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San Michele di Pagana - Wikipedia

San Michele di Pagana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

San Michele di Pagana
[[Image:{{{linkStemma}}}|100px|]]
Regione: Liguria
Provincia: Genova
Comune: Rapallo
Comune: {{Template:IT-{{{siglaComune}}}}}
Coordinate:
Latitudine: 44° 21′ 0′′ N
Longitudine: 9° 14′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 0-25 m s.l.m.
Abitanti:
CAP: 16035
Pref. tel: 0185
Nome abitanti: sanmichelini 
Santo patrono: San Michele Arcangelo 
Giorno festivo: 29 settembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale

San Michele di Pagana (San Michê in lingua ligure) è una frazione del comune di Rapallo in provincia di Genova. Dista all'incirca un chilometro e mezzo da Rapallo e altrettanti dal vicino comune rivierasco di Santa Margherita Ligure, con il quale la frazione confina.

Indice

[modifica] Geografia

La località è l'unica frazione rapallese che si affaccia sul mare, nel Golfo del Tigullio. Essa è divisa in due parti geografiche, la zona collinare e quella marinara. Di fatti l'altimetria del luogo varia dai 3 m s.l.m., la parte costiera, fino al massimo dei 25 m. s.l.m.. La località gode di un pregiato clima mediterraneo, come molti comuni costieri della Liguria, che raramente registra un brusco calo delle temperature nel periodo invernale e un alto valore nella stagione estiva.

[modifica] Storia

Centro storico
Centro storico

Secondo studi effettuati dagli storici locali sembrerebbe che il borgo fosse già presente in epoca romana, come un piccolo porto di pescatori. Le tesi, avanzate dagli storici, sono state maggiormente supportate dal recente ritrovamento di un antico e primitivo porto, immerso nelle acque del borgo. Alcuni subacquei, inoltre, hanno rinvenuto sul fondale reperti preziosi come antichi vasi e anfore.

Nonostante la notevole distanza da Rapallo che causò quasi inevitabilmente una sorta di isolamento e autonomia locale, specie in tempi remoti, divenne a far parte dei sei sestieri cittadini, l'antica divisione territoriale e storica cittadina.

Quando nel 1608 si istituì il Capitanato di Rapallo, già sede di podesteria sotto la giurisdizione di Chiavari, la geografia politica rapallese accrebbe notevolmente annettendo borghi, villaggi e comuni appartenenti al precedente capitanato chiavarese. Nei nuovi confini geografici - politici rientrò quasi interamente la Val Fontanabuona e il Tigullio Occidentale dividendo il vasto territorio in sei principali sestieri:

  • Pescino (zona sud-ovest comprendente l'attuale Santa Margherita Ligure e frazioni, Portofino)
  • Olivastro (zona nord comprendente tutte le località dell'entroterra rapallese)
  • Borzoli (zona sud-est comprendente anche il borgo di Zoagli)
  • Oltremonte (zona est comprendente quasi interamente la Val Fontanabuona)
  • Borgo (il centro storico racchiuso dalle mura)

San Michele di Pagana venne annessa al sestiere di Olivastro, confinante a nord con Amandolesi, a sud con Pescino, ad ovest con il Capitanato di Recco ed a est con Borgo. Allo scioglimento del capitanato, per ordine di Napoleone Bonaparte, si ridisegnarono i confini cittadini di Rapallo suddividendola in sei sestieri locali: Borzoli, Cappelletta, Cerisola, Costaguta, Seglio e San Michele.

[modifica] Il Sestiere

Raffigurazione del sestiere locale
Raffigurazione del sestiere locale

Esso è rappresentato con vessillo locale di colore azzurro e stemma raffigurante il suo santo patrono San Michele Arcangelo che uccide il drago come afferma la simbologia cristiana.

Nella divisione locale comprende le seguenti località collinari: Banchi, Briscalli, Capo San Michele, Case Nuove, Castagnino, Cavetto, Costa Burrasca, Costa dei Merelli, Costigliolo, Langan, Maggio, Montemezzano, Pamini, Pietrafredda, Quattro Strade, Rimessa (Saltincielo), San Nicola e Zuffola; e quelle marinare di Pomaro, Trelo o Travello, Prelo e Punta Pagana.

Il sestiere è l'unico fra le sei divisioni storiche che non appartiene alla parrocchia centrale rapallese dei Santi Gervasio e Protasio, esso infatti è compreso nel territorio della locale parrocchia di San Michele Arcangelo.

I confini del sestiere sono ad ovest con il comune di Santa Margherita Ligure, a nord con il Sestiere Costaguta ad est ed a sud con il Golfo del Tigullio, infine ad ovest con il comune di Camogli.

[modifica] Le baie

Baia di Trelo o Travello
Baia di Trelo o Travello
Baia di Prelo
Baia di Prelo

La costa marinara è suddivisa principalmente in tre golfi: Pomaro, Trelo o Travello e Prelo, racchiusi ognuno nel classico e tipico borgo ligure con poche case alte, strette e in riva al mare. Le tre baie sono collegate tra loro tramite una caratteristica stretta scogliera che, costeggiando il mare, attraversa i tre nuclei marinari. Altre vie pedonali o carrabili permettono il raggiungimento della locale chiesa parrocchiale.

La baia detta di Pomaro costituisce la parte iniziale e in pratica il nucleo centrale di San Michele. Caratteristici sono i pochi portici presenti, tipici dei borghi liguri, l'antistante piazzetta che nel periodo estivo si trasforma in sede degli stabilimenti balneari e i locali commerciali. Non poco lontano dalla spiaggia è posta, verso la collina, la linea ferroviaria che di fatto attraversa la frazione tramite un viadotto, non invasivo. Fino agli anni sessanta San Michele era dotata di una propria stazione ferroviaria, inaugurata quando arrivò la ferrovia nel comune rapallese il 31 ottobre 1868. Da qui, infatti, partì il viaggio inaugurale della prima locomotiva a vapore diretta a La Spezia.

Proseguendo tramite la stretta scogliera si raggiunge il secondo nucleo di Trelo, o chiamato anche localmente Travello, costituito dalle alte case variopinte nel classico stile genovese e dall'attigua spiaggia dei pescatori locali. Sopra sulla collina si erge la parrocchiale, raggiungibile anche tramite auto. Scendendo lungo la scalinata della chiesa, o proseguendo dalla scogliera, si giunge nell'ultima baia detta di Prelo, costituita anch'essa da poche case.

[modifica] Luoghi di interesse

[modifica] Chiesa di San Michele

Secondo una lapide, posta adiacente al tempio religioso, la prima datazione della chiesa risale al 1133 forse eretta al posto di un preesistente edificio pagano, da cui trarrebbe origine la località (pagus).

Nel 1581 subì le prime modifiche alla struttura e maggiormente nel 1604 grazie alla donazione da parte della Repubblica di Genova di alcuni fondi per le ristrutturazioni. Un sostanziale intervento, che interessarono la chiesa e il campanile, si ebbero tra il 1749 e il 1793 modificando notevolmente la primaria struttura.

Oggi l'interno si presenta con un unica navata, composta da un pregiato altare maggiore sormontato da un prezioso crocifisso ligneo di Anton Maria Maragliano. Sono inoltre conservati, grazie alla spontanea donazione della famiglia Spinola, due tavolette fiamminghe del Quattrocento, tele di di celebri pittori del XVI e XVII secolo e un quadro raffigurante la Crocefissione del pittore Van Dyck, dipinto durante il suo soggiorno a San Michele di Pagana tra il 1621 e il 1624.

[modifica] Torre Pagana

Torre Pagana
Torre Pagana

La torre venne eretta nella seconda metà del XVI secolo dal Senato della Repubblica di Genova.

Tale decisione, quasi sofferta e attesa dagli stessi abitanti del borgo, venne confermata a seguito delle sempre più frequenti scorribande dei pirati barbareschi e turchi nelle tre baie. Una delle cause scatenanti, che spinsero poi alla decisione del Senato genovese, fu il tragico sbarco del pirata Dragut nella vicina Rapallo la mattina del 4 luglio del 1549 che mise al soqquadro il borgo rapallese, culminante con la cattura di giovani donne e bambini. Gli abitanti di San Michele, all'epoca praticamente isolati se non via mare o per le strette vie collinari, chiesero allora che anche il borgo fosse messo in maggiore sicurezza da eventuali sbarchi pirateschi.

Il Senato di Genova - già impegnato nella costruzione del futuro Castello di Rapallo (1551) - inviò nel villaggio marinaro il Capitano Gerolamo Roisecco, lo stesso capitano che suggerì la costruzione del castello rapallese, il quale convinse la repubblica genovese all'erezione di una torre che avrebbe permesso l'avvistamento via mare.

Il 16 maggio 1562 il podestà rapallese Gerolamo Giustiniani indette una riunione locale tra i consiglieri del Quartiere di Olivastro ed alcuni patrizi di Genova e, con un ampia intesa, fissarono con 600 lire il primario contributo per la realizzazione della torre. Maggiori finanziamenti si ebbero direttamente dal Doge della Repubblica di Genova che destinò, con decreto firmato il 22 maggio 1562, i proventi della cancelleria di Rapallo sino al 1 gennaio 1563 permettendo l'inizio della costruzione.

Ad opera completata - circa un anno dopo - venne armato di sistemi difensivi, nonostante i notevoli problemi di denaro, e consegnata alla popolazione sanmichelina.

Negli anni '80 divenuta proprietà del Fondo per l'Ambiente Italiano ha provveduto al recupero conservativo della torre.

[modifica] Castello di Pagana

L'opera di edificazione della fortezza si avviò nell'aprile del 1625 ad opera della Repubblica di Genova e dei capitanati di Rapallo, Recco, Chiavari e delle podesterie di Moneglia e Sestri Levante. La sua costruzione divenne necessaria a seguito della forte ostilità aperta tra la repubblica genovese e Carlo Emanuele I di Savoia, e quindi per la paura di un possibile attacco via mare o terra delle truppe franco-piemontesi.

I lavori, costati oltre 50.000 mila lire, furono celeri tanto che a dicembre del 1625 i lavori di edificazione procedevano a pieno rigore, grazie a nuove tasse che assicurarono l'acquisto del materiale necessario e alla compensazione dello stipendio. Nel 1627 si completò il fossato completo di ponte levatoio e tre anni dopo, il 28 luglio del 1631, venne posto sotto il servizio della Repubblica di Genova. La fortezza venne munita di armi, munizioni e polvere da sparo necessarie per un improvviso attacco.

Il castello non subì mai un attacco da parte di pirati o soldati nemici - per la fortuna degli abitanti del borgo - tanto è vero che già nel 1644 il senato genovese ordinò al castellano di imbarcare tutto il materiale bellico su di una galea diretta a Genova, a causa della decisione di sgombero totale del castello.

Abbandonato ormai dalla Repubblica di Genova, ma sempre con la presenza di alcuni soldati locali, divenne sede del Commissariato di Sanità di Rapallo. Il bombardamento navale di Genova, da parte della flotta francese, nel 1684 causò un rapido riarmamento per scongiurare un improvviso attacco che per fortuna non accadde. Il maniero verrà definitivamente abbandonato nel 1705, per poi divenire successivamente proprietà privata, assieme alla villa adiacente, nei secoli successivi.

L'ultimo proprietario della villa donò, tramite testamento, l'intero complesso costituito dalla villa, dal parco e dal forte al Sovrano Militare Ordine di Malta tuttora insediati.

Il castello è incluso nel parco dell'adiacente Villa Spinola, la villa sede del celebre Trattato di Rapallo svoltosi il 12 novembre 1920 tra il Regno d'Italia e il Regno di Jugoslavia, per regolare il confine territoriale tra i due Stati.

[modifica] Parco delle Rimembranze

Il parco delle rimembranze
Il parco delle rimembranze

Particolarmente suggestivo è il Parco delle Rimembranze, un parco pubblico che - come dice la denominazione - ha voluto e vuole tramandare ai posteri il ricordo ed il sacrificio di molti soldati rapallesi periti nei conflitti della prima e della seconda guerra mondiale. Ogni albero, infatti, è corredato di una piccola targhetta metallica commemorativa con impresso il nome del caduto.

[modifica] Cultura

[modifica] Manifestazioni

[modifica] Feste, fiere e sagre

[modifica] Curiosità

[modifica] Villa del Trattato, muro di confine

Per approfondire, vedi la voce Trattato di Rapallo (1920).
Villa del Trattato, sede del convegno.
Villa del Trattato, sede del convegno.

Nella Villa Spinola, oggi conosciuta con il nome di Villa del Trattato, fu firmato il 12 novembre del 1920 il Trattato di Rapallo. Nell'accordo si stabilirono i confini territoriali tra il Regno d'Italia e il Regno di Jugoslavia. In ambito locale invece i confini della villa, comunali, tra Rapallo e Santa Margherita Ligure crearono qualche disguido e incomprensione tra i due comuni e i giornalisti intervenuti per commentare l'importante evento storico. La villa, infatti, pare a prima vista collocata nel territorio comunale sammargheritese tanto da far scrivere nelle principali testate giornalistiche dell'epoca che il trattato fu firmato a Santa Margherita Ligure. Da un controllo effettuato dal comune di Rapallo risultò invece che l'edificio, seppur per qualche metro dall'effettivo confine comunale, rientrava nel territorio rapallese e quindi attribuendo alla cittadina ruentina la sede del trattato. Ne scaturì una sorta di diatriba locale tra i due comuni confinanti (già in atto per vicende storiche legate ai territori) arrivando alla definitiva conferma, direttamente dal Ministro degli Esteri Carlo Sforza, che dichiarò che il trattato fu firmato a Rapallo.

A seguito della nuova rettificazione dei confini comunali, stabiliti per Regio Decreto del re Vittorio Emanuele III il 10 agosto 1928, la villa risulta oggi in pratica muro di confine tra le due città a causa della perdita per Rapallo, a favore del comune sammargheritese, degli alberghi adiacenti la Villa del Trattato.

[modifica] Bibliografia

  • Gianluigi Barni. Storia di Rapallo e della gente del Tigullio. Genova, Liguria-Edizioni Sabatelli, 1983
  • Pietro Berri. Rapallo nei secoli. Rapallo, Edizioni Ipotesi, 1979

[modifica] Altri progetti

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