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Zeus - Wikipedia

Zeus

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Nota disambigua - Se stai cercando altri significati di Zeus, vedi Zeus (disambigua).
Lo Zeus di Smirne  - Statua marmorea -  II secolo - Museo del Louvre - Parigi
Lo Zeus di Smirne - Statua marmorea - II secolo - Museo del Louvre - Parigi

Nella mitologia greca Zeus (in greco Ζεύς gen. Διός) è il re degli dei , il sovrano dell'Olimpo, il dio del cielo e del tuono. I suoi simboli sono la folgore, il toro, l'aquila e la quercia.

Figlio di Crono e Rea era il più giovane dei suoi fratelli e sorelle. Nella maggior parte delle leggende era sposato con Hera, anche se nel santuario dell'oracolo di Dodona come sua consorte si venerava Dione: secondo l'Iliade Zeus è il padre di Afrodite, avuta con Dione. È comunque famoso per le sue frequentissime avventure erotiche extraconiugali, tra le quali si ricorda anche una relazione omosessuale con Ganimede. Il frutto dei suoi numerosi convegni amorosi furono i suoi molti celeberrimi figli, tra i quali Atena, Apollo e Artemide, Hermes, Persefone, Dioniso, Perseo, Eracle, Elena, Minosse e le Muse. Dalla moglie Hera secondo la tradizione ebbe Ares, Ebe ed Efesto.

Zeus è noto per l'abitudine a punire coloro che finivano fuori dalle sue grazie colpendoli con le sue saette oltre che, al pari di altri dei, trasformandone le sembianze.

La figura equivalente a Zeus nella mitologia romana era Giove, mentre in quella etrusca era il dio Tinia.

Indice

[modifica] Il culto di Zeus

[modifica] Etimologia

Zeus, che viene spesso poeticamente chiamato con il vocativo Zeu pater (O padre Zeus ! ), è l'evoluzione di Di̯ēus, il dio del cielo diurno della religione Protoindoeuropea chiamato anche Dyeus ph2tēr (Padre Cielo).[1] Il dio era conosciuto con questo nome anche in Sanscrito (Dyaus/Dyaus Pita) e in latino (Jupiter, da Iuppiter, che deriva dal vocativo indoeuropeo *dyeu-ph2tēr[2]) lingue che elaborano la radice *dyeu- ("splendere" e nelle sue forme derivate "cielo, paradiso,dio"),[1] nonché nella mitologia germanica e norrena ( *Tīwaz >, in Althochdeutsch Ziu, in Antico norreno Týr) unito con il latino deus, dīvus e Dis (una variazione di dīves[3])che proviene dal simile sostantivo *deiwos.[3]

Per i Greci e i Romani il dio del cielo era anche il più grande degli dei, mentre nelle culture nordiche questo ruolo era attribuito ad Odino: di conseguenza questi popoli non identificavano, per il suo attributo primario di dio del tuono, Zeus/Giove né con Odino né con Tyr, quanto piuttosto con Thor (Þórr). Zeus è l'unica divinità dell'Olimpo il cui nome abbia un'origine indoeuropea così evidente.[4]

In aggiunta a questa origine indoeuropea, lo Zeus dell' epoca classica prendeva alcuni aspetti iconografici dalle culture del Vicino Oriente, come ad esempio lo scettro. Gli artisti greci immaginavano Zeus soprattutto in due particolari posizioni: in piedi, mentre con il braccio destro alzato segue ad ampie falcate una folgore che ha appena scagliato, oppure seduto seduto sul suo trono.

La statua di Zeus ad Olimpia - stampa antica
La statua di Zeus ad Olimpia - stampa antica

[modifica] Il ruolo di Zeus nella mitologia classica

Zeus era il più importante degli dei e comandava su tutto l'antico Pantheon Olimpico greco. Fu padre di molti eroi ed eroine e la sua figura è presente nella maggior parte delle leggende che li riguardano. Sebbene lo Zeus "radunatore di nuvole" dei poemi omerici fosse un dio del cielo e del tuono al pari delle equivalenti divinità orientali, rappresentava anche il massimo riferimento culturale del popolo Greco: sotto certi aspetti egli era l'espressione più autentica della religiosità greca ed incarnava l'archetipo del divino proprio di quella cultura

[modifica] Gli epiteti di Zeus

Gli epiteti o i titoli attribuiti a Zeus enfatizzano i vari campi nei quali esercita la sua autorità: i più comuni sono :

  • Zeus Olympios - "Zeus Olimpio" , relativo al dominio di Zeus sia sugli altri dei che sui Giochi Panellenici che si tenevano ad Olimpia.
  • Zeus Panhellenios - "Zeus di tutti i Greci" al quale era dedicato il famoso tempio di Eaco sull'isola di Egina.
  • Zeus Xenios - "Zeus degli stranieri" in quanto era il protettore degli ospiti e dell'accoglienza, sempre pronto ad impedire che fosse fatto qualcosa di male ai forestieri.
  • Zeus Horkios - Zeus era il dio che si occupava della veridicità dei giuramenti: i bugiardi che venivano scoperti dovevano dedicare una statuetta votiva a Zeus, spesso al santuario di Olimpia.
  • Zeus Agoraios - Zeus vigilava sugli affari che si svolgevano nell'agorà e puniva i commercianti disonesti.
  • Zeus Meilichios - "Facile da invocare": Zeus aveva assunto su di sé il culto dell'antico daimon Meilichio che in precedenza gli Ateniesi erano adusi propiziarsi.

[modifica] Culti di Zeus locali

Oltre alle forme presentate poco sopra, esistevano nel mondo greco anche alcuni culti locali dedicati a Zeus che mantenevano un loro proprio e singolare modo di concepire ed adorare il re degli dei. Questi sono alcuni esempi:

[modifica] Zeus a Creta

A Creta Zeus era adorato in alcune grotte che si trovano nei pressi di Cnosso, Ida e Palicastro. Le leggende di Minosse ed Epimenide suggeriscono che queste grotte anticamente fossero usate da re e sacerdoti come luogo per fare divinazioni. La suggestiva ambientazione delle Leggi di Platone, che si svolge lungo la strada che conduce i pellegrini verso uno di questi siti, sottolinea la conoscenza del filosofo dell'antica cultura cretese. Nelle rappresentazioni artistiche tipiche dell'isola Zeus compare, invece che come un uomo adulto, con l'aspetto di un giovane dai lunghi capelli e gli inni a lui dedicati cantano del "ho megas kouros", ovvero "il grande giovane". Insieme ai Cureti, un gruppo di danzatori armati dediti a rituali estatici, sovrintendeva al duro addestramento atletico e militare, nonché ai segreti riti iniziatici, previsti dalla Paideia cretese.

Lo scrittore ellenistico Evemero sembra aver proposto una teoria con cui ipotizza che Zeus sia stato un grande re di Creta e che dopo la sua morte la sua fama abbia finito per trasformarlo in una divinità. Il testo di Evemero non è giunto integro fino a noi, ma in passato la patristica cristiana accolse l'ipotesi con molto favore.

Statua di Zeus rinvenuta a Nicomedia in Bitinia - Museo archeologico di Istanbul
Statua di Zeus rinvenuta a Nicomedia in Bitinia - Museo archeologico di Istanbul

[modifica] Zeus Lykaios in Arcadia

L'epiteto Lykaios è morfologicamente connesso alla parola lyke (luminosità), ma a prima vista si può facilmente associare anche a lykos (lupo). Quest'ambiguità semantica si riflette sul singolare culto di Zeus Lykaios, celebrato nelle zone boscose e più remote dell'Arcadia, nel quale il dio assume caratteristiche sia di divinità lucente che lupina. Il primo aspetto si evidenzia nel fatto che è il signore del monte Licaone (la montagna splendente) , che è la cima più alta dell'Arcadia e sulla quale, secondo una leggenda, si trova una recinto sacro sul quale non si sono mai posate ombre.[5] Il secondo invece si rifà al mito di Licaone (l'uomo lupo), il re dell'Arcadia i cui leggendari antichi atti di cannibalismo venivano ricordati per mezzo di bizzarri riti. Secondo Platone[6] una setta si sarebbe riunita sul monte ogni otto anni per celebrare sacrifici in onore di Zeus Lykaios durante i quali si mescolava un singolo pezzo di interiora umane ad interiora animali e poi si distribuiva il tutto ai presenti: chi avesse mangiato il pezzo di carne umana si sarebbe trasformato in un lupo e avrebbe potuto recuperare la propria forma umana solo se non ne avesse più mangiata fino alla conclusione del successivo ciclo di otto anni.

[modifica] Lo Zeus del sottosuolo

Sebbene l'etimologia del nome indichi che Zeus originariamente era un dio del cielo, in diverse città greche si adorava una versione locale di Zeus che viveva nel mondo sotterraneo. Gli Ateniesi e i Siciliani veneravano Zeus Meilichios (dolce o mellifluo), mentre in altre città vigeva il culto di Zeus Chthonios ( della terra), Katachthonios (sotterraneo) e Plousios (portatore di ricchezza). Queste divinità potevano essere nelle forme d'arte visuale parimenti rappresentate sia come uomo che come serpente. In loro onore si sacrificavano animali di colore nero che venivano affogati dentro a pozzi, come si faceva per divinità ctonie come Persefone e Demetra o sulla tomba degli eroi. Gli dei olimpi, invece, ricevevano in olocausto animali di colore bianco che venivano uccisi sopra ad altari.

In alcuni casi gli abitanti di queste città non sapevano con certezza se il daimon in onore del quale effettuavano i sacrifici fosse un eroe oppure lo Zeus del sottosuolo. Così il santuario di Lebadea in Beozia potrebbe essere stato dedicato sia all'eroe Trofonio sia a Zeus Trephonius ( Il nutritore), a seconda che si scelga di dare retta a Pausania oppure a Strabone. L'eroe Anfiarao era venerato come Zeus Amphiaraus ad Oropo nei pressi di Tebe e pure a Sparta c'era un santuario di Zeus Agamennone.

[modifica] Gli oracoli di Zeus

Anche se la maggior parte degli oracoli erano generalmente dedicati ad Apollo, ad eroi oppure a dee come Temi, esistevano anche alcuni oracoli dedicati a Zeus

Zeus-Amon seduto sul trono - statua risalente al III secolo a.C. rinvenuta a Cipro - Museo del Louvre - Parigi
Zeus-Amon seduto sul trono - statua risalente al III secolo a.C. rinvenuta a Cipro - Museo del Louvre - Parigi

[modifica] L'oracolo di Dodona

Il culto di Zeus a Dodona nell'Epiro, località per la quale vi sono prove dello svolgersi di attività cerimoniali a partire dal II millennio a.C., era imperniato su di una quercia sacra. All'epoca in cui fu composta l'Odissea ( circa il 750 a.C.) l'attività divinatoria era condotta da sacerdoti scalzi chiamati Selloi, che si stendevano a terra ed osservavano lo stormire delle foglie e dei rami dell'albero.[7] All'epoca in cui Erodoto scrisse a sua volta di Dodona i sacerdoti erano stati sostituiti da sacerdotesse chiamate Peleiadi (colombe).

Nel culto osservato a Dodona la moglie di Zeus non era Hera, ma la dea Dione, il cui nome è in effetti la versione femminile di "Zeus". Il suo ruolo di Titanessa nella mitologia classica ha fatto ipotizzare ad alcuni studiosi che potrebbe essere stata in epoca pre-ellenica una divinità molto più importante e che, forse, l'oracolo fosse originariamente dedicato a lei.

[modifica] L'oracolo di Siwa

L'oracolo di Amon nell'Oasi di Siwa che si trova nel lato occidentale del deserto egiziano non si trovava entro i confini del mondo greco prima dell' epoca di Alessandro Magno, ma fin dall'età arcaica aveva esercitato una forte influenza sulla cultura greca: Erodoto nella sua descrizione della guerra greco-persiana dice che Zeus Amon fu consultato varie volte. Zeus Amon era tenuto in particolare considerazione a Sparta, dove fin dall'epoca della Guerra del Peloponneso esisteva un tempio in suo onore.[8]

Quando Alessandro Magno si avventurò nel deserto per consultare l'oracolo di Siwa, scoprì l'esistenza di una Sibilla libica.

[modifica] Altri oracoli di Zeus

Si dice che entrambi gli Zeus ctonii Trofonio e Anfiarao dessero responsi di tipo oracolare nei santuari a loro dedicati.

[modifica] Zeus e le divinità straniere

Zeus era l'equivalente del dio della mitologia romana Giove e nell'immaginario sincretico classico era associato con varie altre divinità, come l' Egizio Amon, e l'Etrusco Tinia. Insieme con Dioniso aveva assorbito su di sé il ruolo del principale dio Frigio Sabazios dando vita alla divinità conosciuta nel sincretismo dell'antica Roma come Sabazio.

[modifica] Zeus nella mitologia

[modifica] La nascita

Crono ebbe molti figli da Rea: Estia, Demetra, Hera e Poseidone, ma li divorò tutti appena nati, dal momento che aveva saputo da Gaia ed Urano che il suo destino era di essere spodestato da uno dei suoi figli così come lui stesso aveva spodestato suo padre. Quando però Zeus stava per nascere, Rea chiese a Gaia di escogitare un piano per salvarlo, in modo che Crono ricevesse la giusta punizione per ciò che aveva fatto ad Urano e ai suoi stessi figli. Rea partorì Zeus a Creta, consegnando al suo posto a Crono una pietra fasciata con dei panni che egli divorò immediatamente. La madre nascose Zeus in una cesta posta sotto ad un albero, sorvegliato da una famiglia di pastori ai quali promise in cambio che le loro pecore non sarebbero state attaccate dai lupi.

[modifica] L'infanzia

I Cureti
I Cureti

Rea nascose quindi Zeus in una grotta sul Monte Ida a Creta e, a seconda delle varie versioni della leggenda:

  1. Fu allevato ed educato da Gaia.
  2. Fu allevato da una capra di nome Amaltea, mentre un gruppo di Cureti gridavano, danzavano e battevano le loro lance contro gli scudi perché Crono non sentisse il pianto del bambino.
  3. Fu allevato da una Ninfa di nome Adamantea. Dato che Crono dominava la Terra, i cieli e il mare, lo nascose appendendolo a una fune legata ad un albero in modo che, sospeso fra i tre elementi, fosse invisibile al padre.
  4. Fu allevato da una Ninfa di nome Cinosura. In segno di gratitudine Zeus, una volta cresciuto, la trasformò in una stella.
  5. Fu allevato da Melissa, che lo nutrì con latte di capra.

[modifica] L'ascesa al trono degli dei

Lo Zeus di Otricoli - marmo - Copia romana di un originale greco del IV secolo - Musei Vaticani
Lo Zeus di Otricoli - marmo - Copia romana di un originale greco del IV secolo - Musei Vaticani

Raggiunta l'età adulta, Zeus costrinse Crono a rigettare prima la pietra che l'aveva sostituito,[9] poi i suoi fratelli e sorelle nell'ordine inverso rispetto a quello in cui erano stati ingeriti. Secondo alcune versioni della leggenda Metide diede un emetico a Crono per costringerlo a vomitare i figli, secondo altre ancora Zeus squarciò lo stomaco del padre. A questo punto Zeus liberò dalla loro prigione nel [Tartaro]] anche i fratelli di Crono, i Giganti, gli Ecatonchiri e i Ciclopi. [10] Insieme, Zeus e i suoi fratelli e sorelle, i Giganti, gli Ecatonchiri e i Ciclopi rovesciarono dal trono Crono e gli altri Titani grazie alla terribile battaglia chiamata Gigantomachia. I Titani sconfitti furono da allora confinati nell'oscuro regno sotterraneo del Tartaro. Atlante, uno dei Titani che avevano combattuto contro Zeus, fu condannato a reggere il cielo sulle sue spalle.

Dopo la battaglia contro i Titani Zeus si spartì il mondo con i suoi fratelli maggiori Poseidone ed Ade sorteggiando i tre regni: Zeus ebbe in sorte i cieli e l'aria, Poseidone le acque e ad Ade toccò il mondo dei morti. L'antica terra, Gaia, non poté essere concessa ad alcuno, ma venne condivisa da tutti e tre a seconda delle loro capacità.

Zeus ed Hera - Bassorilievo dal tempio di Selinunte - 450 a.C. circa - Foto di Giovanni Dall'Orto
Zeus ed Hera - Bassorilievo dal tempio di Selinunte - 450 a.C. circa - Foto di Giovanni Dall'Orto

Gaia si risentì per il modo in cui Zeus aveva trattato i Titani , dato che erano figli suoi. Così, poco dopo essersi impossessato del trono degli dei, Zeus dovette affrontare altri due figli di Gaia, i mostri Tifone ed Echidna: sconfisse Tifone e lo schiacciò sotto ad una montagna, ma lasciò che Echidna e i suoi figli continuassero a vivere.

[modifica] Zeus ed Hera

Zeus era sia il fratello che il marito di Hera. Con lei generò Ares, Ebe ed Efesto, anche se alcune leggende narrano che Hera diede vita ai suoi figli da sola. Altri miti includono tra la loro discendenza anche Ilizia. Le numerose conquiste che Zeus fece tra le Ninfe e le mortali, che diedero inizio alle più importanti dinastie greche, sono proverbiali. La mitografia gli attribuisce relazioni tra le divinità con Demetra, Latona, Dione e Maia, mentre tra le mortali con Semele, Io, Europa e Leda. (Per maggiori dettagli si rimanda ai paragrafi successivi)

Molte leggende dipingono un'Hera gelosissima delle conquiste amorose del marito, e fiera nemica delle sue amanti e dei figli da loro generati. Una volta ad una ninfa di nome Eco venne affidato il compito di distrarre Hera dalle attività di Zeus, parlandole in continuazione: quando la dea se ne accorse con un incantesimo costrinse Eco a ripetere le parole che udiva dagli altri.

[modifica] Elenco delle amanti e dei figli di Zeus


[modifica] Divinità

Madre
Figli
Ananke
  1. Le Moire *
    1. Atropo
    2. Cloto
    3. Lachesi
Demetra
  1. Persefone
Dione
  1. Afrodite
Hera
  1. Ares
  2. Ilizia
  3. Efesto
  4. Ebe
  5. Eris
Eos
  1. Ersa
Latona
  1. Apollo
  2. Artemide
Maia
  1. Hermes
Metide
  1. Atena
Mnemosine
  1. Le Muse (Le tre muse originali)
    1. Aoide
    2. Melete
    3. Mneme
  2. Le Muse (Le altre nove)
    1. Calliope
    2. Clio
    3. Erato
    4. Euterpe
    5. Melpomene
    6. Polimnia
    7. Tersicore
    8. Talia
    9. Urania
Selene
  1. Ersa
  2. Il leone di Nemea
  3. Pandia
Temi
  1. Astrea
  2. Nemesi
  3. Le ore
    1. Prima Generazione
      1. Auso
      2. Carpo
      3. Tallo
    2. Seconda Generazione
      1. Diche
      2. Irene
      3. Eunomia
    3. Terza Generatione
      1. Ferusa
      2. Euporia
      3. Ortosia
  4. Le Moire] *
    1. Atropo
    2. Cloto
    3. Lachesi

*A seconda delle zone e delle leggende, i Greci pensavano che fossero figlie di Zeus con la Titanessa Temi oppure con esseri primordiali come Nyx, Chaos o Ananke.


[modifica] Mortali/Ninfe/Madri diverse

Madre
Figli
Egina Eaco
Alcmena Eracle
Antiope
  1. Anfione
  2. Zeto
Callisto Arca
Carme Britomarti
Danae Perseo
Elara
  1. Tizia
Elettra
  1. Dardano
  2. Iasione
Europa
  1. Minosse
  2. Radamante
  3. Sarpedonte
Eurinome Le Grazie
  1. Aglea
  2. Eufrosine
  3. Talia
Imalia
  1. Cronio
  2. Spartaio
  3. Chito
Iodamia Tebe
Io Epafo
Lamia  ?
Laodamia Sarpedonte
Leda
  1. Castore
  2. Polluce
  3. Elena di Troia
Mera Locro
Niobe
  1. Argo
  2. Pelasgo
Olimpiade Alessandro Magno
Pluto Tantalo
Podarge
  1. Balio
  2. Xanthe
Pirra Ellena
Semele Dioniso
Taigete Lacedemone
Talia Palici
Da madre sconosciuta I Litai
Da madre sconosciuta Tiche
Da madre sconosciuta Ate


[modifica] Altri racconti su Zeus

Il Tempio di Zeus Olimpio ad Atene
Il Tempio di Zeus Olimpio ad Atene
  • Sebbene Zeus si comportasse talvolta in modo meschino e maligno, era in lui presente anche un profondo senso di giustizia, che probabilmente è esemplificato al meglio negli episodi in cui fulmina Capaneo per la sua arroganza e quando aiuta Atreo ingannato dal fratello. Inoltre proteggeva forestieri e viaggiatori da coloro che intendevano fare loro del male.
  • Zeus trasformò Pandareo in una statua per punirlo del furto del cane di bronzo che, quando era un bimbo, lo aveva custodito nella grotta sacra a Creta.
  • Zeus uccise Salmoneo con un fulmine per aver tentato di impersonarlo andando in giro con un carro di bronzo e gridando per imitare il rumore del tuono.
  • Zeus trasformò Perifa in un'aquila, dopo la sua morte, come ricompensa per essere stato un uomo onesto e giusto.
  • Una Ninfa di nome Chelone rifiutò di presenziare al matrimonio di Zeus ed Hera: per punirla Zeus la trasformò in una tartaruga.
  • Zeus ed Hera trasformarono il re Emo e la regina Rodope di Tracia in due montagne per punirli della loro vanità.
  • Zeus condannò Tantalo ad essere torturato in eterno nel Tartaro per aver indotto con l'inganno gli dei a mangiare le carni di suo figlio.
  • Zeus condannò Issione ad essere legato in eterno ad una ruota infuocata per aver tentato di di fare sua Hera.
  • Zeus fece sprofondare i Telchini in fondo al mare per aver inaridito la terra con le loro terribili magie.
  • Zeus accecò il veggente Finea e mandò le Arpie a tormentarlo per punirlo di aver rivelato i segreti degli dei.
  • Zeus ricompensò Tiresia con una vita tre volte più lunga del normale per aver giudicato in suo favore la disputa sorta con Hera su quale dei due sessi provasse più piacere durante l'amplesso.
  • Zeus punì Hera appendendola a testa in giù dal cielo quando aveva tentato di affogare Eracle mandandogli contro una tempesta.
  • Tra i moltissimi figli che aveva avuto, Eracle è stato spesso descritto come il preferito da Zeus. Infatti Eracle fu spesso chiamato sia dalla gente che da vari dei "il figlio prediletto di Zeus": una leggenda narra come, quando una stirpe di Giganti nati dalla terra minacciava l'Olimpo e l'Oracolo di Delfi aveva detto che solo le forze riunite di un singolo mortale e di un dio potevano fermarli, Zeus scelse Eracle per combattere al suo fianco e, insieme, sconfissero i mostri.

[modifica] Note

  1. 1,0 1,1 American Heritage Dictionary: Zeus. URL consultato il 2006-07-03 .
  2. Online Etymology Dictionary: Jupiter. URL consultato il 2006-07-03 .
  3. 3,0 3,1 American Heritage Dictionary: dyeu. URL consultato il 2006-07-03 .
  4. Burkert. Greek Religion. , 1985. 321
  5. Pausania 8.38.
  6. La Repubblica 565d-e
  7. Odissea libro XIV 326-7
  8. Pausania 3.18
  9. Fu poi collocata a Pitone, tra le valli del monte Parnaso perché diventasse un monito per i mortali e fu chiamata l'Onfalo.
  10. Per liberarli uccise la loro guardiana Campe. In segno di riconoscenza i Ciclopi gli donarono il tuono e il fulmine, che in precedenza erano stati nascosti da Gaia.

[modifica] Bibliografia

  • Burkert, Walter, (1977) 1985. Greek Religion (La religione Greca), specialmente il capitolo III.ii.1 (Harvard University Press)
  • Arthur Bernard Cook Zeus: A Study in Ancient Religion (Zeus: uno studio sulla religione antica), (opera in 3 volumi), (1914-1925). New York, Bibilo & Tannen: 1964.
    • Volume 1: Zeus, God of the Bright Sky (Zeus, il dio del cielo luminoso), Biblo-Moser, 1 giugno, 1964, ISBN 0-8196-0148-9 (ristampa)
    • Volume 2: Zeus, God of the Dark Sky (Thunder and Lightning) (Zeus, il dio del cielo oscuro: il tuono e la folgore), Biblo-Moser, 1 giugno, 1964, ISBN 0-8196-0156-X
    • Volume 3: Zeus, God of the Dark Sky (earthquakes, clouds, wind, dew, rain, meteorites)(Zeus, il dio del cielo oscuro: terremoti, nuvole, vento, rugiada, pioggia e meteoriti)
  • Maurice Druon The Memoirs of Zeus (Le memorie di Zeus), 1964, Charles Scribner's and Sons. (tr. Humphrey Hare)
  • Farnell, Lewis Richard, Cults of the Greek States (I culti delle città-stato greche) 5 volumi. Oxford; Clarendon 1896-1909.
  • Farnell, Lewis Richard, Greek Hero Cults and Ideas of Immortality (I culti degli eroi greci e il concetto di immortalità), 1921.
  • Robert Graves, The Greek Myths (I miti greci), Penguin Books Ltd. (edizione del 1960)
  • William Mitford, The History of Greece (La storia della Grecia), 1784. Cf. v.1, Capitolo II
  • Moore, Clifford H., The Religious Thought of the Greeks (Il pensiero religioso dei Greci), 1916.
  • Nilsson, Martin P., Greek Popular Religion (La religione popolare greca), 1940. [1]
  • Nilsson, Martin P., History of Greek Religion (Storia della religione greca), 1949.
  • Erwin Rohde, Psyche: The Cult of Souls and Belief in Immortality among the Greeks (Psiche: il culto delle anime e la fede nell'immortalità tra i greci), 1925.
  • William Smith ,Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology (Dizionario delle biografie e della mitologia greca e romana), 1870, [2], L'articolo su Zeus [3]

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Altri progetti


Zeus · Poseidone · Ares · Efesto · Apollo · Ermes

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