Calatabiano
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Calatabiano | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Sicilia | ||
Provincia: | Catania | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 60 m s.l.m. | ||
Superficie: | 26 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 200 ab./km² | ||
Frazioni: | Lapide Pasteria, Ponte Boria | ||
Comuni contigui: | Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giardini-Naxos (ME), Linguaglossa, Piedimonte Etneo, Taormina (ME) | ||
CAP: | 95011 | ||
Pref. tel: | 095 | ||
Codice ISTAT: | 087010 | ||
Codice catasto: | B384 | ||
Nome abitanti: | calatabianesi | ||
Santo patrono: | San Giorgio | ||
Giorno festivo: | 23 aprile | ||
Sito istituzionale | |||
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Calatabiano (Cattabbianu in siciliano) è un comune di 5.215 abitanti della provincia di Catania.
Indice |
[modifica] Geografia
Calatabiano è posta a 62 metri d'altitudine, a meno di 3 chilometri dal mare Ionio. Il suo territorio, delimitato a nord dal corso del fiume Alcantara, è costituito da una fertile e ottimamente irrigata piana alluvionale e dalle retrostanti colline. Dista 40 chilometri da Catania e 59 chilometri da Messina.
La popolazione è concentrata per circa il 75% nel centro capoluogo, e per la restante parte nelle frazioni di Lapide Pasteria e Ponte Boria.
Calatabiano è un comune del Parco fluviale dell'Alcantara.
[modifica] Collegamenti
Il territorio di Calatabiano si trova sulla direttrice orientale sicula dei collegamenti stradali e ferroviari. Sono inoltre agevoli i collegamenti con l’entroterra alcantarino. È servito da una stazione ferroviaria e vi è inoltre un campo di volo con una pista di 500 metri di lunghezza per piccoli aerei da turismo.
[modifica] Storia
La storia di Calatabiano è strettamente collegata a quella del suo castello che si erge su un'altura a 160 metri d'altitudine, all'imboccatura meridionale della Valle dell'Alcantara. Con tutta probabilità, stante l'importanza strategica e militare del sito, una fortezza doveva già essere presente in epoca greca e forse addirittura sicula. A tal proposito lo Schubring sostenne che i Siculi dovevano tenere un caposaldo all'imboccatura della valle, di fronte al monte Tauro, nominato come Castello di Bidio, ma tale ipotesi non è mai stata suffragata dai reperti archeologici rinvenuti, che hanno invece datazione posteriore al II secolo.
Il castello, nella sua conformazione attuale, e con l'annesso borgo collinare cinto da mura merlate, venne fondato dagli Arabi, che proprio dal territorio di Calatabiano mossero nel 902 alla conquista di Taormina. Lo stesso toponimo del paese è di chiara origine araba, derivando da قلعة, kalaat (castello) e 'al Bîan, probabile nome proprio del signore locale.
Sotto il dominio normanno, regnando Ruggero II, nel 1135 Calatabiano venne elevata a baronia. Tra i vari signori che si succedettero nel corso dei secoli, il periodo più fulgido nella storia di Calatabiano si ebbe con la signoria dei Cruyllas. Famiglia di origine catalana, i Cruyllas ottennero la baronia nel 1396 tenendola per circa un secolo, ingrandendo il castello ed edificando la Chiesa del Santissimo Crocifisso. Esauritasi la successione per linea maschile questa continuò per linea femminile con il passaggio della signoria prima ai Moncada e poi ai Gravina, principi di Palagonia.
Nel 1544 si ebbe la venuta del pirata Dragut che, sbarcato sul lido di San Marco, espugnò e saccheggiò il borgo. Nel 1677, a seguito della rivolta anti-spagnola di Messina i francesi assediarono lungamente il castello, venendo respinti dai 150 difensori spagnoli e poi sopraffatti dai soverchianti rinforzi.
Il borgo e il castello vennero completamente abbandonati a seguito del Terremoto del Val di Noto del 1693, che danneggiò gravemente l'abitato. La popolazione si reinsediò ai piedi della collina da dove da qualche decennio insisteva già un piccolo insediamento, primo nucleo della Calatabiano moderna, che progressivamente si espanse sulla pianura.
Nel 1813 il Parlamento Siciliano decretò la fine del feudalesimo nell'isola, elevando nello stesso anno il territorio di Calatabiano a comune autonomo, con i confini che ha mantenuto fino ad oggi.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Luoghi d'interesse
[modifica] Castello arabo-normanno
Il castello, ormai prevalentemente diruto, fu costruito dagli Arabi e successivamente rimaneggiato dai Normanni. Per la sua grande importanza militare Svevi e Aragonesi vi apportarono migliorie difensive. Alla famiglia dei Cruyllas si deve l’ampliamento che portò la fortezza alle dimensioni attuali. Di maggior interesse sono il portale di ingresso, costituito da un arco a sesto acuto di pietra arenaria e pietra lavica, e il "Salone dei Cruyllas", diviso simmetricamente da un arco in pietra lavica il cui concio reca le insegne della famiglia. Nella parte più elevata del maschio si trova un’uscita di emergenza sul pendio più ripido e difficilmente accessibile del monte. Solo qualche rudere rimane invece del borgo abbandonato nel 1693.
[modifica] Castello baronale di San Marco
Conosciuto come castello, è in realtà una residenza nobiliare sita sul litorale di San Marco. La costruzione venne intrapresa nel 1689 dal signore dell’epoca, Ignazio Sebastiano Gravina, e completata nel volgere di soli due anni. L’aspetto originario di quel che era un complesso di edifici, oggi in parte perduti, era molto diverso da quello attuale, a causa delle continue modifiche realizzate nel corso dei decenni. Nel 1856 venne dato, con l’annesso fondo, in enfiteusi al barone Pasquale Pennisi di Floristella, assumendo l’aspetto attuale con la realizzazione del palmento, della cantina e di case per i contadini. L’annessa Chiesa di Sant’Antonio di Padova, del 1697, è oggi ridotta a un rudere.
[modifica] Chiese e patrimonio artistico religioso
Sul monte Castello, la Chiesa del Santissimo Crocifisso, del 1484, ha forme tardo gotiche, un massiccio campanile merlato e due portali ogivali d’ingresso. Sul fregio del maggiore di questi vi è un’iscrizione di controversa interpretazione recante probabilmente la data d’apertura al culto dell’edificio. Vi è custodito il simulacro di San Filippo Siriaco.
La Chiesa Madre di Maria Santissima Annunziata, del 1740, ad una sola navata, si trova nella centrale Piazza Vittorio Emanuele III. Al suo interno si conserva un prezioso crocifisso ligneo del 1502 di Giovanni Salvo D’Antonio, della Scuola Antonelliana. Prospiciente la chiesa si trova la Statua di Santa Caterina d’Alessandria, della Scuola del Gagini.
Altro antico luogo di culto è la Chiesa di Gesù e Maria del 1697, con facciata in muratura e pietra bianca.
[modifica] Cultura
[modifica] La Discesa di San Filippo
La tradizionale Discesa di San Filippo (siciliano Calata di San Filippu) si svolge in occasione della festa di San Filippo Siriaco, secondo patrono del paese, il terzo sabato di maggio. La tradizione, risalente al 1766, vuole che il fercolo con il simulacro del Santo dalla Chiesa del Santissimo Crocifisso venga portato in processione dai devoti fino al centro del paese. La processione ha inizio alle 18:30 e avviene di corsa attraverso l’accidentata strada in gradoni di pietra bianca, con i devoti con il fercolo dal peso di una tonnellata in spalla e i fedeli assiepati ai lati della strada. Il percorso è ricco di insidie, tant’è che spesso si sono verificati degli incidenti con la caduta del fercolo. I festeggiamenti in onore del Santo si concludono con la processione della risalita del Santo al monte Castello la quarta domenica di maggio.
[modifica] Manifestazioni
- Il Corteo Storico Medievale si svolge in occasione della festa di San Filippo Siriaco. Il corteo rievoca i costumi dei signori Cruyllas, dei soldati e dei popolani del borgo del XV secolo e partecipa a manifestazioni culturali di rilevanza regionale e nazionale.
- Il Falò dei Cannici il 13 dicembre in occasione della festa di Santa Lucia.
- La Sagra delle Nespole si svolge la seconda domenica di Maggio.
- Sfilata di gruppi mascherati per il Carnevale.
- Muzikfest, rassegna di musica indipendente, si svolge in estate sulla spiaggia di San Marco.
[modifica] Sport
Oltre che nel calcio, Calatabiano ha una tradizione sportiva nel rugby, fatto insolito per un piccolo paese della Sicilia; negli anni '80 infatti la società locale di palla ovale ebbe un discreto successo, ma poi fallì. Nel 2005 è stata rifondata col nome di Alcantara Rugby, e rappresenta l'unico club rugbystico della Valle dell'Alcantara e dei dintorni.
[modifica] Economia
L’economia di Calatabiano è storicamente basata sull’agricoltura: le colture che insistono sul territorio sono prevalentemente agrumicole in pianura, mentre le colline, più povere d’acqua, sono coltivate prevalentemente ad ulivi. Coltura tipica è la nespola del Giappone la cui produzione si aggira sulle ottocento tonnellate annue. L'allevamento è prevalentemente ovino e bovino. Le attività della piccola industria si sono sviluppate soltanto recentemente, aggiungendosi alla lavorazione della carta e alla produzione della calce. Il settore turistico ha ottime potenzialità. L’offerta ricettiva è buona ed è data da Bed & Breakfast, agriturismi e campeggi. Il lido di San Marco, con i suoi 2,5 chilometri di spiaggia di ciottoli, costituisce il principale polo turistico.
[modifica] Curiosità
- Lo stemma comunale, con cinque croci in campo azzurro, riprende quello della famiglia Cruyllas.
- Una leggenda popolare narra che un giorno un cavaliere su di un cavallo bianco riuscirà a decifrare l’iscrizione sul portale della Chiesa del Santissimo Crocifisso, scoprendo il modo per accedere ad un favoloso tesoro custodito nelle viscere del monte Castello.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Antonio Filippo Petralia dal 28/05/2002
Centralino del comune: 095 645391
Email del comune: sindaco@comune.calatabiano.ct.it
[modifica] Collegamenti esterni
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