Taxi Driver
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Il famoso monologo di Travis/Robert De Niro |
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Titolo originale: | Taxi Driver |
Paese: | USA |
Anno: | 1976 |
Durata: | 113' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Martin Scorsese |
Soggetto: | Paul Schrader |
Sceneggiatura: | Paul Schrader |
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Fotografia: | Micheal Chapman |
Montaggio: | Tom Rolf, Melvin Shapiro |
Effetti speciali: | Tony Parmelee |
Musiche: | Bernard Herrmann |
Scenografia: | Charles Rosen |
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Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
![]() «You talkin' to me? You talkin' to me?»
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![]() «Dici a me? Dici a me?»
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(Travis/Robert De Niro nel famoso monologo di fronte allo specchio)
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Taxi Driver è un film americano del 1976, diretto da Martin Scorsese.
Considerato da molti uno dei più importanti e controversi film della cinematografia americana, è stato acclamato per le sue scene di forte impatto e per il suo ruvido realismo. È stato spesso definito un film esistenzialista, sia per lo stile narrativo sia per l'ispirazione che Scorsese ha tratto dai romanzi di Dostoevskij, come Memorie dal sottosuolo e Delitto e castigo. Il film ha reso celebri entrambi i suoi attori protagonisti, Robert De Niro e Jodie Foster, quest'ultima solo tredicenne quando il film fu distribuito.
L'autore della colonna sonora è il celebre Bernard Herrmann, noto per la sua collaborazione con Alfred Hitchcock (in particolare per Psyco). Fu la sua ultima composizione, Herrmann morì prima che il film uscisse nelle sale. Taxi Driver è dedicato alla sua memoria.
Indice |
[modifica] Trama
Travis Bickle (Robert De Niro) è un ventiseienne alienato, isolato, depresso e sessualmente frustrato, che dice di essere stato un marine nella guerra del Vietnam. Soffre di una insonnia cronica che lo porta a lavorare come tassista notturno a New York. Di giorno spende il suo tempo libero guardando film pornografici in luridi cinema a luci rosse e guidando senza meta per i quartieri più tetri di Manhattan.
Travis è disgustato da quello che considera il degrado morale che lo circonda e quando Iris (Jodie Foster), una prostituta di 13 anni, entra una notte nel suo taxi cercando di fuggire dal suo pappone, Travis diventa ossessionato dall'idea di salvarla dal suo destino. La ragazza però non sembra affatto intenzionata a farsi aiutare, spiegando che probabilmente era "fatta" quando aveva cercato di scappare e che il suo pappone, Matthew "Sport" (Harvey Keitel), si prende molta cura di lei. Travis cerca di convincerla a tornare a casa dai suoi genitori per riprendere gli studi, ma i suoi tentativi sono vani.
Travis è anche ossessionato da Betsy (Cybill Shepherd), un'assistente del senatore di New York Charles Palantine, che è candidato per le elezioni presidenziali e promette grandi cambiamenti sociali. La donna è inizialmente colpita da Travis e accetta un appuntamento con lui dopo essere stata corteggiata. All'appuntamento, comunque, Travis la porta a vedere un film pornografico, e lei fugge via, sconvolta.
Travis, sempre più solo e disperato, decide di comprare delle pistole e con queste di uccidere il senatore Palantine durante un comizio all'aperto: perché egli rappresenta tutta l'ipocrisia della società americana, i nemici che ha sempre tentato di combattere e che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Viene però subito intercettato dalle guardie del corpo del senatore e scappa via. Disperato, Travis si reca da Iris dove spara al suo pappone Sport, poi sale verso la stanza di Iris e uccide brutalmente l'affittacamere, Sport (che nel frattempo l'aveva seguito sanguinante) e un cliente della prostituta. Infine cerca di suicidarsi ma non ha più munizioni, quindi si siede su un divano e aspetta l'arrivo della polizia.
Un breve epilogo mostra Travis all'ospedale in via di guarigione, la lettera da parte dei genitori di Iris che lo ringraziano immensamente per aver liberato la loro figlia, articoli di giornale che inneggiano a lui come eroe della lotta alla criminalità e un ultimo, casuale, incontro con Betsy.
[modifica] Particolarità e interpretazioni
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Il climax della sparatoria finale era, per l'epoca, molto intenso, e mantiene tutta la sua potenza visiva ancora oggi. Nel tentativo di evitare il massimo divieto della censura, Scorsese desaturò i colori della pellicola, rendendo il rosso del sangue meno appariscente. In alcune interviste rilasciate in seguito, Scorsese commentò che col tempo aveva apprezzato il cambiamento dei colori, considerandolo un miglioramento rispetto al girato originale. Rimane però il rammarico di non poter vedere la versione originale a colori naturali che è andata irrimediabilmente perduta.
Suscitò molto scalpore, inoltre, la presenza della giovane Jodie Foster nella scena della sparatoria, considerata troppo forte per una ragazza così giovane. In diverse interviste l'attrice ha però rassicurato che tutto il processo di realizzazione fu eseguito con un occhio di riguardo per lei, che non ne rimase traumatizzata e che il backstage di preparazione degli effetti speciali suscitò in lei molto interesse.
Con gli anni si sono sviluppate diverse teorie sull'epilogo del film, secondo cui le scene finali dopo la sparatoria sono il risultato dell'immaginazione di Travis in fin di vita. Inoltre, non appena Betsy lascia il taxi a pochi fotogrammi dai crediti finali, si può sentire uno strano squillo e poco dopo Travis che aggiusta nervosamente lo specchietto retrovisore.
Scorsese ha commentato i momenti finali del film dicendo che il rapido sguardo quasi nevrotico di Travis allo specchietto potrebbe rappresentare la possibilità che Travis possa soffrire di nuovo di depressione e scatti d'ira in futuro. Questo finale quasi aperto è stato paragonato a quello di Arancia meccanica di Stanley Kubrick, in cui Malcolm McDowell nei panni di Alex DeLarge sembra riconquistare il suo lato sociopatico nella sua battuta finale: «Ero guarito, eccome!».
Secondo altri punti di vista il finale viene invece considerato come un epilogo letterale che appone la perfetta conclusione a Taxi Driver. "Pregni di ironia, i cinque minuti finali sottolineano la volubilità del destino. I media trasformano Travis in un eroe, mentre se egli fosse riuscito nella sua intenzione di sparare al senatore Palantine, lo avrebbero descritto come un assassino. Quando il film si chiude, il misantropo è stato trasformato in un cittadino modello - qualcuno che affronta papponi, spacciatori e gangster per salvare una giovane ragazza" [1].
[modifica] Responso della critica
Taxi Driver fu un successo commerciale, ricevette diverse nomination al Premio Oscar e fu premiato al Festival di Cannes con la Palma d'Oro. Negli anni successivi è stato inserito al 47° posto nella lista AFI's 100 Years... 100 Movies redatta dall'American Film Institute. É stato inoltre inserito tra le pellicole storiche da salvaguardare del National Film Registry.
La critica ha indicato Taxi Driver come il primo film che, seppure indirettamente, ha raccontato l'impatto della guerra del Vietnam sui soldati che hanno combattuto nel conflitto. Lo stile di vita spartano e la scelta di un impiego poco pagato e senza sbocchi evocano le esperienze di molti veterani che hanno sofferto del disturbo post traumatico da stress [2], persone che hanno subito disordini mentali e fisici e che non sono state ricompensate dalla società e dal governo per quello che hanno dato durante le guerre. Una più larga interpretazione potrebbe focalizzarsi sulle ripercussioni di una forte solitudine e dell'alienazione, che inducono a incolpare dei propri demoni chi rappresenta più visibilmente le cose che si considerano sbagliate della società, fino ai percorsi che possono produrre una volontà omicida verso qualcuno.
Il film include un sottile riferimento alle operazioni militari americane in Vietnam. Quando Travis decide di assassinare il senatore Palantine, si taglia i capelli in stile Mohawk. Il particolare fu suggerito dall'attore Victor Magnotta, un amico di Scorsese che ha combattuto in Vietnam e che ha una piccola parte nel film come agente dei servizi segreti. Scorsese affermò che l'attore aveva "raccontato di alcuni tipi di soldato che penetravano nella giungla. Si tagliavano i capelli in un certo modo; sembravano dei Mohawk... era una situazione speciale, una specie di situazione da commando, e lo facevano in molti... pensammo che era una buona idea."
[modifica] Citazioni
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«La solitudine mi ha perseguitato per tutta la vita, dappertutto. Nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, dappertutto. Non c'è scampo: sono nato per essere solo»
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«Un giorno o l'altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre»
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«I giorni non finiscono mai»
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«Ma dici a me? Ma dici a me? ... Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Eh, non ci sono che io qui. Dì, ma con chi credi di parlare tu?»
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[modifica] Curiosità
- La scena più famosa del film è probabilmente quella in cui Travis fa pratica con la pistola davanti allo specchio ed inizia un monologo in cui si rivolge alla sua immagine riflessa: "Ma dici a me? Ma dici a me? ... Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui". Questa scena non era prevista nel copione, che indicava solo "Travis guarda in uno specchio", ma De Niro decise di aggiungere delle battute per calarsi nella personalità di Travis. A Scorsese piacque così tanto che decise di tenerla nel montaggio finale.
- Greil Marcus, in una intervista al The Believer (giugno/luglio 2006, p. 78), dice che Scorsese gli raccontò che la prima metà di Taxi Driver è basata sul disco Astral Weeks di Van Morrison.
- Paul Schrader (sceneggiatore del film) ha raccontato che fonte di ispirazione per Taxi Driver furono i diari dell'aspirante omicida di George Wallace, Arthur Bremer. Gli scritti di Bremer, pubblicati negli USA con il titolo "An Assassin's Diary", affascinarono Schrader nel periodo in cui divorziò dalla moglie e andò a vivere nella propria macchina. Un'altra influenza riconosciuta da Schrader è il film Sentieri selvaggi con John Wayne. In quel film, un veterano di guerra torna a casa e scopre che sua nipote è stata rapita da una banda di Indiani Comanche. Ethan (John Wayne) ne intraprende una ricerca ossessiva, ignorando completamente la volontà della nipote di tornare o meno. Questa influenza è evidente nella parte finale del film quando Travis cerca di salvare Iris da Sport. Inoltre, Sport chiama ad un certo punto Travis "cowboy" e durante il loro confronto nel finale Sport ha delle sembianze che rimandano allo stereotipo del Nativo americano.
- Durante la sua intervista in Inside the Actor's Studio del 1999, Robert de Niro racconta di aver discusso con Scorsese la possibilità di fare un sequel di Taxi Driver. Secondo De Niro, entrambi erano d'accordo che sarebbe stato interessante vedere come Travis Bickle sarebbe finito 30 anni dopo. Durante l'intervista a Scorsese per lo stesso programma nel 2002, il regista ha dichiarato che non ha intenzione di realizzare sequel di nessuno dei suoi film.
- Nonostante nella versione originale del film l'età di Iris sia di 12 anni e mezzo, nel doppiaggio italiano l'età è stata arrotondata a 13 anni.
- Il noto gruppo inglese "The Clash" ha esplicitamente dedicato una canzone al film di Scorsese. La traccia si intitola "Red Angel Dragnet" dell' album "Combat Rock" e, oltre a contenere intere citazioni di Travis Bickle, termina con un lamento del cantante Joe Strummer: "...one of these days I'm gonna get myself organizized...". La frase è tratta da un quadretto all' interno della casa di Travis raffigurante un uomo che riposa su una sedia a dondolo.
[modifica] Fonti
- Making "Taxi Driver" (tratto dai contenuti special del DVD "Mr. De Niro")
[modifica] Note
[modifica] Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Taxi Driver
[modifica] Collegamenti esterni
- Scheda su Taxi Driver dell'Internet Movie Database;
- (EN) Trailer del film su YouTube.com.
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