattamento farmacologico che dovrebbe dissuadere il pedofilo da recidive eliminando la libido connessa all'atto violento.
L'organizzazione mondiale della sanità classifica la pedofilia fra le malattie senza escludere una responsabilità penale nell'atto.
[modifica] Voci correlate
- Pederastia
- Pederastia greca
- Pornografia
- straight shotacon
- lolicon
- Shotacon
[modifica] Altri progetti
Articolo su Wikinotizie: Gravina: arrestato un pedofilo