Alfabeto georgiano
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L'alfabeto georgiano è l'alfabeto attualmente utilizzato per scrivere la lingua georgiana e alcune lingue minoritarie della Georgia, prive di propria tradizione letteraria, quali il mingreliano.
[modifica] Origine dell'alfabeto
Esistono due tradizioni sull'origine della scrittura georgiana.
La prima, riportata da Leonti Mroveli (XI secolo) e dall'anonima Cronaca georgiana (XII-XIII secolo), asserisce che questo alfabeto fu inventato sotto il regno di Parnavaz I di Kartli (299-234 a.C.), in un periodo di forte influsso culturale greco dal vicino stato seleucide.
La seconda ne attribuisce, invece, l'invenzione all'armeno Mesrob Masht’oc’ (362-440 d.C.), che sarebbe il creatore anche degli alfabeti armeno e albano. Secondo questa tradizione, l'introduzione di un alfabeto speciale per la lingua georgiana dipenderebbe dalla cristianizzazione, ed in particolare dall'apostolato di santa Nino.
I ritrovamenti epigrafici più recenti avvalorano una datazione del primo alfabeto georgiano anteriore alla cristianizzazione. A Nek’resi (Kaxetia), sono state rinvenute cinque iscrizioni che sono state datate al I-III secolo d.C. su base paleografica. Altri documenti appartenenti allo stadio più antico dell'alfabeto georgiano sono le iscrizioni musive nei monasteri georgiani della Palestina, l'iscrizione della chiesa di Bolnisi (ca 490), e alcune righe su palinsensti del V-VI secolo contenenti testi biblici.
[modifica] Sistemi di scrittura
Sebbene la Georgia nel periodo di formazione dell'alfabeto si trovasse sottoposta a influenze culturali diverse, è indubbio che l'alfabeto greco è quello che ha avuto l'influsso più profondo, tanto che nella sua prima stesura, l'alfabeto georgiano conteneva lettere corrispondenti a suoni della lingua greca inesistenti in georgiano.
Altri sistemi di scrittura rimasero comunque in uso in Georgia. Verso la metà del II secolo, la principessa Serapita fece erigere una stele bilingue greco-aramaica a Mcxeta, in cui è utilizzata una varietà di scrittura aramaica tipica della Georgia, chiamata Armazi.
I documenti più antichi furono redatti con una scrittura chiamata Asomtavruli (ასომთავრული), ovvero maiuscola, in quanto composta di sole lettere maiuscole, tutte della stessa grandezza. Questa scrittura, detta anche Mtavruli o Mrglovani, fu l'unico sistema in uso fino al IX secolo, quando fu affiancato dalla scrittura Nusxuri (ნუსხური). Il Nusxuri è formato da sole lettere minuscole ed è decisamente più adatto alla scrittura su pergamena.
La prima iscrizione in Nusxuri data all'anno 835, ma questa forma di scrittura divenne di uso comune solo a partire dal X secolo. Esistono manoscritti in cui le due scritture di quel periodo (Asomtavruli e Nusxuri) sono utilizzate insieme. Nel loro insieme, queste due forme furono definite Xucuri (ხუცური) nel XII secolo, ovvero scritture ecclesiastiche, quando emerse una terza forma di scrittura, chiamata Mxedruli (მხედრული), che è quella in uso ancora oggi. La Chiesa ortodossa della Georgia continua, tuttavia, ad utilizzare il Xucuri per i testi liturgici.
La prima versione per la stampa dell'alfabeto georgiano fu preparata dai missionari cattolici. Il primo libro stampato in georgiano è il Dittionario giorgiano e italiano di Stefano Paolini e Niceforo Irbachi, che vide la luce a Roma nel 1629 per i tipi della Sacra Congregatio de Propaganda Fide (in latino: Sacra congregazione per la diffusione della fede). La prima casa editrice georgiana fu invece fondata nel 1712 sotto il patronato del re Vaxtang VI, e per l'iniziativa di Sulxan-Saba Orbeliani.
Nel XIX secolo è da ricordare la riforma ortografica di Ilia Chavchavadze, che espunse cinque lettere divenute col tempo inutili.
Il disegno dei caratteri georgiani nel XX secolo annovera tra i suoi principali autori Anton Dumbadze, che diresse il Laboratorio tipografico di Tbilisi dal 1972. I suoi progetti sono ancora oggi utilizzati per la produzione della maggior parte dei font digitali.