Libro di Tobia
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Antico Testamento |
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Ebraico, Protestante, Cattolico, Ortodosso
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Deuterocanonici (non canonici per ebrei, canonici per cattolici e ortodossi, apocrifi per protestanti) |
Ortodosso
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Copto |
Siriaco (Peshitta)
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Progetto Religione uso tabella |
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Il Libro di Tobia è uno dei libri deuterocanonici della Bibbia.
Dichiarato canonico dal Concilio di Cartagine nel 397 e confermato nel Concilio di Trento (1546). Non è mai stato considerato parte del Tanakh, la bibbia della maggior parte degli Ebrei ortodossi. ma sono stati scoperti dei frammenti di qusto libro nella caverna IV a Qumran nel 1955. Questi frammenti combaciano con il testo greco che ci è giunto. La stesura del libro pare risalire ad un epoca poco anteriore ai Maccabei, e presuppone tradizioni aramaiche.
Il libro, ambientato nel VII secolo a.C., narra la storia di una famiglia ebraica della tribù di Neftali, deportata a Ninive, composta dal padre, Tobi, dalla madre Anna e dal figlio Tobia, (Nella versione latina del testo padre e figlio hanno lo stesso nome, Tobias).
Condotto prigioniero in Assiria nella deportazione delle tribù del regno di Israele nel 722 a.C., il pio Tobi si prodiga ad alleviare le pene dei suoi connazionali in cattività (i primi due capitoli e mezzo sono narrati in prima persona). Nel corso delle varie vicende perde il suo patrimonio, e, in seguito ad un atto di carità, anche la vista. Sentendo approssimarsi la propria fine, manda il figlio Tobia nella Media presso un parente, Gabael, a riscuotere dieci talenti d'oro lasciatigli in deposito. Durante il cammino incontra un connazionale, che conosce bene la strada, Si tratta dell'angelo Raffaele, mandato da Dio ad alleviare le sofferenze di Tobia, sotto mentite spoglie.
Durante il viaggio Tobia, ad Ecbatana, sposa Sara, figlia del parente Raguele, liberandola dal demone Asmodeo che uccideva tutti gli uomini che avevano provato a sposarla, grazie alle indicazioni di Raffaele, il quale poi provvede, dopo un titanico combattimento, a legare il demone ad una montagna.
Sempre greazie ad un consiglio di Raffaele, Tobia spalma sugli occhi del padre Tobi il fiele di un pesce pescato durante il viaggio, facendogli così recuperare la vista. Allora Raffaele si fa riconoscere.
Il libro è stato probabilemnte scritto in aramaico, e pare che la Vulgata di Girolamo sia avvenuta sulla scorta del testo aramaico.
Il nome del demone Asmodeo deriva da quello di Aeshma Deva, che nell'antica tradizione persiana era uno dei sette arcidiavoli.