Trovatore
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Il trovatore (al femminile trobairitz) è un poeta medievale.
I trovatori furono poeti attivi nei secoli XII e XIII nelle corti aristocratiche della Provenza, regione attualmente appartenente alla Francia.
Successivamente, trobadori li troviamo in Francia, Catalogna, Italia settentrionale, ma vengono a esser influenzate tutte le scuole letterarie d'Europa: la scuola siciliana, toscana, tedesca, mozaraba e portoghese.
Le loro opere sono solitamente raccolte in manoscritti che prendono il nome di canzonieri. Erano poeti e musicisti ed usavano la lingua d'oc, parlata in quasi tutta la Francia a sud della Loira.
I componimenti erano monodici, ovvero a una sola voce, e rispecchiavano un gusto raffinato, esprimendo il piacere per la vita e la natura.
Indice |
[modifica] Etimologia
"Trovatore" trae il suo significato dall'uso provenzale di trobar "poetare".
Corrisponde al francese trouvère (XII secolo), da cui l'italiano trov(i)èro.
"Trovare", coll'attuale significato italiano, non trova alcun riscontro in latino, dove per lo stesso concetto si usavano i verbi "reperire" e "rinvenire".
Sono state scritte molte pagine sull'origine dell'uso provenzale, ma le proposte maggiori possono ridursi a due:
- una, che faceva risalire formalmente "trovare" al latino turbare
- l'altra, che ricostruiva un tropare con significato prima di "trovare", poi di "comporre", quindi "comparare", confrontare.
Il verbo "trovare" veniva anche utilizzato dall'ambiente dei pescatori, usi a battere con strumenti diversi le acque per spaventare i pesci e poi catturarli (quindi cercarli per trovarli)[1]. Alcuni studiosi obiettano che il significato di "battere" non è mai documentato per "turbare" e che, inoltre, lo sviluppo fonetico, almeno per il provenzale, non è rispettato.
G. Paris (in Romania VII 1878:418-419) aveva proposto una derivato dal latino tropu (un grecismo: da trópos) nell'accezione di "uso artistico di una parola", che Venanzio Fortunato (VI secolo d.C.) impiegò nel senso di "modo di cantare, canto".
Con le ricostruzioni si è andato più in là attraverso i germanici dar tröv "emettere un suono" e dar triev "dare ascolto" (J. Jud in Vox Romanica XI 1950:252), a conferma dell'impiego musicale, allargatosi poi, col composto contropare "confrontare", "comparare", alla terminologia giuridica.
Un sintetico quadro sulle denominazioni romanze di trovare è abbozzato nel lavoro di C. Beyer, Die Verben des “Essens”, “Schickers”, “Kaufens” und “Findens” in ihrer Geschichte vom Latein bis in die romanischen Sprachen, Leipzig-Paris 1934.
[modifica] Poesia trobadorica
Per approfondire, vedi la voce poesia trobadorica. |
Primo trobadore pare fosse stato Guglielmo IX d'Aquitania, detto il Trovatore (1071-1127), ma la poesia trobadorica si sviluppò con delle regole precise, codificate alla corte di Eleonora d'Aquitania.
Difatti il movimento trovatore era inizialmente composto per la maggior parte da signori e principi le cui corti divennero rapidamente dei veri centri letterari.
Questi fu un modello per generazioni di trovatori (troubadour o trouvère in francese, troviere in italiano, e Minnesänger (menestrello) in tedesco).
La base della poesia trobadorica è l'ideale dell'amor cortese («fin amor» in occitano), il cui concetto base è la mezura, cioè la "misura", la distanza tra fuoco passionale e signorilità dei modi nel corteggiamento, o tra carnalità e realtà dei fatti nel caso di un possibile adulterio.
L'opera dei trovatori è pioniera nella manifestazione lirica in lingua volgare, le sue origini non sono state ancora identificate con precisione: tra le tesi sulla sua provenienza ne appare addirittura una sull'origine liturgica, ma la maggior parte della produzione trobadorica è costituita da liriche d'amore.
I trovatori si esprimono con diversi generi:
- la canzone (il genere più usato): cinque o sei stanze costruite sulle stesse rime;
- l' alba: descrive brevemente il risveglio dei due amanti;
- la serenata: descrive le pene del cavaliere innamorato;
- le sirventesi: sono delle satire politiche e morali;
- il pianto: è un canto funereo;
- il gioco delle parti e la tenzone: che permettevano a vari trovatori di dibattere su questioni d'amore;
- la pastorella: un dialogo fittizio fra il poeta ed una pastorella che ne respinge o ne accetta le proposte d’amore;
- la ballata: destinata, appunto, ad essere ballata;
- il jeu parti;
- il lai, poesie di argomento prevalentemente cavalleresco ed eroico.
I trovatori esercitarono un notevole influsso sulla poesia in volgare siciliano e toscano.
[modifica] Muse o Trobairitz?
Per approfondire, vedi la voce Trobairitz. |
La donna è sempre stata l'oggetto della ricerca amorosa in letteratura, e questo non cambia nella Provenza delle corti d'amore. Pochi sanno però che la cultura cortese ha espresso anche delle trobairitz[2], delle "trovatore" tanto che il termine italiano corrispettivo non esiste.
Tali donne esercitarono anche un'autorità politica, non solo culturale: Eleonora d'Aquitania, le sue figlie Maria di Champagne e Giovanna di Tolosa, le nipoti Bianca di Castiglia, Costanza e Isambour. Ma a parte questo fatto, la donna trovatora era altamente considerata: nessun trobadore aveva il diritto di alzare la voce contro una trobairitz, altrimenti il disprezzo nei suoi confronti era assicurato[3].
L'essere femminile è non più "moglie", mujer, ma Dompna, "Signora", non solo oggetto d'amore, ma protettrice dei cantori.
Tutto ha origine nel valor e nel pretz, cioè nelle qualità della dama. L'amore, nel cuore del trovatore, nasce sì dalla contemplazione della bellezza della sua signora, ma anche dalla considerazione delle sue doti intellettuali e spirituali.
Nello stesso tempo il poeta ha coscienza della sua inferiorità nei confronti della dama e, per avvicinarsi, si impegna in un melhorament che gradualmente otterrà.
Fondamentale nel concetto di amor cortese, di "cortesia", è la mezura, cioè la capacità di controllare gli impulsi, gli istinti. In amore la "misura" consiste nel provare alla Signora che ella non è solo oggetto di desiderio, e che l'amore è anche sentimento.
In tal modo il poeta sarà ammesso all'intimità della Domina.
L'amore trobadorico non si limita a dar forma al rapporto a due, ma intende educare la società alla convivencia, l'arte di vivere insieme nel rispetto, nella caritat e nella largeusa (generosità): questo affinché l'amore elevi il tono dei rapporti interpersonali.
[modifica] Provenza e Catarismo
Spesso, grossolanamente, vengono associati il movimento càtaro e l'amor cortese provenzale: nulla di più sbagliato.
Queste due realtà invero, hanno trovato ragion d'esistere nello stesso periodo storico in due regioni contigue, ma queste le loro uniche relazioni, infatti
- il catarismo era diffuso nel territorio oggi appartenente alla Linguadoca, all'epoca un insieme eterogeneo di feudi ad Occidente del Rodano,
- mentre l'amor cortese nacque in Provenza (ad Oriente del Rodano), feudo imperiale direttamente tributario dello Stato Pontificio.
La Chiesa condannò come eresia il catarismo, come fece altre volte con le correnti di stampo dualista, e la crociata indetta contro questa vide come campi di battaglia le terre languedociane, mentre la cultura cortese proseguì il suo cammino anche dopo il 1209, anno della capitolazione delle càtare Béziers e Carcassonne da parte di Simone IV di Montfort, anche dopo il 1277, quando furono catturati gli ultimi càtari che si erano rifugiati nel Nord Italia.
Se per la poesia trobadorica il Tema, l'argomento principale, è sempre l'amore nelle sue diverse fasi (e soprattutto il "desiderio", anche carnale), per la filosofia dualistica dei càtari il corpo è solo un'espressione del male, e la via per vincere il male rimane il dispregio di ogni corporalità: nel catarismo è infatti predicata l'astinenza sessuale, e il matrimonio rimane in secondo piano rispetto al celibato.
[modifica] Alcuni trovatori
- Adam de la Halle
- Alberto Malaspina
- Arnaldo Daniello, ricordato nel XXVI canto del Purgatorio
- Bartolomeo Zorzi
- Benoît de Sainte-Maure
- Bernard de Ventadorn
- Bertram dal Bornio, ricordato da Dante nel canto XXVIII dell'Inferno
- Blondel de Nesle
- Conon de Béthune
- Folchetto da Marsiglia
- Gace Brulé
- Giacomo II di Aragona
- Giraut de Borneill
- Guglielmo IX d'Aquitania
- Jaufré Rudel
- Jacque Bretex
- Jean Bodel
- Lanfranco Cigala
- Peire Vidal
- Pietro III di Aragona
- Rimbaud d'Orange
- Raimbaut de Vaqueiras
- Rambertino Buvalelli
- Riccardo Cuordileone
- Sordello da Goito, personaggio di spicco nel VI canto del Purgatorio
- Thibaut de Champagne
[modifica] Le trobairitz
Le poesie note delle trovatore donne non sono molte.
Le autrici di cui si possiedono dati biografici o notizie utili a situarle nel tempo sono:
- Almanda
- Almucs di Castenau
- Azalais d'Altier
- Azalais di Porcairagues
- Bianca di Castiglia
- Bieiris di Romans
- Castelloza
- Clara d'Anduza
- Contessa di Dia
- Costanza
- Eleonora d'Aquitania
- Garsenda
- Germonda di Montepellier
- Giovanna di Tolosa
- Guillelma di Rosers
- Isabella
- Isambour
- Iseut di Capio
- Lombarda
- Maria di Champagne
- Maria di Ventadorn
- Tibors
Per alcune si ha a disposizione la vida, per altre abbiamo la razo, che precede la poesia (cioè il motivo che ha dato origine all'afflato poetico), per altre ancora si può dedurne notizie dalla vida o dalla razo di trovatori con cui furono in corrispondenza. Per altre ancora si possono fare congetture.
Certamente le trovatore furono molto più numerose.
[modifica] Note
- ↑ come dal Romanische Etymologien II Wien, 1899, pp. 54-219) e poi più volte ribadito in ZrPh XXVI 1902:387-390; XXVII 1903:97-105; XXXI 1907:5-8)
- ↑ Le trovatore, poetesse dell'amore cortese Maririì Martinengo, 1996
- ↑ Femmes entre elles. Filles et épouses languedociennes (XIe et XIIe siècles) Claudie Duhamel-Amado, Bruxelles 1992
[modifica] Voci correlate
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