Domenico Mauro
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Domenico Mauro (San Demetrio Corone, 17 dicembre 1812- Firenze, 14 gennaio 1873) fu un letterato e un patriota italiano.
[modifica] Biografia
Nacque a San Demetrio Corone, un paese di lingua albanese, allora nella provincia della Calabria Citeriore (Regno delle Due Sicilie) e attualmente in provincia di Cosenza. Assieme a Vincenzo Padula fu la principale figura di un gruppo di giovani calabresi, radicali in politica e romantici in letteratura, che si adoperarono a svecchiare la cultura calabrese. Nel 1843 Padula gli dedicò la sua prima opera, il poemetto Il Monastero di Sambucina.
Mauro partecipò ai moti rivoluzionari del 1848 nel Regno borbonico. Dopo la concessione della costituzione da parte di Ferdinando II, cenne eletto deputato per Cosenza assieme a Raffaele Valentini. Dopo il tradimento del re, ritornò in Calabria dove organizzò un comitato di salute pubblica per il proseguimento della rivoluzione e l'arruolamento dei volontari. Venne pertanto nominato commissario civile del distretto di Castrovillari coadiuvato da Giuseppe Pace e Domenico Damis. Il 30 giugno 1848, al valico di Campotenese, guidò 3000 volontari albanesi in uno scontro sfortunato con le truppe borboniche del generale Lanza. Domata la rivoluzione calabrese, e condannato a morte, Mauro riparò dapprima a Malta, quindi a Corfù, in Grecia e in Albania. Nel 1849 tornò in Italia, in aiuto della Repubblica Romana, caduta la quale si rifugiò in Piemonte. Nel 1860 seguì Giuseppe Garibaldi nell'impresa dei Mille, assieme al fratello Raffaele. Dopo l'unità d'Italia fu eletto alla Camera dei deputati, militando fra le file della sinistra, dal 1865 al 1870.
[modifica] Opere
Tra i suoi scritti si ricordano: