Tiana
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Immagine:Tiana-Stemma.png | |||
Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | m s.l.m. | ||
Superficie: | 19,35 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 30,18 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Austis, Desulo, Ovodda, Sorgono, Teti, Tonara | ||
CAP: | 08020 | ||
Pref. tel: | 0784 | ||
Codice ISTAT: | 091091 | ||
Codice catasto: | L160 | ||
Nome abitanti: | tianesi | ||
Santo patrono: | Sant'Elena | ||
Giorno festivo: | 18 agosto | ||
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Tiana è un comune di 584 abitanti della provincia di Nuoro.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Tiana, uno scenario incantevole nel cuore della Barbagia
Il panorama che si presenta davanti agli occhi di chi arriva a Tiana per la prima volta è definito, da molti, uno dei più suggestivi dell’intera Barbagia. Incastonato nella valle del fiume Tino e circondato da montagne rivestite da una vegetazione fittissima di lecci e sugherelle, di castagni e di noci, questo piccolo paese, abitato da circa 600 anime, presenta un panorama da cartolina, che merita sicuramente di essere ammirato. Tiana, comune della provincia di Nuoro, è situato a una decina di km dal paese del torrone, Tonara, e a soli quattro da quello del carnevale, Ovodda. E’ posto a circa 600 metri di altitudine, ma i rilievi che lo circondano oltrepassano la quota dei mille metri, e costituiscono gli ultimi avamposti della catena del Gennargentu, del cui parco Tiana avrebbe fatto parte se questo progetto fosse andato in porto. Sarebbe stata, probabilmente, l’occasione giusta per far decollare in modo consistente quello sviluppo di tipo turistico che nelle zone dell’interno ha iniziato a prendere piede da qualche anno a questa parte. Peraltro, la popolazione non è stata dello stesso avviso, e ha prevalso la paura di veder perdute le prerogative tipiche di chi si basa su un’economia agro-pastorale, su cui Tiana fa ancora affidamento. I motivi per cui un visitatore dovrebbe fare un salto da queste parti sono diversi. E’ senza dubbio la natura incontaminata la risorsa più preziosa di cui questo borgo dispone. Lo spettacolo che questo capolavoro della natura offre diventa indescrivibile in autunno, quando le foglie ingialliscono e regalano al panorama montuoso colori dei quali è impossibile, a parole, rendere un’idea che non ne sminuisca la bellezza. Non per niente, Tiana è tappa, nel mese di dicembre, della rassegna “Autunno in Barbagia”, la manifestazione che unisce tutti i paesi della zona e che permette a questi ultimi di mettere in mostra le tradizioni e le specialità locali: un evento imperdibile per chi sa apprezzare l’ospitalità dei paesi dell’interno. La vista che si presenta nelle altre stagioni non è meno seducente rispetto al paesaggio autunnale. L’occhio del visitatore è ammaliato in primavera, quando il verde della vegetazione si mostra nel suo pieno rigoglio; in inverno quando la natura si rivela nella sua essenzialità scarna; e, in estate, il turista non rimpiange di aver disertato le ben più note località balenari dell’isola Quest’ambiente puro è anche uno dei motivi della longevità dei tianesi: il paese continua ad essere, infatti, culla di centenari. Nel territorio tianese scorrono due fiumi, il Tino e il Torrei. Secondo alcuni studiosi, è proprio dal primo che deriverebbe il nome del paese; altri, invece, lo fanno risalire a Diana, la dea della caccia, venerata dalle antiche popolazioni autoctone. Per lungo tempo, su questi due corsi d’acqua si è imperniata l’economia di Tiana. Sulle loro rive, infatti, si trovano ancora oggi un mulino e una gualchiera, ultimi superstiti di una schiera di diverse decine di esemplari che davano lavoro a molti tianesi fino a mezzo secolo fa. Questi due macchinari sono ora adibiti ad una sorta di “museo animato”, e possono essere visitati e ammirati in funzione da chiunque abbia la curiosità di fare un salto nel passato, per rivivere il tempo in cui alla mancanza dell’elettricità si sopperiva con l’energia derivante dalla forza dell’acqua del fiume. Questa faceva girare un’enorme ruota a pale la quale trasmetteva il movimento alle macchine, che, nel caso del mulino, macinavano il grano. Il funzionamento della gualchiera era analogo, ma essa era adibita ad un utilizzo diverso: quello della lavorazione dell’orbace, il tessuto con cui si producevano, fino a non tantissimo tempo fa, i vestiti dei pastori e della popolazione. L’orbace veniva ammorbidito con dei robusti magli, messi in movimento, anch’essi, da una grossa ruota, azionata dalla corrente fluviale. Nel territorio tianese non mancano gli insediamenti archeologici. Il più importante è la Necropoli di Mancosu, un complesso di Domus de Janas. La traduzione letterale di questa locuzione corrisponderebbe a "case delle fate"; in realtà, esse sono delle tombe scavate nella roccia dalle popolazioni che vissero in Sardegna nel Neolitico. L’altro insediamento è stato devastato nel secolo scorso, purtroppo, dai profanatori, in tempi nei quali non si conosceva, probabilmente, il valore di questi siti. La patrona di Tiana è Sant’Elena, madre dell’imperatore romano Costantino, la quale, secondo la leggenda, ritrovò la Croce di Cristo. La festa si svolge il 18 agosto, e alla Santa è dedicata anche la Chiesa del Paese, risalente al XVIII secolo. A Tiana si festeggia anche San Leone Magno, il Papa che fermò Attila mostrandogli la Croce, al quale era dedicata una chiesetta campestre che è andata distrutta ma che verrà ricostruita: la prima pietra è già stata posata. I festeggiamenti si svolgono nella seconda settimana di settembre, e si aprono con una processione nella quale il Santo percorre le vie del Paese su un carro addobbato e trainato da buoi, accompagnato dai tianesi in costume e a cavallo. Anche questa è un’ottima occasione per poter conoscere le tradizioni di questo centro barbaricino. Un’altra festa davvero suggestiva è quella di Sant’Antonio, che è comune a tutti i paesi della Barbagia e che si svolge la sera del 16 gennaio: un priore organizza l’accensione del falò e prepara per tutti i presenti il vino e “sa panemanna”, un dolce che si prepara appositamente per questa ricorrenza. Tipici dei paesi dell’interno sono i riti della Settimana Santa, che anche a Tiana si svolgono secondo la tradizione. Non si può che concludere col fiore all’occhiello del Paese, e cioè la tradizione gastronomica, che merita davvero una menzione speciale, e potrebbe diventare un settore trainante dell’economia tianese. Oltre ai piatti barbaricini tipici (le carni, i culurzones, le seadas, solo per citarne alcuni) che vengono ancora preparati in casa, come, del resto, il pane, vanno segnalati anche vari tipi di dolci che accompagnano le diverse ricorrenze dell’anno: sa panemanna per S. Antonio; is pardulas per Pasqua; is papassinos per Ognissanti (oltre ad altre varietà che non sono legate a periodi particolari). Come si può notare, questo piccolo paese può riservare delle sorprese che meritano di essere apprezzate. E’ un piccolo angolo di Sardegna, lontano dalle mete della massa dei turisti, ma che racchiude in sé pregi e ricchezze che non hanno nulla da invidiare rispetto ad altri luoghi più conosciuti. (A.P.)