Bannio Anzino
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | m s.l.m. | ||
Superficie: | 38 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 15 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Calasca-Castiglione, Carcoforo (VC), Ceppo Morelli, Fobello (VC), Rimella (VC), Vanzone con San Carlo | ||
CAP: | 28032 | ||
Pref. tel: | 0324 | ||
Codice ISTAT: | 103007 | ||
Codice catasto: | A610 | ||
Sito istituzionale | |||
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Bannio Anzino (in piemontese Bani e Ansin) è un comune di 584 abitanti della provincia del Verbano Cusio Ossola.
Indice |
[modifica] Storia
Anticamente e per molti secoli Bannio, capolugo del comune ha rappresentato la capitale amministrativa dell'intera Valle Anzasca. Storicamente il paese esisteva già nel primo secolo avanti Cristo come testimoniano la scoperta di una necropoli celtica. I reperti rinvenuti negli scavi di queste antiche sepolture portano a ritenere di un già avanzato processo di romanizzazione di questi antiche popolazioni galliche, con frequenti scambi con gli stessi romani. Indice di quest'ultimo, di una vivacità economica e culturale dimostratasi anche in epoca cristiana: la Chiesa di San Bartolomeo in Bannio fu certamente una delle prime a staccarsi, già nel XII secolo, da San Vicenzo di Vergonte, chiesa originaria di tutta l'ossola inferiore.
[modifica] Le chiese e i monumenti
La Parrocchia di San Bartolomeo, centro dell'abitato di Bannio, testimonia la trasformazione del tempio preesistente, in stile lombardo avvenuta nel 1644, pochi anni dopo l'ultimazione dell'elegante campanile.
La struttura originale dell'edificio prevedeva infatti il canonico orientato a levante dell' abside. Invece nel Seicento su tale lato venne eretta l'attuale facciata, aggiungendo il coro su quello di ponente, con ulteriori modifiche attribuibili al tardo Settecento.
Di notevole fattura è L'altare maggiore, in legno scolpito e laminato in oro, mentre un vero tesoro è conservato in una cappella laterale della chiesa : si tratta di un grande crocefisso in bronzo espressione dell'arte fiamminga del Cinquecento.
Sulla piazza di Bannio adiacente la Parrocchiale di Bannio, si affacciano due chiese : sono la Chiesa di Santa Maria, riferimento per la confraternita della Santissima Trinità e la Chiesa di Santa Maria Annunziata costruita nel 1715 dalla confraternita del Gonfalone.
Al di fuori dell'abitato di Bannio, alla fine di un percorso segnato dalle cappelle della Via Crucis si trova il Santuario della Madonna della Neve, eretto tra il 1618 ed il 1622. Questo luogo è legato all'attività della Milizia Tradizionale la cui festa si celebra il 5 agosto.
[modifica] Il Paese di Anzino ed il quadro miracoloso
Si trova sulla sponda opposta del torrente Oloccia e gode di una certa notorietà per la devozione a Sant'Antonio da Padova, legata ad un quadro di pregevole fattura, situato nel Santuario di Sant'Antonio, una volta conosciuta come Chiesa di San Bernardo.
Questo quadro fu commissionato da alcuni anzinesi commercianti di vini emigrati a Roma, ad un pittore al servizio dei Borgia nel 1669, i quali lo donarono alla chiesa del paese di origine : la sua fama miracolosa fu immediata, tanto da divenire meta di assidui pellegrinaggi non solo dalla Valle Anzasca ma anche dalle valli vicine.
[modifica] La frazione di Pontegrande
Pontegrande situata più a valle, presso il torrente Anza rappresenta, insieme al ponte da cui prende il nome, un passaggio obbligato per chi vuole arrivare fino a Bannio Anzino. Qui sorge la Chiesa di Santi Pietro e Paolo, costruita nel 1670 alla cima di un enorme masso erratico.
[modifica] L' Economia
L'economia del paese, un tempo basata soprattutto sull'agricoltura, si è orientata a partire dagli anni '70 verso il turismo con la realizzazione degli impianti sciistici dell'Alpe Provaccio e dell'Alpe Rausa, oggi smantellati.
[modifica] La Milizia Tradizionale
La sua funzione doveva essere all'inizio prettamente militare, corpo armato a difesa del territorio ossolano. Nasce nel 1612 : durante ques'epoca il governo spagnolo, il guerra con il Duca di Savoia aveva infatti istituito queste "Milizie delle terre".
Ma tale funzione durò pochi anni. In occasione dell'inaugurazione del santuario della Madonna della Neve, la milizia aveva mutato la sua funzione : da militare a decorativa delle funzioni religiose. Era divenuta la guardia d'onore della Madonna, anche se, per questo non doveva mutare il suo abbigliamento e le sue tradizioni : restava sempre uan compagnia di uomini armati, con tanto di divisa, archibugi e alabarde.
Grazie a tale nuova funzione la Miliza fu in grado di soprvvivere alla resa degli spagnoli, e alla dominazione austriaca, anche quando le terre ossolane diventavano, nel 1748, Regno di Piemonte.
Solo l'avvento del periodo napoleonico porta, anche se per breve tempo, una ventata di novità in questo piccolo esercito : le uniformi spagnole vengono sostituite con le più colorate divise imperiali.
La restaurazione del modello piemontese arriva anche presso questa piccola e isolata comunità e l'abbigliamento e l'armamento diventano quello severo del reggimento "Piemonte Reale".
Da allora non è cambiato più nulla. Attualmente la Milizia di Bannio è composta da 60 uomini agli ordini di un colonnello e 8 ufficiali , ripete ogni anno, i riti di un'antica tradizione. Durante il mese di luglio sia il colonnello che gli ufficiali vengono estratti a sorte, mentre per il 5 agosto viene prestato il picchetto d'onore con tanto di scariche di fucili caricati a salve in occasione della festa del Santuario della Madonna della Neve.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti