Licaone (Pelasgo)
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Licaone è una figura della mitologia greca, figlio di Pelasgo e sovrano dell'Arcadia, ritenuto in quasi tutte le versioni del mito come un uomo empio.
Desiderando Zeus accertarsi dell'empietà di Licaone andò, travestito da contadino, a chiedere ospitalità al sovrano. Questo per sapere se l'ospite fosse veramente una divinità decise di servire al banchetto in onore dell'ospite le carni di un bambino, o in un altro versione, quelle di un prigioniero. Il dio inorridito fulminò l'empio e tutti i suoi 49 figli, eccettuato Nittimo, salvato dalla dea Gea, che poté succedere al padre.
Secondo una versione del mito il padre degli dei, sceso sulla terra per mettere alla prova la nuova umanità nata dal sangue dei Giganti, decise di recarsi nell'Arcadia presso la dimora del re Licaone. Il sovrano scettico sulla vera natura del dio decise di ucciderlo per verificarne l'effettiva divinità; prima però preparò per l'ospite un banchetto di carne umana. Giove, inorridito, bruciò la casa del re trasformandolo in un lupo.
Questa versione viene messa in rapporto con i sacrifici umani che si svolgevano in Arcadio in onore di Zeus Liceo, quando una vittima umana veniva immolata e i celebranti, che si erano cibati delle viscere, venivano trasformati in lupi per otto anni. Scaduto questo termine potevano ritornare umani, a patto che non avessero mangiato carne umana.