George Weah
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![]() ![]() |
||
Dati biografici | ||
Nome | George Manneh Oppong Ousman Weah | |
Nato | 1 ottobre 1966 Monrovia |
|
Paese | Liberia | |
Nazionalità | Liberia | |
Altezza | 184 cm | |
Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Ruolo | Attaccante | |
Squadra | ritirato | |
Carriera | ||
Squadre professionistiche ![]() |
||
1981-1984 | Young Survivors | ? |
1984-1985 | Bongrange Company | ? |
1985-1986 | Mighty Barolle Monrovia | ? |
1986-1987 | Invincible Eleven | ? |
1987-1988 | Tonnerre Yaoundé | 18 (14) |
1988-1992 | AS Monaco | 103 (47) |
1992-1995 | Paris Saint-Germain | 96 (32) |
1995-1999 | ![]() |
114 (46) |
1999-2000 | Chelsea F.C. | 11 (3) |
2000-2001 | Manchester City | 7 (1) |
2000-2001 | Olympique Marseille | 19 (5) |
2001-2002 | Al-Jazeera | ? |
Nazionale ![]() |
||
1988-2002 | Liberia | 65 (10) |
Statistiche aggiornate al 12 marzo 2007 |
George Weah, nome abbreviato di George Manneh Oppong Ousman Weah (Monrovia, Liberia, 1 ottobre 1966), è stato un calciatore ed è un uomo politico liberiano.
Considerato da molti il miglior calciatore africano di tutti i tempi, nel 1999 fu votato Calciatore africano del secolo. È uno degli atleti africani più noti di sempre. Nel 1995 vinse il Pallone d'Oro, il FIFA World Player e fu insignito del premio di Calciatore africano dell'anno, riconoscimento che aveva ricevuto altre due volte (nel 1989 e nel 1994).
Come attaccante vestì le maglie di prestigiose squadre europee quali Monaco, Paris Saint-Germain, Milan e Chelsea. Soprannominato Il Re Leone, Big George o La Pantera per l'eleganza nel tocco di palla e la prestanza fisica (185 cm), si ritirò dall'attività agonistica a 35 anni, nel 2001. In seguito intraprese la carriera politica e fu sconfitto nelle elezioni presidenziali liberiane del 2005.
Indice |
[modifica] Note biografiche
Weah nacque e crebbe nella baraccopoli di Clara Town, a Monrovia. Appartenente al gruppo etnico Kru, proveniente dalla Grande Contea Kru della Liberia sud-orientale, una delle zone più povere del paese. Nato da William T. Weah e Anna Quayeweah, fu allevato per di più dalla nonna paterna, Emma Klonjlaleh Brown. Frequentò la scuola media presso il Congresso musulmano e la scuola superiore presso la Wells Hairston High School. Prima che la carriera calcistica gli consentisse di spostarsi all'estero, lavorò per la Liberia Telecommunications Corporation come centralinista.
Si laureò in arte e amministrazione sportiva alla Parkwood University di Londra. Questa scuola fu poi chiusa dalla Commissione per gli Affari Federali degli Stati Uniti in collaborazione con il governo britannico e la laurea perse così di valore. Nel 1999 Weah ricevette un Dottorato Onorario in Umanità dal A.M.E. Zion University College della Liberia.
È sposato con Clar Weah, statunitense di discendenti giamaicani con cui ha tre figli: George Jr., Martha e Timothy George. Nato da una famiglia musulmana, si convertì al cristianesimo in onore della nonna paterna che lo accudì e che era di religione cristiana. George Jr. gioca nel settore giovanile del Milan.
[modifica] Carriera calcistica
[modifica] Dettagli
Weah iniziò a giocare a calcio in patria, nell'Invincible Eleven, prima di passare al Tonnerre Yaoundé, in Camerun. Nel 1988 si trasferì in Europa, al Monaco, con cui vinse la Coppa di Francia nel 1991. Negli anni '90 giocò poi con Paris Saint Germain (1992-1995), con cui conquistò il campionato francese nel 1994, e Milan (1995-2000), con cui vinse il campionato italiano nel 1996 e nel 1999. Nel 1995 fu nominato Pallone d'Oro, FIFA World Player e Calciatore africano dell'anno (terzo successo dopo quelli del 1989 e del 1994). Dopo la partenza dal Milan nel gennaio 2000, emigrò in Inghilterra, prima al Chelsea e poi al Manchester City, e, in rapida successione, nuovamente in Francia, all'Olympique Marsiglia. Nel maggio 2001 firmò un contratto con l'Al Jazira FC, squadra degli Emirati Arabi, dove chiuse la carriera. Nel 1999 fu votato Calciatore africano del secolo.
Ecco i dettagli della carriera europea di Weah:
Stagione | Squadra | Presenze | Gol |
2000-01 | Olympique Marsiglia | 19 | 5 |
2000-01 | Manchester City | 7 | 1 |
1999-00 | Chelsea | 11 | 3 |
1999-00 | Milan | 10 | 4 |
1998-99 | Milan | 26 | 8 |
1997-98 | Milan | 24 | 10 |
1996-97 | Milan | 28 | 13 |
1995-96 | Milan | 26 | 11 |
1994-95 | Paris Saint-Germain | 34 | 7 |
1993-94 | Paris Saint-Germain | 32 | 11 |
1992-93 | Paris Saint-Germain | 30 | 14 |
1991-92 | Monaco | 34 | 18 |
1990-91 | Monaco | 29 | 10 |
1989-90 | Monaco | 17 | 5 |
1988-89 | Monaco | 23 | 14 |
[modifica] Gli anni in Italia: il Milan
Weah arrivò al Milan nell'estate 1995, proveniente dal Paris Saint-Germain, con cui aveva appena vinto il campionato francese. Esordì in Serie A in Padova-Milan 1-2 del 27 agosto 1995, realizzando un gol di testa dopo 6 minuti di gioco e fornendo poi l'assist per l'ultimo gol in rossonero del capitano Baresi. A dicembre gli venne conferito il Pallone d'Oro nel primo anno in cui il premio veniva assegnato con l'allargamento delle barriere europee: Weah divenne così il primo calciatore non europeo a iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro del trofeo. Pur non segnando tantissimo nella sua prima stagione italiana (11 reti in 26 presenze), marcò gol fondamentali per la conquista del 15° scudetto del Milan. Le reti furono quasi tutte pregevoli, tra cui quella segnato all'ultimo minuto di Lazio-Milan del 3 dicembre 1995.
Nelle due stagioni successive, le più deludenti della storia recente del Milan, realizzò 24 reti in campionato, tra cui alcune di assoluto splendore. Quella che da molti è ritenuta la più bella rete nella storia del calcio la segnò alla prima giornata del campionato di Serie A 1996-1997 contro il Verona a San Siro l'8 settembre 1996: dopo aver recuperato un pallone a ridosso della propria area, Weah si involò con la palla al piede verso la metà campo avversaria e, dopo aver superato sette avversari percorrendo quasi tutti i 110 metri del campo, depositò il pallone in porta superando l'estremo difensore veronese in uscita. Il memorabile gesto tecnico fu definito "gol totale" per la caratteristica di coniugare tutte le abilità che fanno di un calciatore un goleador di straordinario talento.
Nel 1998-1999 fu ancora tra i protagonisti della stagione ed è primario il suo contributo per la vittoria del 16° tricolore. Tra le reti più belle e importanti spicca la doppietta segnata a Torino contro la Juventus in Juventus-Milan 0-2 del maggio 1999. Proprio in quella stagione Weah festeggiò le 100 partite con la maglia del Milan, mettendo a segno una doppietta nella vittoria per 5-1 a Udine contro l'Udinese ed esponendo dopo il primo gol una maglia celebrativa.
Nel gennaio 2000, a metà della stagione 1999-2000, Weah lasciò il Milan a 34 anni per trasferirsi al Chelsea, poiché non trovava più spazio da titolare in squadra, dopo l'arrivo del giovane spagnolo Josè Mari, considerato a torto una giovane promessa di livello mondiale, e soprattutto dell'esplosione di Andriy Shevchenko. Il bilancio complessivo di Weah con la squadra rossonera è di 147 partite e 58 reti così distribuite: 114 (46 gol) in Serie A, 19 (5 gol) in Coppa Italia, 12 (7 gol) nelle Coppe europee, 2 nella Supercoppa Italiana.
[modifica] Nazionale
Malgrado la possibilità di giocare con la nazionale francese, Weah scelse la nazionale liberiana, con cui scese in campo in 84 partite e che arrivò anche ad allenare e a finanziare. Tuttavia, la squadra non riuscì a qualificarsi per la Coppa del mondo, mancando l'ingresso alla fase finale dell'edizione del 2002 per un solo punto. Weah resta così uno dei più grandi calciatori della storia a non aver mai giocato la fase finale di un Mondiale.
[modifica] Palmares
[modifica] Individuali
- Calciatore africano dell'anno: 3
- 1989 (Monaco), 1994 (Paris Saint-Germain), 1995 (Paris Saint-Germain e Milan)
- Palloni d'Oro: 1
- FIFA World Player: 1
- Capocannoniere della Champions League: 1
[modifica] Squadra
- Campionati francesi: 1
- Campionati italiani: 2
- Coppa di Francia: 3
- Coppa di Lega francese: 1
- Coppa d'Inghilterra: 1
[modifica] Carriera politica
Da quando ha abbandonato l'attività agonistica Weah è diventato una figura umanitaria e politica nel suo paese, impegnandosi a fondo nella lotta contro i mille problemi che attanagliano la sua Liberia, uscita da una cruenta guerra civile.
A metà novembre 2004 George Weah annunciò una sua possibile candidatura alle elezioni presidenziali liberiane dell'11 ottobre 2005. Il 13 agosto 2005 venne confermata la sua candidatura con il Cdc, Congresso per la Democrazia e il Cambiamento (Congress for Democracy and Change).
Al primo turno risultò il candidato più votato con il 28,3% dei voti, ma al ballotaggio fu sconfitto dall'economista Ellen Johnson-Sirleaf, che ottenne il 59,4% dei consensi.
[modifica] Fama
Weah è uno degli idoli più grandi dei tifosi del Milan, ma anche degli sportivi di tutto il mondo, grazie non soltanto alle sue straordinarie qualità atletiche e creative, ma anche al personaggio che rappresenta. Apprezzato per la forte carica umana, Weah è stato sempre elogiato per la simpatia e l'affabilità. In campo riusciva a risolvere una partita all'incredibile velocità e alla straordinaria potenza fisica. Altruista, potente, rapido, forte di testa, ricco di fantasia, incarnava il modello del centravanti moderno. L'ingresso in politica ha contribuito rafforzare l'immagine di un uomo molto attivo in ambito umanitario e legato indissolubilmente alla sua terra d'origine, la Liberia. Oltre ad aver donato alla gente povera della sua nazione gran parte dei suoi guadagni, ha promosso la costruzione di infrastrutture e centri di cura e di accoglienza. In suo onore è stata eretta una statua che lo raffigura. Nonostante l'impegno profuso a favore della popolazione liberiana, Weah, inviso alla criminalità locale e agli ambienti corrotti del suo paese, è stato oggetto di ripetute minacce di morte e per un periodo è stato costretto a fuggire dalla sua terra.
Predecessore: | Giocatore dell'anno FIFA | Successore: | |
---|---|---|---|
Romário | 1995 | Ronaldo |
Predecessore: | Pallone d'Oro | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Hristo Stoichkov | 1995 | Matthias Sammer | I |