Stadio Olimpico di Torino
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Olimpico | |
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Informazioni | |
Località | Corso Sebastopoli, Torino ![]() ![]() |
Inizio costruzione | 1932 |
Inaugurazione | 1933 |
Copertura | 100% |
Pista d'atletica | Rimossa nel 2005 |
Ristrutturazione | 2005 |
Superficie terreno | Erba |
Dimensioni del terreno | 105 x 70 m |
Proprietario | Comune di Torino |
Progetto | Appalti vari |
Beneficiari | |
Calcio | ![]() ![]() |
Capacità | |
Posti a sedere | 27.168 |
Lo Stadio Olimpico di Torino, ex Stadio Comunale , è stato la sede delle cerimonie d'apertura e di chiusura dei XX Giochi Olimpici Invernali, svoltesi rispettivamente il 10 e il 26 febbraio 2006, e della cerimonia d'apertura dei IX Giochi Paralimpici Invernali, svoltasi il 10 marzo 2006. Al termine degli eventi è stato riconvertito al calcio per ospitare le gare interne della squadra granata cittadina. Si trova nel quartiere di Santa Rita, nella zona sud di Torino.
Indice |
[modifica] Storia
Originariamente intitolato a Mussolini, venne costruito per decisione del capo del Governo per ospitare i Giochi Littoriali dell'anno XI, svoltisi nel 1933, e i Campionati Internazionali Studenteschi.
[modifica] Il progetto originario
L'Amministrazione Civica, per abbreviare il più possibile i tempi di costruzione, bandì un appalto-concorso, dividendo poi i lavori fra tre imprese: lo Stadio (tribune, gradinate e locali interni) fu affidato alla Ditta Saverio Parisi di Roma (su progetto dell'arch. Fagnoni e degli ing. Bianchini e Ortensi); il campo da atletica, la Torre di Maratona e le biglietterie all'Impresa ing. Vannacci e Lucherini (progetto dell'arch. Del Giudice, del prof. Colonnetti e dell'ing. Vannacci); la piscina coperta alla Società AN. Imprese Edili Ing. E. Faletti (progetto dell'arch. Bonicelli e dell'ing. Villanova).
L'Impresa ing. Guido De Bernardi si occupò infine della preparazione dei campi e delle piste.
I lavori iniziarono negli ultimi giorni del settembre 1932 e l'opera venne inaugurata il 14 maggio 1933 dal Segretario del Partito Achille Starace in occasione dell'inizio dei Littoriali.
Nel progetto originario lo stadio era formato da un vasto anello elissoidico, il cui maggior perimetro era di circa 640 m. La base era costituita da una banchina di granito bianco, sulla quale poggiava lo zoccolo in intonaco rosso; dello stesso materiale erano formati i piani a 45° che delimitavano tre strisce vetrate per l'illuminazione dei locali interni, coronate da un parapetto bianco. Sopra questo si affacciavano ampi finestroni limitati da pilastri in cemento che sorreggevano lo sbalzo terminale, sporgente per oltre tre metri con un'inclinazione di 45°.
Gli accessi all'interno erano praticati attraverso 27 aperture, la principale delle quali conduceva alla tribuna d'onore, dotata di copertura dalle intemperie. Il parterre era in parte coperto dalle gradinate che vi aggettano a sbalzo, ed era leggermente rialzato nella parte più distante dal campo.
Il terreno di gioco misurava 70x105 m. Attorno vi erano la pista di atletica a sei corsie, le fosse per il getto del peso e il lancio del disco, le piste per il salto in lungo e quello in alto. Inizialmente le curve della pista di atletica erano state progettate a tre centri, ma dopo le proteste del dirigente nazionale Massimo Cartasegna (che aveva partecipato da atleta alle Olimpiadi del 1908) vennero riprogettate a un solo centro: come risultato finale, però, la pista ebbe una lunghezza anomala di 446,38 metri.
[modifica] L'epoca dello Stadio Comunale
Dopo gli eventi inaugurali, nel 1934 ospitò alcuni incontri dei Campionati Mondiali di calcio svoltisi in Italia.
Dalla stagione 1934-35 iniziò ad ospitare le partite del campionato di calcio: per i primi anni, soltanto quelle della Juventus, in quanto all'epoca il Torino giocava nello Stadio Filadelfia, di sua proprietà. Dalla fine degli anni Cinquanta, quando anche i granata abbandonarono il vecchio impianto, ha ospitato le gare interne di entrambe le squadre torinesi fino al campionato 1989/90, quando Il Comunale venne a sua volta abbandonato per lo Stadio delle Alpi, costruito per i Mondiali di Italia '90.
In questo stadio la Juventus ha festeggiato tra il 1934 e il 1986 ben 16 titoli di campione d'Italia, compreso l'ultimo del quinquennio 1931-35, ed uno il Torino, nel 1976.
Dal 1938 alla fine degli anni Cinquanta lo stadio ospitò anche la sede provvisoria del Museo dell'Automobile (inaugurato nel 1939), fino al trasferimento in corso Unità d'Italia.
Nello Stadio Comunale l'11 maggio 1947 si disputò una gara della nazionale italiana di calcio tuttora negli annali sportivi per aver visto in campo in azzurro il maggior numero di giocatori provenienti dalla stessa squadra: in Italia-Ungheria, terminata 3-2 (con due reti di Gabetto e una di Loik), ben 10 giocatori su 11 appartenevano al "Grande Torino", e il solo Sentimenti IV in porta apparteneva alla Juventus - e tutti, quindi, giocavano praticamente in casa.
Nel 1959 e nel 1970 ospitò le Universiadi.
Lo Stadio Comunale era anche la sede di manifestazioni extrasportive, come i concerti: tra gli altri, quelli dei Rolling Stones, dei Police e di Madonna.
Dopo la costruzione dello Stadio delle Alpi venne usato sempre di meno, sino ad essere destinato unicamente ad ospitare gli allenamenti della Juventus e (dal 2004) del Torino.
[modifica] Le curve
Le due curve dello stadio prendono il nome rispettivamente di "Curva Maratona", da una torre ("Torre Maratona") che si trova alle sue spalle, e di "Curva Filadelfia", opposta alla prima, dal nome della via verso la quale si affaccia; a partire dalla riapertura al calcio dell'impianto dopo le Olimpiadi, la curva Filadelfia viene ribattezzata quando gioca il Torino "Curva Primavera", in onore alle squadre giovanili granata.
Durante il periodo del "Comunale", il tifo più acceso dei sostenitori del Torino si collocava tradizionalmente nella "curva Maratona", ospitando nella curva opposta i tifosi più tiepidi e la tifoseria ospite; analogamente, ma in maniera diametralmente opposta, il tifo più acceso dei sostenitori della Juventus si collocava nella "Curva Filadelfia"; con la ristrutturazione, data la limitata capienza rispetto alla richiesta, nella tifoseria si è creata la necessità di creare due "curve cantanti", per dare modo a più persone di tifare con il maggior calore possibile.
[modifica] La ristrutturazione per le Olimpiadi
In seguito agli accordi con il Comune, che affidavano lo Stadio delle Alpi alla Juventus, lo Stadio Comunale venne assegnato gratuitamente al Torino, in cambio dell'impegno di ristrutturarlo e renderlo operativo in tempo per ospitare le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Torino 2006. Tuttavia, in seguito al fallimento della società granata avvenuto il 9 agosto 2005, tale impegno è diventato carico del Comune di Torino, che è così tornato proprietario dell'impianto e ha dovuto finanziare la ristrutturazione.
Il progetto di ristrutturazione, affidato a due studi di architettura veronesi Giovanni Cenna Architetto e Arteco , ha conservato le strutture esistenti, sottoposte al vincolo della Sovrintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici, ed ha aggiunto nuove strutture verticali per reggere la copertura di tutto l'impianto, e un terzo anello di gradinate, continuo e strutturalmente collaborante alla copertura, dotato nella parte corrispondente alla precedente copertura di una parte chiusa ospitante 44 palchi.
Circa un terzo del rivestimento della copertura è in materiale plastico semitrasparente, in maniera da evitare il più possibile che l'ombra proiettata dalla stessa possa danneggiare il tappeto erboso a causa della minore insolazione.
La capienza complessiva è di 27.168 posti, tutti al coperto e a sedere, ridotta rispetto a quella originaria (in origine l'impianto poteva ospitare 65.000 persone in piedi) per rispettare le moderne norme di sicurezza.
Per le cerimonie sono stati effettuati anche numerosi interventi ad hoc: l'ampliamento a 35.000 posti mediante strutture temporanee, la realizzazione di un imponente allestimento sceno-tecnico, la predisposizione del calderone olimpico.
Anche all'interno sono stati fatti molti cambiamenti: la novità principale è la costruzione al piano terra di un'area commerciale di 1.163 metri quadrati, nel settore nord-ovest, sono inoltre stati ristrutturati e collocati diversamente il centro di medicina sportiva, tutti i servizi e gli uffici. All'esterno, invece, sono stati costruiti un nuovo parco olimpico ed un nuovo Palasport Olimpico, progettato dall'architetto giapponese Arata Isozaki.
La ristrutturazione dello stadio è costata 30 milioni di euro. Il nuovo Stadio Olimpico è stato presentato ufficialmente il 29 novembre 2005, con una cerimonia a cui hanno partecipato rappresentanti degli enti locali, del governo, del Comitato Olimpico Internazionale e del TOROC.
[modifica] Il dopo Olimpiadi
Pur essendo stata fisicamente eliminata la pista d'atletica (al suo posto vi sarà un tappeto erboso), la distanza tra gli spalti e il terreno di gioco non è cambiata (provocando delusione tra i tifosi, che avrebbero preferito avere gli spalti a ridosso del campo come in uno stadio "all'inglese"). Tuttavia in sede di ristrutturazione è stato costruito un nuovo parterre, che avvicinerà di qualche metro gli spettatori delle prime gradinate. È tuttavia allo studio un progetto che - abbassando il terreno di gioco di qualche metro - consentirebbe di aggiungere un quarto ordine di gradinate, in modo da aumentare la capienza a circa 32.000 spettatori, permettendo anche di avvicinare allo stesso gli spettatori delle prime file.
A partire dalla stagione 2006-2007 lo stadio tornerà ad ospitare le partite di calcio: inizialmente per due stagioni sportive sia quelle del Torino che quelle della Juventus, questo per consentire alla società bianconera di provvedere alla ristrutturazione dello Stadio delle Alpi, progetto tuttavia al momento ancora non finanziato stante i problemi di riorganizzazione in seguito allo scandalo chiamato Calciopoli; quindi (prevedibilmente dal 2008), soltanto quelle dei granata. Al termine della "coabitazione", se il Torino deciderà di acquistare l'impianto, potrebbe essere rinominato "Stadio Grande Torino ".
Fino ad allora comunque, essendo necessarie due distinte fascie di sicurezza per separare le tifoserie ospiti, la capienza complessiva risulterà ridotta a 27.168 posti.
I posti riservati agli spettatori disabili in carrozzina sono 80, di cui 64 dislocati in due tribunette poste nel parterre del primo anello dei distinti centrali, 12 nella tribuna centrale e 4 nei palchi.
Lo stadio Olimpico è stato dichiarato come il primo in Italia a rispettare interamente i dettami della "Legge Pisanu" in merito alla sicurezza all'interno dello Stadio: sono oltre 80 le telecamere pronte a filmare qualsiasi tafferuglio, consentendo di identificare i colpevoli degli atti di violenza. Per tale motivo, la recinzione che separa il campo dai giocatori è alta soltanto 1,1 m, e nelle partite più a rischio verrà automaticamente alzata a 2,2 m.
Elevato il ricorso alla tecnologia: sotto al terreno sono state poste anche alcune serpentine per l'irrigazione e il riscaldamento del terreno in caso di temperature rigide, e un sistema automatico in caso di pioggia provvederà a tendere dei teloni a copertura del campo da gioco.
[modifica] Bibliografia
- "Lo Stadio a Torino", in L'Architettura Italiana - periodico mensile di architettura tecnica, 1 settembre 1933 - XI - fascicolo 9
[modifica] Collegamenti esterni
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