Discussione:Resistenza italiana
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[modifica] Adriano Visconti
Trovo piuttosto singolare che si insista nell'inserire in questa voce la foto di Adriano Visconti, il quale certamente non fece parte della Resistenza. Forse la spiegazione si trova nella lunga didascalia che l'accompagna. La quale sostiene che le circostanze della sua morte non furono mai chiarite. Non si capisce quindi l'insistita pretesa di collocarla nella voce. Sconsiglio di reinserirla. --Piero Montesacro 23:50, 26 nov 2006 (CET)
- Ciao! anche se nella voce non se ne parla, ho adottato lo stesso metro di misura utilizzata per inserire la foto di "Ferruccio Nazionale" nella voce :Decima Mas di Borghese nel Paragrafo "Crimini di guerra" (anche di lui non se ne parla nel testo); mi dispiace di non essere stato chiaro nella discalia, provvedo a correggerla e a reinserire la foto al paragrafo "Le esecuzioni post-conflitto" poichè: Adriano Visconti venne uciso assieme al Sottotente Valerio Stefanini all'interno della caserma del Savoia Cavalleria, presidiata dal CLNAI e CLN, subito dopo aver trattato con essi la resa del proprio reparto.
Nickel Chromo 08:38, 27 nov 2006 (CET)
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- Nella voce di Borghese si parla delle rappresaglie contro i civili e contro i partigiani, spesso spettacolarizzate (eseguzioni in pubblico con esposizione prolungata dei corpi muniti di cartelli), "Ferruccio Nazionale" rientra pienamente tra questi cssi ed e' stato dichiaratamente ucciso dalla X MAS, in questo caso mi smebra che si parli di un ufficiale dell'RSI che e' stato ucciso da ignoti dopo la resa (per quello che ne sappiamo potrebbe essere stato ucciso da altri uomini dell'RSI che lo consideravano un traditore per via del tentativo di arrendersi).--Yoggysot 10:34, 27 nov 2006 (CET)
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- Visconti venne ucciso (ed è un fatto storicamente provato da inchieste) da partigiani "ignoti" appartenenti alle X brigata Redi e X brigata Rocco. Ricordo che la caserma era un Presdio del CNL,(i repubblichini l'avevano abbandonata qualche giorno prima, alla fuga di Mussolini) ciò significa che non si muore in un cortile della caserma dove si era stati condotti assieme ad altri in stato di prigionia, così per caso; gli assassini rimasero ignoti perchè come si sa e si dice pure alla voce "esecuzioni post-conflitto" si attesta:
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- "...Successivamente alla "normalizzazione" post-bellica, anche un grande numero di partigiani venne sottoposto a processi per presunti "stragi" e "assassinii" compiuti nella Liberazione (il tema della persecuzione dei partigiani da parte della repubblica democratica divenne un motivo tipico di certa propaganda di sinistra, soprattutto per lo stridente contrasto con la completa impunità di cui godettero la maggior parte degli ex gerarchi fascisti).
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- Le ragioni di questi comportamenti sono molteplici, in alcuni casi si può ritenere che i partigiani temessero da parte dello Stato una punizione poco efficace o peggio una totale impunità verso i gerarchi fascisti che si erano macchiati di efferate azioni contro il popolo italiano, da qui il desiderio di una "giustizia sommaria"..."
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- Poi come sappiamo intervenne l'amnistia Togliatti.
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- quindi se si iniza a dubitare anche dei fatti storici non ci posso fare niente, (potrei affermare anch'io che Tizio ad esempio sarebbe stato ucciso da partigiani travestiti da X MAS) ma poi rasentei il ridicolo perchè semplicemente non è storicamente vero!
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Quindi secondo me Visconti e la sua foto hanno tutto il diritto di restare.
P.S. per chi fosse amante dell'Aviazione consiglio di leggere il libro di: G.Pesce-G.Massimello: Adriano Visconti - Asso di guerra, Ermanno Albertelli editore ISBN: 978888590980
ora abbiamo due indicazioni differenti chi dice che era andato a trattare la resa del suo reparto chi dice che era prigioniero, comunque stavano le cose non è certamente un esecuzione pos conflitto, ma conflitto durante --Francomemoria 13:28, 27 nov 2006 (CET)
- prima per la fretta del pranzo pronto (mmm ne valeva la pena mia mamma è una gran cuoca!) mi son dimeticato di firmare e di scrivere correttamente, cmq (di nuovo) ...nella caserma, presido dei partigiani, V. vi fu condotto in qualità di prioginero assieme ad altri dopo aver firmato la resa sua e del proprio reparto, e li vennero tutti assassinati il giorno 29 Aprile 1945.
- Dunque ora come interpretare 29 aprile? booooh??? l'insurrezione di Milano inizia il 24, quella Nazionale con l'ordine del CLNAI il 25, Mussolini giustiziato il 28; la resa incondizionata dei tedeschi è il 29; gli alleati arrivano a Milano il 30 aprile; stando alla data ufficiale della Rep.Ita il 25 Aprile è Festa Nazionale della Liberazione dal Nazi-Fascismo. Nickel Chromo 14:34, 27 nov 2006 (CET)
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- Comunque sia andata la cosa, trattasi di un fatto di secondaria importanza e quindi non ha senso mettere quella foto in questo articolo, la si metta semplicemente nell'articolo Adriano Visconti. E' come se su un enciclopedia alla voce "Guerre Puniche" si trovasse la foto di una palma con la didascalia "Pare che questa palma sorga grosso modo nel luogo dove cadde un arciere cartaginese". C'entra, ma non è un'immagine rappresentativa. Se proprio ci tieni a mettere foto di fascisti (hai una passione particolare??), metti una foto di Mussolini o di Gentile o di Pavolini o di qualche altra figura conosciuta. Così mi sembra solo un modo per promuovere una figura a cui per qualche ragione sei affezionato oppure fare polemica gratuitamente (come al solito in questa voce negli ultimi mesi). --Mv 15:56, 27 nov 2006 (CET)
Ora è più chiara la situazione. dal punta di vista giuridico sarebbe post conflitto l'esecuzione se efettuata dopo l'entrata in vigore della resa incondizionata, ovviamente non sarebbe esemplare di un esecuzione post conflitto. --82.53.170.113 16:02, 27 nov 2006 (CET) dimenticavo per me visconti è un personaggio noto, ma non tutti sono appasionati di storia militare, m'ero dimenticato di loggare--Francomemoria 16:03, 27 nov 2006 (CET)
come riportato anche qui su wiki la resa entro in vigore alle 14 del 2 maggio quindi il fatto è sicuramente conflitto durante anche dal punto di vista giuridico --Francomemoria 17:22, 27 nov 2006 (CET)
L'inserimento della foto mi pare perfettamente legittimo, non mi sembra un problema di date, eventualmente basterebbe cambiare posto alla foto. Mi pare poi ridicolo ed assurdo parlare di revisionismo e accusare chi ha inserito la foto, della cui correttezza, preparazione e soprattutto democraticità posso garantire personalmente, dato che il fatto è un fatto storico accertato ed indipendente dalle idee politiche di chicchessia. --Ediedi 18:42, 27 nov 2006 (CET)
- A me invece l'inserimento reiterato della foto e la malcelata ironia di dubbio gusto con la quale si commenta in oggetto la sua riproposizione, paiono una provocazione bella e buona. Gli specialisti gli iniziatori delle fucilazioni proditorie e alle spalle furono i fascisti e i nazisti, no viceversa! Ha perfettamente ragione Mv quando parla di Guerre Puniche e Palme. La foto non è pertinente alla voce, che già troppo spazio concede ai pruriti revisionisti. Se questa foto è pertinente, allora mi sentirò autorizzato a imbottire quella su Mussolini (e di qualsiasi voce che riguardi fascisti e fascismo) di centinaia di foto di se vittime, comprese quelle dei morti sotto i bombardamenti che gli servivano - ricordate? - per avere "qualche migliaio di morti dal gettare su tavolo della pace. La foto va rimossa. --Piero Montesacro 20:01, 27 nov 2006 (CET)
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- Quoto Piero Montesacro, peraltro se come sembra l'esecuzione e' avvenuta non post conflitto ma durante questo non c'entra neppure nulla col capitolo... --Yoggysot 23:01, 27 nov 2006 (CET)
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- Quella di Piero Montesacro mi pare un'acredine assolutamente ingiustificata ed i commenti di pessimo gusto. --Ediedi 10:56, 28 nov 2006 (CET)
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- La foto andrebbe messa al paragrafo "Episodi particolari di esecuzioni sommarie durante la resistenza";quindi c'entra perfettamente, solo che si è dovuta metterla sotto post conflitto perchè sfora, no comment agli attacchi personali rivoltimi da Mv. Nickel Chromo 14:25, 28 nov 2006 (CET)
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- Non ho detto che non c'entra, ho detto solo che non è rilevante, in nessuna enciclopedia cartacea la troveresti come immagine rappresentativa della Resistenza italiana. Gli attacchi personali te li sei poi inventati di sana pianta, tranne una battutina fra parentesi che però la tua acredine mi fa presumere abbia colpito nel segno... :-) --Mv 18:50, 28 nov 2006 (CET)
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- Vorrei chiedere garbatamente ad Ediedi dove esattamente riscontri "acredine" (a me pare di aver solo parlato chiaro e con al più una punta di polemica relativa all'oggetto della discussione e non certo alle persone coinvolte) e, soprattutto, quali sarebbero i miei commenti di "cattivo gusto". A dirla tutta a me pare piuttosto di cattivo gusto il tentativo di gettar fango sulla Resistenza usando l'immagine di una persona defunta per evidenziare una frase che ha il chiaro intento di far passare i Partigiani per assassini a sangue freddo. Laddove persino Gianfranco Fini ha riconosciuto ciò che iPartigiani hanno combattuto come "il male assoluto", qui si cerca di utilizzare Wikipedia per trasformare i carnefici in vittime e viceversa, in perfetta coerenza con i rigurgiti di revisionismo filo-nazifascista che altrove sono giustamente perseguiti per legge. Compresi gli USA, che ospitano i server, se non sbaglio. La foto va rimossa per le ragioni già spiegate da me, Yoggysot, Mv, e pertanto la rimuovo, ricordando che la versione "sbagliata", in questo caso, è quella precedente all'aggiunta della foto e della sua didascalia. --Piero Montesacro 19:38, 28 nov 2006 (CET)
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- Revisionismo significa rivedere o negare fatti realmente avvenuti, nello specifico della foto e della sua discalia i revisonisti al contrario siete voi che avette fatto di questa voce un vostro feudo personale, wikipedia è di tutti, aperta a tutti, prendo atto che mi impedite di apportare una modifica così facendo però la voce diventa POV!!! si POV !!! poichè io non ho negato nulla, non ho rimesso in disussione nulla anzi, ho solo apportato un contributo alla voce che voi per la vostra visione politica resa più che evidente dalle giustificazioni addotte ai vandalismi apportati alla pagina non volete che venga apportata! ribadisco le ragioni per la quale è stata aggiunta e quindi reinserisco la foto. Nessun acredine da parte mia poichè con vostro sommo dispiacere non sono fascista!ne revisionista! Nickel Chromo 20:15, 28 nov 2006 (CET)
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- Ti prego di notare che questa è una dichiarazione di edit war. Finitela di cancellare e rimettere la foto e decidete QUI cosa si deve fare. Non si vede come una voce possa essere POV per l'assenza di una foto, la mia opinione è semplicemente che la foto in questione non sia molto significativa, si tratta di una figura minore (sto parlando dal punto di vista storico, è ovvio) e morto in circostanze tutt'altro che chiare. Metti una foto di qualche importante gerarca ucciso e la cosa va benissimo. Quindi come vedi non si tratta di POV. Mi sembra piuttosto POV il tuo tentativo di mettere a tutti i costi proprio costui evidentemente in quanto esempio, agli occhi di qualcuno, particolarmente "infame" di uccisione (?). --Mv 09:37, 29 nov 2006 (CET)
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[modifica] Episodi particolari di esecuzioni sommarie dopo la fine della guerra
Ho modificato alcuni termini del paragrafo in modo che apparisse più evidente che le esecuzioni sommarie del dopoguerra non fanno parte della resistenza in sé né delle sue componenti (di sinistra o di centro è irrilevante), ma della lotta armata di parte del PCI per scopi diversi rispetto alla liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Non si spiegherebbe altrimenti l'omicidio politico di altri partigiani non affiliati al PCI, di preti, di "borghesi" né fascisti né comunisti. --Acis 19:05, 27 nov 2006 (CET)
- Ho meglio precisato ampliando la sezione. Le esecuzioni non fanno parte della Resistenza al nazifascismo sotto nessun profilo, se non quello revisionista e filofascista. La posizione del PCI era chiara sin dalla Svolta di Salerno del 1944 e il PCI - in quanto tale - non promosse alcuna lotta armata se non quella contro il nazifascismo, sino alla fine della guerra e certo non oltre. Omicidi politici ce ne furono, ma per opera di personaggi che erano obbiettivamente divenuti nemici non solo della politica del PCI, ma persino di quella sovietica. --Piero Montesacro 19:52, 27 nov 2006 (CET)
D'accordo sulla distinzione morale fra lotta partigiana e omicidi politici del dopoguerra. Mi pare però che in alcune aree d'Italia (ad esempio in Emilia) ci sia stata una politica di intimidazione da parte del PCI che comprendeva anche l'omicidio politico di antifascisti. Ad esempio il partigiano Azor a Reggio Emilia, cattolico delle fiamme verdi, ucciso da comunisti che non sopportavano la sua popolarità in quanto conduceva una lotta armata senza violenza fine a sé stessa. Un giornalista ed ex partigiano che sul giornale locale denunciò la sua uccisione e scomparsa venne a sua volta assassinato nel dopoguerra e l'Unità si produsse in una campagna stampa diffamatoria. Al suo funerale, quando fu ritrovato il corpo, partecipò il paese (centinaia di persone), ma nessuno ebbe il coraggio di firmarsi sul registro dei partecipanti per paura di ritorsioni del PCI, a dimostrazione del clima intimidatorio di omicidi politici all'epoca, non antifascista ma antidemocratico. I presunti assassini ebbero "asilo politico" in Cecoslovacchia. L'affermazione che il PCI , almeno a livello locale, non c'entrasse è abbastanza infondata. La fonte di queste vicende non è "revisionista" ne tantomeno Pansa, che però ho sentito dire che cita l'episodio nel "Sangue dei vinti" (che non ho ancora letto). Riferimenti: [1] [2] [3]
- La versione attuale di questo paragrafo fa PIETÀ, e non lo dico perché sia più o meno "revisionista", al contrario l'aspetto peggiore è il tentativo, nel bel mezzo di un discorso palesemente anticomunista e superschierato "à la Pansa", di infilare qualche espressione retorica che "compensi". Ma avete presente com'è fatta un'enciclopedia cartacea? cerchiamo di avvicinarci a qualcosa del genere per favore. Non si potrebbe riscrivere completamente quella parte? dicendo:
- che come in ogni guerra civile c'è stata molta violenza che è perdurata anche dopo la fine "ufficiale" del conflitto;
- che parte importante di questa violenza era politicamente motivata e per la precisione rivolta o contro avversari politici (i fascisti per gli antifascisti, i comunisti per gli anticomunisti, gli anticomunisti per i comunisti, ecc.) o contro nemici di classe (v. proprietari terrieri uccisi durante e dopo la Liberazione, ricordando che erano visti come collaboratori del regime fascista);
- che ovviamente a margine del movimento di Liberazione, come pure sempre avviene in casi come questo, ci furono vendette personali ed eccessi di vario genere (caso distinto da quello del punto precedente), solitamente condannati e puniti dall'antifascismo vero e proprio;
- che infine la recrudescenza di violenza post-Liberazione, si pensi alla Volante Rossa, fu anche dovuta alla mancata epurazione dei responsabili del fascismo e della guerra, che in Italia diversamente da altri Paesi (Germania ed Europa Orientale) fu fatta molto superficialmente da parte dello Stato (v. amnistia Togliatti).
- Partiamo da questi fatti e lasciamo perdere i giudizi morali (di tutti i segni) che non sono necessari in un'enciclopedia. Io ho i miei ma mi fa pena pensare di dover scrivere "eroica" su Wikipedia per dire come la penso sulla Resistenza. --Mv 19:01, 28 nov 2006 (CET)
Sono d'accordo che parte del paragrafo sia piuttosto retorico e che quindi andrebbe riscritto. Non sono però d'accordo su una riscrittura che faccia di ogni erba un fascio. Nel dopoguerra gli omicidi politici furono solo di una parte (i comunisti) nei confronti degli altri (sia fascisti che democratici che, in alcune aree d'Italia a maggioranza comunista, non accettavano il PCI come partito guida). Deve anche essere chiaro che esistono due antifascismi, uno democratico (partito d'azione, cattolici, liberali) e uno comunista (il PCI membro del Cominform sotto la guida di Stalin) che nelle aree in cui si sentiva più forte ha tentato di imporre la sua egemonia uccidendo anche antifascisti non comunisti allo scopo di creare un clima di intimidazione prerivoluzionario. --Acis 18:10, 29 nov 2006 (CET)
- Acis, ti invito a riflettere su un paio di cose:
- Wikipedia non è una fonte primaria: le versioni diciamo controverse vanno indicate chiaramente come tali e inserite sotto forma di citazione di fonti ben identificate sia sotto il profilo bibliografico che sotto quello del loro peso storiografico, spiegando quale sia la versione prevalente in letteratura.
- Nel dopoguerra gli omicidi politici ci furono da ambedue le parti, forse dimentichi le stragi tipo Portella della Ginestra, che fu tutt'altro che un caso isolato, e l'attentato del fascista Pallante a Togliatti, tanto per citare due dei casi più eclatanti. Sono persuaso tu sia in buona fede, e ti invito davvero a chiederti - senza ombra di ironia o provocazione, credimi - come possano esserti sfuggiti.
- L'antifascismo è uno solo, come uno solo ed unificante fu l'esito più alto della Resistenza, la Costituzione Repubblicana. Casomai sono diverse le idee sul che fare dopo il fascismo, non sulla necessità di essere e d rimanere anti-fascisti. Questi sono fatti, il resto sono polemiche ex-post che, ti faccio notare, sono - curiosamente? - patrimonio condiviso dalla destra liberista e dall'estrema sinistra, ambedue impegnatissime ad autoglorificare il proprio "antifascismo ortodosso", tentando di infamare reciprocamente quello altrui.
- Gli omicidi politici ci furono con i loro responsabili piccoli così ed in piena rotta di collisione con il PCI di Togliatti, che dalla Svolta di Salerno del 1944 in poi non rinnegò mai la scelta democratica e poi l'accettazione sostanziale di Yalta. Ricavare quanto ricavi tu da alcuni episodi criminali condotti sia per motivazioni politiche locali, sia tentando di ammantare di significati politici vendette personali e rapine - perdona l'esempio irriverente ma credo efficace - pare avventato quanto dichiarare gli apostoli una banda di traditori dopo aver preso a loro prototipo la figura di Giuda. Che poi diversi di questi criminali siano esfiltrati verso Paesi com la Cecoslovacchia o la Jugoslavia, non prova altro se non il fatto che qualsiasi latitante fugge verso luoghi dove presumibilmente non saranno perseguiti. Di solito questo significa che tali individui corrono il rischio o di vivere come reclusi di fatto, o di divenire pedine di giochi molto più grandi di loro.
- --Piero Montesacro 23:04, 29 nov 2006 (CET)
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- Perfettamente d'accordo con Piero per quanto riguarda il discorso delle uccisioni da entrambe le parti. È vero, i partigiani bianchi non commisero omicidi politici nei confronti dei comunisti: la spiegazione (dal punto di vista storiografico) non è ovviamente che "erano bravi cristiani" e quindi queste cose non le facevano, ma è semplicemente che non ne avevano alcun bisogno avendo preso, dopo il '45 e in particolare a partire dall'espulsione della sinistra dal governo, il controllo dell'apparato statale. Gli omicidi politici nei confronti dei comunisti, dei socialisti e degli iscritti ai sindacati non venivano portati avanti da gruppi armati semiclandestini ma direttamente dalla polizia e dai carabinieri, in stretto contatto con le ambasciate statunitensi (quest'ultimo particolare è ormai un dato di fatto considerata l'apertura degli archivi delle questure e delle prefetture, dove si legge che nei rapporti di polizia gli ex partigiani erano definiti come "gente che aveva partecipato alla cospirazione"... no comment). La cifra dei militanti di sinistra caduti nei primi anni dopo il '45 supera probabilmente quello delle vittime delle violenze politiche post-conflitto di segno opposto; per non contare del fatto che quella parte politica aveva anche un apparato giudiziario e carcerario a sua disposizione, e lo utilizzò ampiamente per perseguitare ed incarcerare i propri avversari (credo che in Italia negli anni Cinquanta ci fossero più ex partigiani che ex fascisti in galera).
- Sul discorso a proposito delle differenze all'interno del campo antifascista, mi sembrano innegabili ed è questione di lana caprina valutare se esse connotassero "due Resistenze" piuttosto che "tre" piuttosto che "una sola con un'articolazione al suo interno". Il dato di fatto, enciclopedico e non interpretativo, è che tra chi si opponeva al fascismo c'erano posizioni anche molto diverse; di passaggio: contrapporre su questa base i "democratici" ai "comunisti" è una semplificazione, parlerei piuttosto di filosovietici (tra cui ci sono anche i socialisti, che invece in genere la storiografia à la Pansa mette nello stesso calderone dei democristiani e dei badogliani) e di filoamericani; inoltre va spiegato in modo preciso e non propagandistico che tra chi partecipò e sostenne la Resistenza in molti si aspettavano da essa una trasformazione anche di tipo sociale, cioè la costruzione di una qualche forma di socialismo (nel senso comunista, non socialdemocratico, del termine): la direzione del PCI non condivideva questa posizione, come dimostra la svolta di Salerno e la repressione delle posizioni rivoluzionarie all'interno del PCI, e contrariamente a quanto dice sempre la storiografia à la Pansa, non la condivideva proprio perché Togliatti era di stretta osservanza sovietica e Stalin a Yalta aveva deciso che l'Italia sarebbe stata degli USA. Non c'è quindi alcun collegamento fra il filosovietismo della direzione del PCI e un presunto (e storicamente falso) appoggio alle aspirazioni rivoluzionarie di una parte della base propria, del PSI e di altre formazioni minori di estrema sinistra. Infine, trovo inaccettabile che si mescolino le violenze o anche gli eccessi motivati politicamente con le vendette personali e cose simili; sono due aspetti storicamente molto diversi di quegli anni e non ha alcun senso metterli nello stesso calderone. Per intenderci: l'eccidio di Schio può non essere la pagina più fulgida della Resistenza, così come le fucilazioni di partigiani bianchi a Porzûs, ma chi ha fatto quelle cose non l'ha fatto perché era "un criminale comune infiltrato nella Resistenza".
- Come si vede, non sto portando avanti una posizione "trinariciuta" su questo tema, nonostante sia anche sul piano personale fortemente empatico nei confronti della Resistenza italiana. Vorrei che questo articolo desse un'impressione di serietà e comunicasse informazioni corrette, senza imboccare il lettore sull'interpretazione "giusta" di quei fatti ma anche senza distorcere il dibattito storiografico sulla questione. --Mv 10:59, 30 nov 2006 (CET)
- Solo per meglio chiarire quanto andavo dicendo più sopra a proposito dell'unicità dell'antifascismo nell'ambito della Resistenza: è più che ovvio che al suo interno vi fossero posizioni anche molto diverse per non dire antitetiche, ma fu proprio l'antifascismo il collante ed il minimo comun denominatore che le vide unirsi concretamente dalla nascita del CLN sino alla Costituente. In questo senso, e non in altri, parlavo di unicità dell'antifascismo. --Piero Montesacro 12:33, 30 nov 2006 (CET)
concordo sulla necessità di dare informazioni corrette separate dalle interpretazioni. Da parte mia di pare di avere riportato i riferimenti a sostegno di quanto avevo scritto, che mi dispiace vedere cancellato dall'articolo e di cui chiedo a Piero il motivo. Non sono revisionista, tantomeno fascista e neppure di destra, anche se essendo democratico detesto il comunismo nelle sue manifestazioni storiche. Non penso che la strage di Portella delle Ginestre sia interpretabile come reazione anticomunista di ex partigiani non comunisti, mentre io riportavo l'uccisione di partigiani non comunisti da parte di partigiani comunisti, al fine di instaurare un clima intimidatorio in alcune aree in cui erano fortemente radicati. Da notare che in queste aree anche i carabinieri, che qualche anno prima mantenevano rapporti più o meno cordiali con i fascisti, assecondavano la politica terroristica del PCI: la denuncia dell'omicidio del partigiano cattolico Azor da parte del padre venne smarrita per tre volte. Può anche essere che l'amnistia di Togliatti ( che qualcuno malevolmente interpreta come vantaggiosa per il PCI che poteva reclutare militanti fra gli orfani della repubblica sociale, come ad esempio Dario Fo) abbia fatto incazzare, per così dire, alcune teste calde del PCI. Questa mi pare anche la tesi delle brigate rosse, che parlavano di rivoluzione interrotta e che volevano riprendere la lotta armata dal punto in cui l'avevano lasciata i loro padri comunisti. Probabilmente all'epoca il clima politico non era ancora ben definito, il PCI non aveva ancora deciso se essere esplicitamente rivoluzionario, forse Stalin stesso non aveva ancora le idee chiare. Sta di fatto che omicidi politici da parte di membri del PCI ci sono stati, e non a scopo di rapina o altro (non erano cioè delinquenti comuni) ma a scopo politico - terroristico. Di certo il PCI non era composto da liberali di sinistra à la Veltroni o da socialdemocratici, come appare in questa voce dove con evidente anacronismo si descrive il PCI degli anni quaranta come i DS attuali. Sull'unità dell'antifascismo, mi pare si possa dire che c'era un parallelismo con l'alleanza fra le democrazie occidentali e l'URSS di Stalin: unicamente tattica per sconfiggere il nazismo, ma gli obiettivi politici sul cosa fare dopo non hanno niente in comune, come dimostrerà poi la storia europea fino al 1989.. --Acis 19:22, 30 nov 2006 (CET)
- Acis, ho eliminato quel che ho eliminato perché come tu stesso mi pare avessi convenuto, gli innesti da te effettuati, pure in buona fede, avevano finito per creare un guazzabuglio di scarsa comprensibilità e coerenza.
- Il tutto mi pare comunque superato dalla riscrittura effettuata da Mv e che pare anche a te una buona base di lavoro.
- Ho recuperato un pezzo che avevo aggiunto - e che Mv non so perché aveva rimosso - relativo all'inquadramento storico della Resistenza come sorgente della Repubblica. E' proprio questo l'obbiettivo attuale dei revisionisti e dei fascisti: non tanto quello di infamare la Resistenza in quanto tale, quanto piuttosto distruggere la Repubblica e la Costituzione vigente dichiarandole essere il frutto di una Resistenza dipinta come fenomeno immondo.
- Senz'altro il testo va molto migliorato e soprattutto bisogna concentrarsi sullo svolgimento della Resistenza ed evitare l'assurda piega presa dalla voce, che ormai parla assai più delle polemiche storiografiche e di fatti avvenuti a Resistenza conclusa che della Resistenza stessa.
- Sono perfettamente persuaso tu non sia revisionista e tantomeno fascista, e per questo ti invitavo alle riflessioni che ti avevo proposto, altrimenti neanche avrei tentato un approccio del genere.
- Vedo che nella tua pagina utente citi Carlo Arturo Jemolo, ma dubito che proprio Jemolo, che se non sbaglio era vicino a Moro, avrebbe mai accettato la visione settaria, sbrigativa e dramamticamente sbagliata che pare venir fuori dalla tua descrizione del PCI. Che non era, certo, la casa di un Veltroni, ma neanche, come leggo, un partito dotato di una "politica terroristica". --Piero Montesacro 17:53, 1 dic 2006 (CET)
Forse il termine terroristico è troppo forte, ma ritengo che l'omicidio sistematico di preti e oppositori in Emilia avesse lo scopo di creare un clima di oppressione e autocensura, colpirne uno per educarne cento, e spesso ha funzionato. So che l'argomento è sgradevole, strumentalizzato a destra e politically uncorrect, però è un dato di fatto: gli omicidi ci sono stati, spesso l'Unità (magari a livello locale) imbastiva campagne di calunnie, come nel caso del partigiano e giornalista Morelli, il giovane amico del comandante Azor, di cui scrisse falsamente che era filofascista. Se l'organo del partito copriva gli omicidi si può pensare che il partito non fosse così innocente? All'epoca il comunismo veniva preso sul serio, e il comunismo contempla la distruzione dei nemici politici, fossero anche partigiani e antifascisti. Anzi erano i più pericolosi, perché pensavano in modo autonomo --Acis 16:00, 2 dic 2006 (CET)
[modifica] Been bold
Ho fatto una riscrittura complessiva di tutta la faccenda. Guardate bene l'insieme delle modifiche per capire cosa è cambiato prima di giudicare negativamente o di innescare l'ennesima edit war!! :-) --Mv 15:11, 1 dic 2006 (CET)
Mi pare che il lavoro sia sostanzialmente di riordino e di eliminazione delle ripetizioni, quindi una buona base di partenza per successive modifiche e miglioramenti. --Acis 15:46, 1 dic 2006 (CET)
Sarebbe interessante anche aggiungere qualcosa su come è stata vista la resistenza nella seconda metà del XX secolo, e dell'appropriazione ideologica ( e abusiva) che la sinistra ne ha fatto. Io ricordo lo slogan "la resistenza è rossa, non tricolore". Sarebbe interessante anche aggiungere qualcosa sul mito della resistenza interrotta nell'ambito della sinistra armata degli anni 70 e nelle brigate rosse: [4] Ritenete che sia pertinente? --Acis 16:54, 1 dic 2006 (CET)
- A me sembra che le prime carenze dell'articolo per ora siano più che altro sullo svolgimento stesso della lotta resistenziale, che ormai occupa quasi meno spazio della parte per così dire della polemica storiografica.
- Ad ogni modo la cosa si può fare, ma associare la Resistenza alle BR mi sembra un'operazione piuttosto assurda; piuttosto si può discutere di come il resto della sinistra (a parte le BR, intendo, ammesso che si possano considerare le BR una parte legittima della sinistra) ha affrontato la questione. Peraltro non sono affatto dell'idea che la cosiddetta "appropriazione" della Resistenza sia abusiva, considerato che nella sostanza la Resistenza l'hanno effettivamente fatta comunisti, socialisti ed azionisti con un contributo minimo (e spesso infido) delle componenti più moderate. Ma questi sono punti di vista, li avanzo da subito proprio per dire che non si può affrontare la questione dando per scontata ed appurata l'attuale vulgata secondo cui la "vera" Resistenza era quella anticomunista. --Mv 17:21, 1 dic 2006 (CET)
[modifica] Progetto Resistenza?
La parte riguardante la lotta resistenziale va assolutamente ampliata, eccome. Anzi, io direi che sarebbe il caso di pensare seriamente a un eventuale "Progetto:Resistenza" per curare questa e tutte le voci correlate, comprese quelle da creare. Se c'è qualcosa cui la Resistenza va correlata, quella è la Costituzione e certamente non le BR. Pertanto non concordo (nanche un poco) con la definizione data da Mv di "infido" al contributo dato dalle componenti non comuniste alla Lotta di Liberazione. Al più tale definizione la posso accettare per casi molto circoscritti, come quello di Edgardo Sogno. --Piero Montesacro 17:59, 1 dic 2006 (CET)
- Non mi riferivo a tutte le componenti non comuniste, ma a quelle più moderate (democristiani, monarchici, badogliani ecc.). I socialisti e soprattutto gli azionisti, per non parlare delle piccole componenti a sinistra del PCI (che in alcune realtà come Torino o Roma erano comunque tutt'altro che irrilevanti), ebbero un ruolo importante. Comunque so bene che questa è una posizione "non-ufficiale" e quindi non pretendo che compaia da sola in un'enciclopedia; ma nemmeno che non sia presa in considerazione come una posizione degna di nota, tanto più visto che tutti riconoscono che, espressa o detta a mezza voce, questa è la posizione che ha per decenni predominato (e che in parte predomina tuttora) all'interno della sinistra (e, per motivi opposti, anche della destra!) italiana. --Mv 19:13, 1 dic 2006 (CET)
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- Scusa ma Taviani e Mattei, giusto per citare due nomi a caso, li definiresti infidi o marginali? E poi, secondo te (ma solo er capirci tra noi), vogliamo liquidare tutti, diconsi tutti, quelli che indossavano le stellette e che all'indomani dell'8 settembre, dalla Corsica, a Cefalonia, a Porta San Paolo a Roma, si opposero armi in pugno ai tedeschi come "badogliani"? --Piero Montesacro 19:40, 1 dic 2006 (CET)
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- Non parlo di singoli casi, anche perché non sarebbe rispettoso, parlo nel loro complesso della Democrazia Cristiana, dei monarchici eccetera. "Marginali" è un dato di fatto numerico, "infidi" lo si è visto rapidamente visto che hanno instaurato un regime di repressione verso la sinistra e il sindacato e di accondiscendenza verso i fascisti. I soldati è un altro discorso, non mi risulta che a Cefalonia fossero inquadrati secondo le proprie appartenenze politiche. Però ripeto ancora una volta che sono solo opinioni che oggi come oggi non possono pretendere di apparire come "la verità" su un testo enciclopedico. --Mv 18:54, 2 dic 2006 (CET)
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- Scusami Pietro, capisco i tuoi nobili intenti (lo dico senza ironia!!), ma proprio perché sono un sostenitore fervente della Resistenza, mi oppongo al paragrafo veramente retorico che insisti ad inserire qua dentro col titolo "Significato storico (decretato da chi?) degli episodi particolari" (particolari??):
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- Roba del genere non fa un bel servizio a nessuno. Ci sono decine di righe che affrontano tutti i punti della faccenda, non vedo perché ci debba essere un pistolotto finale che "dà la linea". Non ho mai visto un'enciclopedia moderna cartacea che usi uno stile del genere. Peraltro, se sono del tutto d'accordo con la prima parte del paragrafo riguardo all'infamia dei revisionisti (anche se appunto lo ritengo retorico e per questo anche un po' ridicolo), avrei anche dei dubbi sulla seconda parte, ossia della Costituzione come frutto compiuto e "finale" degli sforzi dei partigiani. Mio nonno era un partigiano e non era proprio entusiasta del Paese che è stato l'Italia dal 1945 in poi, e questo della Resistenza incompiuta mi sembra che fosse un motivo ricorrente nel pensiero di migliaia dei partecipanti alla Lotta di Liberazione. Per giunta, fra quelli della Volante Rossa, che con metodi inopportuni compirono comunque il meritorio lavoro di epurare coloro che lo Stato "nato dalla Resistenza" non aveva osato toccare, ed Alcide De Gasperi (che a suo tempo contribuì alla presa del potere da parte di Mussolini), faccio un po' fatica a dire che solo il secondo rappresenta legittimamente le aspirazioni e il carattere della Resistenza italiana mentre i primi sono solo degli "infiltrati" scrittori di "brutte pagine" che "nulla avevano a che fare con la gloriosa Resistenza". Ciò che a te può sembrare ovvio ed "antirevisionista" in realtà è molto di parte e nella sostanza influenzato da un revisionismo più subdolo, quello democristiano. Ad ogni modo, in Italia ognuno su questa cosa ha la sua ben determinata opinione e io ribadisco di non puntare ad imporre la mia sull'articolo. Propongo dunque che non ci sia alcun pistolotto retorico alla fine dell'articolo; tanto lo sai benissimo che nel giro di una settimana arriverà qualche piccolo Pansa a stravolgerlo ancora (in un modo che farà schifo sia a te che a me) se lo lasci così, meglio andare sull'enciclopedico, sui fatti e sull'analisi, dove prevale più facilmente la verità. Semmai si aggiunga un altro paragrafo "Interpretazioni storiografiche" e lì si elenchino senza dare giudizi le varie posizioni sulla faccenda. --Mv 19:22, 1 dic 2006 (CET)
- sul progetto resistenza +1 (era un mio sogno di quando sono entrato in wiki); farei molta attenzione a voler dare una valutazione in questa sede dei contributi alla resistenza delle varie forze politiche (come in generale fare valutazioni storiche qui su wiki, per conto nostro) --piero tasso 19:40, 1 dic 2006 (CET)
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- Concordo sul moderare il tono retorico. Non concordo invece sul dato storico, che per me resta valido e che non ha bisogno di citazioni particolari, tanto è pacifico e lampante: la Costituente l'hanno fatto i partiti - tutti - che erano prima riuniti nel CLN e non a caso comprende il divieto di ricostituzione del PNF. Il fatto che non solo una parte dei comunisti, ma anche una dei cattolici (Dossetti propose un articolo che riconosceva nero su bianco e senza giri fi parole il diritto di ribellione contro i soprusi del potere politico e Moro propose persino, nella stessa linea, di legalizzare eventi rivoluzionari di tal segno), non sia rimasta - come dire? - contenta del volto assunto concretamente dallo Stato italiano (e Moro ha pagato con la vita il suo tentativo di correggere tale volto), non nega né la verità dell'esito storico della Resistenza (la Costituzione Repubblicana), né il suo valore ideale. --Piero Montesacro 19:40, 1 dic 2006 (CET)
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- Ovviamente non sto negando che la Costituente l'abbiano fatta i partiti del CLN, è chiaro. Nego che la Costituzione risolva catarticamente ogni possibile discussione sul "significato storico degli episodi particolari"; questo richiamo finale alla Costituzione mentre si parla di tutt'altro sembra un modo per dire "il senso ultimo della Resistenza è stato fornire all'Italia una Costituzione (di cui poi tutti se ne sono sempre fregati tranne che nelle sue parti più conservatrici) e quindi tutti gli eventi che escono da questo solco sono marginali ed irrilevanti". Non mi piace e non è storico, ha un che di teleologico o addirittura religioso. Per me la Volante Rossa o le rivolte contro i proprietari terrieri e gli industriali filofascisti non si spiegano con la Costituzione, non riesco a vedere come le due cose siano correlate così banalmente. Al contrario, le violenze post-conflitto discendono semmai proprio dal fatto che la lotta resistenziali si è esaurita in una semplice Costituzione democratica, visto che in molti dei partecipanti a quella lotta si aspettavano "molto di più" (molto di più secondo il loro metro di giudizio). --Mv 18:54, 2 dic 2006 (CET)
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Concordo pienamente, anche se probabilmente diverge il giudizio morale e politico sul "molto di più". L'ideale sarebbe riuscire a descrivere quei fenomeni senza lasciarsi prendere dalle passioni, spiegando cosa provava e cosa voleva ottenere un militante comunista, a cui probabilmente era stato inculcato che l'antifascismo era solo una tappa della più generale lotta antimperialista, e che bisognava dare la spallata finale al mondo marcio e oppressivo della reazione, rappresentato specialmente da preti e borghesi. Senza questa ideologia tutti gli omicidi politici sarebbero solo atti di delinquenza comuni, cosa che ritengo improbabile e, se fosse così, in buona parte incomprensibili. --Acis 22:13, 2 dic 2006 (CET)
[modifica] Nuova voce?
Non credete sia il caso di creare una nuova voce per raccogliere gli episodi qui riportati e successivi, diciamo, alla resa della Germania, ossia alla fine ufficiale della Guerra in Europa? --Piero Montesacro 18:07, 1 dic 2006 (CET)
[modifica] Significato storico degli episodi particolari
Tali episodi, a dispetto degli sforzi revisionisti - fattisi spavaldi ed insistenti soprattutto a seguito dell'accesso a governo nel degli eredi politici del MSI - non hanno sostanzialmente e politicamente nulla a che vedere con la glorosa pagina scritta da centinaia di migliaia di italiani che, rischiando o perdendo la propria vita per liberare l'Italia dal giogo nazifascista, riscattarono l'onore del Paese.
I partiti politici che diedero vita e sostennero la Resistenza, rappresentati in Parlamento da molti che la guerra contro la belva nazifascista l'avevano combattuta in prima persona, patendo il carcere, la tortura o i rigori della lotta clandestina, diedero vita alla Costituzione sulla quale si fonda la Repubblica Italiana, basata su principi di democrazia, libertà e pluralismo, perciò intrinsecamente ed esplicitamente antifascista (anche intrinsecamente ed esplicitamente anticomunista, verrebbe da dire).
- Il paragrafino sopra riportato è un pistolotto retorico, privo di qualsiasi valore enciclopedico, oltre che inesatto (si usa il termine nazifascismo, che sarebbe meglio sostituire con "tedeschi e fascisti"). Capisco che certi orientamenti politici hanno la necessità di "controllare la storia", ma a tutto c'è un limite. Non cancello subito (anche se la cosa meriterebbe), vediamo se viene modificata in maniera sensata. --Duroy 09:52, 2 dic 2006 (CET)
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- Ciao Duroy, sono piuttosto sorpreso del tuo tono sprezzante relativo al mio "pistolotto" sulla voce Resistenza. Sono sorpreso per il semplice fatto che abbiamo collaborato assieme più volte proficuamente con reciproco rispetto e, credo, con soddisfazione: mi domando pertanto la ragione del tuo insinuare una mia (bieca, immagino) volontà - addirittura - di controllo politicamente motivato della Storia (sic!) e l'apparente dimenticanza relativa alla piena possibilità di lavorare assieme ad una versione NPOV. Come ho già scritto precedentemente in discussione, concordo con la necessità di correggere gli eccessi retorici del paragrafino (per altro originariamente ispirati dalla necessità di rispondere ad accenti revisionistici fascisteggianti introdotti nella voce qualche tempo fa), ma non concordo assolutamente - e ripeto anche questo - sulla possibilità di rimuovere un dato storico ben consolidato ed acclarato: i partiti che diedero vita al CLN, furono poi gli stessi che, attraverso la Costituente, costruirono come esito sostanzialmente unitario la Costituzione della Repubblica italiana, che è una costituzione, tra le altre cose, esplicitamente antifascista: a tutto c'è un limite, anche - e soprattutto - al tentativo reiterato di cancellare l'antifascismo dalla Costituzione e dalla cultura politica del Paese. Ti invito pertanto, invece di minacciare edit-war, a discutere qui una versione meno retorica del paragrafo stesso. Grazie. --Piero Montesacro 10:18, 2 dic 2006 (CET) P.S. Non concordo neanche un po' sulla proposta di modifica del termine nazifascismo, che ha sua piena e totale dignità storica.
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- Ciao, in verità non pensavo che l'avessi scritto tu. Altrimenti avrei moderato qualche eccesso polemico. Ripeto: il paragrafo, messo così, non ha una funzione enciclopedica. Prima di tutto, non esprime il "significato storico" degli "episodi particolari" (es. : alcuni si vendicarono, altri credettero di gettare le basi di una rivoluzione, qualcun altro ebbe scopi un po' più terra terra...), ma dice che essi non contestano il fatto che la Costituzione sia stata scritta dai partiti del CLN. Che c'entra? Gli autori degli "episodi particolari" rimasero tali e - a quanto mi risulta - nessuno di essi fece parte della Costituente. Se Caio compie un omicidio, ma poi vota per un partito che fa tante cose buone, non è più un omicida? La responsabilità delle nostre azioni è solo nostra, non del partito che votiamo. Le incursioni - revisionistiche o meno - configurabili come vandalismi vanno cancellate in toto, non dovrebbero dare il via a simili dibattiti.
- Che la Costituzione sia stata elaborata dai partiti che avevano contribuito alla lotta resistenziale è un dato molto importante e andrebbe messo nel giusto risalto, all'inizio della voce (non a beneficio di Montesacro, ma di qualche "incursore": la questione non c'entra con la politica politicante di oggi, detto altrimenti, l'eredità politica dei Costituenti non appartiene ad uno solo degli schieramenti politici, ma a tutti gli italiani. Non è uno scandalo proporre, da parte di chiunque, riforme per adeguare alcuni o molti articoli alla realtà di oggi. E con questo speriamo di aver prevenuto altre incursioni). Io toglierei il paragrafo, cambiando così l'inizio della voce:
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- Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza italiana (chiamata anche Resistenza partigiana) fu l'insieme di individui, partiti e movimenti che, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e la conseguente invasione tedesca dell'Italia, si opposero - militarmente o anche solo politicamente - agli occupanti e alla Repubblica Sociale Italiana, fondata da Benito Mussolini sul territorio controllato dalle truppe germaniche.
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- Il movimento resistenziale fu caratterizzato dalla presenza di molteplici e talora opposti orientamenti politici (cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici). I partiti della Resistenza, riuniti nel CLN, avrebbero costituito insieme i primi governi del dopoguerra. L'Assemblea costituente, eletta nel 1946 contestualmente allo svolgimento del referendum istituzionale, venne composta per massima parte dai partiti del CLN che, in tale veste, elaborarono la nuova Costituzione, ispirata ai principi della democrazia e dell'antifascismo.
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- Saludos, --Duroy 12:22, 2 dic 2006 (CET)
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Condivido praticamente tutto quanto propone Duroy, sia relativamente alla modifica della voce, sia relativamente al fatto di non lasciar tracimare polemiche all'interno delle voci (questa volta è capitato anche a me e lo riconosco senza problemi, scusandomene volentieri). Duroy (ben ritrovato nei toni e nella sostanza che mi erano familiari), procedi tu? Grazie. --Piero Montesacro 14:44, 2 dic 2006 (CET) P.S. Aggiungo che la faccenda CLN --> Costituente/Repubblica merita forse una particolare enfasi anche nel confronto con altri movimenti resistenziali europei. Ad esempio, il pur fortissimo movimento di resistenza francese (anch'esso caratterizzato dall'unione tattica tra forze di "destra", poi golliste, e forze di sinistra, essenzialmente guidate dai comunisti, soprattutto a livello militare) non sfociò certo in un momento tanto elevato e fondamentale come quello della nostra Costituente... --Piero Montesacro 14:52, 2 dic 2006 (CET)
anche io approvo la nuova versione del paragrafo in cui le informazioni vengono date senza enfasi. --Acis 15:35, 2 dic 2006 (CET)
- +1 anch'io. Bene, vedo che discutendo si riesce ad arrivare a qualcosa, quando c'è buona fede! Mi piace quando va a finire così... (in fondo sono buono :-) ) (e mi dispiace anche per Piero che l'abbiamo maltrattato, ma sai com'è, amicus Plato sed magis amica veritas, ovviamente intendo la veritas-secondo-me) --Mv 18:58, 2 dic 2006 (CET)
[modifica] caduti Acqui
sfortunatamente gran parte dei caduti della divisione non fu in combattimento ma dopo la resa, assasinati dai tedeschi o annegati dopo l'affondamento delle navi che li portavano in Grecia --Francomemoria 15:03, 4 dic 2006 (CET)
- Comunque direi che il dato 10.260 della sola Divisione Acqui impegnata a Cefalonia e a Corfù, mi pare un po' eccessivo. Direi che come Wikipedia potremmo fare riferimento ai dati di Mixer: Alla fine saranno 5.000 i soldati massacrati, 446 gli ufficiali; 3.000 superstiti, caricati su tre navi con destinazione i lager tedeschi, scomparirono in mare affondati dalle mine, vedi [5], oppure a quelli dello stesso Giorgio Rochat, autore di La divisione Acqui a Cefalonia, che recentemente in un intervista: (Cito da Avvenire, pdf) Quindi risulta che i morti sull’isola dovrebberoessere 3800, forse 4000. Meno comunque di quanti si credeva.
- Il "dato" (orribile parlare di dato, ma concedetemelo) è stato modificato dopo il secondo libro di Filippini, ma sulla validità di Rochat come studioso credo che tutti possiamo concordare . --Il palazzo ^Posta Aerea^ 22:17, 4 dic 2006 (CET)
Intervengo nella discussione con un'osservazione che mi sembra doveroso fare ed è questa: poichè si parla del libro di Filippini liquidando l'autore come semplice avvocato e non 'storico' e il suo libro come 'revisionista' (rectius: carta straccia) non sarebbe il caso di leggerlo prima di definirlo in termini che, avendolo io fatto, non mi sembrano per niente quelli suddetti ? Il libro è: "I CADUTI DI CEFALONIA: FINE DI UN MITO" IBN ed. Roma 2006. Si tenga presente inoltre che l'aver riveduto e corretto il triste dato numerico dei Caduti e dei Fucilati tra cui si noti bene c'è anche il Padre è un risultato di importanza storica su cui -anche se in ritardo- ha concordato il prof. ROCHAT che non è l'ultimo arrivato ma forse il PRIMO; per di più il libro è stato anche recensito da un esperto militare tra i più attenti come il gen. Luigi Caligaris di cui allego quanto ha scritto su di esso: http://www.paginedidifesa.it/2006/caligaris_061026.html
Non mi sembra pertanto da buttare via o liquidare come revisionista un'opera che ha destato interesse in personaggi di alto livello come i predetti. Cordialmente HISTORICUS
[modifica] Misterioso titolo di paragrafo
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«Episodi particolari di scontri all'interno del movimento resistenziale»
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Chi mi spiega che cavolo significa? --Ediedi 16:39, 4 dic 2006 (CET)
- Si sono voluti raccogliere lì i link ad una serie di specifici episodi in cui sono sorti dei conflitti tra partigiani e partigiani, evitando di infilarli all'interno del ragionamento dei paragrafi precedenti, dove avrebbero spezzato il discorso che è invece rimasto sul piano generale. Il titolo da solo non significa molto ma se guardi bene vedrai che è un sottoparagrafo all'interno di un paragrafo più ampio, leggendo il quale è evidente il significato anche di quell'elenco. --Mv 17:07, 5 dic 2006 (CET)
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- Questo l'avevo capito :-) ma il titolo così com'è è assolutamente incomprensibile, a parte una parola sulla quale nutro qualche dubbio. --Ediedi 12:12, 6 dic 2006 (CET)
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- il titolo così com'è fa pensare a "Resa dei conti all'interno della resistenza" che linguisticamente parlando sarebbe molto più chiaro di quello attuale. Quindi era molto meglio quello di prima: "Episodi particolari di esecuzioni sommarie durante la resistenza" Nickel Chromo 20:50, 8 dic 2006 (CET)
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