Partito d'Azione
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[modifica] Partito d'Azione (1853-1867)
Il primo partito d'azione italiano fu fondato da Giuseppe Mazzini nel 1853. Tra i suoi obbiettivi ci sono le elezioni a suffragio universale, la libertà di stampa e di pensiero, responsabilizzare i governi davanti al popolo. Il partito sostenne le imprese di Garibaldi ma si sciolse in seguito alle sconfitte sull'Aspromonte (1862) e a Mentana (1867). I membri del partito in seguito all'unità d'Italia confluirono nella sinistra storica di Agostino Depretis. Al partito d'azione mazziniano s'ispirarono in seguito il pensiero politico di Piero Gobetti e Carlo Rosselli e i partiti politici PRI e il partito d'azione del 1942.
Tra i maggiori esponenti che militarono nel Partito d'azione ricordiamo
- Riccardo Bauer
- Norberto Bobbio
- Andrea Caffi
- Piero Calamandrei
- Guido Calogero
- Aldo Capitini
- Nicola Chiaromonte
- Carlo Azeglio Ciampi
- Tristano Codignola
- Enrico Cuccia
- Guido Dorso
- Enzo Enriques Agnoletti
- Vittorio Foa
- Ettore Gallo
- Aldo Garosci
- Ugo La Malfa
- Luigi Meneghello
- Massimo Mila
- Primo Levi
- Riccardo Lombardi
- Emilio Lussu
- Raffaele Mattioli
- Eugenio Montale
- Ferruccio Parri
- Ernesto Rossi
- Manlio Rossi Doria
- Joyce Salvadori Lussu
- Gaetano Salvemini
- Altiero Spinelli
- Alberto Tarchiani
- Adolfo Tino
- Silvio Trentin
- Leo Valiani
- Franco Venturi
- Paolo Vittorelli
- Bruno Zevi
[modifica] Partito d'Azione (1942-1947)
Il Partito d'Azione nacque nel luglio del 1942, riprendendo il nome di un movimento politico risorgimentale fondato nel 1853 da Giuseppe Mazzini e sciolto nel 1870. Di orientamento radicale, repubblicano e socialista-moderato, ebbe vita breve e si sciolse nel 1947. I suoi membri furono chiamati "azionisti" e il suo organo ufficiale era "L'Italia libera".
[modifica] Storia
[modifica] Prima della fondazione
Le radici del partito vanno viste soprattutto nel movimento clandestino antifascista di Giustizia e Libertà, fondata dai fratelli Carlo e Nello Rosselli con l'intenzione di riunire tutto l'antifascismo non comunista e non cattolico, il quale si era riunito prevalentemente in Francia. Il movimento, subì dure persecuzioni da parte della polizia |fascista e dell'OVRA. Dopo la caduta di Mussolini e l'invasione nazista dell'Italia, i membri di Giustizia e Libertà organizzarono bande partigiane e parteciparono alla Resistenza con le brigate "Rosselli" e le brigate "Giustizia e Libertà". Il P.d'A fu uno dei sette partiti del Comitato Nazionale di Liberazione.
[modifica] Il governo Parri
Finita la guerra, il P.d'A, partecipò alle trattative per la nascita di un governo d'unità nazionale che guidasse la ricostruzione democratica ed economica dell'Italia. Aderì quindi al governo Bonomi e nel giugno del 1945 ottenne addirittura la presidenza del Consiglio con Ferruccio Parri, presidente del partito. Fu questo il momento di massimo consenso e potere per il P.d'A, anche se già con la caduta di quest'ultimo nel novembre '45 iniziava l'inesorabile declino. In questo periodo, il partito cercò di ampliare la propria base con l'ingresso di intellettuali repubblicani, liberalsocialisti e radicali.
[modifica] La concentazione democratica e le elezioni del 1946
Al primo congresso del febbraio 1946 emersero chiaramente le divisioni interne al P.d'A: il partito approvò l'adesione alla costituenda Assemblea Costituente ma poi le divisioni fra le due correnti principali esplosero; la tendenza radical-democratica, guidata da Ugo La Malfa, dopo un accesso scontro verbale con Emilio Lussu che comandava la tendenza socialista, abbandonò il partito dando vita alla Concentrazione Democratica, che poi divenne il Partito Repubblicano Italiano. La divisione fu un colpo duro per il P.d'A e le elezioni del 2 giugno 1946 furono un fallimento totale: ottenne solo il 2,5% dei voti, sebbene fosse quotato a superare almeno il 10% delle preferenze.
[modifica] Lo scioglimento
Un secondo congresso fu convocato ad aprile del 1947 con l'obiettivo di rilanciare il partito, ricucire lo strappo dei repubblicani e eleggere una nuova classe dirigente. I dissensi interni, legati su tematiche importanti come la partecipazione al governo De Gasperi II e altri temi, emersero nuovamente. Impossibilitato ad andare avanti, formato da elite di intellettuali incapaci di ridurre il distacco con le masse che il risultato delle elezioni aveva messo in evidenza, il partito fu sciolto. I suoi membri aderirono soprattutto al Partito Socialista Italiano, altri al Partito Repubblicano Italiano, altri ancora furono fra i fondatori del Partito Radicale Italiano. In Sardegna, Emilio Lussu diede vita al Partito Sardo d'Azione, tuttora esistente e di fatto, l'unica forza politica in grado di portare avanti le tesi azioniste. Negli ultimi anni, sono nate altre piccole formazioni, ispirate al P.d'A.
[modifica] Ideologia
Il partito si proponeva come scopo principale la realizzazione di un progetto di equità, accompagnato dalla giustizia sociale e dalla fede incrollabile nella democrazia e nella libertà. Aveva inoltre come ideali l'europeismo. Sentiva inoltre la necessità di costituire una formazione politica antifascista, a metà strada fra la Democrazia Cristiana definita immobilista, il Partito Socialista e i comunisti, con i quali gli azionisti discordavano riguardo la proprietà privata.
[modifica] I sette punti
Il 4 giugno 1942, durante la riunione costitutiva del partito, vengono elaborati i rinomati sette punti contenenti le indicazioni di massima di un futuro ordinamento riformatore;
- Costituzione di una repubblica parlamentare con classica divisione di poteri
- Decentramento politico-amministrativo su scala regionale (Regionalismo)
- Nazionalizzazione dei grandi complessi industriali
- Riforma agraria (revisione dei patti colonici)
- Libertà sindacale
- Laicità dello stato e separazione fra Stato e Chiesa
- Proposta di una federazione europea dei liberi stati democratici
Aderiscono al Partito d’Azione, dopo aver fondato nel 1943 il Movimento Federalista Europeo, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. Il primo dei quali con la Liberazione nel 1945, in rappresentanza del Partito d'Azione, diventerà sottosegretario alla Ricostruzione nel Governo Parri e presidente dell'Arar (Azienda Rilievo Alienazione Residuati) fino al 1958.
[modifica] Il partito d'azione oggi
Attualmente riprendono la "tradizione" del Partito d'Azione il Nuovo Partito d'Azione ed il Partito d'Azione Liberalsocialista. La sua ideologia è diffusa in molti partiti laici.