Carnevale di Viareggio
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Il carnevale di Viareggio è considerato il più importante e maggiormente apprezzato carnevale d'Italia e d'Europa.
A caratterizzarlo a livello internazionale sono in carri allegorici più o meno grandi che sfilano nelle domeniche fra gennaio e febbraio e sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica, della cultura o dello spettacolo, i cui tratti caratteristici - specialmente quelli somatici - vengono sottolineati con satira ed ironia.
I carri - che sono considerati fra i più grandi e movimentati del mondo - sfilano lungo la passeggiata a mare viareggina, un viale di oltre tre chilometri che si snoda tra la spiaggia e gli edifici di stile liberty che si affacciano sul mar Tirreno.
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[modifica] La storia del carnevale di Viareggio
La tradizione della sfilata di carri a Viareggio risale al 1873, quando alcuni ricchi borghesi frequentatori del Caffè del Casinò, vollero organizzare per Carnevale una sfilata di carrozze abbellite con fiori. Alcuni cittadini, in quella occasione, decisero di mascherarsi per protestare contro le troppe tasse che erano costretti a pagare. Da allora ogni anno questa sfilata permette di realizzare carri che interpretano alla perfezione il pensiero e il malcontento di tanta gente. Sul finire del secolo comparvero i carri trionfali, costruiti in legno, scagliola e juta, modellati da scultori e messi insieme da abili carpentieri e fabbri della nascente industria navale. Su ogni carro c’erano spazi sufficienti perché potesse salirvi la gioventù, ansiosa di divertirsi e di divertire, di dialogare con la folla, con la gente alle finestre e ai balconi, lanciare coriandoli e stelle filanti, caramelle e confetti.
Nel 1883 il primo a vincere il corso mascherato fu il carro I quattro mori che raffigurava fedelmente la famosa statua che si trova a Livorno. La prima guerra mondiale sembra distruggere, insieme alla Belle époque presente in Europa, anche il Carnevale a Viareggio, che invece rifiorì addirittura più splendido e grandioso. La pausa bellica durò 6 anni. La manifestazione riprese nel 1921 ma i carri non sfilarono più in Via Regia (dove era nato 40 anni prima) bensì su due meravigliosi viali a mare, la mitica passeggiata, palcoscenico naturale grandioso in cui fu possibile ricercare nuovi effetti scenografici. Le forme dei carri si espansero e su uno di essi apparve una piccola banda musicale che intonò quella che diverrà l’inno del carnevale di Viareggio: “Su la coppa di champagne”.
Pochi anni dopo riuscirono a dar movimento ai mascheroni e si giunse così allo spettacolo che ogni anno continua ad affascinare una folla sempre più numerosa. Nel 1923 vi fu l’apparizione del primo carro animato: “Il Pierrot” di Umberto Giampieri, che muoveva occhi e testa. L’anno 1925 è ricco di novità: l’invenzione della carta a calco, utilizzata per la prima volta da Antonio D’Arliano nel carro “I cavalieri del Carnevale”, la prima locandina ufficiale del corso mascherato e una lotteria cittadina avente come primo premio un ricco e grasso bue! Con l’imperversare della seconda guerra mondiale vi fu un nuovo arresto della manifestazione viareggina che riprese vigore solo dopo il 1946.
Nel 1949 i corsi aumentarono a 4 giornate e nacque una manifestazione collaterale: il Torneo Internazionale Giovanile di calcio che da allora ogni anno porta allo Stadio Comunale di Viareggio, società calcistiche e squadre da tutti i continenti.
L’anno 1954 fu l’anno della comparsa della “Libecciata”, banda musicale di Fausto Beni con la mascotte Maria Grazia Billi, e l’anno del primo collegamento esterno televisivo, effettuato dalla Rai per la prima volta nella sua storia. Nel 1958 il Carnevale di Viareggio viene trasmesso in Eurovisione e nacque una manifestazione canora a livello nazionale chiamata “Burlamacco d’oro”. Fino ad allora i carri venivano costruiti vicino all’area ferroviaria, in via Machiavelli, ma dopo l’incendio dei capannoni nella notte del 29 giugno 1960, i carri vennero realizzati nei grandi capannoni della zona del Marco Polo fino al 2001, anno in cui è stata inaugurata la Cittadella del Carnevale. Nel 1971 si svolse il primo carnevale rionale della Darsena, dove vi fu una sfilata di maschere e una padellata di pesce in piazza. Nel 1984, per aumentare le entrate nelle casse della manifestazione venne creata la Lotteria Nazionale del Carnevale di Viareggio. Nel corso del terzo millennio si prevedono grandi novità all’interno del complesso della Cittadella con i giganti di cartapesta che si arricchiscono di nuove tecnologie per creare sempre più complessi movimenti ed effetti scenografici.
[modifica] Sport e Cultura
[modifica] Il Torneo Mondiale Giovanile di Calcio
Durante il periodo carnevalesco uno dei principali eventi è anche il torneo giovanile di calcio “Coppa Carnevale”, nato nel 1949 per iniziativa del Centro Giovani Calciatori. Lo spunto iniziale è del 1948, quando ci fu un torneo cittadino a dieci squadre che rappresentavano quattro società e sei bar. Fin dalla prima edizione il torneo si è caratterizzato come “under 21” e via via nel tempo ha acquistato sempre maggior prestigio a livello internazionale, con l’arrivo a Viareggio di squadre extracontinentali. Nel 1978 partecipò al torneo una squadra di Pechino e questo rappresentò il primo contatto sportivo della Cina comunista con l’Europa occidentale.
[modifica] Festa e Tradizione
Tutto il carnevale è accompagnato da veglioni e feste in maschera che hanno origine antica, ben prima della nascita dei corsi mascherati. Negli anni ’20 erano famosi i veglioni “di colore”, feste nelle quali le donne dovevano indossare un abito delle tinte indicate, mentre gli uomini indossavano lo smoking, gli addobbi, i coriandoli e le stelle filanti erano nei colori prescritti. Locali come il Principe di Piemonte, l’albergo Royal e il Cafè chantant Margherita sulla Passeggiata erano la sede ideale per questo tipo di feste e proprio in quest’ultimo locale iniziò nel 1932 la tradizione dei veglioni in costume con un “ballo incipriato del Settecento”. Negli anni a venire si ricordano i veglioni del La Stampa, della Croce rossa e dei Lions, queste ultime associazioni senza scopo di lucro che spesso e volentieri partecipano attivamente anche oggi alla vita del Carnevale. Oggi i veglioni sono feste rionali durante i fine settimana dei corsi mascherati sul lungomare. Sono feste in strada accompagnate da musiche, maschere e tanto divertimento.
[modifica] Carnevale e arte
Il rapporto tra il Carnevale di Viareggio e l’arte è sempre stato molto stretto, come testimoniano i numerosi contributi di artisti tra i quali Lorenzo Viani, Renato Santini, Uberto Bonetti, Sergio Staino, Dario Fo e Jean-Michel Folon.Lorenzo Viani, illustre pittore viareggino, che ha scritto sul Carnevale pagine illuminanti,ha contribuito attivamente nel 1911 alla realizzazione del carro "Il trionfo della vita” di Domenico Ghiselli, di cui abbiamo testimonianza della decorazione con una galleria di figure allegoriche dei pannelli della base. Renato Santini, altro pittore della città, si avvicina al mondo della cartapesta nel 1924, in occasione della preparazione delle maschere per il Carnevale di Viareggio; realizza numerosi carri a partire dal 1947 (“Teatro della vita”) fino al 1956 con il carro “A tempo di mambo”. Nel nuovo millennio si affaccia un Carnevale di grandi firme: sono quelle del premio Nobel Dario Fo che ha in passato ispirato due maghi della cartapesta come Umberto e Stefano Cinquini, che descrivono con il loro carro la brutalità che produce la guerra sui bambini; di Jean Michel Folon, grande artista belga recentemente scomparso, che ha dato tanto alla Versilia, di cui era innamorato, e che con i suoi celebri colori pastello ha firmato il manifesto ufficiale per il Carnevale del 2000.
[modifica] La cartapesta
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Per approfondire, vedi la voce Cartapesta. |
La cartapesta è un preparato essenzialmente composto da acqua, colla, gesso e carta; il procedimento di lavorazione parte dalla creazione di un modello in argilla. Con una colata di gesso su questo modello si ottiene il negativo del calco, all’interno del quale vengono applicate le strisce di carta che sono state precedentemente imbevute in un composto di acqua e colla. Grazie a questo materiale i carristi riescono a plasmare masse e volumi molto grandi e, grazie alla leggerezza delle forme vuote, il carro è una struttura semovente spettacolare. Le strisce vengono poi fatte aderire al calco, che ha poi bisogno di molte ore per l’asciugatura.
In seguito si stacca il lavoro di cartapesta e, dopo averlo levigato con carta vetrata, si procede alla decorazione con colori acrilici o a tempera, che vengono ricoperti da un’ulteriore vernice lucida di protezione. Il primo carro di cartapesta fu realizzato a Viareggio, nel 1925 : "I cavalieri del Carnevale" di Antonio D’Arliano. Attualmente uno dei grandi maestri riconosciuti della cartapesta è Arnaldo Galli che insieme a Silvano Avanzini ha collaborato per la costruzione di materiali di scena in film di Federico Fellini come Casanova e Boccaccio '70, costruendo un' Anita Ekberg di misure enormi. Maschere in cartapesta dei maestri viareggini hanno fatto da cornice alla cerimonia di apertura di Italia '90 e quella di chiusura di olimpiadi invernali Torino 2006.
[modifica] La Cittadella
[modifica] Dove nasce la magia del carnevale
La nuova sede di costruzione dei carri mascherati, il complesso della Cittadella, è stata inaugurata il 15 dicembre 2001 secondo il progetto di Francesco Tomassi. Essa si trova nella zona nord della città, i carri sono all’interno di hangars che possono essere visitati da gruppi e singoli non soltanto durante il periodo carnevalesco. Inoltre questo complesso è anche un centro di cultura e spettacolo con spazi aperti utilizzabili tutto l’anno: la piazza ellittica delimitata dagli hangars stessi è un’ottima location per concerti ed eventi vari. All’interno invece è stato realizzato un museo e un percorso guidato sulla storia del carnevale cittadino.
[modifica] Burlamacco e Ondina
[modifica] Maschera Ufficiale del Carnevale di Viareggio
Il Burlamacco fu dipinto per la prima volta sul manifesto del Carnevale 1931 senza il nome. Prima di ottenerlo passeranno otto anni. L'ideatore della maschera e del nome, Uberto Bonetti, ha riferito che fu il Comitato Carnevale a chiedergli, nel 1930, di preparare il manifesto del 1931 e che, a forza di provare, si ritrovò sul tavolo da disegno un pagliaccio con un "puzzIe" d'indumenti sottratti alle maschere italiane della Commedia dell'Arte: una tuta a scacchi biancorossi suggerita dal vestito a pezzi di Arlecchino, un ponpon da cipria rubato dal camicione di Pierrot, una gorgiera bianca e ampia alla Capitan Spaventa, un copricapo rosso a imitazione di quello in testa a Rugantino, un mantello nero svolazzante, tipico di Balanzone. Al fianco di Burlamacco, Bonetti disegnò una figurina di bagnante, con costume castigato come d'uso negli Anni Trenta, per comunicare che Viareggio era la città del Carnevale e del mare. Il nome Burlamacco fu suggerito a Bonetti da Buffalmacco, pittore fiorentino e personaggio del Decamerone. Bonetti sostituì la radice "buffa" con "burla"; ma un contributo gli dovette arrivare anche dal cognome lucchese Burlamacchi, già utilizzato per il canale del porto, il Burlamacca. Il nome piacque subito, non solo al Comitato, ma anche alla città e ai viareggini. Burlamacco fu raffigurato in innumerevoli varianti in cui l’autore si sbizzarrì sui manifesti ufficiali del carnevale. La figura di Ondina invece non la si vedrà più sui manifesti di Bonetti, fino al 1980. Il 21 dicembre 1988 Burlamacco entrò, come maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, al Museo delle Arti e delle Tradizioni popolari di Roma. Il manichino, fedele al disegno originale di Uberto Bonetti, e un’altra figura monumentale in carta a calco di Burlamacco è esposta al Museo dell'Uomo di Parigi. Ai piedi della "statua" è stata collocata una didascalia, corredata dalla foto di un mascherone sul litorale viareggino.