Chârvâka
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![]() |
Questa voce riguardante un argomento di induismo non è ancora stata tradotta completamente dalla lingua inglese. Terminala o riscrivila tu.
Nota: il testo da tradurre potrebbe essere nascosto: vai in modifica per visualizzarlo. |
Chârvâka, spesso traslitterato come Charvaka o Carvaka e conosciuto anche come Lokayata, è una antica scuola di pensiero fortemente materialista e ateista originaria dell'India.
Indice |
[modifica] Perdita integrale delle opere
I dati disponibili suggeriscono che la filosofia Chârvâka sia nata in India e fondi le proprie radici nelle Brhaspati Sutra attorno al 600 a.C.; tuttavia nessun testo originale della scuola si è preservato fino ad oggi. Tutti gli scritti sono noti solo tramite frammenti citati dai suoi oppositori indù e buddisti. Le tracce più recenti della filosofia Chârvâka risalgono al quindicesimo secolo.
In contrapposizione alla nozione che i seguaci della dottrina Chârvâka si opponessero a quanto c'è di buono nella tradizione vedica Dale Riepe obbiettò: «Si può dedurre dal materiale rimasto che i Chârvâka tenessero la verità, l'integrità la coerenza e la libertà di pensiero nella più alta considerazione».
[modifica] Madhavacharya e la dottrina Carvaka
Madhavacharya, il filosofo vedico del quindicesimo secolo, originario dell'India meridionale, inizia il suo famoso lavoro, il Sarva-darsana-sangraha, con un capitolo dedicato alla dottrina Chârvâka con l'intenzione di confutarla. Dopo aver invocato le divinità indù Śiva e Visnù (per i quali furono creati il modo e tutto il resto) il filosofo chiede:
[modifica] Significato della parola Chârvâka
In sanscrito Chaarvaaka è generalmente inteso come l'unione delle parole chaari e vaak, che significano rispettivamente "dolce" e "parola". A volte anche altri significati vengono associati al termine, ma "dolce parola" è il più plausibile. La dottrina Chârvâka veniva anche chiamata Lokayata probabilmente in epoche pre vediche; Loyaka, composto di loka e ayata, significa verosimilmente "Il più diffuso tra la gente" o "prevalente nel mondo".
[modifica] Brihaspati e Lokayata
Si crede che il saggio indù Brihaspati, l'istitutore degli Dei vedici, abbia istituito e creduto nella dottrina Lokayata; tuttavia questo solleva un gran numero di contraddizzioni con le scritture Indù. Verosimilmente esisterono due filosofi di nome Brihaspati. Alcuni testi antichi, come il Brhati (una critica al Saabarbhaashya) o il Sarvadarsanasangraha menzionano Brihaspati come fondatore e maestro della dottrina Chârvâka.
I versi più noti, attribuiti a Brihaspati, enunciano un principio che verrà, ironicamente, usato dai suoi oppositori per confutarlo:
![]() «Yavajjivet sukham jivet
Rinam kritvaa ghritam pibet Bhasmibhutasya dehasya Punaraagamanam kutah» |
![]() «Finché la tua vita è felice
chiedi credito e bevi del ghee Dopo che il corpo si è ridotto in cenere da dove dovrebbe ritornare?» |
(Brihaspati)
|
Il ghee, cioè burro di bufala fuso, è spesso usato, nella contesto della dottrina Ayurveda (medicina tradizionale indiana), nella frase «il ghee è vita» (aayurghritam). La frase è la settima di una serie di undici versi nel trattato Sarvadarsana Sangraha.
Anche se non ci sono certezze su chi sia il vero autore di questi versi attribuiti a Brihaspati non ci sono dubbi sul fatto che riflettano la dottrina Chârvâka. In particolare criticano i benefici economici ottenuti dai bramini per mezzo delle funzioni religiose. Il 'ghee' occupa un posto di rilievo: veniva considerato come prototipo del buon cibo e un'offerta prediletta per le cerimonie Indù.
I seguaci della dottrina Chârvâka ritenevano che la vita serena e soddisfacente, simboleggiata dal ghee, fosse la via per la propria realizzazione. Gli oppositori della scuola consideravano l'aderenza ai principi dell'artha e del kama trascurando però il dharma (e il moksha) come una sorta di estremo edonismo egocentrico.
Nell'epica dell'Induismo Mahābhārata, una Chârvâka amico di Duryodhana, fu bruciato vivo. Egli era uno dei pochi discendenti dei già antichi Chârvâka secondo Kṛṣṇa, l'avatar del dio della preservazione Visnù.
|
Storia della filosofia | Filosofi | Discipline filosofiche | Opere filosofiche