Atena (mitologia)
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
Nella mitologia greca, Atena (greco: Ἀθηνᾶ, Athēnâ, o Ἀθήνη, Athénē. In dorico: Ἀσάνα, Asána), figlia di Zeus e della sua prima moglie Metide, era la dea della sapienza, particolarmente della saggezza, della tessitura, delle arti e, presumibilmente, degli aspetti più nobili della guerra, mentre la violenza e la crudeltà rientravano nel dominio di Ares.
La sapienza rappresentata da Atena comprende sia le conoscenze tecniche usate nella tessitura e nell’arte di lavorare i metalli, sia l’astuzia (Metis) propria di personaggi come Odisseo. I suoi simboli sacri sono la civetta e l’ulivo.
Atena ha sempre con sé la sua civetta, indossa una corazza di pelle di capra chiamata Egida donatale dal padre Zeus,[1] ed è spesso accompagnata dalla dea della vittoria Nike. Quasi sempre viene rappresentata mentre porta un elmo ed uno scudo cui è appesa la testa della Gorgone Medusa, dono votivo di Perseo. Atena è una dea guerriera ed armata: nella mitologia greca appare come protettrice di eroi come Eracle, Giasone ed Odisseo. Non ebbe mai alcun marito od amante, e per questo era conosciuta come "Athena Parthenos" (La vergine Atena), da cui il nome del più famoso tempio a lei dedicato, il Partenone sull’acropoli di Atene. Dato il suo ruolo di protettrice di questa città, è stata venerata in tutto il mondo greco anche come "Athena Polis" (Atena della città). Il suo rapporto con Atene era davvero speciale, come dimostra chiaramente la somiglianza tra il suo nome e quello della città.[2]
Il culto della dea Atena nell’area Egea risale probabilmente ad epoche preistoriche.[3] Si sono trovate prove del fatto che nell’antichità Atena fosse vista essa stessa come una civetta, o comunque si trattasse di una Dea-uccello: nel terzo libro dell’Odissea assume la forma di un’aquila di mare. La sua egida decorata potrebbe rappresentare ciò che rimane delle ali di cui era dotata, [4]dal momento che sulle decorazioni di antichi vasi in quel modo viene ritratta .
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[modifica] Il nome : etimologia ed origini

E’ possibile che il nome "Athena" sia di origine Lidia.[5] Potrebbe trattarsi da una parola composta, derivata in parte dal tirreno "ati", che significa "madre", ed in parte dal nome della dea Hurrita Hannahannah che spesso è abbreviato in "Ana". Sembrerebbe fare la sua comparsa in una singola iscrizione in lingua micenea nelle tavolette in scrittura Lineare B : in un testo facente parte del gruppo delle "Tavolette della stanza del carro" rinvenute a Cnosso , la più antica testimonianza di scrittura lineare B, si trova "A-ta-na-po-ti-ni-ja" "/Athana potniya/".[6] Sebbene questa frase venga spesso tradotta come "Padrona Atena", letteralmente significa "la potnia di At(h)ana", che probabilmente vuol dire "La dama di Atene" [7]: non è comunque possibile stabilire con certezza se vi sia una connessione con la città di Atene.[8] Si è rinvenuta anche la forma "A-ta-no-dju-wa-ja" "/Athana diwya/", la cui parte finale è la scomposizione in sillabe in Lineare B di quella che greco è conosciuta come "Diwia" (in miceneo "di-u-ja" o "di-wi-ja") – ovvero "divina"- Atena, attributo della dea della tessitura e delle arti.
Nel suo dialogo Cratilo, Platone fornisce un’etimologia del nome di Atena basta sul punto di vista degli antichi Ateniesi, [9] sostenendo che derivi da A-theo-noa (A-θεο-νόα) o E-theo-noa (H-θεο-νόα), che significa "la mente di Dio". Platone ed Erodoto notarono anche che in Egitto, nella città di Sais, si adorava una dea il cui nome in egiziano era Neith [10] e la identificano con Atena.
[modifica] I nomi e gli appellativi di Atena
[modifica] Atena Glaukopis
Da Omero in poi, l’epiteto di Atena più comunemente usato in poesia è "glaukopis” (γλαυκώπις), che viene solitamente tradotto come "con lo sguardo scintillante" o "dagli occhi lampeggianti". Il termine è una combinazione di "glaukos" (γλαύκος, che significa "lucente", "argenteo" e, in epoche più tarde "blu-verdognolo" e "grigio") e "ops" (ώψ, "occhio" o talvolta "viso"). E’ interessante notare che "glaux" (γλαύξ, civetta) deriva dalla medesima radice, probabilmente per i particolari occhi di cui è dotato l’animale. La figura di quest’uccello capace di vedere di notte è strettamente legata alla dea della saggezza: a partire fin dalle prime raffigurazioni è dipinta con la civetta appollaiata sulla testa. In epoca arcaica Atena potrebbe essere stata una dea-uccello simile a Lilith o alla dea raffigurata con ali ed artigli da civetta sul Rilievo di Burney, un rilievo in terracotta mesopotamico degli inizi del secondo millennio a.C.
[modifica] Atena Tritogeneia
Nell’ Iliade (4.514), negli Inni omerici e nella Teogonia di Esiodo viene attribuito ad Atena il singolare epiteto di "Tritogeneia". Il significato di questo termine non è chiaro: sembrerebbe voler dire " nata Tritone", forse riferendosi al fatto che secondo alcuni antichi miti suo padre era il dio del mare[11] o, ipotesi ancor più dubbia, che fosse nata nei pressi del lago Tritone che si trova in Africa. Un altro possibile significato è "tre volte nata" o "terza nata", riferendosi a lei come terza figlia di Zeus oppure alludendo al fatto che era nata da Zeus, da Metide ed anche da sé stessa; varie leggende la indicano infatti come figlia successiva rispetto ad Artemide ed Apollo, al contrario di altre che ne parlano come della primogenita.
[modifica] Pallade Atena
Un suo appellativo molto frequente è "Pallade Atena" ("Παλλάς Αθηνά"). L’epiteto deriva da un’ambigua figura mitologica chiamata Pallade, talvolta maschio talvolta femmina che, al di fuori della sua relazione con la dea, è citata soltanto nell’Eneide di Virgilio. Secondo alcune versioni della leggenda Atena uccise Pallade per errore, come ad esempio in una versione Pelasgia secondo la quale Pallade era una compagna di giochi della giovane Atena che la uccise per sbaglio mentre simulavano un combattimento: Atena prese quindi il nome di Pallade in segno di lutto per dimostrare il suo rimorso.[12] Nell’Inno omerico ad Hermes, Pallade era invece il padre della dea della luna Selene. In altre versioni ancora si trattava di uno dei Giganti che Atena uccise nella Gigantomachia. Le cose però potrebbero essere andate in maniera ancora diversa , ed Atena aver soppiantato una precedente mitica Pallade assorbendola nella sua figura in modo meno "traumatico", quando questa divenne dapprima Pallas Athenaie (Pallade di Atene) come Hera di Argo era "Here Argeie", ed infine Pallade Atena cambiando lentamente ma completamente identità.[13] Per gli Ateniesi, d’altronde, ella era semplicemente "La Dea" (he theos), senz’altro un epiteto molto antico.
[modifica] Altri epiteti
- "Athena Ergane" – Come patrona di artisti ed artigiani.
- "Athena Parthenos" – Il nome con cui veniva adorata sull’ Acropoli, specialmente durante le celebrazioni per lo svolgimento delle Panatenee.
- "Athena Promachos" – Come condottiera di eserciti in battaglia.
- "Athena Polias" – Ovvero "Atena della città", come protettrice di Atene ma anche di altre città tra le quali Argo, Sparta, Gortyna, Lindos e Larissa. In tutte queste città il suo tempio di Atena era il tempio più importante dell’acropoli.[14]
- "Athena Areia" – Per il suo ruolo di giudice al processo di Oreste (che viene assolto) per l’assassinio della madre Clitennestra.
[modifica] Atena nell’arte classica

L’iconografia classica di Atena prevede che sia ritratta in piedi mentre indossa l’armatura e l’elmo, tenuto alto sulla fronte; porta con sé una lancia ed uno scudo sul quale è fissata la testa della Gorgone Medusa. Proprio in questa posizione è stata scolpita da Fidia nella sua famosa statua crisoelefantina[15], alta 11 metri – ora perduta – l’ Athena Parthenos che si trovava nel Partenone. Spesso, poggiata sulla sua spalla, si trova la civetta, simbolo di saggezza.
A prescindere dagli attributi tipici, a partire dal V secolo a.C. sembra esserci stata una sostanziale uniformità di vedute tra gli artisti su quale dovesse essere l’aspetto della dea. Un naso importante con un alto ponte che sembra essere la naturale continuazione della fronte, occhi profondi, labbra piene, una bocca stretta e appena più larga del naso, il collo allungato ne tratteggiano una bellezza serena ma un po’ distaccata.
[modifica] La nascita di Atena
Tra gli dei dell’Olimpo Atena viene ritratta come la figlia prediletta di Zeus, nata già adulta ed armata dalla sua fronte dopo che egli ne aveva mangiato la madre, Metide. Varie sono le versioni riguardo alla sua nascita. Quella più comune dice che Zeus si coricò con Metide, dea della prudenza e della saggezza, ma subito dopo ebbe paura delle conseguenze che ne sarebbero derivate: una profezia diceva che i figli di Metide sarebbero stati più potenti del padre ,[16]fosse stato anche lo stesso Zeus. Per impedire che questo si verificasse, subito dopo essersi giaciuto con lei, Zeus indusse Metide a trasformarsi in una mosca e la inghiottì, ma era ormai troppo tardi: la dea aveva infatti già concepito un bambino. Metide cominciò immediatamente a realizzare un elmo ed una veste per la figlia che portava in grembo, e i colpi di martello sferrati mentre costruiva l’elmo provocarono a Zeus un dolore terribile. Così Prometeo (oppure, a seconda delle versioni, Efesto, Ermete o Palemone) aprì la testa di Zeus con un’ascia bipenne ed Atena ne balzò fuori già adulta ed armata e Zeus in questo modo uscì, malconcio ma vivo, dalla brutta disavventura.
Alcuni frammenti attribuiti alla storia dal semi-leggendario Sanchuniathon, che si dice essere stata scritta prima della guerra di Troia, suggeriscono che Atena sia invece la figlia di Crono, un leggendario re di Biblo che si dice avesse viaggiato per il "mondo inabitabile" ed avesse lasciato l’Attica in eredità ad Atena.
[modifica] Leggende e racconti relativi ad Atena
[modifica] Erittonio

Secondo quanto racconta Apollodoro, Efesto tentò di stuprare Atena ma non riuscì nell’intento. Il suo seme si sparse al suolo e dalla Terra nacque Erittonio. Atena decise comunque di allevare il bambino come madre adottiva. Una versione alternativa dice che il seme di Efesto cadde sulla gamba della dea, che se la pulì con uno straccetto di lana che gettò poi a terra: Erittonio sarebbe così nato dalla terra e dalla lana. Un’altra leggenda narra che Efesto avesse voluto sposare Atena ma che la dea scomparve all’improvviso dal talamo nuziale, cosicché lo sperma di Efesto finì per cadere a terra. Atena affidò poi il bambino, che aveva la parte inferiore del corpo a forma di serpente a tre sorelle – Erse, Pandroso e Agraulo figlie di Cecrope - chiuso dentro ad una cesta, avvisandole di non aprirla mai. Agraulo, curiosa, aprì ugualmente la cesta, e la vista dell’aspetto mostruoso di Erittonio fece impazzire le tre sorelle che si uccisero lanciandosi giù dall’Acropoli.
Una versione diversa di questa leggenda dice che, mentre Atena era andata a prendere una montagna per usarla per costruire l’Acropoli, due delle sorelle aprirono la cesta: un corvo vide la scena e volò a riferirlo alla dea che accorse infuriata lasciando cadere la montagna, che ora è il Monte Licabetto.[17] Erse e Pandroso impazzirono per la paura e si uccisero lanciandosi da una scogliera, e neppure il corvo fu risparmiato dall’ira di Atena che, si narra, fece diventare da allora nere le piume di quest’animale.
Erittonio diventò in seguito re di Atene, e introdusse molti cambiamenti positivi nella cultura ateniese. Durante il suo regno Atena fu frequentemente al suo fianco per proteggerlo.
[modifica] Agraulo
In un’altra versione del mito di Agraulo, narrata nelle Metamorfosi di Ovidio, Hermes si innamora di Erse. Quando le tre sorelle si recano al tempio per fare un’offeta sacrificale in onore di Atena, Hermes si avvicina ad Agraulo e le chiede il suo aiuto per sedurre Erse. Questa in cambio chiede ad Hermes dei soldi ed il dio le dà il denaro che avevano sacrificato ad Atena.[18] Atena, per punire l’avidità di Agraulo, ordina all’Invidia di possedere Agraulo: questa obbedisce ed Agraulo ne resta pietrificata.[19]
[modifica] Atene

Atena era in competizione con Poseidone per diventare la divinità protettrice della città che, all’epoca in cui si svolge questa leggenda, ancora non aveva un nome. Si accordarono in questo modo: ciascuno dei due avrebbe fatto un dono agli Ateniesi e questi avrebbero scelto quale fosse il migliore, decidendo così la disputa. Poseidone piantò al suolo il suo tridente e dal foro ne scaturì una sorgente. Questa avrebbe dato loro sia nuove opportunità nel commercio che una fonte d’acqua, ma l’acqua era salmastra e non molto buona da bere. Atena invece offrì il primo albero di ulivo adatto ad essere coltivato. Gli Ateniesi scelsero l’ulivo e quindi Atena come patrona della città, perché l’ulivo avrebbe procurato loro legname, olio e cibo. Si pensa che questa leggenda sia sorta nel ricordo di contrasti sorti nel periodo Miceneo tra gli abitanti originari della città e dei nuovi immigrati.
Una diversa versione della leggenda dice che Poseidone offrì in dono, anziché la sorgente, il primo cavallo, ma gli Ateniesi scelsero comunque il dono di Atena. Si può tra l’altro supporre che uno dei motivi per cui la scelta dei cittadini si orientò in questo senso, fu che Poseidone era considerato una divinità molto difficile da compiacere, che spesso aveva causato distruzioni anche nelle città delle quali era patrono. Atena rappresentava quindi un’alternativa migliore per il suo carattere meno violento.
[modifica] Aracne
Una donna di nome Aracne un giorno si vantò di essere una tessitrice migliore di Atena, che di quest’arte era la dea stessa. Atena andò così da lei travestita come una vecchia e consigliò Aracne di pentirsi della sua arroganza (hubris), ma la donna invece la sfidò ad una gara. Atena allora riassunse le sue vere sembianze ed accettò la sfida. La dea realizzò un arazzo che rappresentava lo scontro tra Poseidone e la città di Atene, mentre Aracne ne fece uno in cui si derideva Zeus e le sue numerose mogli. Atena, vista la sua effettiva grande abilità ed a causa del soggetto che aveva scelto (dopotutto era la figlia prediletta di Zeus), andò su tutte le furie: distrusse il lavoro di Aracne e la trasformò in un ragno obbligandola a tessere la sua tela per l’eternità.[20]
[modifica] Perseo e Medusa
Atena aiutò Perseo ad uccidere Medusa, e le fu così data, per decorare il suo scudo come un orribile trofeo, la testa della Gorgone, capace di pietrificare chi l’avesse guardata. Era stata tuttavia Atena stessa a rendere Medusa ciò che era. Originariamente Medusa era soltanto la più bella delle tre sorelle Gorgoni, ma Medusa fece l’amore con Poseidone – o ne fu stuprata secondo altre versioni – all’interno del tempio di Atena. Quando scoprì che il suo tempio era stato così profanato, Atena per punirla ne mutò l’aspetto rendendola mostruosa come le sue sorelle Steno ed Euriale: i suoi capelli si trasformarono in serpenti e qualsiasi creatura vivente ne avesse incrociato lo sguardo sarebbe stata mutata in pietra. Atena trasformò anche la parte inferiore del suo corpo in modo tale da renderle, unitamente al potere pietrificante, impossibile avere rapporti sessuali con un uomo.
[modifica] Eracle
Atena spiegò ad Eracle come scuoiare il leone di Nemea usando i suoi stessi artigli per tagliare la spessa pelle dell'animale. La pelle del leone, da lui successivamente indossata, diventò uno dei tratti caratteristici dell’eroe, insieme con la clava di legno di ulivo che aveva usato durante la lotta. Atena aiutò inoltre Eracle anche in altre delle sue fatiche, come nella lotta contro gli uccelli del lago Stinfalo.
[modifica] Tiresia e Cariclo
In una versione del mito, Atena accecò Tiresia dopo che l’aveva sorpresa mentre faceva il bagno nuda. Sua madre Cariclo la supplicò di ritirare la sua maledizione, ma Atena non aveva il potere di farlo e decise, come riparazione, di dotarlo del dono della profezia.[21]
[modifica] Odisseo
L’indole astuta e scaltra di Odisseo lo aiutò a conquistare rapidamente la benevolenza e la protezione di Atena, che però non fu in grado di aiutarlo nel viaggio di ritorno verso Itaca fino a quando giunse sulla costa dell’isola dove Nausicaa stava lavando i suoi panni. Atena entrò nei sogni di Nausicaa per spingerla a soccorrere Odisseo ed a rimandarlo quindi ad Itaca. Dopo il suo arrivo sull’isola Atena va da Odisseo sotto mentite spoglie e gli dice, mentendo, che sua moglie Penelope si era risposata e che si crede che Odisseo sia morto, ma Odisseo le mente a sua volta, dato che è riuscito a capire con chi ha a che fare nonostante il travestimento. Compiaciuta dalla sua risolutezza e sagacia, Atena rivela la propria natura ad Odisseo e gli spiega tutto quello che ha bisogno di sapere per riconquistare il suo regno. Muta le sembianze dell’eroe in quelle di un vecchio in modo che non venga riconosciuto dai Proci e lo aiuta a sconfiggerli, intervenendo a risolvere anche la disputa finale con i loro parenti.
[modifica] Note
- ↑ Zeus è chiamato anche "Zeus portatore di Egida"
- ↑ Sin dai tempi antichi si dibatte se sia stato dato per primo il nome alla dea e poi alla città o sia successo l’inverso.(Burkert, p. 139).
- ↑ Per sapere se il suo nome fosse già presente nella lingua Eteocretese o meno, si dovrà attendere la decifrazione della scrittura lineare A.
- ↑ (EN) Frederick John Kluth, "The Role of Athena in Ancient Greek Art" (Il ruolo di Atena nell’antica arte greca)
- ↑ G. Neumann (manca il nome dell’articolo) in "Kadmos" n.6 (1967)
- ↑ Kn V 52 (testo 208 in Ventris e Chadwick).
- ↑ Palaima, p. 444.
- ↑ Burkert, p. 44.
- ↑ "Questo è più difficile, amico mio. Pare che gli antichi riguardo ad Atena la pensassero allo stesso modo di come oggi fanno i bravi critici di Omero. Infatti la maggior parte di loro, studiando il poeta, sostengono che in Atena abbia voluto personificare il “nous” e la “dianoia”, ovvero la mente ed il pensiero, e similmente sembra aver ragionato colui che le assegnò i nomi.; addirittura, appellandola con ancor maggiore solennità “theou nesis” (mente del dio) dice che è la “theonoa”, ovvero la “mente divina”, servendosi della lettera “alfa” al posto della lettera “eta” come fanno gli stranieri, ed eliminando “iota” e “sigma”. Era assai poco distante dal chiamarla “Ethonoe”, dato che è colei che come indole ha il pensiero “en thoi ethei noesis”. Ma alla fine o lui stesso od altri, per renderne il nome più bello, la chiamarono Atena." (Cratilo 407b)
- ↑ ”I cittadini ritengono che la fondatrice della città sia una dea: in lingua egiziana si chiama Neith e dicono che è la stessa che i greci chiamano Atena: sono grandi ammiratori degli Ateniesi e dicono di essere in qualche modo simili a loro.” Timeo 21 e e “Storie di Erodoto” 2:170-175
- ↑ Karl Kerenyi suggerisce che "Tritogeneia" non significhi che essa sia nata da qualche particolare fiume o lago, ma che sia invece nata dall’acqua in quanto tale, dato che il nome Tritone sembrerebbe essere associato all’acqua in generale. (Kerenyi, p. 128).
- ↑ Graves, p. 51.
- ↑ Burkert, p. 139.
- ↑ Burkert, p. 140.
- ↑ Realizzata in oro ed avorio.
- ↑ Da confrontare con la profezia riguardo a Teti
- ↑ Graves, Robert, The Greek Myths I, "The Nature and Deeds of Athena" 25.d.
- ↑ Ovidio, Metamorfosi, X. Agraulo, Libro II, 708-751.
- ↑ Ovidio, Metamorfosi, XI. L’Invidia. Come Agraulo a causa di questa diventò una statua, Libro II, 752-832.
- ↑ Ovidio, Metamorfosi, I. Pallade e Aracne, Libro VI, 1-145.
- ↑ Graves, Robert, The Greek Myths I (I miti Greci),"The Nature and Deeds of Athena" (L’indole e le imprese di Atena) 25.g.
[modifica] Bibliografia
- Burkert, Walter, 1985. Greek Religion (la Religione Greca) (Harvard).
- Graves, Robert, (1955) 1960. The Greek Myths (I miti Greci) edizione riveduta.
- Harrison, Jane Ellen, 1903. Prolegomena to the Study of Greek Religion (Prolegomeni allo studio della religione Greca).
- Kerenyi, Karl, 1951. The Gods of the Greeks (Gli dei degli antichi Greci) (Thames and Hudson).
- Palaima, Thomas, 2004. "Appendix One: Linear B Sources." ( Appendice 1: fonti della scrittura lineare B) In Trzaskoma, Stephen, et al., eds., Anthology of Classical Myth: Primary Sources in Translation (Antologia dei miti classici: fonti primarie per la traduzione) (Hackett).
- Ruck, Carl A.P. e Danny Staples, 1994. The World of Classical Myth: Gods and Goddesses, Heroines and Heroes (Il mondo dei miti classici: Dei e Dee, eroi ed eroine) (Durham, NC).
- Telenius, Seppo Sakari, 2005 e 2006. Athena-Artemis.
- Ventris, Michael e John Chadwick, 1973. Documents in Mycenaean Greek (Documenti in lingua Micenea) (Cambridge).
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) }Il santuario della dea Atena
- (EN) Album fotografico di immagini di Atena
- (EN) Il museo di Atena (galleria fotografica)
- (EN) Theoi.com Il culto di Atena – estratti di testi classici
- (EN) Le origini minoiche di Atena ( Virginia Hacks)
- (IT) Atena - Enciclopedia dell'antico Einaudi
- (IT) Miti e leggende riguardo ad Atena