Gatto (famiglia nobile)
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Famiglia nobile di origine lombarda, ampiamente diramata in Italia, spesso denominata anche "Gatti". Discendevano probabilmente da Atto o Attone, duca longobardo di Spoleto e Rieti nel 742 d.C. Ogni ramo ebbe genealogie separate, ma con una certa regolarità si ritrovano gli stessi temi in quasi tutti i loro blasoni: le fasce blu e/o argento, talora ondate, il fondo oro, il gatto passante e le tre stelle d’oro in cima, variamente assortiti tra loro.
Indice |
[modifica] I Gatto di Viterbo
In Viterbo i Gatto (detti anche Gatti) fiorirono moltissimo e furono una delle famiglie più importanti, specie nel XIII secolo, lasciando diverse dimore tuttora esistenti. Si ricordano soprattutto Rainero o Ranieri e il Capitano del popolo Giovanni Gatto, guelfi, che costruirono la fontana grande, il palazzo dei papi di Viterbo e altri antichi edifici medievali. Inoltre nel castello di Costaguti vicino a Viterbo avvenne lo sterminio dei Gatto di Roccalvecce (Giovanni e figli) da parte dei Viterbesi nel 1496.
[modifica] I Gatto di Toscana
Bectus Gatto, Guccio Gatto e Andrea Gatto vivevano tutti intorno al 1260 a Pisa, e a Firenze la famiglia Abbraccia era detta anche Del Gatto.
[modifica] I Gatto di Milano
Si ricorda il capitano di ventura Jacopo Gatto generale delle truppe dei Visconti contro Pisa nel 1300 circa.
[modifica] I Gatto Veneti
I fratelli Martino e Giovanni del Gatto di Padova, il nobile Michele Gandolfo di Gatto di Verona, e Antonio Gatto di Bardolino tra il 1080 e il 1291 popolavano i territori nord orientali.
[modifica] I Gatto di Piemonte
Di questo ceppo si conoscono tre rami, quello dei Gatto di Lanerio, quello dei Gatto di Carmagnola e quello dei Gatto di Tortona (definiti sempre come Gatti). Si unirono con diverse famiglie nobili piemontesi: Pensa di Cigliaro, Baciocchi, Birago di Torino, Buronzo, Carrassi, Ferrari, Gavigliani, Milano, Pizzale, Secchi, Adami, e si dice Ridolfi di Toscana. Iniziarono inoltre la stirpe dei Gatti Del Carretto (oggi estinta), unendosi con uno dei Del Carretto di Sessame.
[modifica] I Gatto di Agliano e Lanerio
Tenevano il feudo di Lanerio per i signori di Agliano della seconda casa, con i quali condividevano anche una certa parentela, insieme ad altre famiglie (Presbitero, Musso, Sclasso). Costituirono coi signori di Canelli il potentissimo Consortile d'Acquosana, che molto lottò contro Asti e i signori del Monferrato. Portavano lo stemma ascritto alla famiglia dei Gatto cosiddetti di Torino ed Asti, dei quali è ricordato un Capitano Innocenzo Gatto del 1600 circa e suo nipote il Barone Innocenzo Gatto del 1687, e pertanto ne dovevano essere gli agnati. Lanerio fu distrutta sul finire del '200 da Uberto da Ozzino e oggi ne rimangono tracce in Calamandrana e Nizza Monferrato, poco distante da Agliano d’Asti, Costigliole, Mombercelli, Castagnole, luoghi da cui provenivano i capomastri Gatto del 1600 che costruirono diverse chiese tra Castelnuovo Calcea e Costigliole d’Asti.
[modifica] I Gatto di Carmagnola
I Gatto da Carmagnola erano già noti nel XIII secolo, essendo probabilmente d'un sangue coi Lanerio e un importante esponente di questa casata fu Antonio Gatto, giudice di Mondovì nel 1441.
[modifica] I Gatto di Malta
Manfredi, figlio di Federico II, trasferì la sua corte in Sicilia, ivi compresi i Gatto di Agliano e Lanerio, uniti a lui da una lontana parentela con la madre Bianca Lancia d'Agliano. Un milite algozirio di Manfredi, tale Francesco detto Cicco Gatto nato nel 1310 circa, sedò una rivolta sull’isola di Gozo diretta contro l’imperatore, ricevendone in cambio il primo e più antico titolo feudale dell’isola di Malta, la baronia di Djar il Bniet. L’intera discendenza del barone Cicco Gatto è finemente descritta sui libri araldici maltesi. Vi è perfetta somiglianza degli scudi dei Gatto di Carmagnola e dei Gatto di Beberrua di Malta, inoltre lo scudo dei Gatto di Messina, provenienti da quelli di Malta, rappresenta l’unione dello scudo dei d’Agliano, dei Gatto di Lanerio e dei Gatto di Carmagnola. Ciò suggerisce l’ipotesi che i Gatto di Carmagnola, quelli di Agliano e Lanerio, quelli di Malta e quelli di Messina fossero d’un ceppo solo, e che ai tempi di Manfredi anche i Gatto di Lanerio portassero lo stemma poi rimasto ai Carmagnola, che secondo il Manno è più antico.
[modifica] I Gatto di Messina e di Calamonaci
Dai Gatto di Malta si divisero come detto i Gatto di Messina tuttora esistenti, e da questi i Gatto di Calamonaci in Agrigento.
[modifica] Bibliografia
- Manno. Il patriziato subalpino. Torino 1896
- Guasco di Bisio F. Dizionario feudale degli antichi stati sardi e della Lombardia (dall’epoca carolingia ai nostri tempi) (774-1909). Pinerolo 1911
- Spreti. Enciclopedia nobiliare italiana. Roma
- AAVV. Libro d’Oro della nobiltà italiana. Roma Collegio araldico
- Scorza M. Enciclopedia araldica.
[modifica] Collegamenti esterni
- Gatto Baroni di Djar il Bniet su "Libro d'Oro di Melita"
- Baronia di Djar il Bniet su Maltese nobility
- Gatto di Messina su Nobiliario di Sicilia
- Gatto di Piemonte su Patriziato Subalpino di A. Manno
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