Val di Susa
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La Val di Susa è una valle alpina situata nella parte occidentale del Piemonte, ad ovest di Torino.

Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Epoca antica

I primi insediamenti stabili dell'uomo risalgono a circa 5000 anni avanti Cristo, ma le prime evidenti testimonianze risalgono all'età celtica (secoli V e VI a.C.), costituite perlopiù da coppelle scavate nella roccia, incisioni e iscrizioni rupestri. In queste zone si ipotizza che sia avvenuto l'incontro delle tribù celtiche con quelle liguri.
Al tempo della Roma Repubblicana i valichi alpini della valle iniziarono ad acqusire un'importanza strategica in senso militare: si tramanda che l'esercito di Annibale sia transitato attraverso il Monginevro nel 218 a.C..
Per due volte, nel 61 e nel 58 a.C. fu la volta di Giulio Cesare in marcia verso le Gallie, grazie all'alleanza con il sovrano locale Donno. Dai Commentarii de bello gallico (lib. I, cap. X) si evince che il confine tra Gallia cisalpina e Gallia transalpina fosse situato poco ad ovest di Ocelum (odierna Drubiaglio).
L'alleanza tra i romani e le popolazioni locali venne sancita probabilmente tra il 13 e il 12 a.C. con un accordo tra il re Cozio, figlio di Donno, e l'imperatore Augusto. In questo periodo venne eretto l'arco romano di Susa.
Dopo tre secoli di relativa pace iniziò un nuovo periodo di guerre, dovute anche al progressivo indebolimento dell'apparato statale romano. nel 311 d.C. vi fu, da parte di Costantino, l'assedio di Susa alleata del rivale Massenzio. I rapporti con il potere centrale si fecero via via sempre più labili, mentre iniziavano le prime invasioni barbariche.
[modifica] Periodo Medioevale
[modifica] Alto Medioevo
Dopo la caduta dell'Impero romano d'occidente si susseguirono al potere i Goti (c. 490-530), i Bizantini (c. 530-570) ed i Longobardi (c. 570-774). Il confine tra il regno Longobardo e quello dei Franchi, ricalcante quello dell'epoca romana, fortificato e militarizzato in modo permanente, era conosciuto allora come Clusae Longobardorum (Chiuse Longobarde). Oltre le chiuse, in territorio Franco, fu fondata l'abbazia della Novalesa nel 726.
Tra il 773 ed il 774 l'esercito di Carlo Magno calò in Italia attraverso il valico del Moncenisio e sconfisse i Longobardi.
Dopo la morte di Carlo Magno seguirono le invasioni Ungare (c. 900-950) e Saracene (c. 890-970). La lotta contro i Saraceni fu condotta da Arduino Glabrione il quale, liberata la valle ormai desolata, ne iniziò la ricostruzione. Tra il 983 ed il 987 fu fondata la Sacra di San Michele sul monte Pirchiriano, ad opera di un gruppo di eremiti del monte Caprasio, guidati da San Giovanni Vincenzo. L'imponente corpo principale dell'edificio risale però al XII secolo.
[modifica] Basso Medioevo
Nell'anno 1001 Olderico Manfredi, nipote di Arduino Glabrione, ottenne dall'imperatore Ottone III la conferma del dominio sulla "terza parte della valle" (la restante parte era costituita dai feudi delle abbazie). Nel 1029 il medesimo feudatario fondò l'abbazia di San Giusto di Susa, donandole nello stesso momento una ricca parte delle proprie terre.
L'unione della casata Arduinica con quella Sabauda avvenne nel 1046 quando Adelaide, figlia di Olderico Manfredi, sposò Oddone, figlio di Umberto Biancamano. Dopo la morte di Adelaide l'alta valle passò nella sfera d'influenza del Delfinato, mentre la bassa valle rimase fedele alla casata sabauda.
Sant'Antonio di Ranverso fu fondata sul finire del XII secolo come ospedale in seguito alle epidemie di "fuoco Sacro", e la Certosa di Montebenedetto a partire dal 1197 ospitò i monaci della Certosa della Losa, a suo tempo abbandonata in seguito alle invasioni saracene.
Nel corso del XIII secolo vi fu un periodo di abbondanza dei raccolti e di ripresa dei traffici commerciali, in particolar modo attraverso il valico del Moncenisio. Le attività agricole vennero regolamentate e ad alcune città come Susa ed Avigliana furono concessi degli statuti. I vari castelli, da opere puramente difensive, si trasformarono nelle residenze fortificate dei signori feudali o iniziarono a cadere in rovina.
Il XIV secolo vide le lotte delle famiglie aristocratiche e la rivalità fra la Savoia ed il Delfinato. Nel 1349 il Delfino Umberto II fece atto di donazione delle sue piazzeforti al re di Francia, ed accettò che l'erede al trono francese portasse il titolo di "Delfino". Il confine francese venne così a ritrovarsi nella valle ed a ridosso dei domini sabaudi di Amedeo VI (il "Conte Verde").
Nel XV secolo le abbazie presentavano evidenti segni di declino: il numero dei monaci diminuiva, e quelle principali come la Sacra di San Michele e la Novalesa erano ormai gestite da abati commendatari. La Certosa di Montebenedetto fu abbandonata a favore di quella di Banda.
[modifica] Età Moderna
Durante il XVI secolo la valle di Susa fu in balia in particolar modo degli eserciti di Carlo V e Francesco I.
Tra il 1526 ed il 1533 Colombano Romean scavò sotto la Cresta dei Quattro denti il tunnel di 500 metri chiamato Pertus, che porta tuttora l'acqua nei campi delle borgate di Cels e Ramat.
La seconda metà del secolo vide in tutta Europa il divampare delle guerre di religione, che in valle di Susa si concretizzarono in un'aspra lotta contro la Riforma, in particolare contro le componenti Ugonotte e Valdesi.
Nel XVII secolo la Valle fu teatro di eventi bellici nell'ambito delle guerre tra Francia e Spagna.
Nel 1622 fu chiusa l'abbazia della Sacra di San Michele. Nel 1628 si registrò una grave carestia, ed a partire dal 1629 si diffuse la peste. In questo periodo il Forte di Exilles divenì sempre più strategico, e venne notevolmente ampliato. Tra il 1681 ed il 1687 fu qui imprigionato il personaggio chiamato la "Maschera di Ferro".
Nel 1690 Vittorio Amedeo II, forte della nuova alleanza coi Valdesi, aderì alla lega contro Luigi XIV. Ciò suscitò come reazione l'invio delle truppe del generale Catinat, che si abbandonarono spesso ai saccheggi ed alle devastazioni. Nel 1697 in virtù di un trattato di pace le terre di Susa tornano in mano Sabauda.
Nel XVIII secolo la Valle fu coinvolta nelle guerre di successione europee. Nel 1708 i piemontesi conquistarono l'alta valle, situazione che venne sancita a livello di trattato nel 1713 (pace di Utrecht). Nel corso del secolo fu restaurato il forte di Exilles, e fu edificato il forte della Brunetta a Susa, in sostituzione di quello obsoleto di Santa Maria. La seconda metà del settecento fu un periodo di relativa pace.
[modifica] Età Contemporanea
A partire dal 1794 la Francia rivoluzionaria attaccò a più riprese la valle. Le vittorie di Napoleone portarono all'armistizio di Cherasco, che decretò la fine delle ostilità da parte piemontese. nel 1798 il re Carlo Emanuele IV abdicò, e la valle fu soggetta al governo francese fino al termine dell'era napoleonica nel 1814. Tornò in mano piemontese con la Restaurazione, qui incarnata dalla figura del nuovo re Vittorio Emanuele I.
Nel 1836 re Carlo Alberto ripristinò l'abbazia della Sacra di San Michele.
Il 22 maggio 1854 fu inaugurata la ferrovia Torino-Susa, e nel settembre 1871 fu aperto il traforo ferroviario del Frejus.
La valle di Susa non fu interessata nè dagli eventi della prima guerra mondiale nè da quelli della seconda, anche se a quest'ultima risalgono strutture belliche quali piattaforme di vedetta, fortini e batterie contraeree. In seguito all'ultimo conflitto la Valle Stretta, ancora nel bacino idrografico della Dora Riparia, fu ceduta alla Francia. Sempre a favore di quest'ultima è stato effettuato un arretramento del confine sotto al valico del Moncenisio.
Nel 1973 fu ripristinata l'abbazia della Novalesa.
[modifica] Geografia
La valle, disposta in senso longitudinale, è percorsa dal fiume Dora Riparia. É toccata sia dalle alpi Cozie (sulla destra della Dora e del Cenischia) che dalle alpi Graie (sulla sinistra dei medesimi corsi d'acqua).
I torrenti Dora di Bardonecchia e Cenischia formano due importanti vallate che si diramano da quella principale.
Il nome deriva dalla città di Susa, posta alla all'imbocco della Val Cenischia. Da quest'ultima proviene la strada che percorre il valico del Moncenisio, che proprio presso la città si incontra con quella proveniente dal valico del Monginevro.
La montagna più elevata è il Rocciamelone (3538 m).
Curiosità: la vetta della Rocca Bernauda, nel comune di Bardonecchia, costituisce il punto più occidentale d'Italia (45° 06′ 15″ N, 6° 37′ 32″ E).
[modifica] Geologia

L'origine della valle di Susa va ricercata tra i 40 ed i 25 milioni di anni fa, durante una fase del processo dell'orogenesi alpina.
[modifica] Tipologie rocciose
Sulla sinistra orografica dalla bassa valle al Moncenisio si possono trovare calcescisti, gneiss, serpentini, micascisti e calcari. Il massiccio dell'Ambin è costituito da rocce cristalline e micascisti. Nell'alta valle vi sono calcescisti, quarziti, calcari e talvolta arenarie.
Sulla destra orografica da Rivoli ai laghi di Avigliana vi sono alcune formazioni moreniche. Da Avigliana a San Giorio si trovano gneiss e serpentini. Il massiccio dell'Orsiera-Rocciavrè è composto da gneiss e micascisti. Nell'alta valle vi sono infine calcescisti, serpentini e calcari.
È stato dimostrato che le montagne valsusine hanno al loro interno rocce contenenti amianto ed uranio.
[modifica] Ambiente
[modifica] Flora
- Fondovalle: terreni coltivati (grano, mais, pioppi)
- 300-1000 m: boschi di latifoglie (querce, castagni, aceri, frassini, noccioli)
- 1000-1800 m: boschi di faggi o conifere (pini, larici, abeti)
- 1800-2300 m: pascoli di alta montagna, vegetazione erbacea e arbustiva (rododendri, ontani)
[modifica] Fauna
Fra le specie più diffuse vi sono: cinghiali, cervi e caprioli.
[modifica] Aree tutelate
- Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand
- Parco naturale dei laghi di Avigliana
- Parco naturale dell'Orsiera-Rocciavrè
[modifica] Geografia umana
[modifica] Amministrazione e Popolazione
In valle di Susa vi sono 39 comuni di cui 23 fanno parte della comunità montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia, 14 fanno parte della comunità montana Alta Valle di Susa e 2, Buttigliera Alta e Rosta, pur facendo geograficamente parte della Valle non sono affiliati alle comunità montane.
In totale gli abitanti ammontano a 90.000 circa.
Le località principali sono: Avigliana, Bardonecchia, Bussoleno e Susa. Questi comuni totalizzano approssimativamente il 30% della popolazione.
[modifica] Economia
L'economia della valle si è sempre basata sull'agricoltura e sulla pastorizia. A partire dal secondo dopoguerra, queste attività sono state progressivamente soppiantate dall'industria pesante (siderurgia) e dal terziario avanzato. L'artigianato tradizionale del legno è ancora fiorente nell'alta valle.
Il turismo invernale, legato alle stazioni sciistiche di Bardonecchia, Cesana, Sestriere, Sauze d'Oulx, è presente nell'alta valle: lo sci iniziò la sua diffusiuone in Italia proprio da qui all'inizio del XX secolo. Queste località hanno ospitato numerose sedi di gara della XX Olimpiade Invernale nel 2006.
[modifica] Infrastrutture
Nel 1870 fu completato il Traforo ferroviario del Frejus, che permise di collegare la ferrovia Torino-Bardonecchia con la Francia. La ferrovia valsusina assunse così rilevanza internazionale, collegando la Pianura Padana con l'Europa occidentale.
Nel 1980, accanto al tunnel ferroviario è stato inaugurato un tunnel stradale (sempre sotto il Monte Frejus), poi integrato nel sistema autostradale italiano mediante la costruzione dell'autostrada A32 (inizio anni '90).
La valle è inoltre attraversata da due strade statali (la SS 24 e la SS 25 dirette verso i due valichi del Monginevro e del Moncenisio).
È attualmente in discussione il progetto esecutivo per un collegamento ferroviario ad alta velocità e capacità (TAV-TAC) che dovrebbe passare attraverso un tunnel di base di oltre 50 km sotto il massiccio del Moncenisio: esso è però avversato dalla popolazione locale (vedi NO TAV).
Fra le centrali idroelettriche si segnalano quella di Venaus (che utilizza parte dell'acqua del lago del Moncenisio) e quella di Susa.
[modifica] Cultura
La valle di Susa costituisce un punto d'incontro fra tre aree linguistico-culturali: quella piemontese ad est, quella francoprovenzale (o arpitana) a nord-ovest, e quella provenzale (o occitana) a sud-ovest.
Contribuiscono al mantenimento delle tradizioni alcuni cori che diffondono la cultura valligiana mediante il canto popolare, tenendo concerti non solo in Valle, ma anche in tutta Italia ed all'estero. Tra questi, accupano un ruolo di prestigio il Coro Alpino Valsusa di Bussoleno, il Coro Alpi Cozie di Susa e la Corale Rocciamelone di Sant'Antonino di Susa.
Sono presenti inoltre alcuni gruppi di rievocazione storica (ad esempio gli spadonari di Venaus e Giaglione), numerose bande musicali risalenti alla seconda metà del XIX secolo, nonché vari gruppi culturali ed archeologici locali.
[modifica] Tipologie edilizie
Tradizionalmente, nelle costruzioni rurali valsusine si possono distinguere alcune caratteristiche costruttive in relazione alle zone.
- Bassa valle: costruzioni in pietra e/o laterizi, tetto di coppi. Ciò era dovuto all'ampia disponibilità di argilla ed alla presenza di una fornace per laterizi.
- Media valle: costruzioni in pietra, tetto di lose.
[modifica] Prodotti agricoli ed alimentari
Fra i prodotti autoctoni di qualità si ricordano: mele, pere, ciliegie (della zona di Almese e Villar Dora), pesche, prugne (in particolare i Ramasin), castagne (marroni della zona di Mattie e Villar Focchiardo), miele.
[modifica] Specialità tradizionali
Di seguito sono elencate alcune specialità: Canestrelli, Lose di Susa, Focaccia di Susa, Gofre, Paste di meliga, vini (della zona di Chiomonte), formaggi (toma, seirass, rebrusson).
[modifica] Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica] Chiese, Abbazie e monasteri
Alcune abbazie sono ormai disabitate da secoli, altre conservano l'architettura ma non la vita religiosa, altre ancora sono tuttora attive. Lo stile prevalente è il romanico (spesso con rifacimenti barocchi in bassa valle).
Certosa di Banda | abbandonata |
Madonna dei Laghi | integra |
Certosa della Losa | abbandonata |
Certosa di Montebenedetto | parzialmente integra, non attiva |
Sacra di San Michele | attiva |
Abbazia della Novalesa | attiva |
Certosa di San Francesco al Monte | (o Certosa della Mortera, Avigliana) - in ristrutturazione |
Cattedrale di San Giusto di Susa | monastero soppresso, rimane la cattedrale |
Abbazia di Sant'Antonio di Ranverso | integra, non attiva |
San Pietro di Avigliana | chiesa integra |
[modifica] Castelli
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Molti castelli non sono accessibili al pubblico; alcuni sono in rovina, altri sono stati mantenuti.
Castello di Avigliana | abbandonato |
Castello Borello | integro |
Castello di Bruzolo | integro |
Castello di Caselette | integro |
Casaforte di Chianocco | integra |
Castello del Conte Verde | abbandonato |
Castello di Mattie | integro |
Cascina Roland | integra |
Casaforte di San Didero | integra |
Castello di San Giorio | abbandonato |
Castello di Susa | integro |
Castello di Villar Dora | integro |
[modifica] Fortificazioni
La valle di Susa ha sempre costituito un luogo privilegiato per il transito degli eserciti, per cui durante i secoli si sono moltiplicate le opere di fortificazione.
Forte della Brunetta |
Forte dello Chaberton |
Forte di Bramafam |
Forte di Exilles |
Torre del Colle |
[modifica] Bibliografia
- Michele Ruggiero, Valle di Susa, Piemonte in Bancarella, Leinì 1987
- Paolo Gras, Valerio Tonini, Le Valli di Susa, Il Capitello, Torino 1991
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
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