Organizzazione Gladio
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Gladio è il nome di un'organizzazione clandestina di tipo "stay behind" ("stare in retroscena") promossa dai servizi d'informazione italiani e dalla NATO per contrastare un'eventuale invasione sovietica dell'Italia.
Malgrado Gladio sia propriamente utilizzato in riferimento solo alla "stay-behind" italiana (o, secondo alcuni, la principale e più duratura tra diverse stay-behind che operarono in Italia), il termine è stato applicato dalla stampa anche ad altre operazioni di tipo stay-behind. Durante la guerra fredda, quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale organizzarono reti stay-behind sotto controllo NATO.
L'esistenza di Gladio, sospettata fin dalle rivelazioni rese nel 1984 dal membro di Avanguardia Nazionale Vincenzo Vinciguerra, durante il suo processo, fu riconosciuta dal Presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti il 24 ottobre 1990, che parlò di una "struttura di informazione, risposta e salvaguardia". Gladio è stata accusata di aver tentato di influenzare la politica interna usando la strategia della tensione.
[modifica] Una struttura della NATO, supervisionata da SHAPE
Negli anni '50, era comune negli ambienti NATO la convinzione che, in caso di guerra contro l'Unione Sovietica, questa avrebbe potuto occupare inizialmente gran parte del territorio dell'Europa occidentale, in quanto le forze corazzate sovietiche avrebbero potuto agevolmente travolgere le prime linee di resistenza. Si ipotizzava che una prima linea di resistenza effettiva avrebbe potuto essere approntata sul Reno. Questo avrebbe comunque comportato la perdita di buona parte della Germania Occidentale, dell'Italia settentrionale e della Danimarca.
Durante la Seconda Guerra mondiale, gli Alleati avevano coordinato l'attività dei movimenti resistenziali nei paesi occupati dall'Asse attraverso una rete di organizzazioni, coordinate da una speciale branca dei servizi d'informazione del Regno Unito, il SOE (Special Operations Executive). Il SOE venne dimesso dopo la fine del conflitto, ma fu riattivato all'inizio degli anni '50, come nucleo di una nuova organizzazione che aveva il compito di porre in essere una rete di resistenza nei vari paesi europei, nel caso questi fossero stati occupati dall'Armata Rossa o nel caso i comunisti avessero preso il potere attraverso un colpo di stato.
Un primo gruppo di nazioni (Stati Uniti, Regno Unito, Francia) costituì dunque il CPC, Comitato per il coordinamento, per pianificare, in caso d'invasione, le attività comuni svolte dai rispettivi servizi d'informazione in supporto alle operazioni militari dell'Alleanza atlantica. La struttura di coordinamento era sottoposta alla direzione del Comando supremo delle forze alleate in Europa (SHAPE).
Oltre ai tre paesi fondatori, diversi altri paesi NATO entrarono successivamente nella struttura. L'Italia lo fece in via ufficiale nel 1964, ma già in precedenza erano attivi accordi bilaterali tra SIFAR (l'allora Servizio d'Informazione delle Forze Armate) e CIA tesi ad arruolare ed addestrare nuclei di operativi in grado di organizzare la resistenza armata sul territorio occupato da un'invasione o controllato da "forze sovversive".
Nel 1964, oltre all'Italia, i paesi aderenti erano Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania Occidentale, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. In seguito, aderirono anche Danimarca e Norvegia. Altri paesi NATO, come Grecia, Turchia, Spagna e Portogallo non entrarono mai, a quanto risulta, nel comitato di coordinamento. Peraltro, organizzazioni simili, pur non collegate con la struttura NATO, vennero probabilmente create in quasi tutti i paesi occidentali che temevano un'invasione sovietica, compresi stati neutrali come Austria, Finlandia, Svezia e Svizzera.
L'esistenza di queste forze militari NATO clandestine rimase un segreto strettamente sorvegliato durante tutta la guerra fredda fino al 1990, quando il primo troncone della rete internazionale fu reso pubblico in Italia. Il suo nome in codice era Gladio, la parola latina per la corta spada a doppio taglio. Il governo ne ordinò lo scioglimento il 27 luglio 1990. L'Italia insistette che identiche forze armate clandestine erano esistite anche in tutti gli altri paesi dell'Europa occidentale. Questa ammissione si rivelò corretta e successive ricerche trovarono che nel Belgio, le forze segrete della NATO erano state denominate in codice SDRA8, in Danimarca Absalon, in Germania TD BJD, in Grecia LOK, nel Lussemburgo Stay-Behind, nei Paesi Bassi I&O, in Norvegia ROC, nel Portogallo Aginter, in Svizzera P26, in Turchia Contro-Guerriglia ed in Austria OWSGV. I nomi in codice degli eserciti segreti in Francia, in Finlandia, in Spagna ed in Svezia rimangono tuttavia sconosciuti.
Dopo avere appreso della scoperta, il Parlamento Europeo stilò una risoluzione criticando aspramente il fatto:
- Queste organizzazioni operavano e continuano ad operare del tutto al di fuori della legalità dal momento che non sono soggette ad alcun controllo parlamentare [e] richiedono una piena indagine sulla natura, struttura, intenti e ogni altro aspetto di queste organizzazioni clandestine.
Al momento solo Italia, Belgio e Svizzera condussero indagini parlamentari, mentre l'amministrazione del presidente americano George H. W. Bush rifiutò di commentare, essendo nel mezzo dei preparativi per una guerra contro Saddam Hussein nel Golfo Persico, e temendo potenziali danni per l'alleanza militare."[1]
Operante in tutta la NATO, Gladio era coordinata dal Clandestine Planning Committee, l'organo multinazionale controllato dal Belgio dallo SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe). In un articolo dell'"International Herald Tribune" datato 13 novembre 1990, Joseph Fitchett parla della "Resistenza della Nato", e dice che queste reti anticomuniste, finanziate in parte dalla CIA, erano presenti in tutta Europa, comprese nazioni neutrali come Svezia e Svizzera.
Gladio aveva come asse centrale il Gehlen Org, utilizzando molti ex nazisti, e si presume che la loggia massonica segreta P2 abbia lavorato con esso (il Gran Maestro, Licio Gelli, era un membro di Gladio). Il fondatore della CIA Allen Dulles fu una delle persone chiave nell'istituire l'operazione Gladio, e la maggior parte delle operazioni di Gladio fu finanziata dalla CIA. Il leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro (assassinato dalle Brigate Rosse nel 1978) talvolta è stato associato da qualcuno a Gladio. Il suo omicidio tuttavia mise fine al compromesso storico tra il Partito Comunista Italiano (PCI) e la Democrazia Cristiana (DC), che sembra fosse uno degli obiettivi della strategia della tensione seguita da Gladio.
[modifica] Contrasto dell'invasione sovietica
Lo scopo principale dell'Operazione Gladio era di contrastare una possibile invasione dell'Europa occidentale da parte dell'Unione Sovietica e del Patto di Varsavia attraverso sabotaggio e atti di guerriglia dietro le linee nemiche. La NATO temeva il fatto che l'Unione Sovietica possedesse un'ampia superiorità per potenza militare convenzionale, da cui l'Europa occidentale e la NATO non avrebbero potuto sperare di sconfiggere l'Armata Rossa in un conflitto diretto senza ricorrere all'uso delle armi nucleari. Le organizzazioni "stay-behind" della NATO rappresentavano una possibilità di combattere nel caso di una sconfitta militare dovuta alla supremazia militare dell'Unione Sovietica. Le sue cellule clandestine erano destinate a "stare nascoste" (stay behind in inglese, da cui il nome) in territori controllati dal nemico e comportarsi come movimenti di resistenza, conducendo sabotaggi, guerriglia e uccisioni. Vennero considerate altre forme di resistenza clandestina e non convenzionale, come le "operazioni false flag" (attentati e simili operazioni rivendicate sotto falsa bandiera per fomentare divisioni politiche), e attacchi terroristici.
[modifica] Gladio e la strategia della tensione
Sebbene la temuta invasione sovietica fosse divenuta, col passar degli anni, sempre più improbabile, le organizzazioni "stay-behind" e le loro strutture continuarono ad esistere.
Negli ultimi decenni, in particolar modo dopo la fine della guerra fredda e la dissoluzione dell'Unione Sovietica, sono emersi numerosi indizi e sospetti sulle relazioni intrattenute da queste organizzazioni o da personaggi ad esse collegate con l'eversione di destra e con tentativi di colpo di stato.
In Italia, si è ipotizzato il coinvolgimento di Gladio, o di sue strutture e suoi membri, nella cosiddetta strategia della tensione. In Germania l'esecutore di un attentato nel 1980 a Monaco di Baviera, ha riferito che l'esplosivo proveniva da un deposito della Stay-behind tedesca. In un articolo del 7 novembre 1990 del quotidiano francese "Le Monde", un ufficiale della Gladio francese affermò che "a seconda dei casi, avremmo dovuto contrastare o favorire il terrorismo di estrema sinistra o estrema destra"[2]. Secondo un articolo del dicembre 1990 del "Guardian" a firma di Ed Vulliamy, la prima ragione della scoperta di Gladio fu "un gruppo di giudici che esaminavano lettere scoperte a Milano in ottobre, nelle quali, prima del suo omicidio, il leader democristiano Aldo Moro affermava di temere che "un'organizzazione ombra" accanto ad "altri servizi segreti dell'Occidente […] potrebbero essere implicati nella destabilizzazione [politica nde] del nostro Paese"[3].
Secondo la recente storiografia azioni di Gladio o di gruppi dei Servizi italiani all'interno della strategia della tensione potrebbero anche rientrare negli obblighi determinati dalle direttive del Piano Demagnetize.
[modifica] La Gladio italiana
La presenza di una struttura stay-behind in Italia risale al 1949, seppure con un nome diverso da Gladio. In una relazione del Comitato Parlamentare sui servizi segreti del 1995 si legge che In base a quanto risulta dalle indagini giudiziaria è fuor di dubbio che in epoca precedente alla creazione di Gladio sia esistita un'altra organizzazione denominata "Duca", con le stesse finalità e struttura analoga, di cui sappiamo ben poco e che dovrebbe essere stata sciolta intorno al gennaio 1995 (ma in vari documenti acquisiti dall'Autorità giudiziaria si parla di organizzazione "Duca - Gladio").[4]
Gladio viene costituita con un protocollo d'intesa tra il Servizio italiano e quello statunitense del 26 novembre 1956, nel quale però vi era stato un esplicito riferimento ad accordi preesistenti: nella relazione inviata dal presidente del Consiglio Andreotti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e sulle stragi il 17 ottobre 1990 verrà segnalato che con quella intesa tra SIFAR e CIA erano stati "confermati tutti i precedenti impegni intervenuti nella materia tra Italia e Stati Uniti".[1]
Nel giugno 1959 il Servizio segreto italiano entrò a far parte del "Comitato di pianificazione e coordinamento", organo di SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe) (si veda il documento desecretato). Nel 1964, del "Comitato clandestino alleato (ACC)", emanazione del suddetto Comitato di pianificazione e coordinamento e costituito tra paesi che intendevano organizzare una resistenza sul proprio territorio, in caso di aggressione dall'Est e, a quanto sembra, anche nell'eventualità di "sovvertimenti interni".[2]
Il 24 ottobre 1990 Giulio Andreotti, capo del governo italiano, rivelò alla Camera dei Deputati l'esistenza di Gladio, che fu quindi la prima organizzazione aderente alla rete "stay-behind" ad essere resa pubblica. Oltre a prepararsi per una invasione sovietica, il ramo italiano avrebbe dovuto agire in caso di elezione in Italia di un governo comunista. Poiché l'Italia era la nazione in cui era più probabile l'elezione a mezzo di libere elezioni di un governo a guida comunista (il PCI raccolse, dal 1963 in poi, una percentuale sempre superiore al 25% del voto popolare, con punte del 34,4%, e alcune correnti della DC reputavano possibile un suo coinvolgimento nel governo), il ramo italiano di Gladio divenne anche la più grossa organizzazione "stay-behind" della NATO.
Quando l'esistenza di Gladio divenne di pubblico dominio venne pubblicato un elenco di 622 "gladiatori", ufficialmente tutti i partecipanti dalla fondazione allo scioglimento dell'organizzazione, ma da più parti questa lista e' stata considerata incompleta, sia per il ridotto numero di operativi, ritenuto troppo basso rispetto ai compiti dell'organizzazione estesi in quasi 40 anni, sia per l'assenza nella lista di alcuni personaggi che da indagini successive (e in alcuni casi per loro stessa ammissione) avevano fatto parte dell'organizzazione.
[modifica] Gladio e la strategia della tensione in Italia
L'attentato di Piazza Fontana del 1969, che inaugurò gli anni di piombo in Italia, e la Strage dell'Italicus del 1974 furono attribuite da alcune indagini ed inchieste ad operativi di Gladio. Nel 1989 Stefano Delle Chiaie, accusato di aver avuto un ruolo nell'attentato di Piazza Fontana, fu arrestato a Caracas, in Venezuela ed estradato in Italia. Delle Chiaie fu comunque assolto dalla Corte d'Assise di Catanzaro nel 1989, assieme all'altro accusato Massimiliano Fachini, dal momento che non c'erano prove del loro coinvolgimento nell'attentato. Secondo il membro di Avanguardia Nazionale Vincenzo Vinciguerra: "L'esplosione del dicembre 1969 fu probabilmente il detonatore che convinse le autorità politiche e militari a dichiarare uno stato di emergenza"[5]
Nel 1977 i servizi segreti italiani vennero riorganizzati, al fine di evitare derive antidemocratiche: la Legge 801 del 24 ottobre 1977 istituì il SISMI (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare), il SISDE (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica) e il CESIS (Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza), ovvero un servizio segreto civile, uno militare ed un organismo di coordinamento, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri. L'omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel 1982, ad opera della mafia a Palermo è considerato come parte della strategia della tensione, a causa degli arresti operati dallo stesso ai danni delle Brigate Rosse negli anni precedenti, ed in particolare dei membri storici Renato Curcio e Alberto Franceschini nel settembre del 1974, nonché della sua inchiesta in merito al rapimento di Aldo Moro nel 1978.
Il membro di Avanguardia Nazionale Vincenzo Vinciguerra confessò nel 1984 al giudice Felice Casson di aver compiuto l'attentato terroristico di Peteano il 31 maggio 1972, nel quale tre poliziotti erano rimasti uccisi. Fino all'interrogatorio di Vinciguerra, erano state le Brigate Rosse ad essere accusate dell'attentato. Vinciguerra spiegò durante il processo come era stato aiutato dai servizi segreti italiani e come fuggì nella Spagna franchista dopo la strage di Peteano. Vinciguerra dichiarò nel suo processo del 1984:
"Con la strage di Peteano e con tutti quelli che seguirono, dovrebbe essere chiara la conoscenza che esistette una struttura reale, occulta e nascosta, con la capacità di dare una direzione strategica alle violenze. [Questa struttura] risiede all'interno dello stato. Esiste in Italia una forza segreta parallela alle forze armate, composta da civili e militari, in funzione anti-sovietica, ovvero, per organizzare una resistenza sul suolo italiano contro l'esercito russo." [3]
Nel novembre 1995 i terroristi neofascisti Valerio Fioravanti e Francesca Mambro vennero condannati all'ergastolo in qualità di esecutori materiali della Strage di Bologna del 1980, per la quale era stata accusata l'influenza diretta di Gladio; Licio Gelli, capo della loggia P2 ed ex agente dell'OSS/CIA, fu condannato per aver sviato le indagini, così come Francesco Pazienza e gli ufficiali del SISMI Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Il fondatore di Avanguardia Nazionale, Stefano Delle Chiaie, che era stato coinvolto nel Golpe Borghese del 1970, venne anch'esso accusato di coinvolgimento nella strage di Bologna[6]. [4]
Nel 2000 il rapporto del Gruppo "Democratici di Sinistra- L'Ulivo", stilato in seno ad una Commissione parlamentare, concludeva che la strategia della tensione era stata sostenuta dagli Stati Uniti d'America per "impedire al PCI, e in certo grado anche al PSI, di raggiungere il potere esecutivo nel paese".
Luigi Tagliamonte, capo dell’ufficio amministrazione del Sifar e, successivamente, capo dell’ufficio programmazione e bilancio del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, durante una delle varie incheste che ruotarono intorno alla questione, relativamente ad una base di addestramento di Gladio dichiarò: Sapevo che presso il Cag (il Centro addestramento guastatori di Capo Marrargiu) si effettuavano dei corsi di addestramento alla guerriglia, al sabotaggio, all’uso degli esplosivi al fine di impiegare le persone addestrate in caso di sovvertimenti di piazza, in caso che il Pci avesse preso il potere. Tanto sapevo io trattando pratiche di ufficio al Sifar e relative al Cag. Oggi penso, riportandomi ai miei ricordi, che la citazione della eventuale invasione del nostro Paese, a proposito della necessità della struttura ove era incardinato il Cag, era un pretesto (…) Il mio pensiero, testè formulato, deriva dal contenuto dei contatti che avevo con il Maggiore Accasto e con il Capo Sezione CS Aurelio Rossi i quali, senza scendere nei dettagli, mi rappresentavano che il Cag esisteva per contrastare eventuali sovvertimenti interni e moti di piazza fatti dal Pci.
Un rapporto stilato nel 2000 da membri del Senato italiano dichiarò che "Questi massacri, queste bombe, quelle azioni militari furono organizzate o promosse da uomini all'interno delle istituzioni dello Stato Italiano e, come si è scoperto più di recente, da uomini collegati alle strutture dell'intelligence degli Stati Uniti."
Secondo Daniele Ganser, il generale Gian Adelio Maletti, ex capo del controspionaggio italiano (direttore Reparto D del Sid), confermò nel marzo del 2001 che la CIA avrebbe potuto promuovere il terrorismo in Italia [5].
[modifica] Gladio all'estero
[modifica] Gladio in Austria
Nel 1947 in Austria venne svelata una struttura segreta stay-behind, che era stata costruita da due appartenenti all'estrema destra, Soucek e Rössner. Il cancelliere Theodor Körner graziò gli accusati in circostanze non chiarite. Nel 1965 le forze di polizia scoprirono un deposito di armi stay-behind in una vecchia miniera vicino a Windisch-Bleiberg, circostanza che costrinse le autorità austriache a rilasciare una lista con la posizione di altri 33 analoghi nascondigli in Austria [6].
[modifica] Gladio in Belgio
L'assassinio del presidente del Partito Comunista Belga Julien Lahaut, nel 1950, ebbe un significato nazionale e internazionale, nel quale venne sospettata l'influenza della rete anti-comunista Gladio [7]. Nel 1985 il Massacro del Brabante venne collegato ad un complotto interno all'organizzazione stay-behind belga SDRA8, alla gendarmeria belga SDRA6, al gruppo di estrema destra Westland New Post, e alla Defense Intelligence Agency (DIA), il servizio segreto del Pentagono. Nel 1990, il quartier generale della struttura stay-behind del Comitato Clandestino Alleato (ACC), si incontra il 23 e 24 ottobre dello stesso anno sotto la presidenza del generale belga Van Calster, direttore del servizio segreto militare belga (SGR). Nello stesso anno, il Parlamento Europeo condanna in una risoluzione la NATO e gli Stati Uniti, per aver manipolato la politica europea tramite le strutture stay-behind.[7].
[modifica] Gladio in Finlandia
Nel 1945 il ministro degli interni finlandese Leino svela la chiusura di un esercito segreto stay-behind. Nel 1991 i mass media svedesi rivelano che un gruppo segreto stay-behind era esistito nella neutrale Finlandia, con una base in esilio a Stoccolma. Il ministro della difesa finlandese Elisabeth Rehn etichetta la rivelazione come "una favola", aggiungendo cautamente "o almeno una storia incredibile, di cui non so nulla." [8].
[modifica] Gladio in Francia
Nel 1947 il ministro degli interni francese Edouard Depreux rivelò l'esistenza di un esercito segreto stay-behind in Francia, dal nome in codice "Plan Bleu". L'anno seguente, venne creato il "Comitato Clandestino dell'Unione Occidentale" (WUCC), per coordinare la guerra segreta non ortodossa. Nel 1949 il WUCC viene integrato nella NATO, il cui quartier generale viene stabilito in Francia, con il nome di "Clandestine Planning Committee" (CPC). Nel 1958 la NATO fonda il Comitato Clandestino Alleato (ACC) per coordinare la guerra segreta. Quando la NATO stabilisce il nuovo quartier generale europeo a Bruxelles, l'ACC, con il nome in codice SDRA11, viene nascosto all'interno del servizio segreto militare belga (SGR), che ha il suo quartier generale vicino a quello della NATO.
L'illegale Organisation de l'Armée Secrète (OAS) viene creata con membri della stay-behind francese e ufficiali della Guerra francese in Vietnam. Nel 1961 l'OAS inscenò un fallito colpo di stato ad Algeri, col supporto della CIA, contro il governo De Gaulle [9].
Le reti La Rose des Vents ("Rosa dei venti") e Arc-en-ciel ("Arcobaleno"), erano parte di Gladio. Secondo voltairenet.org, François de Grossouvre era il capo di Gladio in Francia, fino al suo presunto suicidio avvenuto il 7 aprile 1994[8]. Il capitano Paul Barril, assieme ad altri, sostiene che venne assassinato.
[modifica] Gladio in Germania
Nel 1952 l'ex ufficiale delle SS Hans Otto rivelò alla polizia criminale di Francoforte l'esistenza dell'esercito stay-behind fascista tedesco BDJ-TD. Gli estremisti di destra arrestati vennero misteriosamente trovati non colpevoli. Nel 1976 il segretario del BND Heidrun Hofer venne arrestato dopo aver rivelato i segreti dell'esercito stay-behind tedesco al marito, che era una spia del KGB.[10].
Nel 2004 il capo dello spionaggio Norbert Juretzko pubblicò un libro sul suo lavoro al BND. Entrò nei dettagli riguardo al reclutamento di partigiani per la rete di stay-behind. Venne cacciato dal BND dopo un processo segreto contro di lui, perche il BND non riuscì a trovare il vero nome della fonte russa "Rubezahl" che aveva reclutato. Un uomo con lo stesso nome che Juretzko aveva fatto, venne arrestato dal KGB a causa del suo tradimento per il BND, ma era ovviamente innocente, il suo nome era stato scelto a caso da Juretzko, prendendolo dall'elenco telefonico.
Secondo Juretzko, il BND costruì la sua branca di Gladio, ma scoprì dopo la caduta della DDR che era completamente noto alla STASI. Quando la rete venne smantellata, emersero ulteriori strani dettagli. Un direttore dello spionaggio aveva tenuto l'equipaggiamento radio nella cantina di casa, con la moglie che eseguiva le chiamate di prova ogni 4 mesi, sulla base del fatto che l'equipaggiamento era troppo "prezioso" perché restasse in mano a civili. Juretzko lo venne a sapere perché il direttore aveva smantellato la sua sezione della rete così velocemente che non ci fu tempo di adottare misure quali il recupero di tutte le atrezzature tenute nascoste.
I civili reclutati come partigiani stay-behind erano equipaggiati con una radio a onde corte clandestina, con una frequenza fissa. Questa era dotata di una tastiera cifrata, che rendeva inutile l'uso del codice Morse. Avevano inoltre da parte ulteriori atrezzature per segnalare a elicotteri o sottomarini di sbarcare agenti speciali che avrebbero dovuto stare nelle loro case mentre preparavano operazioni di sabotaggio contro i comunisti.
Secondo il perpetratore della bomba dell'Oktoberfest del 1980 a Monaco, gli esplosivi provenivano da un nascondiglio di Gladio vicino al villaggio di Uelzen.
[modifica] Gladio in Grecia
In Grecia l'esercito stay-behind Forza d'Incursione Ellencia prese il controllo del ministero della difesa greco e diede vita ad un colpo di stato installando il "Regime dei Colonnelli" (1967-1974), che si renderà in seguito protagonista di maltrattamenti, violenze e torture tra le più efferate degli ultimi cinquant'anni, anche se tra le meno note [11].
[modifica] Gladio in Norvegia
Nel 1957 il direttore del servizio segreto norvegese (Etterretningstjenesten), Vilhelm Evang, protestò duramente contro la sovversione interna del suo paese tramite gli Stati Uniti e la NATO e ritirò temporaneamente l'esercito stay-behind norvegese dagli incontri del CPC. Nel 1978 la polizia scoprì un nascondiglio di armi stay-behind e arrestò Hans Otto Meyer che rivelò l'esistenza dell'esercito segreto norvegese.[12].
[modifica] Gladio nei Paesi Bassi
Un grande nascondiglio di armi venne scoperto nel 1983 vicino al villaggio di Velp nei Paesi Bassi. Il governo fu costretto a confermare che le armi erano correlate ai progetti NATO di guerra non ortodossa.[13]
[modifica] Gladio in Portogallo
Nel 1966 la CIA crea la Aginter Press, la quale, sotto la direzione del Capitano Yves Guerin Serac, dirige un esercito segreto stay-behind e addestra i suoi membri alle tecniche di azione sotto copertura, comprese esercitazioni di attentati terroristici, assassinii silenziosi, tecniche di sovversione, comunicazioni clandestine, infiltrazione e guerra coloniale. Nel 1969 in Mozambico la Aginter Press assassina Eduardo Mondlane, capo del movimento di liberazione FRELIMO (Frente de Libertação de Moçambique).[14]
[modifica] Gladio in Spagna
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Per approfondire, vedi la voce Montejurra. |
Nel maggio 1976, un anno dopo la morte di Francisco Franco, due Carlisti vennero uccisi da terroristi di estrema destra, tra cui l'operativo di Gladio Stefano Delle Chiaie e membri dell'Alleanza Anticomunista Argentina (Tripla A), dimostrando collegamenti tra Gladio e la "Guerra Sporca" sudamericana. L'anno seguente, col supporto di terroristi di estrema destra italiani, la stay-behind compie la strage di Atocha, a Madrid, dove in un attacco a un ufficio legale strettamente legato al Partito Comunista Spagnolo uccidono cinque persone [15].
[modifica] Gladio in Svezia
Nel 1951 l'agente della CIA William Colby, in servizio alla stazione CIA di Stoccolma, aiuta all'addestramento di eserciti stay-behind nelle neutrali Svezia e Finlandia e nei paesi NATO di Norvegia e Danimarca. Nel 1953 la polizia arresta l'estremista di destra Otto Hallberg e scopre l'esercito stay-behind svedese. Hallberg viene liberato e le accuse contro di lui vengono misteriosamente lasciate cadere [16].
[modifica] Gladio in Svizzera
Nel 1990 il Colonnello Herbert Alboth, ex comandante dell'esercito segreto stay-behind svizzero (P26), dichiara in una lettera confidenziale al dipartimento della difesa di essere disposto a rivelare "tutta la verità". viene trovato in seguito nella sua casa, accoltellato con la sua stessa baionetta. Il dettagliato rapporto parlamentare sull'esercito segreto svizzero viene presentato al pubblico il 17 novembre [17].
[modifica] Gladio in Turchia
Il gruppo ultranazionalista dei Lupi grigi ha, secondo alcune fonti, lavorato per la Stay-behind turca. Secondo Le Monde diplomatique, Abdullah Çatlı "è riconosciuto per essere stato uno dei principali perpetratori delle operazioni coperte eseguite dalla branca turca di Gladio (4), e ha giocato un ruolo chiave nei sanguinosi eventi del periodo 1976-80, che spianarono la strada al colpo di stato militare del settembre 1980. Come giovane capo della milizia di estrema destra dei Lupi Grigi, è stato accusato, tra le altre cose, dell'assassinio di sette studenti di sinistra." [18].
[modifica] Gladio nel Regno Unito
Nel Regno Unito, il primo ministro Winston Churchill creò lo Special Operations Executive (SOE) nel 1940, per assistere i movimenti di resistenza ed eseguire operazioni di guerriglia in territorio occupato dall'Asse. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, le organizzazioni stay-behind vennero istituiti grazie all'esperienza e al coinvolgimento di ex ufficiali del SOE [19].
L'organizzazione britannica funzionò fino agli anni '60.
[modifica] Le richieste FOIA
Tre richieste FOIA (Freedom of Information Act) sono state presentate alla CIA, la quale le ha respinte con la replica standard: "La CIA non può confermare né smentire l'esistenza o l'inesistenza di registrazioni che rispondano alla vostra richiesta." Una richiesta venne presentata dal National Security Archive nel 1991; un'altra dalla commissione del Senato italiano guidata dal Senatore Giovanni Pellegrino nel 1995, riguardante Gladio e l'omicidio di Aldo Moro; l'ultima nel 1996, da Olivier Rathkolb, dell'Università di Vienna, per conto del governo austriaco, riguardante gli eserciti segreti stay-behind, dopo la scoperta di un nascondiglio di armi [20].
[modifica] I politici su Gladio
Mentre l'esistenza delle organizzazioni "stay-behind" come Gladio è stata contestata, con alcuni scettici che le descrivono come una teoria del complotto, la loro esistenza è stata confermata diverse volte da importanti esponenti politici dei paesi NATO:
- L'ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti ("Gladio fu necessaria durante i giorni della Guerra Fredda, ma in vista del collasso del Blocco Orientale, l'Italia avrebbe suggerito alla NATO che l'organizzazione non era più necessaria.")
- L'ex ministro della difesa francese Jean-Pierre Chevenement ("una struttura esisteva, creata agli inizi degli anni 1950, per permettere le comunicazioni con un governo che avrebbe potuto fuggire all'estero in caso la nazione fosse stata occupata.").
- L'ex ministro della difesa greco Yannis Varvitsiotis ("commando locali e la CIA crearono un ramo della rete nel 1955 per organizzare la guerriglia di resistenza a qualsiasi invasore comunista")
[modifica] Gladio nella fiction
In Piazza delle Cinque Lune, un film per la regia di Renzo Martinelli del 2002, in base a documenti giudiziari e ad un filmato autentico del rapimento di Aldo Moro, un giudice arriva a scoprire il collegamento tra Operazione Gladio e CIA. Le trame oscure della NATO/CIA in Italia vengono anche sfruttate dalla fiction di oltre oceano; di Gladio e Stay Behind si parla ad esempio nel romanzo "Protocollo Sigma" di Robert Ludlum.
Infine, in Romanzo Criminale, anche se non viene mai detto chiaramente, si suggerisce che la misteriosa organizzazione che piano piano comincia a sfruttare i protagonisti sia proprio l'Operazione Gladio.
[modifica] Note
- ↑ ^ ^ (EN) "Terrorism in Western Europe: An Approach to NATO’s Secret Stay-Behind Armies", file .pdf Progetto di ricerca ETH Zurigo su Gladio diretta da Daniele Ganser
- ↑ ^ (FR) "Le Monde" fa una citazione de '"L'Humanite" 29 novembre 1990
- ↑ (EN) Articolo sul Guardian di Ed Vulliamy, 5 dicembre 1990
- ↑ ^ Relazione del Comitato Parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di stato sugli appunti sequestrati all'on. Bettino Craxi, 26 ottobre 1995
- ↑ Anniversario di Piazza Fontana su La Repubblica
- ↑ La vicenda politico-giudiziaria secondo l'Associazione vittime della strage di Bologna
- ↑ (FR) Hans Depraetere e Jenny Dierickx, "La Guerre froide en Belgique" ("guerra fredda in Belgio") (EPO-Dossier, Anvers, 1986)
- ↑ (FR) Voltairenet.org su François de Grossouvre
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- (FR) Rapporto di Giulio Andreotti su Gladio, in francese
- Daniele Ganser, Gli eserciti segreti della NATO. Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale (NATO's Secret Armies: Operation GLADIO and Terrorism in Western Europe), Fazi Editore, 2005, ISBN 8881126389
- (EN) David Hoffman, "The Oklahoma City bombing and the Politics of Terror", 1998 (Capitolo 14 online sulla strategia della tensione)
- Giovanni Fasanella e Claudio Sestieri con Giovanni Pellegrino, "Segreto di Stato. La verità da Gladio al caso Moro", Einaudi, 2000 (vedi articolo nel sito della rete civica di Bologna)
- (EN) Jan Willems, Gladio, 1991, EPO-Dossier, Bruxelles, ISBN 2872620516
- (DE) Jens Mecklenburg, Gladio. Die geheime terrororganisation der Nato, 1997, Elefanten Press Verlag GmbH, Berlino, ISBN 3885206129
- (ES) (FR) Thierry Meyssan, Stay-behind: les réseaux d’ingérence américains, Voltaire, 20 agosto 2001 (articolo su VoltaireNet])
- (DE) Leo A. Müller, Gladio. Das Erbe des kalten Krieges, 1991, RoRoRo-Taschenbuch Aktuell no 12993, ISBN 3499129930
- (FR) Jean-François Brozzu-Gentile, L’Affaire Gladio. Les réseaux secrets américains au cœur du terrorisme en Europe, 1994, Albin Michel, Parigi, ISBN 2226069194
- Anna Laura Braghetti con Paola Tavella, Il prigioniero, 1998, Edizioni Mondadori (Le Frecce) ISBN 8804451548
- (DE) Regine Igel, Andreotti. Politik zwischen Geheimdienst und Mafia, 1997, Herbig Verlagsbuchhandlung GmbH, Monaco, ISBN 3776619511
- (EN) Arthur E. Rowse, "Gladio: The Secret U.S. War to Subvert Italian Democracy" in Covert Action #49, estate 1994 [21]
- (EN) Anti-Fascist Action (AFA), "StayingBehind: NATO's Terror Network" in Fighting Talk #11, maggio 1995
- (FR) François Vitrani, "L’Italie, un Etat de 'souveraineté limitée' ?", in Le Monde diplomatique, dicembre 1990
- (FR) Patrick Boucheron, "L'affaire Sofri : un procès en sorcellerie ?", sulla rivista L'Histoire, n°217 (gennaio 1998) ([22])
- (FR) "Les procès Andreotti en Italie" "I processi di Andreotti in Italia" di Philippe Foro, pubblicato dall'Università di Tolosa II, Groupe de recherche sur l'histoire immédiate.
[modifica] Collegamenti esterni
- Intervista del 2000 a Vincenzo Vinciguerra
- Reazioni a Gladio tra le notizie del giugno 2002
- Luigi Cipriani, Interventi in parlamento su Gladio
- Associazione italiana di volontari stay-behind
- "Facciamo un'altra Gladio" nel "Corriere della Sera", 7 luglio 2005, sul Dipartimento di Studi Strategici Antiterrorismo (DSSA), accusato di voler costituire "un'altra Gladio"
- Caso Moro: morire di Gladio ne La voce della Campania
- Gladio in Sicilia
- Audizione di Stefano Delle Chiaie alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi
- "Secret Warfare: Operation Gladio and NATO's Stay Behind Armies", progetto di ricerca diertto da Daniele Ganser al Center for Security Studies (CSS) e all'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo (ETH Zurich) Raccoglie molti contributi, compresi file audio di interviste. Documenti in varie lingue, alcuni anche italiano
- Operation Gladio
- Documento del SIFAR del 1956 su Gladio (attendibilità non verificata) (PDF, 179 kb)
- (EN) Thirdworldtraveller] (Mark Zepezauer)
- (EN) Copi.com sulle reti Stay-Behind
- (EN) documento di Statewatch
- (EN) "Secret agents, freemasons, fascists... and a top-level campaign of political 'destabilisation'" di Ed Vulliamy, pubblicato da The Guardian, 5 dicembre 1990
- (EN) BBC News story: Italy probes 'parallel police'
- "The Assassins of a Pope" di Lucy Komisar
- "The Real History of Gladio"
- (FR) articolo de L'Humanité
- (FR) sul libro di Alberto Franceschini, ibid
- (FR) articolo de "L'Humanité"
- (FR) articolo del quotidiano Politis
- (FR) articolo sul sito di Radio France
- articolo della rivista L'Histoire
- forum con Fred Vargas
- (IT) "Un'altra Gladio?" articolo de La Repubblica del 6 novembre 2005
- Gladio, P2, falangisti - l'Italia che sogna il golpe, 6 novembre 2005, "La Repubblica" sul Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo - DSSA)
- (ES) "La iresistible ascension de Silvio Berlusconi" di Lisandro Otero su rebelion.org
- (EN) The Pentagon's 'NATO Option', articolo di Lila Rajiva, 10 febbraio 2005, sul sito Commondreams
- Consortium News articolo su "On the Trail of Turkey's Terrorist Grey Wolves", di Martin A. Lee
- Articolo del quotidiano russo "Moscow Times"
- cable by Reuters on relations between Gladio and the Order of the Solar Temple
- su Stay behind
- (ES)(FR) (AR) "Stay-behind: les réseaux d'ingérence américains", 20 agosto 2001
- (FR) "L’OTAN restructure le réseau Gladio face aux immigrés, qualifiés de 'menace clandestine à caractère permanent'", 9 settembre 1996
- (EN) Una bibliografia