Cannibal movie
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I cosiddetti cannibal movie sono un filone del genere horror che sconfina in quello d'avventura nonché, per diverse pellicole, in quello erotico.
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[modifica] Origini
Si può affermare che questa particolare categoria di film ha una radice propriamente italiana in quanto è proprio nel Bel Paese che nacque l'idea di ambientare le sceneggiature horror non più con atmosfere dark, bensì alla luce del sole in suggestivi paradisi esotici. Le caratteristiche salienti di questi film sono: location in foreste o giungle tropicali, cast di attori semi sconosciuti, alto contenuto splatter, discreta presenza di scene hard, violenze reali a danno di animali (considerate a tutti gli effetti snuff) e il fatto che le cosiddette persone civilizzate si rivelino alla fine peggio dei cannibali.
Precursore di questo fortunato filone, che vide la sua epoca d'oro dalla seconda metà degli anni settanta fino ai primi anni ottanta, fu il regista Umberto Lenzi con Il paese del sesso selvaggio (1972) che si cimentò in altre due regie, Mangiati vivi! e Cannibal Ferox. Poi fu la volta di Ruggero Deodato con la trilogia Ultimo mondo cannibale, Cannibal Holocaust e Inferno in diretta (anche se quest'ultimo non narra di cannibali).
Da segnalare altre opere di successo di altrettanti registi italiani provenienti però da diversi background, come il regista dell'eros Joe D'Amato con Emanuelle e gli ultimi cannibali e Antropophagus, Sergio Martino con La montagna del dio cannibale e i veterani della commedia Marino Girolami con Zombi Holocaust, e Michele Massimo Tarantini con Nudo e selvaggio, considerato l'ultimo cannibal movie italiano.
Un altro regista italiano come Antonio Margheriti, specialista della fantascienza, provò a cimentarsi con un cannibal movie, ma per varie ragioni è difficile classificare il suo Apocalypse domani in questo filone.
[modifica] Il successo
Il successo di questo genere lo si deve forse al coraggio dei registi italiani di dirigere scene di inaudita violenza, che a dispetto di asperrime valutazioni negative da parte dei critici cinematografici, denunce e sequestri di pellicole da parte dei tribunali, nonché pesanti censure governative, riuscì ad attirare un pubblico sempre più numeroso.
C'è da sottolineare che quelli erano anni particolarmente delicati dal punto di vista politico-sociale, ove ogni giorno venivano trasmesse dai telegiornali le crude immagini delle violenze del terrorismo che stava sconvolgendo il Paese. Proprio la violenza resa estrema dai cannibal-movie, costituiva un deterrente per lo spettatore che poteva così godere di emozioni forti nonché beneficiare del messaggio ecologistico, e anti-sistema, che molti dei film in questione provocatoriamente trasmettevano.
L'aspetto forse più negativo di questo genere sono le torture e uccisioni degli animali che in quasi tutti i casi, sono purtroppo vere. Ma fu proprio questa scelta crudele, e ingiustificabile, dei registi e produttori di inserire scene di violenze reali nelle pellicole, la ragione chiave dell'incredibile successo internazionale di questa nicchia del cinema italiano.[1]
[modifica] Filmografia
- Il paese del sesso selvaggio (1972) di Umberto Lenzi
- Ultimo mondo cannibale (1977) di Ruggero Deodato
- Emanuelle e gli ultimi cannibali (1977) di Joe D'Amato
- La montagna del dio cannibale (1978) di Sergio Martino
- Cannibal Holocaust (1979) di Ruggero Deodato
- Mangiati vivi! (1980) di Umberto Lenzi
- Zombi Holocaust (1980) di Marino Girolami
- Antropophagus (1980) di Joe D'Amato
- Cannibal Ferox (1981) di Umberto Lenzi
- Schiave bianche, violenza in Amazzonia (1985) di Mario Gariazzo
- Nudo e selvaggio (1985) di Michele Massimo Tarantini
[modifica] Note
- ↑ Dati forniti dal Dossier Nocturno n.12 "Bon appetit! Guida al cinema cannibalico.
[modifica] Bibliografia
- Roberto Curti, Tommaso La Selva, "Sex and violence percorsi nel cinema estremo", Lindau, 2003, ISBN 88-7180-468-6;
- Nocturno Dossier n. 12, Bon Appetit! Guida al cinema cannibalico.