Grimoaldo
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Grimoaldo (600 circa - 671) fu re dei Longobardi e re d'Italia dal 662 al 671.
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[modifica] I primi anni
Figlio minore del duca del Friuli Gisulfo II, fu costretto insieme ai fratelli alla fuga da Cividale quando, nel 610, il capoluogo del ducato fu assalito e distrutto da un'incursione degli Avari, che uccisero suo padre. Secondo la leggenda riportata da Paolo Diacono, Grimoaldo, nemmeno decenne, sarebbe stato preso prigioniero ma, uccidendo con un fendente il suo carceriere, sarebbe comunque riuscito a liberarsi.
Dopo l'uccisione a Oderzo, per mano bizantina, dei suoi fratelli maggiori, Caco e Tasone, coreggenti del trono ducale, divenne duca il loro zio Grasulfo II.
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Per approfondire, vedi la voce L'omicidio di Tasone e Caco. |
Non volendo sottostare al parente, Grimoaldo e il suo terzo fratello maggiore Radoaldo ripararono a Benevento presso il duca Arechi, che li accolse come figli. Alla morte di Arechi il ducato di Benevento passò prima a suo figlio Aione e poi, dopo che quest'ultimo cadde in combattimento per mano dei pirati slavi sbarcati a Siponto, a Radoaldo.
[modifica] L'usurpazione
Succeduto, nel 651, come duca di Benevento al fratello Radoaldo, nel 662 intervenne nella lotta per la successione scatenatasi tra Godeperto e Pertarito, i due figli di Ariperto I tra i quali il testamento del sovrano aveva ripartito il regno. Grimoaldo, nel tentativo di imporsi su entrambi e salire al trono, approfittò della richiesta di aiuto rivoltagli da Godeperto, che gli offrì la sorella in moglie. Sentendosi leggittimato nella sua pretesa proprio in virtù di questo matrimonio, affidò al figlio Romualdo il ducato e marciò verso nord con truppe, oltre che del suo ducato, anche di quelli di Spoleto e della Tuscia. Giunto a Pavia, eletta da Godeperto a capitale della sua porzione di regno, uccise il sovrano legittimo; a Milano Pertarito, consapevole della sua evidente inferiorità, abbandonò a sua volta il regno e riparò presso gli Avari.
Un'assemblea nazionale legittimò l'usurpazione, ma i seguaci della dinastia Bavarese si riunirono ad Asti e Torino, da dove intrapresero contatti con la Franconia contro Grimoaldo. Il nuovo re minacciò allora gli Avari con la guerra se non gli avessero consegnato Pertarito, che si vide quindi costretto a tornare in Italia e a sottomettersi al re. Pertarito, pur avendo ricevuto una rendita e una residenza, costituiva tuttavia un pericolo costante come pretendente al trono; Grimoaldo progettò allora anche la sua eliminazione ma, avvertito per tempo, Pertarito riuscì a scampare presso i Franchi di Neustria.
È possibile che lo scontro dinastico fosse il riflesso dell'interferenza politica franca sul regno longobardo: Grimoaldo era alleato del suo omonimo maggiordomo di palazzo dell'Austrasia (Grimoaldo I, antenato dei Carolingi), mentre Pertarito era sostenuto dalla regina di Neustria, Balthid. Da questo contrasto discesa la spedizione dei Franchi di Neustria in Italia: lo scontro con Grimoaldo avvenne nel 663 a Refrancore, presso Asti, dove l'usurpatore ottenne una schiacciante vittoria; Pertarito rimase in esilio in Neustria.
[modifica] Il regno
Nello stesso 663 Grimoaldo ottenne anche una importante vittoria contro i Bizantini. L'imperatore Costante II tentò di riconquistare l'intera Italia e sbarcò con forti contingenti militari nel Meridione; irruppe nei territori della Puglia sottomessi al ducato di Benevento, ottenne alcuni successi su Romualdo e cinse d'assedio la stessa Benevento. L'intervento in forze di Grimoaldo costrinse tuttavia l'imperatore a ritirarsi a Napoli, dopo aver subito gravi perdite. La vittoria rafforzò la posizione del re, ancora precaria. In seguito suo figlio Romualdo passò all'offensiva e occupò l'intera Puglia, con la sola eccezione di Otranto.
Grimoaldo esercitò i poteri sovrani con una pienezza fino ad allora mai raggiunta dai suoi predecessori. Rafforzò ulteriormente il controllo dell'Italia centro-meridionale assoldando un contingente di Bulgari che avevano disertato le file bizantine e insediandolo nel poco popolato territorio compreso tra Sepino, Bovino e Isernia in un gastaldato creato ad hoc. Sempre nel 663 promosse a duca di Spoleto il genero Trasmondo, già conte di Capua.
Anche nella Langobardia Major la struttura del potere venne riorganizzata. Nel Friuli minacciato da Avari e Slavi sostituì il duca Lupo, che durante la campagna contro Costante era stato reggente per l'Italia settentrionale e che aveva dato scarsa prova di fedeltà, con il più affidabile Vectari. La sua opera di rafforzamento del potere regio, avviata fin dal momento della sua scesa al trono attraverso l'assegnazione ai suoi fedeli beneventani di ampie propietà in Val Padana, proseguì favorendo l'opera di integrazione tra le diverse componenti del regno. Offrì ai suoi sudditi un'immagine in continuità con quella del suo predecessore Rotari, al tempo stesso saggio legislatore (aggiunse nuove leggi all'Editto), mecenate (eresse a Pavia una chiesa intitolata a Sant'Ambrogio) e valente guerriero. Morì nel 671 a causa delle complicazioni seguite a un salasso.
[modifica] Grimoaldo secondo Paolo Diacono
Nonostante l'immagine di spreguidicatezza che suggerisce l'eliminazione di Godeperto, Grimoaldo venne trattato molto favorevolmente da Paolo Diacono, che nella sua Historia Langobardorum ne narra le gesta nel quarto e nel quinto libro. Lo storico attribuisce la responsabilità dell'omicidio di Godeperto non all'usurpatore, ma al duca di Torino Garibaldo, il quale avrebbe ordito un intrigo per contapporre il legittimo sovrano all'allora duca di Benevento. Il favore mostrato da Paolo Diacono, orgoglioso patriota longobardo, deriva in parte dal fatto che sotto il regno di Grimoaldo il regno raggiunse uno degli apici della sua fortuna, e in parte dall'essere come Grimoaldo di ascendenze friulane.
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Precedessore: | Re dei Longobardi | Successore: | ![]() |
Pertarito e Godeperto | 662 - 671 | Garibaldo |
Predecessore: | Re d'Italia | Successore: | ![]() |
Pertarito e Godeperto | 662 - 671 | Garibaldo |
[modifica] Fonti
- Paolo Diacono, Historia Langobardorum (Storia dei Longobardi, Lorenzo Valla/Mondadori, Milano 1992)