Sukhoi Su-2

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Sukhoi Su-2
Sukhoi Su-2
Descrizione
Ruolo	Caccia-bombardiere
Equipaggio	2
Primo volo	1937
Entrata in servizio	1940
Costruttore	Sukhoi
Esemplari costruiti	2.000 circa
Dimensioni
Lunghezza	10,25 m
Apertura alare	14,3 m
Angolo di freccia alare	{{{freccia_alare}}}
Altezza
Superficie alare
Pesi
A vuoto	3.000 kg
Carico	{{{peso_carico}}}
Massimo al decollo	4.300 kg
Propulsione
Motore	1 radiale M-88 a 14 cilindri
Potenza	1.000 CV
Spinta	{{{spinta}}}
Prestazioni
Velocità massima	450 km/h
Autonomia	1.200 km
Raggio d'azione	{{{raggio}}}
Tangenza	8.800 m
Capacità carburante	{{{capacità_carburante}}}
Capacità di carico	{{{capacità}}}
Armamento
Mitragliatrici	5 SkhaS da 7,62 mm
Cannoni	{{{cannoni}}}
Piloni	{{{piloni}}}
Bombe	fino a 600 kg
Missili	{{{missili}}}
Altro	eventuali 6 razzi RS-82
Note

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Progetto:Aviazione

Il Sukhoi Su-2 era un'aereo da attacco al suolo della V-VS, l'aeronautica militare Sovietica. Su di esso si riposero molte speranze, ma in azione ottenne poco e subì forti perdite. Venne sostituito dallo Il-2 Šturmovik e non lasciò una traccia importante nella storia areonautica.

La macchina era stata originata dalle esigenze relative all'appoggio tattico e al bombardamento leggero, che anche in URSS si cercava di soddisfare tramite progetti di nuova generazione , caratterizzati da potenti motori e strutture monoplane.

L'aereo decollò come prototipo nel 1937, propulso da un vecchio motore M-62, e già in quest'occasione raggiunse i 402 km/h. Quando poi venne cambiato il motore con un modello potenziato, da circa 1000hp,questo migliorò ancora le prestazioni, e così la macchina venne rapidamente avviata alla produzione in serie.

[modifica] Tecnica

Questo progetto del giovane Pavel Sukhoi (altro membro del team di Tupolev, come Petljakov) non riscontrò il successo che sarebbe poi arrivato grazie alle numerose macchine ideate successivamente dal suo ufficio progettazioni. Era tuttavia al suo apparire un velivolo assai moderno, ben corazzato, adeguatamente armato e veloce.

Strutturalmente, si presentava come un monoplano a sbalzo, molto robusto e caratterizzato da un motore radiale di potenza originaria di 1000hp, poi incrementata nei sottomodelli successivi. L'abitacolo era spazioso, con ampio campo visivo, mentre l'ala aveva una grande superficie totale. Erano presenti corazzature protettive nelle parti vitali, come abitacolo e serbatoi autostagnanti.

Come armamento, quattro moderne mitragliatrici Skhas da 7,62mm. erano poste nelle ali, anche se a dire il vero queste armi non erano l'ottimale nel compito dell'attacco al suolo, data la leggerezza dei loro proiettili; una quinta era posizionata nella grande torretta dorsale. L'armamento offensivo, a differenza dell'inglese Fairey Battle era quindi sufficiente per giustificarne l'uso in situazioni reali (6000 colpi al minuto complessivi, da parte di appena 4 armi monocanna), ma non erano previste mitragliere di grosso calibro, indispensabili per affrontare i mezzi corazzati.

Era possibile aggiungere razzi aria-terra sotto le ali, al posto delle bombe alari.
Esisteva infine una stiva bombe interna, un'elemento in comune con il Battle. A differenza di quest'ultimo, però, aveva un motore raffreddato ad aria che in teoria lo rendeva meno vulnerabile al fuoco da terra, e quindi il più diretto (e probabile ispiratore) equivalente era nell'insieme l'italiano Breda Ba.65, anche se il progetto Sukhoi era assai più aerodinamico, grande ed elegante.

[modifica] Impiego

Presente in un numero elevato (ma ignoto, a giudicare dalle stime che variano tra 100 e 2.000 aerei) di macchine al momento dell'attacco tedesco il 22 giugno 1941, il Su-2 si dimostrò subito superato e vulnerabile ai caccia germanici e alla contraerea, specie se doveva agire senza scorta.

Sebbene l'Unione Sovietica resse il colpo anche grazie ai reparti equipaggiati con tale apparecchio, al Su-2 venne preferito l'Il-2, nonostante anch'esso avesse subito dure critiche per la sua vulnerabilità nella configurazione monoposto. Il Su-2, almeno teoricamente, era più veloce del rivale, e aveva come standard una torretta difensiva dorsale.
Tuttavia in termini concreti il suo livello di efficienza era basso: un problema era l'armamento offensivo, inutile contro i corazzati avversari, in quanto le mitragliatrici leggere erano troppo deboli, mentre le bombe e i razzi venivano tirati con troppa imprecisione a causa dell'inesperienza degli equipaggi, specie contro obiettivi mobili. La grossa torretta, poi, aveva pur sempre una sola mitragliatrice di piccolo calibro, troppo poco per sperare di non essere abbattuti dagli aggressivi caccia tedeschi.

La corazzatura, benché abbondante, non era "solidale" con la struttura basica dell'aereo, ma aggiunta al telaio e quindi garantiva meno protezione a parità di peso. I tentativi di aumentare le prestazioni belliche con razzi e bombe aggiuntive ottennero principalmente di diminuire le prestazioni, peggiorando la vulnerabilità complessiva.
Solo le ultime versioni dotate di motori da 1.500 cavalli migliorarono la situazione, ma non abbastanza, anche perché il progetto basico si dimostrò incapace di subire appesantimenti senza una generale diminuzione delle qualità di manovra.

[modifica] Derivati

Sukhoi non rimase inattivo, e a seguito di estese modifiche al progetto basico si arrivò al Sukhoi Su-4, caratterizzato (come gli ultimi sottomodelli del Su-2) da un motore M-82 da 1.500 cavalli ed una velocità di ben 512 km/h., molto per una grossa macchina d'attacco al suolo. Per vari motivi ne vennero costruiti però soltanto 60 esemplari.

Il successivo Sukhoi Su-6 aveva il motore M-71 da ben 2.100 cavalli e due cannoni da 37 mm, ma ormai l'Il-2 era a piena produzione mentre il nuovo Su-6 aveva un motore con grossi problemi nello sviluppo, per cui non vi fu seguito ai quattro prototipi, uno dei quali anche sperimentato con un motore a raffreddamento liquido AM-42.

[modifica] Epilogo

Il Su-2, nonostante la sua forza bruta, aveva nei confronti dell'Il-2 un design sostanzialmente superato.
Il diverso tipo di motore, meno vulnerabile, e la presenza di una torretta (peraltro assai ingombrante e poco armata) come dotazione standard di ogni aereo, non si tradusse automaticamente in una migliore garanzia di sopravvivenza rispetto al modello Ilyushin, e gli equipaggi non erano soddisfatti dei risultati ottenuti dal suo impiego operativo nelle azioni contro i tedeschi, anche se non tutti i problemi erano dati dalla macchina che utilizzavano, perché tattiche e addestramento fecero la loro parte.

Tuttavia, resta il dubbio che l'aereo sia stato sostanzialmente sottovalutato dai responsabili della produzione bellica sovietica. Se non fosse stato per il precipitare degli eventi, non sarebbe stato disprezzabile come bombardiere tattico e d'appoggio, nient'affatto inferiore a coevi modelli stranieri, e i tentativi di migliorarlo furono davvero molteplici.
Non ci sarebbe stato problema nel suddividere la produzione degli aerei d'attacco al suolo tra lo Sturmovik e il Su-2, ma in ogni caso questo non avvenne, segno che davvero il modello della Sukhoi venne considerato una totale perdita di tempo, sia nell'originaria motorizzazione che nei successivi sottotipi, giunti con qualche mese di ritardo rispetto al necessario.

Così la carriera dei Sukhoi da attacco al suolo, consumati in azioni rischiosissime durante i primi mesi di guerra, terminò ben presto, e nemmeno i loro evoluti derivati riuscirono a convincere lo Stavka (comando supremo sovietico) a moderare la scelta di una totale standardizzazione con lo Il-2.
Come spesso accade nella storia, essere nel posto giusto al momento giusto vale più delle considerazioni tecniche: il Su-2 non riuscì ad apparire adeguato nel momento decisivo e i miglioramenti proposti, probabilmente validi, non erano così buoni da togliere terreno alla concorrenza ormai ben radicata dello Sturmovik.