Il pifferaio di Hamelin
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Pifferaio di Hamelin è una fiaba tradizionale tedesca, trascritta, fra gli altri, dai fratelli Grimm. È anche nota come Il Pifferaio Magico o con altri titoli analoghi. Si ritiene che essa sia stata ispirata da un evento tragico realmente accaduto nella città tedesca di Hamelin in Bassa Sassonia, nel XIII secolo.
Indice |
[modifica] Trama
La storia si svolse nel 1284 ad Hamelin, in Sassonia. In quell'anno la città venne invasa dai topi senza che alcun uomo riuscisse a trovar sistema per farli fuggire, tant'è che il capo della città dovette offrire una ricompensa a chiunque fosse riuscito nell'impresa di scacciarli.
Non appena giunta al suo orecchio questa notizia, uno straniero si offrì di liberare la città dai topi grazie alla sua musica misteriosa: si narrava, infatti, che fosse in possesso d'un piffero magico e di spartiti incantati, raccolti in un libro segreto, che potessero essere usati per avocare a sé qualsiasi cosa (animali, persone, ombre, mostri, incubi, o altro che fosse) e controllarla ipnoticamente. Vista la situazione senza scampo il capo accettò di buon grado. Non appena la musica dello straniero ebbe inizio, i topi, stregati, iniziarono a seguirlo. Di lì a poco li condusse con astuzia fin fuori città, presso le acque del fiume Weser, dentro il quale ordinò loro di tuffarsi, facendoli annegare.
Tornò quindi in città per ottenere la dovuta ricompensa, ma il capo e gli abitanti, ormai liberi dai topi, si rifiutarono di tener fede al patto preso. Fu così che il pifferaio, mentre gli adulti erano in chiesa, riprese a suonare, ma una melodia diversa questa volta, che attirò a sé tutti i bambini della città: il pifferaio li portò seco presso una caverna, e nessuno di loro fece mai più ritorno.
Tutta Hamelin imparò una severa lezione quel giorno, e da allora ogni persona mantenne sempre la propria promessa.
Nella maggior parte delle versioni, solo due dei bambini, o addirittura nessuno, sopravvive. Varianti più recenti della fiaba introducono un lieto fine in cui un bambino di Hamelin, sfuggito al rapimento da parte del Pifferaio, riesce a liberare i propri compagni.
[modifica] Origini della fiaba
Il più antico riferimento a questa fiaba si trovava in una vetrata della chiesa della stessa città di Hamelin e risalente circa al 1300. Della vetrata si trovano descrizioni su diversi documenti del XIV e XVII secolo, ma pare che essa sia andata distrutta. Sulla base delle descrizioni, Hans Dobbertin ha tentato di ricostruirla in tempi recenti. L'immagine mostra il Pifferaio Magico e numerosi bambini vestiti di bianco.
Si pensa che questa finestra sia stata creata in ricordo di un tragico evento effettivamente accaduto nella città. Esisterebbe tuttora una legge non scritta che vieta di cantare o suonare musica in una particolare strada di Hamelin, per rispetto nei confronti delle vittime. Nonostante le numerose ricerche, tuttavia, non si è ancora fatta luce sulla natura di questa tragedia (vedi qui per un elenco di teorie). In ogni caso, è stato appurato che la parte iniziale della vicenda, relativa ai ratti, è un'aggiunta del XVI secolo; sembra dunque che la misteriosa vicenda di Hamelin avesse a che vedere solo con i bambini. (Paradossalmente, l'immagine del Pifferaio seguito da un esercito di topi è quella che la maggior parte delle persone associano a questa fiaba, magari senza ricordare nient'altro della vicenda).
Le principali teorie circa gli avvenimenti di Hamelin si possono ricondurre a quattro principali:
- I bambini furono vittime di un incidente; forse annegarono nel Weser, o furono travolti da una frana.
- I bambini furono vittime di una epidemia e furono portati a morire fuori dalla città per proteggere il resto della popolazione. Si è ipotizzato che l'epidemia potesse essere di peste. Altri, con riferimento al fatto che i bambini "danzavano" dietro al Pifferaio, hanno pensato al morbo di Huntington oppure al ballo di San Vito, piuttosto comune in Europa nel periodo che seguì le epidemie di peste nera. Secondo queste teorie, il Pifferaio è una rappresentazione simbolica della Morte o della malattia.
- I bambini lasciarono la città per partecipare a un pellegrinaggio, a una campagna militare, o addirittura una nuova Crociata dei Bambini, e non fecero mai ritorno. In questo caso, il Pifferaio rappresenterebbe il reclutatore.
- I bambini abbandonarono volontariamente i loro genitori e Hamelin per fondare nuovi villaggi, durante la colonizzazione della Germania orientale. Questa teoria porta come prova i numerosi luoghi con nomi simili ad Hamelin sia nei dintorni della città che nelle colonie orientali. Le migrazioni di bambini nel XIII secolo sono un fatto ampiamente documentato, e quest'ultima teoria gode di un notevole credito; il Pifferaio sarebbe un reclutatore che condusse via buona parte della gioventù di Hamelin per fondare una colonia nella Germania orientale. Tale Decan Lude, originario di Hamelin, avrebbe posseduto intorno al 1384 un libro di cori che conteneva un verso in latino che riportava questo evento. Il libro è andato perduto, si pensa intorno al XVII secolo.
Un racconto tedesco degli eventi di Hamelin, purtroppo non illuminante, è sopravvissuto in una iscrizione databile 1602-1603, trovata proprio nella città della fiaba::
Anno 1284 am dage Johannis et Pauli
war der 26. junii
Dorch einen piper mit allerlei farve bekledet
gewesen CXXX kinder verledet binnen Hamelen gebo[re]n
to calvarie bi den koppen verloren
Si potrebbe tradurre:
Nell'anno 1284, il giorno di Giovanni e Paolo
il 26 di giugno
Da un pifferaio, vestito di ogni colore,
furono sedotti 130 bambini nati ad Hamelin
e furono persi nel luogo dell'esecuzione vicino alle colline.
La più antica fonte rimasta è datata circa 1440. Jobus Fincelius menziona la vicenda nel suo De miracolis sui temporis (1556), identificando il Pifferaio con il Diavolo.
Il resoconto più antico in lingua inglese è quello di Richard Rowland Verstegan (1548-1636), un antiquario e studioso di controversie religiose, nel suo Restitution of Decayed Intelligence (Antwerp, 1605). Egli cita la liberazione della città di Hamelin dai ratti e suggerisce che i bambini perduti siano andati a finire in Transilvania. Sembra che sia Verstegan ad aver coniato l'espressione Pied Piper ("Pifferaio Variopinto"), introducendo quello che nei paesi di lingua inglese è l'appellativo più comunemente associato al Pifferaio (da noi invece chiamato comunemente "Pifferaio Magico"). Piuttosto curiosamente, la data indicata da Verstegan per gli eventi di Hamelin è completamente diversa da quelle proposte da altre fonti, ovvero il 22 luglio 1376. Le note di Verstegan furono la fonte su cui si basò in seguito Nathaniel Wanley per il suo Wonders of the Visible World (1687), a sua volta utilizzato da Robert Browning per la sua celebre poesia (vedi sotto).
La vicenda di Hamelin interessò anche Goethe, che scrisse una poesia su di essa nel 1803 e la citò anche nel suo Faust.
I fratelli Grimm, traendo informazioni da undici fonti diverse, inclusero la fiaba del Pifferaio nel loro Saghe germaniche (Deutsche Sagen), pubblicato per la prima volta nel 1816. Nella loro versione, due bambini (uno cieco e uno storpio), rimasero a Hamelin; gli altri divennero i fondatori delle Siebenbürgen (Sette Città) (Transilvania).
Basandosi probabilmente sul testo dei fratelli Grimm, Robert Browning scrisse una poesia sul Pifferaio, The Pied Piper, pubblicata nel 1849; la poesia è celebre per il suo humour, per i giochi di parole, e per le rime gioiose. La poesia colloca i fatti di Hamelin in data 22 luglio 1376.
“When, lo, as they reached the mountain's side,
A wondrous portal opened wide,
As if a cavern was suddenly hollowed;
And the Piper advanced and the children followed,
And when all were in to the very last,
The door in the mountain-side shut fast.”
(“Quando raggiunsero il fianco della montagna
un meraviglioso portale vi si aprì,
come se si fosse creata improvvisamente una caverna;
il Pifferaio entrò e i bambini lo seguirono,
e quando alla fine tutti furono all'interno,
la porta nella montagna si chiuse velocemente.”)
Il luogo menzionato da Browning è la montagna di Coppenbrugge, un luogo noto per essere stato, in tempi antichi, sede di oscuri riti pagani.
Importanti riferimenti alla storia del Pifferaio si trovano nell'opera Il cacciatore di topi della poetessa russa Marina Tsvetaeva (1925).
[modifica] Adattamenti e riferimenti
[modifica] La fiaba in musica
- L'album del 2000 Demons & Wizards del gruppo omonimo include una canzone intitolata The Whistler racconta una variante originale della storia, in cui il Pifferaio, per vendicarsi del debito non saldato dalla gente di Hamelin, fa sbranare i bambini dai ratti.
- Il concept album Too Old to Rock 'n' Roll: Too Young to Die! dei Jethro Tull include una canzone intitolata The Pied Piper, in cui la figura del Pifferaio viene usata come metafora della seduzione, da parte dell'attempato protagonista della storia narrata del disco, di giovani donne (con un riferimento obliquo alla pedofilia).
- Il cantautore Edoardo Bennato ha ripreso questa storia nel brano La fantastica storia del Pifferaio Magico, pubblicata nell'album omonimo.
[modifica] La fiaba nel cinema
L'acclamato film di Atom Egoyan Il dolce domani (The Sweet Hereafter, 1997), basato sull'omonimo romanzo di Russell Banks, contiene numerosissimi riferimenti alla storia del Pifferaio. La voce narrante del film recita la poesia di Browning, con l'aggiunta di versi originali. La storia del film narra di una bambina rimasta storpia durante un incidente dell'autobus della scuola in cui tutti gli altri bambini di una piccola città canadese sono rimasti uccisi.