Patto di Londra (1915)
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Il Patto di Londra fu un trattato segreto firmato il 26 aprile 1915 dal governo italiano - rappresentato dal primo ministro Antonio Salandra e dal ministro degli Esteri Sidney Sonnino - e dai rappresentanti della Triplice Intesa. Firmato dal governo senza informare il Parlamento (in maggioranza neutralista), il trattato mise fine alla neutralità Italiana.
Il trattato fu reso pubblico, insieme ad altri documenti diplomatici segreti, dai bolscevichi, giunti al potere in Russia dopo la Rivoluzione d'Ottobre.
[modifica] Le condizioni
Il patto prevedeva che l'Italia entrasse in guerra al fianco dell'Intesa entro un mese, ed in cambio otteneva, in caso di vittoria, il Trentino, il Tirolo fino al Brennero (Alto Adige), la Venezia Giulia, l'intera penisola istriana, con l'esclusione di Fiume, una parte della Dalmazia, numerose isole dell'Adriatico, l'arcipelago del Dodecaneso, la base di Valona in Albania e il bacino carbonifero di Adalia in Turchia.
[modifica] Conseguenze istituzionali
L'azione del governo all'insaputa del Parlamento era formalmente conforme allo Statuto Albertino, che rendeva responsabili i governi solo davanti al re, ma andava contro la consolidata prassi parlamentare che si era affermata fin dai tempi di Cavour.
Per evitare la crisi istituzionale, considerando anche la posizione favorevole alla guerra del re Vittorio Emanuele III, la Camera approvò, col voto contrario dei soli socialisti, la concessione dei pieni poteri al governo, che la sera del 23 maggio dichiarava guerra all'Impero Austro-Ungarico. Tuttavia, l'esistenza stessa del trattato non fu comunicata, e questo rimase segreto fino alla sua pubblicazione da parte del governo bolscevico.
Il giorno seguente alla concessione dei pieni poteri al governo da parte del Parlamento italiano, ebbero inizio le operazioni militari.