Forte di Exilles
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Il Forte di Exilles rappresenta uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte, insieme al complesso fortificato di Fenestrelle, che venne impiegato a fasi alterne sia dai Savoia e sia dai Francesi. La sua posizione al centro di una strettoia della Valle infatti lo rendeva una minaccia sia per gli eserciti che scendevano dall’Alta valle che per quelli che risalivano dal fondo valle
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[modifica] Storia
I primi documenti in cui viene citato il Forte di Exilles, ancora assai rudimentale ed in via di definizione, risalgono al VII secolo, quando un cronista della Novalesa cita sul roccione di Exilles una primitiva fortificazione distrutta dai Franchi. Dal 1155 circa i padroni della fortezza sono i Bermond di Besançon, conti di Albon, che avevano bisogno di proteggere militarmente la strada che, di loro proprietà, portava al Monginevro.
La prima descrizione del castello risale al 1339: la pianta si presenta quadrangolare e con più torri, stalle e magazzini esterni, assai diverso dalla piazzaforte solida e compatta di oggi.
Tra il 1494 e il 1496 diventa deposito di munizioni per i francesi di Carlo VIII, viene allargata la porta principale per permettere il transito dei cannoni e vengono arruolati con la forza molti contadini del posto per difendere la roccaforte. Nel XVI secolo viene rinforzato con l’aggiunta di torri e mura su disposizione di Carlo II di Savoia. Nel 1541 passa sotto il dominio francese, ma nel 1559, a seguito del trattato di Cateau-Cambrésis, torna in mano ai Savoia con Emanuele Filiberto. Nel settembre 1591 viene occupato, dopo un breve assedio, dai francesi del Lesdiguières. Due anni dopo, in primavera, viene posto sotto assedio dalle truppe di Carlo Emanuele I di Savoia, che lo riconquistano nell’arco di un mese ed iniziano altri lavori di rafforzamento, soprattutto in direzione dell’alta valle. È nuovamente in mano francese nel gennaio 1595, dopo circa un mese di assedio; tornerà ai Savoia solo nel 1708.
Nel frattempo è passato più di un secolo: i francesi hanno rinforzato le difese del forte e lo hanno utilizzato come punto chiave logistico di primaria importanza. Dal 1601, anno del trattato di Lione, imponenti lavori di restauro sotto la guida dell'ingegner Jean de Beins hanno rimodernato la struttura del forte, resa ormai insufficiente dall'avvento dell'artiglieria. Fra le altre cose è stata costruita la Rampa Reale, lunga un chilometro e lastricata a ciottolato, che conduce all'ingresso principale, varcato il quale si dipanano due ripide salite a tenaglia che conducono alla cittadella vera e propria, edificata intorno all'enorme Cortile del Cavaliere, nucleo centrale della costruzione. Altre aggiunte sono state una cappella (oggi sconsacrata e utilizzata per concerti) e il pozzo, profondo 70 metri e realizzato in quattro anni di scavi.
Nel 1708, durante la Guerra di Successione Spagnola, torna ai Savoia con Vittorio Amedeo II di Savoia, grazie all’aggiramento del fronte da parte delle truppe sabaude attraverso la Moriana ed i colli che mettono questa in collegamento con Bardonecchia, così che il forte verrà attaccato dalla parte dell’alta valle. Il Trattato di Utrecht sancirà infine la definitiva appartenenza della intera Valle di Susa (e, quindi, anche del forte di Exilles) al neonato Regno di Sicilia (che poco dopo diventerà Regno di Sardegna).
Con l’avvento di Napoleone Bonaparte il forte è destinato alla demolizione: così vuole il Trattato di Parigi, stipulato a seguito dell’armistizio di Cherasco). Verrà riedificato con il ritorno del Piemonte e della Savoia al Regno di Sardegna, sancito dal Congresso di Vienna (1814). La ricostruzione dura dal 1818 al 1829: viene riproposta la stessa architettura preesistente, aggiornandola soltanto alle nuove esigenze militari.
L'8 settembre 1943 il Forte di Exilles viene abbandonato definitivamente dall'esercito e rimane a lungo in balìa dei vandali e degli eventi atmosferici. A partire dal 1978 è stato oggetto di un attento restauro, grazie agli aiuti della Regione Piemonte: al giorno d'oggi il forte è visitabile.
[modifica] Curiosità e leggende
Intorno al Forte nacquero nei secoli molte leggende, ma forse la più famosa di tutte è quella relativa ad un misterioso personaggio ivi rinchiuso (la costruzione fungeva anche da carcere) tra il 1681 e il 1687. Secondo la tradizione, esso potrebbe identificarsi con la Maschera di Ferro, personaggio la cui identità non è a tutt'oggi nota. Il primo a sollevare il problema fu Voltaire che, durante il breve periodo di permanenza nel carcere della Bastiglia (1717), apprese dell'esistenza di questo misterioso personaggio il cui volto era sempre coperto da una maschera di velluto ed era sempre ben trattato da alcune guardie che erano state preposte alla sua sorveglianza; Voltaire si appassionò alla sua storia, facendo delle ricerche che pubblicò in un suo libro. La permanenza della Maschera di Ferro ad Exilles è anche documentata da un carteggio, pervenuto fino ai nostri giorni, fra l'allora ministro francese della Guerra, Marchese di Louvois, ed il governatore della piazza di Pinerolo, dove la Maschera di Ferro soggiornò prima di Exilles e da dove il governatore stesso ne curò il trasferimento ad Exilles, continuando a seguirne da Pinerolo la prigionìa. Il carteggio tratta delle spese sostenute per il sostentamento (vitto e vestiario) del misterioso prigioniero. Da Exilles la Maschera di Ferro fu poi tradotta all’isola di Sainte-Marguerite, (la maggiore delle due isole, dette Îles des Lérins, al largo di Cannes) e qualche anno dopo alla Bastiglia.
[modifica] Bibliografia
- Mauro Minola, Il Forte di Exilles, Susalibri, Sant'Ambrogio di Torino (TO), 2000
- Michele Ruggiero, Storia della Valle di Susa, Alzani Editore, Pinerolo (TO), 1996 – ISBN 88-8170-0132-8
- Mauro Minola e Dario Gariglio, Le fortezze delle Alpi Occidentali - Vol.I , L'Arciere Editore, Cuneo, 1994 - ISBN 88-8639-8077