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NO TAV - Wikipedia

NO TAV

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NO TAV è un movimento della popolazione della Val di Susa contro la realizzazione della linea ferroviaria del treno ad alta velocità Torino-Lione, nell'ambito della costruzione del cosiddetto corridoio 5 che dovrebbe collegare trasversalmente l'Europa dell'est (a partire da Kiev), con le grandi città dell'Europa occidentale (tra cui Genova, Marsiglia, Barcellona fino a Lisbona).

Analoghi movimenti di contestazione erano sorti nei primi anni novanta tra Firenze, Bologna e Roma e a seguito delle contestazioni in Val di Susa tutti i movimenti NO TAV nazionali hanno ottenuto una finestra "mediatica" dove esporre i propri argomenti.

Nella foto: un momento della manifestazione del 6 novembre 2005
Nella foto: un momento della manifestazione del 6 novembre 2005

Indice

[modifica] Storia del movimento NO TAV

Il movimento NO TAV non ha una vera e propria data di inizio in quanto è nato spontaneamente in seguito alle prime assemblee pubbliche sull'argomento tenutesi fin dai primi anni novanta.

Ci sono state numerose manifestazioni contro il TAV, le più importanti si sono tenute il 31 maggio 2003 con una marcia da Borgone Susa a Bussoleno, il 4 giugno 2005 con un'altra marcia da Susa a Venaus, il 5 novembre 2005 con una fiaccolata da Susa a Mompantero (ca. 15.000 partecipanti) ed il 16 novembre 2005 con un'altra marcia da Bussoleno a Susa (ca. 80.000 partecipanti).

Sono stati organizzati tre presidi permanenti a Bruzolo e Borgone Susa, luoghi in cui dovevano iniziare i primi sondaggi del 2005 e Venaus dove dovrebbero iniziare la galleria geognostica (che diventerà in seguito di servizio) del tunnel di base.

All'inizio di novembre 2005 una trivella è stata sistemata nel territorio di Mompantero. Per l'esproprio dei terreni si è reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine, a causa della ferma opposizione di membri del movimento NO TAV, dei sindaci e dei cittadini.

31 ottobre 2005 Ponte Gianduja
31 ottobre 2005 Ponte Gianduja
30 nov 2005 Presidio Venaus
30 nov 2005 Presidio Venaus
6 dicembre 2005 Blocco della Val di Susa
6 dicembre 2005 Blocco della Val di Susa
8 dicembre 2005 ritorno a Venaus
8 dicembre 2005 ritorno a Venaus
Manifestazione dei NO TAV Val di Susa
Manifestazione dei NO TAV Val di Susa

Ci sono stati momenti di forte tensione ma i manifestanti si sono sempre posti con una resistenza passiva, nonostante ciò alcuni sono stati raggiunti da denunce, poi decadute. Le forze dell'ordine hanno poi disposto dei posti di blocco nell'intero paese di Mompantero dove solo i residenti, dopo verifica, possono passare; inoltre la tensione è tale per cui gli alunni per recarsi a scuola sono scortati dai carabinieri. Il 4 novembre 2005 è stato addirittura rinvenuto un ordigno esplosivo dimostrativo a base di dinamite sulla strada che porta a Giaglione, zona non interessata dai cantieri; gli esponenti del movimento NO TAV hanno comunque immediatamente condannato l'episodio e se ne sono dissociati.

Nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre 2005 le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nel presidio di Venaus per porre fine all'occupazione dei terreni circostanti il futuro cantiere. L'8 dicembre 2005 si è tenuta una manifestazione di protesta contro i fatti riguardanti il 5-6 dicembre a Venaus: una marcia formata da circa 70.000 persone, è partita Susa con destinazione Venaus. Durante la manifestazione, in località Passeggeri, si sono verificati alcuni contatti con le forza dell'ordine ma la manifestazione ha proseguito la sua marcia salendo lungo la statale che porta a Giaglione, deviando poi per una vecchia strada di montagna. Giunti a Venaus, alcuni gruppi hanno divelto le reti di recinzione del cantiere bloccando l'inizio lavori. Attualmente tali terreni sono sotto sequestro ed il cantiere è bloccato. Il movimento NO TAV ha costituito un nuovo presidio, situato di fronte al precedente, che servirà anche da osservatorio nel caso dovessero iniziare i lavori.

[modifica] La contestazione dei NO TAV Val di Susa

Vi sono diverse ragioni per cui sono nate le contestazioni:

  • Per la durata dei lavori (stimata in almeno 12 anni), si può prevedere una notevole quantità di autocarri in transito per le strade della valle necessari per il trasporto di circa 16 milioni di m³ di materiale asportato con lo scavo delle gallerie.
  • È stato dimostrato che le montagne valsusine, che in base ai progetti dovranno essere attraversate da lunghe gallerie, hanno al loro interno rocce contenenti amianto ed uranio. I timori dei contestatori sono che, durante gli scavi ed il trasporto dei detriti, queste sostanze possano diffondersi, anche con condizioni atmosferiche ordinarie, fino alla periferia della vicina Torino. Questo punto non ha motivate basi scientifiche, ed i contestatori da un lato si oppongono persino ai carotaggi per lo studio ulteriore delle caratteristiche geologiche delle montagne interessate, e dall'altro ipotizzano scenari non ben chiariti razionalmente. Oggi è possibile lavorare e movimentare rocce conteneti amianto in sicurezza, ed esiste la possibilità di monitorarlo e verificare se la concentrazione nell'aria supera o no una soglia minima[1].
  • La nuova linea ad alta velocità sarà adibita soltanto al trasporto merci. Secondo un'analisi effettuata dal gruppo NO TAV risulterebbe che il suo utilizzo equivarrebbe all'utilizzo attuale della linea del Frejus, tranne per il fatto che ci sarebbero da smaltire negli anni successivi i debiti nati per la sua produzione (i costi supererebbero insomma i possibili guadagni per un certo lungo termine).[citazione necessaria]
  • Costerebbe meno sviluppare la linea attuale che costruire una nuova doppia linea.
  • Possibilità di esondazione della Dora Riparia dovuto ai lavori nell'area e diversi problemi idrici per gli scavi.
  • La costruzione di un nuovo elettrodotto (molto più grande di quello già esistente, che in passato era stato già causa di un certo malcontento della popolazione valsusina) sarebbe in aperto contrasto con l'area su cui si estenderebbe (su cui oltretutto sorge persino un castello - senza citare nuovamente i problemi di tipo geologico).
  • Problemi circa l'inquinamento acustico già riscontrati nella linea TAV del centro Italia, moltiplicati per via del luogo in cui viene costruita l'opera (una valle circondata dai monti).
  • Verranno scavati tunnel sotto le montagne lunghi chilometri e nel caso di incidenti o problemi tecnici si teme che, visti i trascorsi degli altri tunnel alpini, si verificheranno situazioni di emergenza particolarmente difficili da gestire (secondo alcuni, totalmente ingestibili).
  • Se la manutenzione delle linee attuali da parte delle ferrovie italiane lascia a desiderare, è presumibile che la linea ad alta velocità andrà incontro allo stesso destino, e anche per questo, invece della costruzione di una nuova linea i NO TAV chiedono la manutenzione e magari il miglioramento di quelle già esistenti.

L'opinione pubblica e la politica sono quindi perplessi su tale protesta: chi appoggia i contestatori, chi li critica sostenendo che si tratta di tipiche contestazioni causate dalla sindrome NIMBY. I lavori sono fondamentali per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto italiane ed europee, ma se le contestazioni mosse fossero fondate i NO TAV si chiedono se non sia il caso di mettere la salute pubblica e l'ambiente al di sopra dello sviluppo tecnologico incondizionato.

[modifica] L'autunno caldo

Susa arrivo della manifestazione
Susa arrivo della manifestazione

Per impedire lo svolgimento dei carotaggi, migliaia di persone (principalmente abitanti del luogo, ma anche provenienti da altre regioni) hanno occupato i cantieri. Per far proseguire i lavori, la questura ha inviato la polizia in tenuta antisommossa (scudo e manganello) a disperdere i manifestanti durante la notte del 6 dicembre, in quello che è stato definito «un contatto fisico» dalla questura e «un massacro di manifestanti pacifici, donne e pensionati» dai cittadini di tutta la Val Susa e di molte regioni d'Italia. Ci sono molte fotografiche e video sul blitz notturno disponibili sulla rete.[2]. La questura nega che la polizia abbia usato metodi violenti e afferma che i manifestanti hanno provocato le forze dell'ordine attaccando con dei bastoni e lanciando sassi. Alle 3.30 di mattina, la polizia ha caricato il presidio picchiando violentemente chiunque vi si trovasse, «principalmente donne e anziani», nonostante essi «non opponessero la minima resistenza» e rimanessero «con le mani alzate». I giornali hanno poi riportato varie testimonianze di persone di ogni sesso ed età che raccontavano del pestaggio anche verso chi stava dormendo in tenda, in ospedale a Susa 52 manifestanti sono stati soccorsi, alcuni gravi per le botte ricevute. Secondo Indymedia, il vicequestore Sanna, guidando la forzatura di una barricata, avrebbe detto «ammazzateli tutti»[3]. Inoltre vi sono dure critiche per le percosse subite dai giornalisti e dai fotografi presenti durante gli scontri, ai quali è stato impedito di documentare gli avvenimenti. L'intera Valle di Susa appena appreso quanto accaduto è scesa su strade, autostrade e ferrovie paralizzando il traffico per un intera gionrata per protestare e attirare l'attenzione su quanto accaduto a Venaus.

Altre migliaia di persone di ogni ceto ed età si sono unite alla manifestazione e hanno ricostruito il presidio occupando nuovamente i cantieri l' 8 dicembre. La questura ha preferito non inviare altra polizia e togliere i blocchi da alcune strade.

Il ministro Lunardi ha commentato le accuse dei manifestanti dicendo «dicano e facciano ciò che vogliono, la TAV si farà».[citazione necessaria]

Secondo il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu durante la manifestazione dell'8 dicembre, nel movimento si sarebbero infiltrati 1000 antagonisti violenti, con il solo scopo di destabilizzare la situazione, questa la posizione di Pisanu nonostante i feriti si contassero solamente tra la popolazione della Valle di Susa. Sempre secondo il Ministero dell'Interno, che più volte tornerà sulla questione, come prova della presenza di violenti sembra esserci il pestaggio subito su un treno dall'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio, malmenato il 17 dicembre 2005 (insieme a due poliziotti) da alcuni presenti sul convoglio (si suppone di ritorno dalla manifestazione svoltasi quel giorno a Torino), i quali hanno risposto alle provocazioni dell'europarlamentare noto per le sue posizioni estremiste.

Il ministro dell'interno Pisanu si è successivamente ufficialmente scusato c«on i cittadini pacifici della Val di Susa che hanno subito danni fisici in occasione dello sgombero del cantiere di Venaus».[citazione necessaria] Paradossale però il successivo elogio dell'operato delle forze dell'ordine.

[modifica] Dopo il blitz di Venaus

In tutta Italia subito dopo il blitz della polizia a Venaus sono iniziate delle manifestazioni in tutta Italia contro la decisione del governo da parte di alcune associazioni e movimenti[4], [5].

Dopo le tensioni tra i cittadini della Val di Susa e il Governo, tensioni prodotte dal blitz della polizia, la magistratura ha messo sotto sequestro i cantieri di Venaus [6], abbandonati subito dopo questa decisione dagli occupanti e dalla stessa azienda incaricata per i lavori di scavo. Parallelamente il governo, sull'onda dell'impatto mediatico dell'evento, ha promesso di istituire un tavolo di confronto, tecnico e politico, con i sindaci dei comuni coinvolti e esperti nominati da entrambe le parti. Nonostante le amministrazioni locali della Val di Susa continuino a chiedere di essere ascoltate, della commissione politica non si è più parlato. Il presidente della commissione, Mario Virano, nominato direttamente dal governo, è contestato dal movimento NO TAV per conflitto di interessi, in quanto riveste ruoli rilevanti all'interno di aziende coinvolte a vario titolo nel progetto del TAV: amministratore delegato uscente della Sitaf (che gestisce l'autostrada A32 e il Traforo stradale del Frejus), e consigliere di amministrazione ANAS.

[modifica] Contestazioni per le Olimpiadi Invernali Torino 2006

Con il percorso verso il Piemonte della fiaccola olimpica il movimento NO TAV si fa presente lungo il percorso del tedoforo per sfruttare la vetrina mondiale offerta dall'evento olimpico. A Susa qualcuno nella folla tenta simbolicamente di calare una bandiera NO TAV sulla fiaccola. Il percorso originario doveva includere l'intera Val di Susa, ma la fiamma fu deviata, per precauzione, senza raggiungere molti paesi tra cui Avigliana.

Bisogna rilevare che non è stato effettuato nessun atto di boicottaggio verso le Olimpiadi Invernali, come invece si era paventato nei giorni precedenti.

[modifica] Inverno 2006-2007

Con le elezioni e il governo di Centro-Sinistra, è in atto un tentativo di coniugare la necessità di creare il nuovo percorso ferroviario con le esigenze della popolazione della valle. L'attività è in corso. Nel frattempo la Svizzera ha avanzato la proposta di ospitare il corridoio 5 sul proprio territorio (e di riceverne i relativi finanziamente europei). Alla fine di febbraio 2007, I tre partiti di centrosinistra che più avevano appoggiato il movimento NO TAV (i Verdi, i Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista) accettano i 12 punti imposti per ricostituire il proprio goveno dimissionario dal Presidente del consiglio Romano Prodi.Immediatamente vengono ammainate le bandiere di questi partiti dal presidio No Tav di Borgone (Val Susa). A livello locale (provincia di Torino) invece i partiti sovracitati continuano ad appoggiare il Movimento.

[modifica] Bibliografia

  • Ferdinando Imposimato e Giuseppe Pisauro, Corruzione ad alta velocità. Viaggio nel governo invisibile, Koinè Nuove Edizioni, 1999
  • Luca Mercalli e Chiara Sasso, Le mucche non mangiano cemento - Viaggio tra gli ultimi pastori di Valsusa e l'avanzata del calcestruzzo, Societa' Meteorologica Subalpina, 2004
  • Oscar Margaira, Adesso o mai più, Edizioni del Graffio, 2005
  • AAVV, FACCE NO TAV. L'opposizione popolare raccontata in 250 scatti, Ed Tipolito Melli, 2005
  • Chiara Sasso, No Tav. Cronache dalla Val di Susa, Edizioni Carta - Intra Moenia, 2006
  • Marco Cedolin, Tav in Valle di Susa,un buio tunnel nella Democrazia - Arianna Editrice
  • Ivan Cicconi, Le grandi opere del Cavaliere - KOINe' nuove edizioni
  • Chiara Sasso, Canto per la nostra valle Diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità - Editrice Morra
  • Chiara Sasso e Luca Mercalli, Le mucche non mangiano cemento. Viaggio tra gli ultimi pastori di Valsusa e l'avanzata del calcestruzzo - Editrice SMS
  • Centro Sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare, NO TAV la valle che resiste -Editrice Velleità Alternative
  • Claudio Cancelli, Giuseppe Sergi, Massimo Zucchetti, Travolti dall'alta voracità - Odradek Edizioni
  • Antonio G. Calafati, Dove sono le ragioni del si? La Tav in Val di Susa nella società della conoscenza - Edizioni SEB27
  • Virgilio Bettini, Tav: i perché del NO - Edizioni UTET
  • Alleanza per l'opposizione a tutte le nocività, Treni ad alta velocità. Perché il treno ad alta velocità è un danno individuale e un flagello collettivo - Nautilus edizioni
  • Tobia Imperato, Le scarpe dei suicidi , autoproduzioni Fenix

[modifica] Filmografia

  • Le meraviglie del mondo! di Nicola Palmeri (2006). Produzione: MizzicaFilm. Durata: 14 minuti. Musica: Uccellacci - Etnagigante. Cortometraggio apartitico che difende la natura.
  • NO TAV gli indiani di valle di Adonella Marena (2005). Produzione: Overfilm. Durata: 54 minuti. Fotografia: Alberto Airola Montaggio: Massimo Cellerino. Musiche: Davide Belistreri e Emmanuele de Paoli
  • NO TAV fermarlo è possibile a cura del Centro Sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare (2006). Durata 75 minuti. Cronache di una lotta popolare
  • Valle di Susa, le ragioni di un NO di Franca Verda Hunziker e Francesco Chiesa (2006). Produzione: Televisione svizzera di lingua italiana. Durata: 33 minuti. Fotografia: Alberto Moccia. Montaggio: Marianne Quarti. Sonoro: Nino Maranesi e Renato Soldini

[modifica] Note

  1. centroscansetti.unito.it: "Amianto: rischio reale e rischio percepito"
  2. spintadalbass.org: "Manifestazioni NO TAV, foto"
  3. indymedia.org: "Sgombero a Venaus", dicembre 2005
  4. Il resto del carlino: "No alla TAV", dicembre 2005
  5. romagnaoggi.it: "No-tav: no-global nella sede della Cmc a Ravenna", dicembre 2005
  6. rainews24: Tav. Sotto sequestro cantiere di Venaus. Fini: opera irrinunciabile. Fassino: ora il dialogo, dicembre 2005

[modifica] Voci correlate

[modifica] Associazioni nazionali

[modifica] Partiti politici

[modifica] Parlamentari

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Contrari al TAV

[modifica] Altri punti di vista

Altre lingue

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