Americo Petrucci
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Amerigo Petrucci (Roma, 17 dicembre 1922 - Anzio, Roma, 31 luglio 1983) è stato sindaco di Roma dal 1964 al 1967.
Laureato in filosofia, entra fin dal 1944 nella Democrazia Cristiana, fino a diventare a partire dal 1961 il numero due del partito a Roma dopo Giulio Andreotti, della cui corrente fa parte. Consigliere provinciale di Roma dal 1952 al 1960 e consigliere comunale di Roma dal 1960 al 1972, dal giugno 1960 al luglio 1961 è assessore preposto al nuovo piano regolatore (PRG), nella giunta minoritaria guidata da Urbano Cioccetti.
Dopo dodici mesi di gestione commissariale, nel luglio del 1962 è eletto sindaco Glauco Della Porta a capo della prima giunta di centrosinistra DC-PSI-PSDI-PRI della Capitale e Petrucci, nominato assessore all'urbanistica e all'edilizia privata, torna al occuparsi del piano regolatore, in studio dal 1953.Il nuovo PRG sarà messo a punto dagli uffici del Comune di Roma diretti da Giuseppe Furitano, e da cinque urbanisti esterni: Mario Fiorentino, Piero Maria Lugli, Vincenzo Passarelli, Luigi Piccinato e Michele Valori. Sarà infine adottato dal consiglio comunale il 18 dicembre del 1962, dopo un dibattito durato due mesi.
Due anni dopo Della Porta si dimette ed il 13 marzo del 1964 Petrucci è eletto sindaco di una giunta di centrosinistra. Nel corso del suo mandato la Capitale conoscerà una notevole fase di rilancio economico. Sono inaugurate o avviate importanti opere pubbliche, è approvato un piano di edilizia economico-popolare per 700 mila vani e si avvia la costruzione dei primi insediamenti. Gli uffici del Comune di Roma, già potenziati nel corso delle precedenti amministrazioni Cioccetti e Della Porta, sono arricchiti di funzionari tecnici e amministrativi di notevole competenza. In particolare, l'Ufficio speciale per il piano regolatore (USPRG), diretto dall'urbanista Piero Samperi, diventa il fiore all'occhiello della macchina comunale.
Ma a causa del gioco dei veti incrociati sarà impossibile mettere in pratica le previsioni del piano regolatore del 1962, e nel centro storico e nell'estrema periferia prenderà il via un fenomeno di abusivismo edilizio di proporzioni impressionanti.
Rieletto sindaco nel 1966, si dimette il 13 novembre del 1967 assumendo l'incarico di assessore al bilancio nella nuova giunta guidata da Rinaldo Santini. L'obiettivo di Petrucci sarebbe di candidarsi alla Camera dei deputati alle elezioni politiche del 1968 ma il 20 gennaio di quell'anno è incriminato e messo in stato di detenzione preventiva per qualche mese, a causa di una vicenda legata alla gestione dell'Opera Nazionale Maternità e Infanzia (OMNI) della quale in precedenza era stato commissario.
Molte delle imputazioni cadranno nel corso dell'istruttoria e Petrucci sarà assolto con formula piena dal tribunale di Roma il 28 aprile del 1972. Eletto deputato nel 1972 e rieletto nel 1976, 1979 e 1983, è sottosegretario alla Difesa dal 31 luglio 1976 all'1 dicembre 1982 (occupò tale carica in tutti i governi della VII e VII legislatura, ad eccezione del governo Fanfani V).
Fino alla morte causata da un attacco cardiaco Petrucci sarà, insieme a Giulio Andreotti, la personalità politica più influente della Capitale. La sua eredità in termini di peso e consensi politico-elettorali sarà interamente raccolta da Vittorio Sbardella (1935 - 1994).
Predecessore: | Sindaco di Roma | Successore: | |
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Glauco Della Porta | 1964 - 1967 | Rinaldo Santini |