Libro di Malachia
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Antico Testamento |
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Ebraico, Protestante, Cattolico, Ortodosso
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Deuterocanonici (non canonici per ebrei, canonici per cattolici e ortodossi, apocrifi per protestanti) |
Ortodosso
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Copto |
Siriaco (Peshitta)
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Progetto Religione uso tabella |
Il Libro di Malachia è l'ultimo libro, secondo il canone biblico, dell'Antico Testamento e della Bibbia ebraica, cronologicamente posto dopo quello di Zaccaria. Appartiene al gruppo dei Profeti Minori.
Indice |
[modifica] Autore
Il libro è comunemente attribuito al profeta Malachia, ma non è escluso che fosse anonimo, poiché questo nome significa "il mio messaggero"; così hanno tradotto i LXX aggiungendo "mettete dunque (ciò) sul vostro cuore". Il Targum specifica: "Il mio messaggero, il cui nome è Esdra, lo scriba".
[modifica] Struttura
Il libro si compone di sei brani costituiti sullo stesso tipo: Jahve, o il suo profeta, lancia un'affermazione che è discussa dal popolo o dai sacerdoti, e che è sviluppata in un discorso in cui si alternano minacce e promesse di salvezza. Ci sono due grandi temi: le colpe culturali dei sacerdoti e anche dei fedeli (1,6), (2,9), (3,6-12), e lo scandalo dei matrimoni misti e dei divorzi (2,10-16). Il profeta annunzia il giorno di Jahve, che purificherà i membri del sacerdozio, divorerà i cattivi ed assicurerà il trionfo dei giusti (2,1-5.13-21). Il passo 3,22-24 è aggiunto.
[modifica] Datazione
Il contenuto del libro permette di determinare la sua data: è posteriore al ristabilimento del culto nel tempio riedificato (515 a.C.), e anteriore alla proibizione dei matrimoni misti sotto Neemia (445 a.C.), probabilmente assai vicini a quest'ultima data.