Sorano
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![]() |
|||
---|---|---|---|
![]() |
|||
Stato: | ![]() |
||
Regione: | ![]() |
||
Provincia: | ![]() |
||
Coordinate: |
|
||
Altitudine: | 379 m s.l.m. | ||
Superficie: | 174,60 km² | ||
Abitanti: |
|
||
Densità: | 22,65 ab./km² | ||
Frazioni: | Sovana, Castell'Ottieri, San Giovanni delle Contee, Montebuono, Elmo, Montorio, Montevitozzo, San Quirico, San Valentino | ||
Comuni contigui: | Acquapendente (VT), Castell'Azzara, Latera (VT), Manciano, Onano (VT), Pitigliano, Proceno (VT), Semproniano | ||
CAP: | 58010 | ||
Pref. tel: | 0564 | ||
Codice ISTAT: | 053026 | ||
Codice catasto: | I841 | ||
Nome abitanti: | soranesi | ||
Santo patrono: | San Nicola | ||
Giorno festivo: | 6 dicembre | ||
Sito istituzionale | |||
![]() |
Sorano (GR) è un comune con poco meno di quattromila abitanti, dista dal capoluogo circa 80 km.
Indice |
[modifica] Centri Storici
[modifica] Sorano
Sorano si trova ad una decina di chilometri a nord-est di Pitigliano. Il centro sorse nel Medioevo divenendo possesso della famiglia Aldobrandeschi e, alla fine del Duecento, venne ereditato anch’esso dagli Orsini. Nel Quattrocento i Senesi tentarono invano la conquista del paese con vari e ripetuti assedi che non ebbero mai successo; il centro venne tuttavia strappato dalla Contea degli Orsini alla fine del Cinquecento, quando i Medici lo conquistarono e lo inglobarono nel Granducato di Toscana agli inizi del Seicento assieme a Pitigliano. Il paese di Sorano è arroccato in modo pittoresco su una scoscesa rupe tufacea che presenta vari dislivelli; l’abitato è dominato dalla poderosa Fortezza Orsini, sorta nel Medioevo come castello aldobrandesco e ampliata intorno alla metà del Cinquecento. L’imponente complesso della Fortezza Orsini è costituito da un edificio principale dove è collocato, al di sopra del portale, un fastoso stemma con i simboli degli Aldobrandeschi (i leoni rampanti) e degli Orsini (le barre, le rose e l’orso araldico). Superato l’ampio spazio interno alla fortezza, si raggiunge il Castello che è il nucleo più antico dell’intero complesso dove vi era l’antica residenza dei signori: al suo interno sono venuti alla luce alcuni affreschi cinquecenteschi a seguito di recenti restauri. Il fossato e le muraglie a picco erano l’ulteriore dispositivo di difesa del Castello. L’intero complesso è adibito ad area museale dove ha sede il Museo del Medioevo e del Rinascimento. Scendendo dalla fortezza e dirigendosi verso il centro storico si raggiunge Porta di Sopra, preceduta sulla sinistra da un sistema di logge dalle quali si osserva un panorama spettacolare; attraversata la porta, si entra nel nucleo storico di Sorano che è caratterizzato da stretti vicoli che si adattano ai numerosi dislivelli della rupe. La Collegiata di San Niccolò, sorse in epoca medievale e subì profondi rifacimenti nelle epoche successive; gran parte dell’aspetto attuale è dovuto ad una ristrutturazione di inizio Cinquecento e a profondi ampliamenti effettuati in epoca settecentesca. La facciata si presenta in forme classiche mentre l’interno è diviso in due navate con quella destra insolitamente più ampia di quella sinistra; l’originario stile romanico in cui venne edificata la chiesa è rintracciabile soltanto nella parte posteriore. La chiesa custodisce pregevoli opere d’arte che abbracciano un lunghissimo periodo storico che spazia dal tardo Medioevo all’Ottocento. Il Palazzo Comitale venne edificato in epoca rinascimentale come antica residenza degli Orsini prima del loro trasferimento nel Castello. L’edificio presenta un pregevole portale in travertino bugnato e scolpito. Il Masso Leopoldino domina l’abitato dal lato opposto della fortezza. La struttura difensiva venne edificata nel corso del Settecento e si presenta circondata da altissimi muri a scarpa con una torre di avvistamento che si innalza su un lato. Interessante è anche l’edificio ubicato all’estremità alta di via della Rocca che in passato ospitava gli antichi granai ed attualmente è divenuto la sede di varie iniziative culturali. Lungo via del Cimitorio si trova la Cappella della Madonna del Borgo, un’antica chiesa medievale che venne successivamente incorporata tra gli edifici. Sorano conserva ancora oggi il Ghetto Ebraico lungo l’omonima via dove era attestata la presenza della Sinagoga e del Forno delle Azzime; un’altra sinagoga, trasformata oggi in negozio, è stata identificata lungo via Selvi e risalirebbe a periodi precedenti all’istituzione del ghetto. Il borgo è caratterizzato inoltre da un dedalo di vicoli, cortili, archetti, portali bugnati, scale esterne, logge e cantine scavate nel tufo dove in passato venivano eseguite le varie fasi della vendemmia. Molto caratteristica è la Porta dei Merli, denominata anche Porta di Sotto, che presenta una cornice in pietra a bugne sovrastata da uno stemma; ai lati della porta sono ancora visibili le aperture verticali per le catene del ponte levatoio.
[modifica] Sovana
Sovana è una suggestiva località del comune di Sorano, rispetto al quale si trova a sud-ovest ad una decina di chilometri di distanza. Importante centro etrusco e sede episcopale, è annoverabile tra le località artistiche più belle della Toscana e d’Italia. L’attuale centro storico si sviluppò nel corso del Medioevo sotto il controllo della famiglia Aldobrandeschi che, intorno all’anno mille, vi fece edificare un castello; in epoca medievale divenne anche libero comune e diede i natali a Ildebrando di Sovana, divenuto in seguito papa Gregorio VII. Alla fine del Duecento venne ereditata dagli Orsini seguendo il medesimo destino di Sorano e Pitigliano fino al Quattrocento, epoca in cui il centro venne conquistato dai Senesi. A metà Cinquecento, la definitiva caduta della Repubblica di Siena portò Sovana nelle mani dei Medici che la inglobarono nel Granducato di Toscana. La Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, edificata fuori dall’abitato dopo l’anno mille su un preesistente edificio religioso, si trova affiancata dal duecentesco Palazzo Episcopale. La chiesa, sicuramente uno dei più importanti monumenti in stile romanico dell’intera Toscana, presenta il portale principale insolitamente collocato sul fianco sinistro della chiesa; l’interno, diviso in tre navate, presenta un’antica cripta di pregevole fattura a sei colonne dove sono custodite alcune ossa di San Mamiliano. Nella cattedrale sono custoditi una fonte battesimale risalente al periodo rinascimentale, un’acquasantiera, il sarcofago quattrocentesco di San Mamiliano, tracce di affreschi e alcuni dipinti. Lungo via di Mezzo, strada che collega la cattedrale all’abitato, si trova la Casa natale di papa Gregorio VII. Il semplice edificio che si presenta in conci di pietra di tufo ospita attualmente il Museo di Malacologia Terrestre. Sulla suggestiva Piazza del Pretorio si trovano gran parte dei monumenti che caratterizzano Sovana. Il Palazzo dell’Archivio venne edificato in epoca medievale e presenta una caratteristica facciata in conci di tufo che culmina in alto con una cella campanaria a vela. L’edificio separa la principale via di Mezzo da una strada secondaria che si aprono entrambe sulla piazza principale. Il Palazzo Pretorio venne edificato nel Duecento e più volte ristrutturato in epoche successive; l’aspetto attuale è dovuto ad un intervento di restauro effettuato in epoca rinascimentale. Sulla facciata sono collocati gli stemmi di vari capitani di giustizia. All’interno del palazzo vi è la sede del centro visite del Parco Archeologico del Tufo dove è ospitato il Centro di Documentazione del Territorio Sovanese che mostra pannelli informativi e modelli che ricostruiscono alcuni siti archeologici tra i quali la Tomba Ildebranda con le sue decorazioni; su una parete all’interno dell’edifico è visibile un affresco. Accanto al palazzo si apre la Loggetta del Capitano che presenta un grande stemma mediceo sul lato. La Chiesa di Santa Maria Maggiore, edificata in epoca duecentesca in stile romanico-gotico di transizione, presenta l’interno diviso in tre navate dove spicca il caratteristico ciborio preromanico risalente all’alto Medioevo; interessanti sono anche le due nicchie affrescate nella prima metà del Cinquecento. Il Palazzo Bourbon del Monte venne edificato in epoca rinascimentale con un caratteristico loggiato al pian terreno: durante gli ultimi anni di autonomia di Sovana l’edificio era la sede degli uffici pubblici. A fianco del Palazzo Bourbon del Monte si trovano i ruderi dell’antica Chiesa di San Mamiliano, edifico religioso sorto nell’alto Medioevo sulle fondamenta di un antico edificio etrusco-romano, che si presenta a navata unica priva di copertura. La Rocca Aldobrandesca è ciò che resta dell’antico castello sorto nel periodo medievale quando Sovana era controllata dalla famiglia Aldobrandeschi; le mura vennero erette intorno all’anno mille a difesa della città da possibili incursioni nemiche.
[modifica] Castell'Ottieri
Castell'Ottieri si trova nel comune di Sorano, a nord del capoluogo, prendendo una deviazione dalla strada che conduce a Castell’Azzara, lungo la valle del torrente Stridolone. Sorto nel Medioevo come subfeudo di un valvassore di origini germaniche, in seguito divenne possesso dei signori di Montorio e, nella seconda metà del Duecento, passò sotto il controllo di Orvieto. Successivamente, venne conquistato dalla famiglia locale degli Ottieri che lo fecero diventare il centro principale della loro piccola contea che comprendeva anche il perduto Castello di Sopano, costruito intorno all’anno mille lungo il torrente Stridolone. Gli Ottieri controllarono il centro, a parte una temporanea sottomissione a Siena in epoca quattrocentesca, fino agli inizi del Seicento quando il feudo fu venduto ai Medici che lo inglobarono nel Granducato di Toscana. Nella seconda metà del Settecento la legge di riforma dei Lorena incluse Castell’Ottieri nel territorio comunale di Sorano. Il centro si contraddistingue per la Rocca che venne fatta edificare nel Quattrocento proprio dagli Ottieri attorno ad una preesistente torre quadrata innalzata in epoca medievale. La rocca si sviluppa su tre lati ed è caratterizzata da un torrione a sezione circolare; ai lati si dipartono le mura dove si apre la porta per l’accesso al borgo. L’intero complesso presenta strutture murarie in tufo mentre gli stemmi sono in travertino. Nel paese merita una visita la Chiesa di San Bartolomeo che conserva al suo interno un affresco risalente alla fine del Cinquecento e un ciclo di affreschi di epoca barocca con influssi in parte senesi e in parte locali.
[modifica] San Giovanni delle Contee
San Giovanni delle Contee si trova all’estremo lembo settentrionale del territorio comunale di Sorano. La denominazione della località è conferita sia dalla Chiesa di San Giovanni Battista, che dal suo antico contesco geopolitica tra la giurisdizione della Contea aldobrandesca di Sovana, della Contea degli Orsini di Pitigliano e della piccola Contea degli Ottieri, all’interno di un’area di confine con i vicini territori di Siena e Orvieto. Dopo varie contese, entrò a far parte della Contea di Castell’Ottieri seguendone le sorti fino alla sua estinzione con l’inglobamento nel Granducato di Toscana. Il centro abitato è caratterizzato da semplici abitazioni, alcune delle quali conservano tratti di epoca medievale; tra queste spicca la Casa Reale col portale ad arco recante un bassorilievo con testa antropomorfa.
[modifica] Montebuono
Montebuono si trova nell'estremità occidentale del territorio comunale di Sorano, su un rilievo collinare non lontano dal corso del Fiora. Le prime notizie certe della località risalgono agli inizi del Trecento quando l’antico castello fu al centro di una contesa tra gli Aldobrandeschi e papa Bonifacio VIII. Successivamente passò prima ai vescovi di Orvieto e, dopo una parentesi temporanea nella Contea degli Orsini, passò nel primo Quattrocento nella Repubblica di Siena della quale ne seguì le sorti, venendo inglobato nel Granducato di Toscana a metà Cinquecento. In epoca medievale vi venne costruito il castello del quale rimangono soltanto alcune tracce della cinta muraria in stato di rudere; all’interno della cinta muraria sono visibili tracce di edifici demoliti che affiorano un pò ovunque. La Chiesa di Sant’Andrea si trova a ridosso dei resti delle mura che circondano la parte rialzata del colle; al suo interno sono stati recentemente scoperti due pregevoli affreschi.
[modifica] Musei
Fanno parte della "Rete museale della Maremma" (Colline del Fiora e dell'Albegna) il "Museo del Medioevo e del Rinascimento della Fortezza Orsini" e il "Centro visite del Parco della Città del tufo".
[modifica] Aree archeologiche
[modifica] Parco Archeologico del Tufo
Il Parco Archeologico del Tufo si estende in una vastissima area tra Pitigliano, Sorano e Sovana e comprende varie necropoli etrusche sparse nel territorio e collegate tra loro da una suggestiva rete viaria coeva che si sviluppa in trincea tra ripide pareti rocciose di tufo: queste strade vengono denominate Vie Cave o Cavoni. All’interno del Parco Archeologico del Tufo spiccano su tutti, per la loro particolarità, l’Area Archeologica di Sovana e le tombe etrusche scavate nel tufo nei pressi di Sorano
[modifica] Vie Cave
Le Vie Cave, denominate anche Cavoni, costituiscono una suggestiva rete viaria di epoca etrusca che collega vari insediamenti e necropoli nell’area compresa tra Pitigliano, Sorano e Sovana, sviluppandosi prevalentemente in trincea tra ripide pareti rocciose di tufo, a tratti alte oltre i venti metri: queste caratteristiche costituivano anche un efficace sistema di difesa contro possibili invasori. In epoca romana, le Vie Cave entrarono a far parte di un sistema viario che si connetteva al tronco principale della Via Clodia, antica strada di collegamento tra Roma e Saturnia, attraverso la città di Tuscania, che si diramava dalla Via Cassia in territorio laziale. Intorno a Sorano le Vie Cave hanno inizio uscendo dalla Porta dei Merli e scendendo nel fondovalle del torrente Lente. La Via Cava di San Rocco risale il versante opposto del paese costeggiando i ruderi della Chiesa di San Rocco, edificio religioso in stile romanico che si presenta sotto forma di ruderi che conservano tratti delle originarie strutture murarie. Dietro i ruderi della chiesa si estende una vasta necropoli etrusca con tombe scavate nel tufo. Nei dintorni di Poggio San Rocco e di Poggio Croce si trovano anche numerose tombe etrusche a colombario, che si presentano come celle scavate nella roccia disposte in più file l’una sopra l’altra: dall’Alto Medioevo in poi queste antiche tombe vennero usate come ricovero per i colombi.
[modifica] Area Archeologica di Sovana
L'Area Archeologica di Sovana si trova a ovest dell’abitato, lungo la strada che conduce a San Martino sul Fiora, ed è raggiunta anch’essa dalle spettacolari Vie Cave che la collegano alle altre necropoli della zona, nel suggestivo scenario del Parco Archeologico del Tufo. Sovana, oltre ad aver fornito testimonianze eneolitiche, si sviluppò principalmente in epoca etrusca; le tombe monumentali presenti nella zona sono un centinaio. Notevoli esempi sono la Tomba della Sirena, a edicola, in località Poggio di Sopra Ripa, la Tomba del Tifone sul Poggio Stanziale, la Grotta Pala sul Poggio Prisca e, soprattutto, la monumentale Tomba Ildebranda sul Poggio Felceto. La Tomba Ildebranda, completamente scavata nella roccia, si presenta come un tempio monumentale con porticato a sei colonne che poggiano su un podio con due scalinate laterali; la camera funeraria è raggiungibile attraverso un lungo corridoio centrale in discesa. Lungo la strada che conduce dall’abitato di Sovana a San Martino sul Fiora, è possibile raggiungere i ruderi di un Oratorio Rupestre dalle origini storiche incerte che si presenta scavato nel tufo con una grande croce graffita sul soffitto.
[modifica] Insediamenti rupestri
Vitozza era un'antica città che si presenta sotto forma di insediamento rupestre; si trova nel territorio comunale di Sorano, ad un paio di chilometri a nord-ovest dell’abitato di San Quirico. L’insediamento sorse in epoca medievale come castello della famiglia Aldobrandeschi in un’area già abitata sicuramente in epoca romana. Nella prima metà del Duecento passò sotto il controllo di Orvieto e, dopo una breve parentesi nelle mani dei Baschi tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, il luogo venne conquistato dai Senesi che la controllarono fino alla metà del Quattrocento. Successivamente, Vitozza entrò a far parte della Contea degli Orsini, all’interno della quale rivestiva fondamentale importanza, ma in seguito si verificò un progressivo abbandono dell’abitato dalle cause ancora incerte che causò un lunghissimo ed inesorabile declino. Vitozza in epoca medievale presentava un castello notevolmente fortificato, almeno due rocche ed edifici di culto tra i quali vanno ricordati una pieve e due chiese che sono decaduti assieme al resto dell’abitato. Il primo edificio che si incontra percorrendo la strada proveniente da San Quirico è la Rocca, struttura caratterizzata da una serie di spesse murature in conci di tufo che terminavano in una porta che controllava la via di accesso i cui resti sono visibili da entrambi i lati del sentiero. Sul lato settentrionale la rocca era ulteriormente protetta da un fossato che attualmente risulta quasi invisibile a causa della vegetazione che lo ricopre. Oltre la rocca, sono visibili una serie di resti murari che corrispondevano probabilmente ad alcune abitazioni di origini medievali. Superata questa zona, si raggiungono i ruderi di una chiesa, presso la quale sono visibili i ruderi di un edificio fortificato con funzioni difensive sul lato settentrionale del pianoro e i resti di una porta che controllava la strada parallela al costone. Vitozza, inoltre, è nota soprattutto per il suo insediamento rupestre, sicuramente il più vasto e più importante dell’Italia centrale, dove oltre duecento grotte erano adibite ad abitazioni fin dall’epoca medievale ad abitazioni. In base alla loro tipologia, le grotte possono essere classificate in tre categorie di riferimento. Un primo gruppo è caratterizzato da grotte con aperture rettangolari che spesso sono disposte su più livelli collegati tra loro da scalette e passaggi, con le abitazioni collocate ai livelli superiori e i ricoveri degli animali a quelli inferiori. Un secondo gruppo di grotte presenta piante rettangolari con strutture destinate ad ospitare gli animali. L’ultimo gruppo comprende le grotte caratterizzate da un’apertura ad arco, da una pianta culminante con un settore a forma circolare e da maggiori rifiniture. La parte a forma circolare, ad uso animale, era munita di mangiatoia; gli altri ambienti erano probabilmente adibiti ad abitazione. Inoltre, fra le varie grotte ci sono anche alcuni colombari di epoca romana che durante il Medioevo vennero probabilmente sfruttati per l’allevamento dei piccioni, pratica molto diffusa nel territorio di Sorano.
[modifica] Castelli e Fortificazioni
[modifica] Abbazie e Monasteri
[modifica] Abbazia di Montecalvello
L'importante Abbazia di Montecalvello sorgeva presso la località di Elmo, nel comune di Sorano, nota anche con la denominazione di Monastero di San Benedetto del Calvello. Il complesso religioso sorse in epoca medievale quando rivestì una notevole importanza nella zona; il suo prestigio è dovuto anche al soggiorno di Ildebrando di Sovana prima che divenisse papa Gregorio VII. Attualmente rimangono soltanto alcuni resti dell’antico complesso religioso medievale.
[modifica] Pieve di Santa Maria dell'Aquila
La Pieve di Santa Maria dell’Aquila si trova nei dintorni di Sorano, nei pressi di una sorgente d’acqua termale dove recentemente si è sviluppato un attrezzato stabilimento. La chiesa venne edificata nel periodo medievale quando la zona era ancora sotto il controllo degli Aldobrandeschi; accanto all’edificio religioso si trovano anche altri ambienti che sono entrati a far parte del complesso termale. La chiesa si presenta in stile gotico e culmina con un pregevole campanile a vela.
[modifica] Santuario della Madonna del Cerreto
Il Santuario della Madonna del Cerreto si trova a est di Sorano, nel cuore dell’omonima località rurale. L’edificio religioso venne edificato nella seconda metà dell’Ottocento nel luogo in cui avvenne l’apparizione di Maria ad una giovane pastorella. La Cappella di Santa Maria Addolorata custodisce una vetrata che ricorda il momento dell’apparizione della Madonna alla pastorella e un dipinto raffigurante la medesima scena.
[modifica] Amministrazione
- Sindaco: Pierandrea Vanni, dal 06/2004.
- Comune: Centralino 0564 63.30.23
- Classificazione climatica: zona E, 2204 GR/G
[modifica] Galleria di immagini
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Collegamenti esterni
[modifica] Bibliografia
- Aldo Mazzolai, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Le Lettere, Firenze 1997;
- Amministrazione Provinciale di Grosseto, Torri e Castelli della provincia di Grosseto a cura di Giuseppe Guerrini, Nuova Immagine Editrice, Siena 1999;
- regione Toscana, I luoghi della Fede. Itinerari nella Toscana del Giubileo a cura di Valentino Baldacci, edizioni Mondadori, Firenze 2000;
- Carlo Citter, Guida agli edifici sacri della Maremma, Nuova Immagine Editrice, Siena 2002.
Geografia · Dialetti · Musei · Sport · Immagini · Città Massa/Carrara e Provincia · Lucca e Provincia · Pistoia e Provincia · Firenze e Provincia · Prato e Provincia |
||
|
|
|