Chiesa di Santa Chiara (Napoli)
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La basilica e il complesso monastico di Santa Chiara (anche conosciuti come Monastero di Santa Chiara) furono edificati tra il 1310 e il 1340, su un complesso termale romano del I sec. d.C., per volere di Roberto d'Angiò e della regina Sancia di Maiorca nei pressi della cinta muraria occidentale, a Napoli. La basilica fu originariamente costruita in forme gotiche provenzali, ma tra il XVII e il XVIII secolo fu ampiamente ristrutturata in stile barocco da Domenico Antonio Vaccaro. Dopo i bombardamenti degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale, che la distrussero quasi interamente, venne riportata al presunto e spoglio aspetto originario da un massiccio e discusso restauro conclusosi nel 1953.
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[modifica] La Basilica
L' accesso in Via Benedetto Croce è costituito da un grande portale gotico del trecento, sormontato da un'unghia aggettante di lastre di piperno.
La facciata è preceduta da un pronao a tre arcate ogivali, di cui quello centrale inquadra il portale di marmi rossi e gialli con lo stemma di Sancia. Il rosone in alto è stato realizzato durante la ricostruzione.
[modifica] Interno
Tra il 1742 e il 1762 l'aspetto gotico fu celato da decorazioni barocche progettate da Domenico Antonio Vaccaro, Gaetano Buonocore e da Giovanni del Gaizo. La volta fu decorata da stucchi e affreschi di Francesco de Mura, Giuseppe Bonito, Sebastiano Conca e Paolo de Maio: l'immensa navata fu trasformata in uno degli ambienti barocchi più belli d' Italia, conservata fino al bombardamento Alleato del 4 agosto 1943, che provocò un incendio durato quasi due giorni. Dopo l' incedio risultarono distrutti il tetto e la decorazione barocca e inoltre le opere scultoree furono totalmente o parzialmente danneggiate; quelle sopravvissute furono spostate in un secondo luogo dopo i restauri ultimati nel 1953, tranne il pavimento disegnato da Ferdinando Fuga.
L' interno "moderno" è formato da un unica aula rettangolare disadorna senza transetti e dieci cappelle per lato. Sulla parete di fondo è posto il Sepolcro di Roberto d'Angiò, opera dei fiorentini Giovanni e Pacio Bertini. Ai laterali del Sepolcro di Roberto ci sono quelli del primogenito Carlo, Duca di Calabria e di Maria di Valois entrambe di Tino di Camaino e il Sepolcro di Maria di Durazzo di un ignoto maestro durazzesco. Sulla controfacciata sono posti ulteriori sepolcri: il Sepolcro Antonio Penna di Antonio Baboccio e quello di Agnese e Clemenza di Durazzo.
Nelle venti cappelle ci sono tombe risalenti dal XIV secolo al XVII secolo di nobili famiglie napoletane.
[modifica] Il Coro delle Monache
A destra del Presbiterio si passa alla barocca sagrestia con affreschi e mobili risalenti al 1692; in una sala adiacente si può ammirare un panno ricamato del XVII secolo. Si attarversano due ambienti: il primo decorato da maioliche del XVIII secolo; il secondo conserva affreschi di un pittore fiammingo del XVI secolo. Si passa di fronte ad una scalinata chiusa al pubblico che sale al convento, per un portale gotico, si accede al Coro delle Monache.
Concepito come una piccola chiesa ricorda molto una sala capitolare e ornata con l' Arcosolio del Re Roberto degli scultori Giovanni e Pacio Bertini, sulle pareti resti di affreschi di Giotto e frammenti di alcuni affreschi rinascimentali.
[modifica] I Chiostri
I chiostri di Santa Chiara sono tre:
- Chiostro delle Clarisse
- Chiostro dei Frati Minori
- Chiostro di Servizio
[modifica] Chiostro delle Clarisse
Il chiostro fu completamente traformato da Domenico Antonio Vaccaro che mantenne la struttura gotica ridisegnado solo il giardino rustico decorato da preziose riggiole maiolicate, ricollocate dopo la Seconda guerra mondiale, di Giuseppe Massa e Donato Massa.
Il Giardino si solleva sul piano dell' ambulacro, alle pareti affreschi barocchi, con un muretto decorato da riggiole con paesaggi; due viali dividono il chiostro a croce il giardino, fiancheggiati da sedili rivestiti da riggiole con Paesaggi, Scene campestri, Mascherate, Scene mitologiche ecc.
Tra le aiuole ci sono due fontane con fondo ricoperto da riggiole, una di queste contiene dei leoni del XIV secolo.
[modifica] I Chiostri minori
I chiostri minori hanno poca importanza artistica e storica, i due chiostri mantengono la struttura gotica originaria.
[modifica] Chiostro dei Frati Minori
Il Chiostro dei Minori risale al periodo di quello delle Clarisse, è ricordato solamentente per la varietà dei capitelli che sormontano i pilastri sormontanti archi acuti.
[modifica] Chiostro di Servizio
È posto dietro il settecentesco refettorio, risale al XIV secolo e non ha nessuna importanza storica e artistica.
[modifica] Museo dell'Opera
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Per approfondire, vedi la voce Museo dell'Opera di Santa Chiara. |
Il Museo dell'Opera di Santa Chiara è un museo di Napoli localizzato nel complesso monumentale omonimo (monastero e chiesa trecenteschi, certamente tra i più pregevoli della città.
Il museo è nato con la funzione di ricostruire la storia della fabbrica della Chiesa di Santa Chiara, considerata tra le maggiori costruzioni di arte gotica di Napoli.
Il museo si trova al piano terra del celebre chiostro maiolicato ed è costituito da varie sezioni che vanno dall' archeologia alle terme, dalla storia ai reliquiari.
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