Fonni
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 1000 m s.l.m. | ||
Superficie: | 112,30 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 38,92 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Desulo, Gavoi, Lodine, Mamoiada, Orgosolo, Ovodda, Villagrande Strisaili (OG) | ||
CAP: | 08023 | ||
Pref. tel: | 0784 | ||
Codice ISTAT: | 091024 | ||
Codice catasto: | D665 | ||
Nome abitanti: | Fonnesi | ||
Santo patrono: | San Giovanni Battista | ||
Giorno festivo: | 24 Giugno | ||
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Fonni è un paese della provincia di Nuoro adagiato sulle pendici settentrionali del Gennargentu a 1000 metri s.l.m. ed è il paese più alto della Sardegna.
Il numero degli abitanti sfiora le 4400 unità. Il nome deriva probabilmente dal latino fons che significa fontana o anche dio delle fonti. Il paese infatti conta numerose fontane sorgive.
Nacque intorno alla fine del primo millennio ed il tessuto urbanistico ebbe origine attorno alla chiesa gotica di San Giovanni Battista. Dal seicento in poi un altro nucleo di abitanti si stabilì attorno al convento francescano di Santa Maria dei Martiri. Le case, piccole e modeste erano ad un solo piano, addossate le une alle altre, con tetti di isciandula alla romana. Avevano un solo ingresso e poche finestre con camere intercomunicanti tutte in funzione di sa cu'ina (la cucina). Erano le abitazioni dei contadini e dei pastori. Sos meres (i ricchi) abitavano invece in case di maggiori dimensioni, talvolta a due piani con scale interne di legno. Le case dei nobili e della piccola borghesia locale erano di norma costruite a due piani con balconi all'esterno e scale interne in granito, con camere e cucina intonacate e pianellate e con soffitti talvolta dipinti.
Agli inizi del Settecento maestranze qualificate venute dalla Lombardia diedero un impulso qualitativo per un diverso modo di costruire: edificarono la Basilica dei Martiri con uno stile spagnoleggiante-barocco che presto venne imitato dalla borghesia e da sos meres per l'ammodernamento delle loro dimore e in particolare per le rifiniture esterne. Questa situazione urbanistica andò avanti fino ai primi anni del secolo scorso. Nella prima metà del Novecento venne intrapreso un nuovo riassetto urbanistico dovuto soprattutto ai bisogni abitativi delle famiglie pastorali: nuove case vengono costruite accanto a quelle vecchie.
Nell'ultimo trentennio avvengono i maggiori sconvolgimenti dell'antico tessuto urbano. Nuovi quartieri, case, strade, con conseguenti sventramenti e nuovo cemento, intaccano rovinosamente anche il centro storico. Le abitazioni più tradizionali risultano basse, con la cucina al piano terra. Alla casa si accede attraverso sa logia (l'andito), che porta poi alla cucina e ad una camera da letto, usata anche come ripostiglio (sa domo le ‘ara); un'altra stanza, s'apossentu, e su ma‘assinu (il magazzeno) completano più o meno la struttura delle antiche case. Sa logia talvolta era un piccolo andito, altre volte un locale più ampio dove stazionava il telaio femminile e altri arnesi. Qui si riponevano nelle ma‘erinas (nicchie) i recipienti d'acqua potabile e vi si poteva alloggiare sa mannalita (la capra domestica). Nella domo le 'ara, luogo di riguardo, dormivano i genitori, si riponevano i beni della famiglia (alimenti, corredo); si svolgevano i riti della vita familiare.
Il rione "su Piggiu" costituisce probabilmente il nucleo più antico di insediamento, sia perché si concentra intorno alla chiesa di San Giovanni Battista, la più antica parrocchia di Fonni, sia perché caratterizzato da un tessuto urbanistico frammentato e irregolare, risultato delle numerose divisioni ereditarie. Il rione comprende la zona che si sviluppa tra "Canio" e "Logotza" da una parte, e "Pupuai" e "Ghinio" dall'altra, gli altri rioni principali del paese.
Il rione Canio si sviluppa a sud dell'abitato ed è nel luogo più alto, traendo origine dalla naturale espansione "de su Piggiu" successivamente alla costruzione della chiesa di San Giovanni Battista. Si suppone infatti che dopo la distruzione di Sorabile ad opera dei vandali, alcune tribù siano state spinte verso siti più sicuri e si siano insediate nell'area circostante la chiesa di San Giovanni, dando origine al primo nucleo abitativo di Fonni.
Il rione Pupuai si estende invece verso nord-ovest dell'abitato, ed è la parte più bassa del paese. Si è sviluppato a cavallo della via San Cristoforo e in esso vi erano numerose fontane, tra cui "sa untanedda de intinge peddes" (la fontanella per tingere le pelli) e "sa funtana 'e sa oncia" (sempre per la concia della pelli). Questo quartiere era anche molto ricco di orti che, in seguito, sono stati sostituiti dalle abitazioni. La proprietà dei terreni era molto frammentata in quanto erano poche le famiglie proprietarie di vasti lotti. Anticamente a Puppuai vi erano "sas argiolas", spazi di terreno in cui veniva portato il grano in covoni per essere trebbiato. Ancora oggi, in questa zona, si svolge, per la festa del patrono, "sa arrela 'e vrores", una competizione equestre accompagnata dalle emozionanti pariglie.
Il rione Ghinio, sviluppatosi dopo il 1850 (e in particolare tra il 1850 ed il 1875), ha tratto origine dal nucleo antico "Tarunele". La tradizione locale narra che quando gli abitanti del villaggio di Pira e Onne, posto in territorio del marchesato di Quirra nell'altopiano di Villanova Strisaili, scampati alla peste nel 1528, si rifuggiarono nel territorio di Fonni, i fonnesi li segregarono nella zona di Tarunele-Puppuai, allora disabitata. A questo primo nucleo si aggiungeranno in seguito altre migrazioni.
Infine il rione Logotza, sviluppatosi tra il XVI secolo ed il XVII secolo, comprende la zona ad ovest del paese. Sorse attorno al convento francescano e alla basilica dei Martiri ed era abitato inizialmente dai ricchi proprietari terrieri.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti