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Socialisti Democratici Italiani - Wikipedia

Socialisti Democratici Italiani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Socialisti Democratici Italiani
Partito politico italiano
Leader Enrico Boselli
Fondazione 10 maggio 1998
Sede Piazza San Lorenzo in Lucina, 26
00186 Roma
Coalizione L'Unione
Ideologia Socialismo democratico, socialdemocrazia
In Parlamento i deputati aderiscono al gruppo della Rosa nel Pugno
1 parlamentare europeo
Partito europeo Partito del Socialismo Europeo
Organo ufficiale L'avanti della domenica (settimanale)
Sito internet www.sdionline.it, www.rosanelpugno.it
Parte delle serie politiche sul
Socialismo

Attuali

Comunismo
Socialismo democratico
Socialismo libertario
Socialismo rivoluzionario
Socialdemocrazia

Influenze

Anarchia
Marxismo
Internazionalismo
Sindacato
Utilitarismo
Socialismo utopico

Idee

Lotta di classe
Democrazia
Egualitarismo
Rivoluzione proletaria
Giustizia sociale

Varie

Partito Socialista
Storia del socialismo
Lista di socialisti
Critiche al socialismo

Organizzazioni

Associazione internazionale dei lavoratori
Seconda Internazionale
Internazionale Socialista

Portale del Socialismo
e il progetto:Socialismo

Socialisti Democratici Italiani (SDI) è il nome di un partito politico italiano appartenente all'area della sinistra moderata, democratica e liberale, ideologicamente legato al riformismo socialista e socialdemocratico, che si rifà soprattutto all'esperienza dello storico Partito Socialista Italiano. Da un certo punto di vista, può essere considerato l'erede diretto del Psi e del Psdi, visto che possiede lo storico simbolo del disciolto partito del Garofano (mai usato) e occupa il posto di questi soggetti nel Pse e nell'Internazionale Socialista. La sua fondazione avvenne a Fiuggi il 10 maggio 1998, dalla fusione tra i Socialisti Italiani, il Partito Socialista Democratico Italiano, una minoranza del Partito Socialista e una minoranza della Federazione Laburista. Ne è leader Enrico Boselli, riconfermato dai successivi congressi del 2002, del 2004 e del 2006.

Lo Sdi è oggi (insieme ai Ds) referente italiano del socialismo europeo ed internazionale. A differenza dei "Democratici di sinistra" però (che provengono dalla tradizione del PCI), i "Socialisti democratici italiani" provengono interamente dalla tradizione politico-culturale del PSI.

Il partito aderisce alla coalizione politica del centro-sinistra italiano (L'Unione), aderisce alla Rosa nel Pugno (la federazione radical-socialista) e, a livello internazionale, è tra i referenti principali del Partito del Socialismo Europeo e dell'Internazionale Socialista.

Indice

[nascondi]

[modifica] Storia

[modifica] La "Costituente Socialista": nasce lo SDI

I socialisti, dopo lo scioglimento del Partito Socialista Italiano (PSI) dovuto allo scandalo di Tangentopoli, si trovano ormai allo sbaraglio, sparpagliati nel sistema politico italiano, da destra a sinistra. Da una forte presa d'atto di tale situazione, nasce l'esigenza di fondare un partito, spiccatamente socialista ma rivolto soprattutto alle istanze del socialismo europeo, che possa riunificare tutti quanti sotto una stessa bandiera.

Così, il piccolo movimento dei Socialisti Italiani si fa promotore di una "Costituente Socialista". Aderiscono al progetto:

Al primo congresso nazionale si ritrovano così tutti gli "orfani" di Bettino Craxi: da Claudio Martelli a Gianni De Michelis a Ugo Intini, che eleggono il loro presidente, il già luogotenente "craxiano" in Emilia-Romagna: Enrico Boselli. Lo Sdi compie la sua scelta di campo nella coalizione di centro-sinistra, "L'Ulivo", definito come la collocazione naturale dei socialisti.

[modifica] La presentazione agli elettori e l'ingresso nel Governo

Il debutto ufficiale del partito al contatto degli elettori avviene in occasione delle elezioni europee del 1999, quando lo Sdi raccoglie circa 660 mila voti (il 2,1%), piazzandosi come una forza con un discreto successo ma non certo paragonabile alla tradizione del PSI.

Intanto, lo Sdi partecipa alla formazione dei governi dell'Ulivo, in carica in quegli anni a seguito della vittoria del 1996 della coalizione guidata da Romano Prodi. Dopo la caduta del Governo, cui il partito aveva fornito il suo pieno appoggio pur senza esprimere una propria presenza, a causa del venir meno dell'appoggio di Rifondazione Comunista, diventa Presidente del Consiglio Massimo D'Alema, che chiamerà, nel suo primo governo Angelo Piazza al Ministero della Funzione Pubblica e Gian Franco Schietroma come sottosegretario alle Finanze.

Dopo D'Alema diverrà primo ministro proprio un ex socialista, Giuliano Amato, che porterà a termine l'ultimo anno di legislatura. Del Governo Amato entrano a far parte un ministro dello Sdi, Ottaviano Del Turco, che riceve la delega al dicastero delle Finanze e, come sottosegretario agli Affari Esteri, Ugo Intini.

[modifica] La lista del "Girasole"

La coalizione dell'Ulivo si prepara alle nuove elezioni politiche del 2001, sostenendo la candidatura a premier di Francesco Rutelli. Lo Sdi è parte integrante dello schieramento e presenta, nella quota proporzionale, una lista insieme agli ambientalisti dei Verdi, denominata "il Girasole". La lista prende ispirazione dal modello tedesco di coalizione rosso-verde (composta da SPD e Verdi).

La lista tuttavia, si rivela un fallimento: nonostante l'aggregazione, raccoglie soltanto il 2,2%. Non riesce, quindi, a superare la soglia di sbarramento del 4% e non accede alla ripartizione dei seggi proporzionali. Lo Sdi si ritrova con 9 deputati e 6 senatori, finisce nel gruppo misto e non può costituire gruppi parlamentari autonomi.

[modifica] Gli anni dell'opposizione

Dalle urne esce vittoriosa la coalizione della Casa delle Libertà, guidata da Silvio Berlusconi che diventa presidente del Consiglio. Il nuovo governo diventa operativo e lo Sdi, dall'opposizione, tenta un proprio rafforzamento elettorale, lavorando anche nell'ambito della coalizione, per ripristinare la credibilità del centrosinistra, la cui leadership viene ben presto affidata a Romano Prodi, che nel frattempo è presidente della Commissione Europea.

Dallo stesso Prodi partono segnali di novità: il suo obiettivo è quello di creare una base forte e credibile che possa assicurare la stabilità ad un futuro governo di centrosinistra.

[modifica] Il progetto unitario dell'Ulivo e la Fed

L'idea compie i suoi primi passi in occasione delle elezioni europee del 2004, quando Prodi propone a tutti gli alleati di presentarsi sotto un unico simbolo, il simbolo dell'Ulivo che è tanto caro al Professore e che - sostiene - "per gli italiani significa buon governo e cambiamento".

Lo Sdi aderisce all'appello. Boselli, nell'occasione, suscita anche una piccola polemica con Antonio Di Pietro, manifestando contrarietà all'ingresso di Italia dei Valori nel progetto riformista.

Dall'intesa maturata dai socialisti democratici insieme ai Democratici di Sinistra, alla Margherita e ad altri piccoli soggetti politici (repubblicani europei in primis), nasce la lista di "Uniti nell'Ulivo" che alle europee ottiene il 31% dei consensi, con l'obiettivo di dare una spinta riformista nel Parlamento europeo.

Lo Sdi elegge due eurodeputati: Pia Locatelli ed Ottaviano Del Turco (che un anno dopo, però, si dimetterà dalla carica dopo la sua elezione a presidente della Regione Abruzzo).

I partiti della lista unitaria, intanto, si muovono e decidono di darsi una organizzazione federale, di dare ancora più concretezza al progetto dell'Ulivo delegando ad organi sovra-partitici le competenze specifiche di alcuni settori.

Così, a febbraio 2005, viene costituita la Federazione dell'Ulivo, brevemente chiamata anche Fed, all'interno della quale lo Sdi conta 2 (compreso il segretario nazionale) dei 12 componenti della presidenza.

[modifica] Le elezioni regionali e Unità Socialista

Intanto, in vista delle elezioni regionali che interessano 14 delle 20 regioni italiane e dell'appuntamento governativo del 2006, la coalizione di centrosinistra allarga i propri orizzonti e acquisisce la nuova denominazione de L'Unione (che conquista 12 regioni su 14).

I partiti della Fed decidono di presentarsi sotto il simbolo dell'Ulivo in 9 regioni, mentre concorrono autonomamente nelle altre 5: la Fed raccoglie un 34,2% (sulla base delle 9 regioni), mentre lo Sdi è al 4,5% (sulla base delle 5).

Nelle regioni in cui corre da solo, lo Sdi apre alla dicitura di "Unità Socialista", come ennesimo riferimento all'obbiettivo dell'unità dei socialisti e della costruzione di un progetto riformista nel centrosinistra, all'interno dell'alleanza dell'Unione. Il progetto della Fed sembra ormai andare esaurendosi, soprattutto dopo il primo veto della Margherita alla presentazione della lista unitaria alle prossime elezioni politiche.

Nel settembre 2005 il Pse-Lista Mancini, movimento politico precedentemente vicino ai Democratici di Sinistra, si fonde con lo Sdi nell'ottica di un progetto unitario socialista. Giacomo Mancini Jr, leader di questo gruppo, diviene responsabile nazionale per le organizzazioni sociali dello Sdi.

[modifica] Il progetto radical-socialista

Lo Sdi, pertanto, avvia contatti con i Radicali italiani con l'intento di creare una nuova forza laica, socialista, radicale e liberale, nel nome di "Fortuna, Blair e Zapatero": una prima convention costitutiva si tiene nel settembre 2005, a Fiuggi, siglando il progetto di un soggetto socialista e radicale sul modello spagnolo. La Rosa nel Pugno viene così costituita sotto l'insegna di un socialismo liberale e libertario fortemente impegnato sul tema dei diritti civili e della laicità dello Stato.

L'iniziativa è organizzata dallo Sdi e dai Radicali, in collaborazione con l'Associazione Luca Coscioni e i giovani della Fgs. L'obiettivo, come spiegano fonti della convention, è quello di "fornire un concreto contributo al progetto riformista, consolidare le basi di un accordo in vista delle prossime elezioni politiche e formulare una serie di proposte da discutere nella prossima legislatura". Le relazioni conclusive sono affidate a Enrico Boselli e Marco Pannella. Alle elezioni politiche del 2006 viene così presentata la lista de la Rosa nel Pugno, alla quale aderiscono anche altre personalità della politica e della cultura italiana che, pur non provenendo nè dalle fila socialiste nè da quelle radicali, si riconoscono genericamente negli ideali liberal-socialisti, libertari e laico-riformisti propugnati da tale nuovo soggetto politico

[modifica] Le Primarie e Romano Prodi

Dopo l'esaurimento del progetto dell'Ulivo e l'inizio del nuovo cammino con i Radicali, lo Sdi partecipa alle elezioni primarie dell'Unione (svolte il 16 ottobre 2005) appoggiando Romano Prodi, che ottiene il 74,1% dei voti(oltre 3 milioni di preferenze), ricevendo una plebiscitaria investitura di candidato premier della coalizione.

Intanto il Nuovo PSI convoca il suo congresso straordinario, per decidere o meno l'abbandono della Casa delle Libertà: si contrappongono due mozioni in uno scenario convulso che mette in dubbio la validità del congresso. Lo scontro, in aperta polemica, è fra Gianni De Michelis e Bobo Craxi: il primo chiede di "esplorare" lo Sdi e i Radicali prima di decidere un'eventuale adesione al progetto unitario; il secondo chiede di abbandonare subito la Cdl e confluire nel nuovo soggetto.

All'indomani delle primarie si delinea una chiara trasformazione dei soggetti politici: alle elezioni politiche ci sarà una "nuova" lista dell'Ulivo (costituita da Ds e Margherita), mentre lo Sdi darà vita al nuovo progetto, che - come vedremo - prenderà il nome di "Rosa nel pugno".

[modifica] La "Rosa nel pugno"

Per approfondire, vedi la voce Rosa nel Pugno.

Sarà la "rosa nel pugno" il simbolo del nuovo progetto radical-socialista. La proposta è arrivata nel corso del congresso dei Radicali italiani dal segretario Daniele Capezzone ed è stata accolta con favore da Enrico Boselli, anche perché rappresenta uno dei simboli socialisti per eccellenza.

Boselli si è fatto promotore presso i vertici dell'Unione affinché si aprano le porte ai Radicali, esortando a considerarli d'ora in poi come un tutt'uno con i socialisti:

Collabora a Wikiquote
«Qualsiasi ulteriore pregiudizio sarebbe rivolto non solo contro i radicali ma anche contro i socialisti. Con le altre forze del centrosinistra vogliamo discutere del programma. Ai radicali devono essere spalancate le porte di tutte le commissioni che a questo scopo si sono insediate e hanno cominciato il proprio lavoro.»

Il simbolo della Rosa nel pugno è stato presentato ufficialmente il 17 novembre 2005 presso la Residenza Ripetta di Roma. Afferma Boselli:

Collabora a Wikiquote
«Oggi nasce una nuova forza politica che avrà il battesimo alle elezioni politiche ed amministrative: l'inizio di un cammino comune di Radicali e Socialisti.»

Il nuovo soggetto politico è stato dotato di organismi direttivi provvisori.

[modifica] La nuova linea radical-socialismo e le elezioni

Con i nuovi scenari, lo Sdi ha, di fatto, assunto una nuova linea che lo porta sulle posizioni del socialismo radicale: il primo passo, infatti, è stato quello di chiedere il "superamento" del Concordato stipulato fra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica.

Boselli ritiene inaccettabili le ingerenze della Chiesa Cattolica e del Santa Sede sulla politica interna italiana, riferendosi, fra l'altro, all'ultimo referendum sulla fecondazione assistita, quando il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, invitò all'astensione, non limitandosi perciò ad un'espressione legittima di posizioni morali, ma compiendo un'esplicita indicazione verso il comportamento elettorale. Dietro la dichiarazione di neutralità verso i partiti e i due schieramenti, secondo Boselli, ci sarebbe invece una chiara preferenza verso i partiti che abbracciano la "morale cristiana", prevalenti nel centrodestra, ma presenti anche nel centrosinistra.

Si svolgono le elezioni. Il centrosinistra trionfa per poche decine di migliaia di voti alla Camera dei deputati, dove ottiene il 49,81% dei consensi contro il 49,74% della CdL. Al Senato, si rivela determinante il voto della circoscrizione Estero, che consente all'Unione - pur avendo conseguito meno voti della CdL - di ottenere due seggi in più.

La Rosa nel Pugno ottiene un risultato inferiore alle prevedibili sommatorie di Sdi e Radicali. Guadagna 991 mila voti alla Camera (2,6%) e 851 mila al Senato (2,5%), superando lo sbarramento solo nel primo caso ed eleggendo così 18 parlamentari, tra cui il capofila socialista Enrico Boselli. Al Senato, però, la formazione radicalsocialista non supera gli sbarramenti regionali del 3%, riuscendoci solo in Calabria e, minimamente, anche in Umbria), ma senza che questo basti ad eleggere alcun senatore: la Rosa nel Pugno, contestando la sua mancanza di seggi, parlerà di un'arbitraria interpretazione della legge elettorale.

Partecipa al governo Prodi con Ugo Intini (viceministro agli Esteri), Emidio Casula (sottosegretario alla Difesa), Tommaso Casillo (sottosegretario alle Infrastrutture) e Raffaele Gentile (sottosegretario ai Trasporti), avendo indicato la radicale Emma Bonino quale Ministro del Commercio Internazionale ed alle Politiche Comunitarie

[modifica] Il V Congresso dei Radicali Italiani

Nei giorni 4, 5 e 6 novembre 2006 si svolse il V Congresso dei Radicali Italiani, che - oltre a mettere in rilievo lo scontro tra la vecchia guardia, fedele al leader maximo Marco Pannella e le giovani reclute, rappresentate dall'ex segretario del partito Daniele Capezzone - rese evidente la fine della esprienza della Rosa nel Pugno, già data per certa da molto tempo, ma ormai quasi ufficializzata dal dirigente socialista e capogruppo della RnP alla Camera dei Deputati Roberto Villetti durante il suo intervento al congresso radicale e perfino dal laeder terzista della RnP Lanfranco Turci. Anche quest'ultimo infatti, pur essendo capo della componente della RnP più incline alla continuaziuone del progetto radical-socialista (appunto la componente dei terzisti), riconosce che ormai la crisi definitiva della Rosa è in corso e non si può far altro che prenderne atto e dichiarare ufficialmente conclusa l'esperienza radical-socialista. D'altro canto però, lo stesso Turci sottolinea che - pur essendo la crisi dalla federazione in gran parte colpa dei radicali - lo SDI si trova oggi di fronte ad un bivio: rafforzare l'area liberal-socialista italiana ristrutturando completamente il partito o confluire nel Partito democratico, assicurando così alla sua costruzione un contributo del socialismo democratico italiano che sia autonomo dal pensiero post-comunista e che derivi integralmente dall'esperienza dello storico Partito Socialista Italiano.

[modifica] La fine della Rosa nel Pugno

Alla fine del 2006, in seguito a diverse incomprensione tra Socialisti e Radicali, il Segretario Nazionale dello Sdi Enrico Boselli rompe gli indugi ed ammette che la diversità di strategia tra Sdi e Radicali, nonché la scarsa organizzazione politica di questi ultimi ha impedito la trasformazione di una aggregazione politico-elettorale in un partito unitario. Con queste parole il leader socialista dichiara conclusa l'esperienza politica della Rosa nel Pugno (che si trasformerà da soggetto politico in "fondazione culturale laico-progressista") ed annuncia la "Unità Socialista" come obiettivo a breve termine del partito.

[modifica] Correnti

Pur essendoci state, nel recente passato, alcune differenziazioni sulla passata esperienza della Rosa nel Pugno, non sono ravvisabili, all'interno del partito, delle particolari correnti formalmente costituite e lo SDI si presenta come un partito unito e proiettato verso la "unità socialista". Più recentemente sono emerse diversità di posizioni circa l'atteggiamento da assumere verso il progetto del Partito Democratico, in particolare su impulso di Andrea Severi e Stefano Faraoni, dirigenti romani dello SDI, un tavolo di intellettuali e dirigenti socialisti ha avviato un percorso alternativo alla linea politica boselliana auspicando l'avvio di un confronto con Democratici di Sinistra e Margherita per l'imminente costituente del Partito Democratico.

[modifica] Valori

L'articolo 1 dello statuto dello SDI recita:

I Socialisti democratici italiani si richiamano ai principi di libertà, di giustizia sociale e di pace, che sono stati alla base della fondazione del partito dei lavoratori italiani nel 1892 a Genova. Il riformismo è il riferimento principale delle iniziative politiche e programmatiche del partito alimentato da diverse concezioni di vita o da differenti ispirazioni religiose. Laicità, antitotalitarismo,diritti umani, civili e sociali, democrazia paritaria, europeismo, federalismo, valorizzazione delle autonomie locali e tutela dell’ambiente sono cardini dell’azione dello SDI. I Socialisti democratici italiani sono parte della grande famiglia del socialismo europeo e nell’Internazionale Socialista.

[modifica] Risultati elettorali

– SDI alle Elezioni Politiche
Elezione Parlamento Voti % Seggi
2001 (lista del Girasole)


2006 (lista Rosa nel pugno)
Camera
Senato

Camera
Senato
805.340
-

991.049
851.875
2,2
-

2,6
2,5
9
6

18
0
– SDI alle Elezioni Europee
Elezione Parlamento Voti % Seggi
1999

2004 (Ulivo)
Parl. Europeo

Parl. Europeo
670.957

-
2,2

-
2

2

[modifica] Congressi

[modifica] Segretari


[modifica] Voci correlate

Principali partiti politici italiani
L'Unione L'Ulivo (Democratici di Sinistra - La Margherita) - Rifondazione Comunista - Rosa nel Pugno (Socialisti Democratici Italiani - Radicali) - Comunisti Italiani - Italia dei Valori - Verdi - Popolari UDEUR
Altri: Consumatori - Südtiroler Volkspartei - Partito Democratico Meridionale
Casa delle Libertà Forza Italia - Alleanza Nazionale - Lega Nord
Altri: Democrazia Cristiana per le Autonomie - Movimento per l'Autonomia - Fiamma Tricolore - Azione Sociale - Partito Pensionati - Partito Repubblicano Italiano
Altri Unione dei Democratici Cristiani e di Centro - Nuovo Partito Socialista Italiano - Associazioni Italiane in Sud America - Italia di Mezzo - Italiani nel Mondo
Altri

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